Insetti: i dominatori del Pianeta Terra
Coleoptera Adephaga, uno dei coleotteri noti come come bombardieri. Il nome comune si deve al loro particolare meccanismo di difesa: infatti se disturbati espellono in modo esplosivo un miscuglio di sostanze irritanti, prodotte da speciali ghiandole addominali. Una delle circa 350.000 specie di coleotteri studiati attualmente presenti. I coleotteri son uno degli ordini presenti raccolti nella classe degli insetti Gli insetti o entomi (dal greco "animale diviso in segmenti") sono una classe appartenente al grande phylum degli Arthropoda. La classe degli insetti è il più grande tra i raggruppamenti di animali che popolano la Terra, con oltre un milione di specie, pari ai cinque sesti dell'intero regno animale. La foto dà un'idea della sconfinata versatilità di questi animali.
L’architettura delle vespe ¤ Collembola ¤ Le geometrie dei Coleotteri Attelabidi ¤ La migrazione della Vanessa cardui ¤ Lucciole ¤ Insetti col paracadute ¤ Insetti e calore ¤ Guerra ultrasonica ¤ Zanzare e zampironi ¤ Strani abitatori dei mari ¤ Il mimetismo chimico-acustico della Maculinea alcon ¤ Darwin e il Brachinus crepitans ¤ Prima del Viagra ¤ Il cardinale scomunicato ¤ Locuste ¤ La formica nera e il suo bestiame ¤ Pulci ¤ Hermetia illucens: la mosca prodigiosa ¤ Musca domestica L. 1758 ¤ Térmiti * La mosca chirurgo
Anche un Araneae: Il volo elettrostatico dei ragni
Qualche vertebrato non guasta: Ornitorinco, Giraffe, Anguille
Arrivano: Cnidari, Ascidie, Oloturie, Spugne, Calamari , Il polpo
Piero Sagnibene
La storia della carta ha accompagnato l’evoluzione dell’uomo nel corso dei secoli permettendo la diffusione e la trasmissione di memorie storiche, nuove conoscenze scientifiche e filosofiche, diffusione dell’istruzione, fino alla conquista di una coscienza politica e storica che ha dato il via alla nascita degli Stati moderni. Pare che la sua invenzione si ebbe nel II secolo a.C., ma la prima descrizione della tecnologia per fabbricarla si deve a Ts’ai Lun, un eunuco, dignitario della corte imperiale cinese Han, che, nel 105 d.C., iniziò a produrre dei fogli di carta utilizzando la corteccia dell’albero Brussoneta papyrifera, il “gelso da carta” (Moraceae), brandelli macerati di stoffa usata e di reti da pesca.
Piero Sagnibene
Sessantotto milioni di anni fa il continente Antartico era coperto da rigogliose foreste, popolate da dinosauri e mammiferi. Era ancora unito al Sud America nell’ultima porzione del super-continente Gondwana, dal quale si erano già separate Africa ed Australia. Solo dopo essersi separata dal Sud America, circa 35 milioni di anni fa, l’Antartide sprofondò nel gelo intenso che sterminò quasi tutti gli esseri viventi. Eppure, nella zona più aspra e desolata dell’Antartide, un minuscolo animaletto a sei zampe, il collembolo Tullbergia mediantartica, più piccolo di un seme di mela, è riuscito a resistere, bloccato nel ghiaccio, ad almeno trenta ere glaciali, senza mai spostarsi per più di qualche chilometro e senza incrociarsi con altre popolazioni. Abbiamo soltanto ipotesi per tentare di spiegare come due collemboli, la Tullbergia e l’Antarctophorus subpolaris siano potuti sopravvivere in quel clima, ma il fatto in sé ci mostra la grande vitalità di questi minuscoli organismi che popolano tutta la terra e la superficie delle acque dolci e salmastre.
Le geometrie dei Coleotteri Attelabidi
Piero Sagnibene
La geometria descrittiva ci permette di rappresentare su un piano gli oggetti dello spazio tridimensionale. Una delle sue rappresentazioni è l’evolvente del cerchio che noi utilizziamo per costruire il profilo dei fianchi dei denti di una ruota dentata.
La costruzione geometrica dell’evolvente inizia da un punto che una circonferenza che ha in comune con una retta tangente (generatrice) che rotola senza strisciare sulla circonferenza deferente.
In forma parametrica le sue coordinate sono x = a (cos t + t sen t) ed y = a ( sen t – t cos t). La semplicità della isometria di questa figura cela le difficoltà che essa sottende, e che a volte sono notevoli nelle sue applicazioni teoriche e pratiche. Ma se queste difficoltà, poniamo, riguardano uno studente normalmente dotato di un cervello con 100 miliardi di neuroni, allora, viene da chiedersi, come fa un piccolo insetto, con meno di un milione di neuroni, a realizzare praticamente il risultato di questa complicata costruzione, cioè di una evolvente su una foglia di Betulla?
La migrazione della Vanessa cardui
Piero Sagnibene
Nello studiare le migrazioni degli insetti giungo alla strana idea che essi sanno usare il pianeta e le sue risorse con più saggezza e conoscenza degli uomini. L’idea viene dalla straordinaria migrazione annuale della “vanessa del carciofo”, la Vanessa cardui (L. 1758), una bellissima farfalla ninfalide dei nostri areali, oggi rinominata Cynthia (Vanessa, Pyrameis) cardui.
Vanessa è un Genere di farfalle che comprende le più belle ed eleganti dei nostri climi. Il nome fu dato loro da Johan Christian Fabricius, che istituì un primo sistema di classificazione degli insetti basato sulla conformazione dei loro apparati boccali. Il nome Vanessa è quello della protagonista del romanzo Cadenus and Vanessa di Jonathan Swift, che lo aveva inventato anagrammando parzialmente il nome della sua amante, Ester Vankorigh, così come anche il nome dell’altro personaggio era l’anagramma dei suo titolo di Decanus della cattedrale di San Patrizio a Dublino.
Lucciole
Piero Sagnibene
Ricordando lo spettacolo visto in Thailandia, Hugh M. Smith scrisse: “Immaginate un albero alto 10-12 metri, rivestito di fitto fogliame ed immerso completamente nella oscurità e con piccole foglie ovate, con una lucciola su ogni foglia e con tutte le lucciole che lampeggiano perfettamente all’unisono, al ritmo di circa tre volte ogni due secondi. Immaginate una riva del fiume, per la lunghezza di 160 metri, coperta da una fila ininterrotta di alberi (mangrovie) con lucciole su ogni foglia che lampeggiano in sincronia; cioè con gli insetti posati sugli alberi alle estremità della fila che emettono lampi di luce col medesimo ritmo e nel medesimo istante rispetto agli insetti posti nel mezzo. Se la vostra immaginazione è abbastanza vivida, allora potete avere un’idea di questo spettacolo stupefacente.”
Piero Sagnibene
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la propaganda nazista sostenne che un insetto fosse stato lanciato in volo dagli aerei americani per sabotare i raccolti della Europa orientale. L’insetto in questione, una vera e propria “bomba biologica”, era un parassita estremamente pericoloso per quel tipo di coltivazioni, la Dorifora della patata, Leptinotarsa decemlineata (SAY 1824). Questa “voce di guerra” (un falso della propaganda) diffuso in un clima al limite della paranoia, fu usata anche dai filmati di propaganda inglesi, per ritorcere l’accusa contro il nemico tedesco. È pur vero, però, che il 1944 fu l’anno di massima invasione dell’Europa da parte della Dorifora della patata. La storia dei lanci di insetti sull’Europa orientale, infatti, cade nel periodo in cui dal cielo – sul serio – sull’Europa orientale arrivavano “cose” provenienti dall’Ovest.
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Piero Sagnibene
Sullo stemma del 360° Squadrione Antiradar della Royal Air Force Britannica è rappresentata una farfalletta, la falena Melese laodamia DRUCE 1884 (Erebidae). Il 360° Squadrone si occupa del “Eletronic Attack” (EA) della cosiddetta “guerra elettronica” (Electronic Warfare, EW), cioè di attività militari rivolte ad Impedire all’avversario l’utilizzo dello spettro elettromagnetico tramite azioni di disturbo ettromagnetico (jamming). Lo stemma, infatti, porta in calce la parola “confundemus”. Questa strategia si pensa sia stata “inventata”, per così dire, verso la fine del Cretaceo, da un gruppo di falene, le Erebidae, a cui appartiene anche la M. laodamia, nel corso di una guerra silenziosa e notturna che dura almeno da 53 milioni di anni. Le falene sono farfalle notturne e sono le prede preferite dai pipistrelli; questi cacciano servendosi di ultrasuoni per eco-localizzare le prede, e le falene Erebidi sono in grado di ascoltare le chiamate di attacco del pipistrello e di emettere, a loro volta, ultrasuoni che confondono lo scandaglio dei pipistrelli e, quindi, di sottrarsi alla cattura.
Piero Sagnibene
Puntualmente ogni estate si ripresenta l’inevitabile tormento delle zanzare. Mio nonno, che credeva nel fissismo biblico, si domandava ogni volta: “Ma Dio non poteva farne a meno di inventarsi le zanzare? Oppure lo ha fatto per dispetto?”.
Anni dopo riuscii a capire perché i cosiddetti “zampironi”, che lui utilizzava contro le zanzare, non funzionavano. Questi “zampironi” sono delle spirali che bruciano lentamente emettendo un fumo che dovrebbe abbattere le zanzare; sono fatti di segatura impastata con colla nella quale vengono immesse piretrine, jasmoline, cineroloni.
Il mimetismo chimico-acustico della Maculinea alcon
Piero Sagnibene
Maculinea su genziana Maculinea con le ali aperte
Vorrei parlarvi di una modestissima farfallina dei campi, un piccolo lepidottero con una apertura alare di pochi centimetri, che ci mostra adattamenti evolutivi che superano la nostra stessa immaginazione. Quando si parla di mimetismo, solitamente si pensa ad animali capaci di imitare forma, colori e comportamenti di altri insetti, o anche di piante e di substrati. Naturalmente comprendiamo che si tratta di “tecniche di sopravvivenza” ma, poco per volta, ci stiamo accorgendo che queste forme di mimetismo non sono l’aspetto saliente del grande capitolo della storia naturale del mimetismo. Molti di questi mimetismi sono rivolti all’occultamento e/o all’inganno dei gradi predatori di insetti, gli uccelli, ma questi mimetismi sono del tutto inefficaci ed inutili nella competizione con altri insetti.
Darwin e il Brachinus crepitans
Piero Sagnibene
C’è un divertente aneddoto che riguarda Charles Darwin. Mentre era studente a Cambridge, partecipò ad una gara nazionale di raccolta di Coleotteri. L’anno era il1828 e Darwin, nel corso della ricerca, rimosse un pezzo di corteccia da un albero morto. Vi trovò una specie rara di coleottero e ne prese due esemplari. Ne teneva uno in ciascuna mano quando vide un terzo coleottero che apparteneva ad una nuova specie. Abituato alla tecnica di raccoglitore di uova di uccelli, mise il coleottero della sua mano destra in bocca ed afferrò il terzo coleottero con la mano liberata. Ma il coleottero che aveva in bocca forse era un brachino e, racconta Darwin, “emise un fluido intensamente acre che mi bruciò la lingua”, obbligandolo a sputarlo, per cui lo perse e perse anche il terzo.
Non sappiamo esattamente di quale specie di Coleottero si trattasse, ma siccome il Brachinus crepitans è stato spesso ritrovato nell’Inghilterra meridionale, specialmente nelle zone costiere, rimane il maggior indiziato.
Piero Sagnibene
In Francia, durante il 1800, le cronache mondane registravano autentiche stragi nel corso di frivoli droga-party organizzati dalla nuova borghesia. Il responsabile delle morti era un insetto, o meglio, la polvere che da esso si ricavava e che veniva ingerita per scopi afrodisiaci con effetti letali: la cantaridina. La cantaridina fu assunta dai nuovi borghesi come afrodisiaco ed euforizzante, ma, evidentemente, la foia dovette consigliare male nell’uso.
La cantaridina viene ricavata da un coleottero, la Lytta vesicatoria, detto anche Cantaride, oggi classificato tra i Meloidi. L’insetto veniva ucciso con vapori di aceto, essiccato e poi macinato ottenendo una polvere che veniva ingerita dagli improvvidi ricercatori di piaceri (l’ingestione di 100 milligrammi di cantaridina risulta essere mortale). Una intossicazione per over-dose di cantaridina fu descritta da Nicandro, il medico di Nerone: nausea, vomito, lesioni renali e priapismo (si tratta di una erezione del pene dolorosa e persistente, non legata allo stimolo sessuale - il nome deriva dal dio greco degli orti e della fecondità, Priapo, che viene raffigurato in erezione). Tre secoli prima, un altro Nicandro, di Colofone, sacerdote del tempio di Apollo (medico), nel suo Alexipharmaca afferma che non vi è alcun avvelenamento peggiore di quello da cantaride.
Piero Sagnibene
C’è una storia che voglio raccontarvi, una storia che risale ai tempi bui quando in Europa imperversava l’Inquisizione e l’apparire di una tonaca domenicana era motivo di paura per chiunque.Le testimonianze vengono dagli archivi vescovili di varie importanti città europee, e del criminale, che è oggetto di questo racconto, le autorità politico-ecclesiastiche cominciarono ad interessarsene verso l’anno 600. Ad adoperarsi contro di lui fu un Santo, grande teologo, venerato come Dottore della Chiesa e che nel 2002, il Papa Giovanni Paolo II designò come protettore di Internet: San Isidoro di Siviglia ( 560-636).
Piero Sagnibene
In Sardegna è allarme locuste. Milioni di cavallette giganti stanno devastando raccolti e infestando le case dei cittadini. Colpiti soprattutto alcuni comuni situati nell’entroterra della regione, nei pressi della Valle del Tirso. Gli esperti parlano di “una vera e propria emergenza per le imprese agricole”. Il rischio potrebbe non rimanere circoscritto alle zone di campagna, ma dilagare in continente, colpendo anche i centri cittadini. Il cambiamento climatico sta portando un’altra catastrofe che ha già raggiunto una ventina di paesi e sta già minacciando la sopravvivenza di almeno 25 milioni di persone: le cavallette.
La formica nera e il suo bestiame
Piero Sagnibene
Aphris citricola
Questa è la storia di una piccola guerra, parte di una immensa guerra che gli uomini combattono contro gli insetti per il possesso del pianeta. Li stavo osservando. Da quando il sole aveva sciolto la brina notturna e l’aria era diventata tiepida, stavano su un tenero rametto del mio povero alberello di limoni, per predarlo, mungerlo, suc-chiargli la linfa vitale. Li conoscevo bene: Lasius niger, la formica nera, ed il suo bestiame, l’Aphis citricola di van der Goot, l’afide verde degli agrumi. Avevano scelto con accuratezza il germoglio più tenero, in cima all’albero, dove la pianta faceva arrivare linfa fresca per farlo crescere. La Lasius, come un abile pastore, sorvegliava, ed intanto mungeva l’afide. Non potevo odiarli, in fondo facevano il loro lavoro, quello per il quale l’evoluzione, in un centinaio di milioni di anni, aveva modellato e trasformato i loro organismi ed i loro istinti. Non potevo odiare la Lasius; in fondo noi, gli umani, eravamo fra gli ultimi arrivati su questo pianeta, da qualche centinaio di migliaia di anni; loro, le formiche, erano qui da almeno 100 milioni di anni. Eppure mi indispettiva che una pianta, venuta qui dall’India, ed un afide del Centro America, entrambi portati qui dall’uomo (diffusione antropocora), si fossero incontrati nel mio giardino.
Pycnogonida LATREILLE 1810 (anche Pantopodi o Podosomi)
Piero Sagnibene
Un tempo venivano chiamati “ragni senza corpo” o “ragni di mare”, per la loro somiglianza agli Araneidi, ma appartengono ad un sub-phylum a sé degli Artropodi. La loro paradossale morfologia e la loro anatomia sembrano la descrizione di un alieno fatta da un romanziere di fantascienza. L’aspetto è da porre in relazione alla enorme sproporzione che esiste tra le dimensioni del corpo e quelle delle zampe; al esempio nella specie Colossendeis robusta il corpo misura 30 mm di lunghezza e le zampe 213 mm. Altrettante specie sembrano costituite da un groviglio confuso di appendici giallo-brune.
Piero Sagnibene
Il riscaldamento globale mostra i suoi effetti deleteri anche nei gangli più delicati della organizzazione della vita sul pianeta. Questo aspetto sembra meno avvertito e non figura quasi mai nelle informazioni somministrate dai mass-media al grande pubblico. Stiamo perdendo il fitoplancton, e con esso ogni forma di vita marina, a causa dell’assorbimento di anidride carbonica che acidifica gli oceani. Col fitoplancton perdiamo una immensa ed indispensabile risorsa alimentare e perdiamo il 50% dell’ossigeno che respiriamo e che il fitoplancton immette nell’atmosfera. La deforestazione ed la distruzione degli ecosistemi naturali sommano i loro effetti a questa perdita e tutto ciò prospetta un pianeta anossico.
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Le geometrie dei Coleotteri Attelabidi
Piero Sagnibene
La geometria descrittiva ci permette di rappresentare su un piano gli oggetti dello spazio tridimensionale. Una delle sue rappresentazioni è l’evolvente del cerchio che noi utilizziamo per costruire il profilo dei fianchi dei denti di una ruota dentata. La costruzione geometrica dell’evolvente inizia da un punto che una circonferenza che ha in comune con una retta tangente (generatrice) che rotola senza strisciare sulla circonferenza deferente. In forma parametrica le sue coordinate sono x = a (cos t + t sen t) ed y = a ( sen t – t cos t). La semplicità della isometria di questa figura cela le difficoltà che essa sottende, e che a volte sono notevoli nelle sue applicazioni teoriche e pratiche. Ma se queste difficoltà, poniamo, riguardano uno studente normalmente dotato di un cervello con 100 miliardi di neuroni, allora, viene da chiedersi, come fa un piccolo insetto, con meno di un milione di neuroni, a realizzare praticamente il risultato di questa complicata costruzione, cioè di una evolvente su una foglia di Betulla? Eppure il piccolo insetto realizza l’oggetto tridimensionale di una evolvente immaginaria, ottenuta a partire da una circonferenza, anch’essa immaginaria, le cui linee di sviluppo (generatrici) sono, al tempo stesso, tangenti al cerchio e raggi dell’evolvente.
Il volo elettrostatico dei ragni
Piero Sagnibene
31 ottobre del 1832 – a bordo del Beagle
… La nave era a sessanta miglia da terra [112km circa n.d.r.], da dove soffiava una brezza costante ma leggera. Innumerevoli ragnetti, lunghi un paio di millimetri e di color rosso scuro, stavano attaccati alle ragnatele; sulla nave ve ne erano forse alcune migliaia. Quando questi fiocchi toccavano il sartiame, il ragno lo si trovava attaccato ad un filo isolato, non alla massa globosa, formata apparentemente da un singolo filo aggomitolato. … ebbi occasione di osservare … un ragno, lungo circa otto millimetri … mentre stava posato in cima ad un palo, emise quattro o cinque fili dalle sue filiere. Questi scintillavano al sole e parevano raggi luminosi divergenti, ma non erano dritti, bensì ondulati come fili di seta agitati dal vento.
Erano più lunghi di un metro e, uscendo dagli orifizi, divergevano verso l’alto. Il ragno lasciò improvvisamente la presa sul palo e fu rapidamente trascinato fuori dalla vista … Credo sia stato Murray [Andrew Murray, naturalista scozzese – 1812-1878 n.d.r.] che ha tentato di spiegare la divergenza dei fili con la repulsione di cariche elettriche uguali. Charles Darwin
Aphaniptera (dal greco αΦαν - invisibile e latino scientifico-pterorus, ala) dette anche Siphonaptera.
L’argomento non è dei più gradevoli, ma se ne comprende l’importanza considerando che secondo gli epidemiologi i circa 3000 casi di peste denunciati nel mondo potrebbero esse in realtà decine di volte più numerosi. A parte i casi sporadici, che riguardano quasi tutti i paesi, USA compresi, i focolai di infezione, lungi dall’essere estinti, si manifestano in epidemie recenti, avvenute a Surat in India nel 1994, in Algeria nel 2003, nel Congo nel 2006 ed in Madagascar nel 2014, ma non si hanno sufficienti informazioni da diversi paesi dove si registrano casi di peste, sia perché hanno strutture sanitarie insufficienti ed inefficienti, sia per proteggere i loro commerci ed il loro turismo. La peste bubbonica è al momento assente in Europa e in Australia, ma continua ancora a mietere vittime in Asia e in alcune zone dell'America e dell'Africa.
Hermetia illucens: la mosca prodigiosa
Piero Sagnibene
Mediamente, ogni abitante del pianeta produce 500 Kg di rifiuti l’anno, dei quali almeno il 35-40% sono rifiuti organici. Secondo alcune stime, la popolazione umana nel 2050 avrà superato gli 11,5 miliardi di persone e la quantità di questi rifiuti raggiungerà la cifra di sei miliardi di tonnellate circa, sommandosi alle giacenze che già inondano il pianeta. Già oggi, l’attuale sistema di gestione in molti paesi risulta insufficiente o incapace di smaltire questa enorme quantità di rifiuti. I sistemi di smaltimento prospettati (termo-bruciatori ipocritamente chiamati termo-valorizzatori, discariche, impaccaggio, differenziazione, ecc.) non consentono di liberarsene se non aggravando lo stato già compromesso degli ambienti, o lo consentono in minima parte e i rifiuti organici si decompongono come inquinanti, producono percolati tossici o, laddove vengono bruciati, si trasformano per un terzo in residui dannosi che richiedono siti speciali di contenimento, e per due terzi in inquinamento aereo, fumi con poteri citotropici che impregnano tutta la materia vivente, con danni incalcolabili per la salute degli umani, delle piante e delle altre forme di vita.
Diptera Brachycera Cyclorhapha
Piero Sagnibene
Uno dei più grandi successi dell’evoluzione degli organismi animali è costantemente sotto i nostri occhi; conviviamo e confliggiamo con esso, senza avvertire che quell’essere, piccolo e fastidioso, la mosca, è in realtà un vero prodigio di natura.
La mosca domestica sembra che si sia evoluta circa 65 milioni di anni fa, nell’Era Cenozoica, in medio Oriente, appartiene ai Ditteri (dal greco δiπτερος - a due ali), un Ordine di Insetti del quale conosciamo finora 120 000 specie circa, molto antico, risale al Trias (252-201 milioni di anni fa).
Piero Sagnibene
Le térmiti sono gli insetti sociali più antichi; si pensa che acquisirono la vera socialità nel Giurassico (199-145 milioni di anni fa). Attualmente ne conosciamo 2800 specie, raccolte in sette Famiglie, e sono note allo stato fossile dal Cenozoico (65,5 milioni di anni fa), ma il loro esoscheletro è di solito di mediocre consistenza e si conserva con difficoltà. La popolazione delle tèrmiti è data dalla sovrapposizione di due generazioni e la prole assiste i genitori durante un certo periodo di tempo della loro esistenza. Secondo Remy Chauvin, la colonia delle tèrmiti va pensata come un super-organismo composto da migliaia fino a decine di milioni di individui. La cosiddetta “coppia reale” somiglia molto più ad una coppia di schiavi della natura obbligata riprodurre ininterrottamente la specie; nulla a che vedere con le monarchie umane.
La mosca chirurgo
Piero Sagnibene
Lucilia sericata MEIGEN 1826 Diptera Brachicera Calyptrata Calliphoridae
Avverto il lettore che il contenuto di questo scritto potrebbe risultare sgradevole, trattandosi di insetti necrofagi, ma sono organismi che hanno grande importanza nell’economia degli ecosistemi, per la trasformazione della sostanza organica, e la cui crescente utilità per l’uomo, in campo medico ed in campo forense, è l’oggetto di cui tratteremo.
Fino al 1929, anno in cui Alexander Fleming scoprì la penicillina, la storia militare fu anche una storia di mutilazioni e di cancrene. Queste ultime insorgevano nelle ferite profonde infettate e falcidiavano gli eserciti più di quanto facessero i combattimenti. Se le ferite riguardavano un arto, si procedeva alla amputazione, ma, se il vulnus riguardava parti non amputabili, portavano alla morte. Dalle culture mesopotamiche, i soldati romani impararono a trattare le ferite profonde ricorrendo alle larve dei Ditteri Calliforidi per il loro potere cicatrizzante. Le larve mangiano solo carne guasta o putrefatta e non toccano la carne viva, dove le cellule sono sane. In tal modo ripuliscono la ferita, ingeriscono (e digeriscono) i batteri infettanti ed immettono nelle ferite le loro secrezioni che contengono enzimi proteolitici, sostanze antibatteriche, allotonina, ecc. Questa pratica, una vera e propria larviterapia, nel Medioevo europeo fu proibita perché per la Chiesa Cattolica le mosche erano creature demoniache, ma viene oggi ripresa e riutilizzata dalla scienza chirurgica moderna.
Piero Sagnibene
Negli ecosistemi bentonici dei fondali marini vivono strani animali, le Ascidie, dal corpo ora simile ad un piccolo vaso di vetro opalescente, ora a forma di otre, ora a forma di stolone, nell’aspetto simili ad insoliti organismi vegetali. Aristotele diede loro il nome di Tethyum, Cuvier le interpretò come forme avvicinabili ai Lamellibranchi. Solo un accurato studio anatomico ed embriologico permise ad Alexander O. Kovalevsky (1840-1901), un allievo di Haeckel, di riconoscerle come Cordati, cioè appartenenti ad un ceppo da cui sono derivati i Vertebrati a cui appartengono anche gli umani.
Holothuroidea DE BLAINVILLE 1834
Piero Sagnibene
L’allarme ha dimensioni mondiali e riguarda il pericolo di scomparsa delle Oloturie, i miti e pacifici animali che vivono sui fondali marini. A nulla servono le leggi che ne vietano la cattura, né le meritevoli iniziative delle capitanerie di porto, della Guardia di Finanzia e di altri organi di polizia, per fermare la predazione che ha già prodotto un rischio di estinzione, sia nei mari mediterranei ed italiani, in particolare, sia in quelli del sud-est asiatico.
Calamari LAMARCK 1798
Piero Sagnibene
Può il cervello di un calamaro essere simile a quello dell'uomo e, dunque, aiutare la scienza a comprendere i processi cere-brali della specie umana? Alain Prochiantz, uno dei grandi neurobiologi contemporanei, risponde di sí. La loro intelligenza però nasce da un sistema nervoso diverso dal nostro, suddiviso in tanti "cervelli", uno nella testa e uno per tentacolo, in grado di prendere decisioni sia autonome che collettive. Uomini, calamari, insetti ed altri animali hanno in comune qualcosa di fondamentale: i meccanismi di genesi embrionale del sistema nervoso. Un feto umano e uno di calamaro, fino a un certo punto del loro sviluppo, condividono una stessa storia genetica, fisica e chimica. Le tappe principali della neurogenesi, mostrano come dalle prime fasi dello sviluppo di un cervello si possano in realtà dedurre molte cose affascinanti sul suo funzionamento futuro ed, in ultima analisi, sulla natura stessa del pensiero e della coscienza.
L’intelligenza aliena dei polpi
Piero Sagnibene
“Si ha la sensazione di lucidità, di uno sguardo molto più espressivo di quello di qualsiasi pesce, o anche di qualsiasi mammifero marino.......sono stato scosso dal senso di un individuo dietro quegli occhi, un’entità pensante. Ho tirato fuori dall’acqua migliaia di pesci nella mia vita, ma lo sguardo di questo polpo era qualcosa di completamente diverso. C’era una sorta di comunicazione visiva tra noi”
Richard Schweid
Indice Articoli:
La mosca chirurgo
L’intelligenza aliena dei polpi
Calamari LAMARCK 1798
Spugne
Térmiti Isoptera
Musca domestica L. 1758
La mosca prodigiosa
La bussola biologica delle anguille
Pulci
Ascidie BLAINVILLE, 1824
Holothuroidea DE BLAINVILLE 1834
Le geometrie dei Coleotteri Attelabidi
La medusa immortale
Il volo elettrostatico dei ragni
Qualche vertebrato non guasta
Il paradosso dell’Ornitorinco
L’architettura delle vespe
Collembola
Le geometrie dei Coleotteri Attelabidi
La migrazione della Vanessa cardui
Lucciole
Giraffe
Insetti col paracadute
Insetti e calore
Guerra ultrasonica
Zanzare e zampironi
Strani abitatori dei mari - Pycnogonida
Il mimetismo chimico-acustico della Maculinea alcon
Darwin e il Brachinus crepitans
Prima del Viagra
Il criminale scomunicato
Locuste
La formica nera e il suo bestiame