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Draghi marini

 

I draghi marini

 

Piero Sagnibene

 

Chiamare 3 modesti pesci con il nome di “draghi” sembrerebbe quasi ironia; nelle leggende dei popoli di ogni continente, il drago, animale mitologico, è descritto, come un essere terrifico, di natura rettiliana, dalle dimensioni di un dinosauro. Tuttavia anche l’innocuo cavalluccio marino veniva chiamato dai greci hippos = cavallo e kampos = mostro marino (?ππος κ?μπος). 

Tutti questi pesci appartengono alla famiglia Syngnathidae che comprende sia “pesci ago” e “draghi di mare”( Syngnathinae), sia cavallucci marini” (Hippocampinae). Hanno tutti un lungo muso tubolare e una testa cavallina, particolarmente accentuata negli Hippocampi. Sono diffusi in tutti gli oceani, anche nel Mar Mediterraneo; inoltre, alcune specie sono diffuse in acque salmastre e perfino dolci. I draghi di mare sono simili ai cavallucci marini ma con una postura orizzontale.

 

 

Phyllopteryx taeniolatus LACEPÉDE 1804, conosciuto come drago marino comune, endemico dell’Australia. Abbastanza simile all' ippocampo, con protuberanze simili a foglie che gli permettono di mimetizzarsi fra le piante acquatiche. Mediamente lungo 46 cm. Poco prima dell'accoppiamento, la coda del maschio assume un color giallo brillante ed il maschio trasporta le uova attaccate alla propria coda. Si nutre di zooplancton e di piccoli crostacei. Vive tra i 3 ed i 50 metri di profondità lungo le coste della Tasmania e lungo la costa meridionale dell’Australia. Le tre specie di draghi marini sono particolari per le loro forme, i colori e i lunghi musi tubolari che succhiano plancton e copepodi.

 

I ricercatori stanno cercando di scoprire il motivo dei loro tratti distintivi sequenziando i genomi di due diverse specie di draghi marini, rispetto agli altri pesci. I draghi marini hanno nel loro DNA un alto numero di sequenze ripetitive (trasposoni *) e si suppone che la perdita di tali geni può essere la spiegazione della faccia allungata e degli ornamenti dei draghi marini, ma occorreranno altre ricerche per tentare di tracciare una possibile storia dell’evoluzione di questi animali. draghi marini non hanno sottospecie. Questi pesci sono legati al territorio dove vivono per alcune specifiche caratteristiche, come la temperatura compresa tra i 12°C e i 23°C, e la profondità non superiore ai 50 metri; perciò sono da loro prediletti i mari tropicali e le aree prossime alle zone costiere, anche se talvolta è possibile incontrare loro colonie negli oceani aperti. Le tre specie di “drago” abitano i mari costieri della Australia meridionale e occidentale, generalmente tra gli 8 e 12 metri di profondità, nei pressi di sporgenze o di praterie di alghe. Sono animali molto tranquilli e solitari (anche se può accadere di avvistarli in coppie o piccoli branchi). Sfuggono ai predatori grazie al loro mimetismo criptico. Siccome hanno la mascella fusa e non hanno una struttura dentaria, non possono masticare le loro prede e sfruttano i muscoli e le ossa della bocca, che formano il muso tubolare. per succhiare il cibo costituito da plancton e piccoli crostacei.

 

Proprio come i cavallucci marini, i “draghi”  presentano una forte cura genitoriale da parte dell’esemplare maschile, il quale raggiunge la maturità sessuale una volta superati i 32 centimetri di lunghezza. Il ciclo riproduttivo è di circa 6 mesi (i draghi marini sono ricettivi da giugno-luglio a gennaio). Al termine della copula la femmina rilascia circa 120 uova ed il maschio le conserva alloggiandole in un apposito spazio situato sotto la sua coda, all’interno del quale rimangono per circa un mese: purtroppo il tasso di sopravvivenza è molto basso.

 

*trasposoni: sequenze di DNA che possono spostarsi da una posizione all'altra all'interno del genoma. Sono  definiti "geni che saltano" e sono coinvolti in mutazioni, evoluzioni e, potenzialmente, anche nella regolazione genica. I trasposoni creano veloci cambiamenti genetici.

  

Phycodurus eques Gill 1896, conosciuto comunemente come dragone foglia

È chiamato così per il suo aspetto, con lunghe protrusioni a forma di foglia che escono da tutto il corpo. Queste escrescenze non sono usate per il movimento, ma servono solamente come camuffamento criptico. Si sposta grazie a una pinna pettorale sulla cresta del collo  e ad una pinna dorsale vicina alla estremità della coda. Queste piccole pinne sono quasi completamente trasparenti e difficili da vedere, dato che ondeggiano impercettibilmente per spostare l'animale silenziosamente attraverso l’acqua, completando l'illusione di un'alga fluttuante. Generalmente vive in acque temperate, é specie endemica delle acque attorno all' Australia meridionale ed occidentale e alla Tasmania. Generalmente vive in acque temperate si nutre di placton, alghe ed altri piccoli animali e non è predato da nessun'altra specie tranne l’uomo. Raggiunge una lunghezza massima di 35 cm. 

È tendenzialmente solitario e si riunisce in gruppi di massimo 10 individui solo durante il periodo dell'accoppiamento.Le femmine depositano le uova sulla coda del maschio dove si sviluppano fino alla maturità. Il dragone foglia è l'emblema acquatico dello Stato della Australia Meridionale.

 

Phyllopteryx dewysea STILLER, WILSON e ROUSE 2015 (drago marino rosso)

Endemico delle coste dell’Australia Occidentale. E’ stato scoperto da pochi anni.In precedenza era stato ritrovato un esemplare spiaggiato, nel 2007 che era lungo 23,5 cm. Il suo colore rosso vivace deriva da una forma singolare di mimetismo criptico, poiche vive in acque molto profonde dove le tonalità rosse sono assorbite più efficacemente.

 

Diversamente dagli altri due draghi, che hanno lobi più lunghi (comuni) o elaborati (fogliosi). Il drago marino rubino ha una coda prensile , il che significa che può usarla per tenere e manipolare oggetti; le altre specie di drago marino non hanno questo tipo di coda, quindi questo potrebbe indicare una causa evolutiva. Non sappiamo se abbiano sviluppato questa caratteristica o se le altre specie l'abbiano persa nel tempo. Nell’evoluzione il drago marino rubino, però sembra aver perso gli ornamenti stravaganti degli altri due.

 

 

 

 

L’Eurypegasus draconis, chiamato anche Pegasus, è un  pesce tropicale piatto che non supera i 10 cm di lunghezza e presenta pinne pettorali blu-verdastre. Il nome viene dal greco: eurys = lungo + Pegaso, pege = sorgenti dell’Oceano vicino alle quali si diceva fosse fosse stata uccisa la Medusa dall’eroe Perseo. Pegaso era il cavallo alato nato dal sangue di Medusa; draconis = dal latino draco.

Vive vicino al fondo, a profondità tra i 3 ed i 91 metri, di solito 35 - 90 metri, su fondali sabbiosi o limosi, frequentemente in baie o estuari, tra letti di alghe o fanerogame marine, nutrendosi di animali bentici che vivono sulla superficie di un substrato (rocce, fondali, vegetazione marina) o sul fondale del mare(epifauna) o negli interstizi, come crostacei e vermi dell’interfaccia sedimento-acqua.Colore variabile; corpo solitamente da marrone chiaro a marrone scuro, con area dorsale e laterale più scura della superficie ventrale. Pinne pettorali ialine, margine distale bianco e maculato. Spina della pinna pelvica e 1° raggio che formano una struttura allungata e tentacolare.Un paio di profonde fossette posteriori all'orbita. Occhio visibile in vista ventrale. Creste ventrali del rostro notevolmente espanse rispetto alle creste dorsali, ciascuna con denticoli diretti lateralmente.  Sezione trasversale: appiattita. L’Eurypegasus perde periodicamente la pelle in un unico pezzo, con un rapido salto per liberarsi del pietrisco accumulato.

Gli adulti di solito si ritrovano in coppia su substrati fangosi, poiché hanno un sistema di accoppiamento monogamo con legame di coppia stretto. Sono riproduttori a diffusione. Per la deposizione delle uova, le coppie salgono a circa 50 cm sopra il substrato, con le superfici ventrali opposte, rilasciando gameti all'apice della loro corsa verso l'alto; quindi scivolano verso il fondo. Mentre le coppie atterrano sul substrato, il maschio continua a seguire la compagna, segue il rilascio dei gameti. La deposizione delle uova avviene solo all'interno delle coppie per monogamia obbligatoria e genetica.

 

 

Areale di distribuzione dell’Eurypegasus: Mar Rosso e Sudafrica fino alle Isole Marchesi ed Isole della Società, a nord fino al Giappone meridionale, a sud fino all'Australia e all'isola di Lord Howe; in tutta la Micronesia.

  

 

Il titolo di “drago” viene dato anche ad un affascinante gasteropodo nudibranco, il Glaucus atlanticus FORSTER 1771 chiamato “drago blu” per la sua colorazione blu cobalto brillante e perché le sue appendici laterali ricordano l’apertura alare (immaginaria) del drago. E’ privo di conchiglia e sulla parte ventrale è di colore grigio-argento. Non supera i 6 cm di lunghezza. Conduce vita pelagica nelle fasce subtropicali e tropicali degli oceani, lasciandosi trasportare dalle correnti o nuotando pigramente. Vive in profondità ma può galleggiare in superficie sia sfruttando la tensione superficiale dell’acqua, sia grazie ad un bolla d’aria che è nel suo stomaco. Vive a pancia in su, mostrando il colore argenteo che lo rende meno visibile e mostrando al fondo il colore blu, attuando una strategia di mimetismo criptico per contro-illuminazione (camouflage). E’ un vorace predatore di idrozoi coloniali galleggianti e di meduse quali la Physalia physalis (caravella portoghese) e Velella velella (barchetta di S.Pietro) delle quali immagazzina nelle sue appendici laterali(cerata) le tossine delle nematocisti delle meduse, che funzionano come un potente deterrente per i suoi predatori. Il Glaucus è un mollusco ermafrodita, che possiede sia organi riproduttivi maschili che femminili. Quando due draghi Blu si incontrano, possono scambiarsi reciprocamente lo sperma, fecondando così le uova di entrambi, che vengono poi rilasciate in massa nell’acqua, dove si svilupperanno fino a diventare larve e, infine, piccoli draghi blu.

 

 

 

 


 

 

 


 

 


 

 


 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

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