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Sagnibene Falene vampiro

 

 

Falene vampiro

Calyptra OCHSENHEIMER 1816

 

Piero Sagnibene

 

Le leggende popolari del ‘500 diedero a Bram Stoker lo spunto per scrivere un famoso romanzo in cui trasformò un uomo in un ematofago, un vampiro. Ciò che allora non si sapeva è che l’evoluzione lo aveva preceduto, trasformando, nella realtà, in vampiro il più gentile ed elegante degli animali: una farfalla, una falena.

Pulci, cimici, zanzare, irudinei, ecc. mostrano che nutrirsi di sangue è una risorsa che molte specie hanno imparato a sfruttare, non esclusi i mammiferi (pipistrelli Desmodontini), ma che sempre questo tipo di alimento ha richiesto modificazioni ed adattamenti fisiologici, morfologici ed etologici.

Le farfalle (Lepidotteri) sono organismi di rara bellezza ma, più ancora, sono preziosi impollinatori delle piante a fiore. La maggior parte delle farfalle si nutre del nettare che estrae dal calice dei fiori per mezzo di un apparato boccale di forma tubulare, la spiritromba, molto lunga e sottile, per penetrare senza danneggiare i loro delicati organi riproduttivi. Il primitivo apparato boccale degli insetti era di tipo masticatore, come lo ritroviamo ancora nei coleotteri, nelle cavallette, ecc., ma la nuova fonte di alimento, il nettare, ricco di acqua, amminoacidi, antiossidanti, carboidrati, enzimi, carboidrati, ecc. richiese una radicale trasformazione dell’apparato boccale negli insetti glicifagi che impararono a nutrirsi del polline e del nettare che i fiori producevano per attirarli. Nella storia evolutiva si andavano determinando delle coevoluzioni reciprocamente determinate tra piante a fiore ed insetti glicifagi. Due pezzi boccali delle farfalle, le antiche galee, furono trasformate nella spiritromba, una struttura tubulare di aspirazione. La spiritromba è uno dei più straordinari adattamenti nella evoluzione delle farfalle; in altri animali che utilizzavano anch’essi il nettare dei fiori, si produsse una convergenza evolutiva funzionale ed analoghe strutture si produssero in altri insetti e, addirittura, in mammiferi volanti ed uccelli. Il minuscolo colibrì, ad esempio, mostra tale analogia funzionale nel suo becco e nel modo di nutrirsi di nettare. 

 

convergenza evolutiva

 

 

colibrì hanno becchi che si sono evoluti adattandosi alle differenti corolle dei fiori con i quali sono infeudati, frutto di adattamento specie-specifico, creando una stretta relazione tra uccello e pianta. Nel suggere il nettare, il becco ed il capo del colibrì restano intrisi di polline del fiore; in tal modo il polline viene trasportato ad un altro fiore della medesima specie di pianta che viene fecondato. Questa forma di mutualismo dispersivo dà vantaggi reciproci ad ambedue le specie ed è del tutto analogo a quello a cui compartecipano le farfalle, le api ed altri insetti impollinatori.

 

galee      

Nei Lepidotteri le allungatissime galee sono fortemente solcate lungo la faccia adorale; combaciano reciprocamente cooptandosi al dorso ed al ventre, formando così il tubo di suzione della spiritromba che, durante la quiete, viene tenuta sotto il capo avvolta a spirale.

 

In seguito, alcune falene però scoprirono una fonte di alimento più succulenta e più ricca di sali minerali, succhiando sulle ferite dei frutti marci. Ciò che le attirò fu soprattutto il loro bisogno di sodio, che farfalle e falene sono costrette a cercare nelle pozzanghere o nel sudore degli animali. Ma la spiritromba non aveva al suo apice una struttura perforante in grado di penetrare nella resistente buccia dei frutti, e permettere loro di accedere alla più cospicua quantità di alimento costituita dalla polpa del frutto, né aveva una sufficiente rigidità per sopportare la pressione richiesta dalla operazione di perforazione. Occorse un nuovo adattamento per dotare quelle farfalle dello strumento adatto: la spiritromba divenne più rigida, raccorciandosi, in quanto la sua lunghezza non era più necessaria, si dotò di minuscoli uncini erettili ed il suo terminale venne arricchito di chitina, trasformandosi in un organo di perforazione. Potere perforare la buccia di un frutto ed accedere ai suoi liquidi vitali fu un vantaggio davvero enorme, tuttavia l’esigenza di acquisire sodio con la nutrizione non era ancora sufficiente e una piccola parte delle farfalle perforatrici, tra cui la Calyptra eustrigata, si orientò verso una nicchia ecologica ancora più vantaggiosa: ricavare il proprio sostentamento dal sangue dei mammiferi perforando la loro epidermide grazie alla spiritromba, oramai modificata, corta e robusta. Questa strategia alimentare comporta vantaggi molto più grandi, perché in tal modo essi possono prelevare direttamente dal sangue anche le piccole quantità di sodio di cui necessitano per vivere. 

 

puntira e ferita di perforazione      

Il 55% del sangue è costituito da plasma, il 45% da cellule chiamate emociti. Il plasma è formato da acqua, sali minerali e proteine colloidali. La parte figurata del sangue (globuli rossi) contiene amminoacidi, zuccheri, sali minerali.

Secondo alcuni studiosi il comportamento ematofago è stato osservato esclusivamente nei maschi. Le femmine, rarissime, si nutrono perforando la buccia di alcuni frutti, che contengono soluzioni zuccherine, penetrando nell’endocarpo e si nutrono di nettare. Nei maschi si pensa che il comportamento ematofago venga attuato per assumere aminoacidi e sali minerali - contenuti nel sangue - che migliorano la qualità della spermatofora che viene trasferita alla femmina durante l’accoppiamento. Le loro larve si nutrono di foglie di alberi da frutto e altre piante.

 

raccolta di sodio cloruro dal sudore e dalle lacrime  

L'esigenza del cloruro di sodio porta i maschi di altre farfalle a raccogliere liquidi dalle secrezioni, come lacrime e sudore, o anche terreno umido. Farfalle lagrifaghe che raccolgono lacrime intorno agli occhi di bovini.

La Calyptra eustrigata, oggi chiamata Calpe eustrigata, fu trovata da George Francis Hampson (1860-1936) nel 1925, ma solo nel 1968 Hans Bänziger poté classificarla come falena succhia-sangue che perfora la pelle. Il suo ciclo vitale è completamente sconosciuto. Una specie meno rara e strettamente correlata alla C.eustrigata, la Calyptra thalictri BORKHAUSEN 1790, perforatrice di frutta, è stata studiata per capire il meccanismo di perforazione, probabilmente simile a quello della C.eustrigata, ma la sua alimentazione si è rivelata insolita. C.eustrigata non è l'unico lepidottero adulto parassita dei mammiferi; Calyptra labilis è stato visto attaccare elefanti, Calyptra orthograpta anche bufali d'acqua e sambar, Calyptra minuticornis anche zebù e tapiro (ma non sambar). Il comportamento di volo e perforazione, l'atterraggio, il riposo, i nemici e la mancanza di femmine sono simili simili o praticamente identici alla Capyptra eustrigata. Il loro ciclo vitale è completamente sconosciuto.

 

 

Le Calyptra assumono sangue facoltativamente      

Le Calyptra assumono sangue facoltativamente e in maniera meno specializzata, rispetto ad esempioalle zanzare.Le femmine di zanzare infatti, dispongono di un apparato boccale che agisce come un ago ipodermico. Iniettando un secreto anticoagulante che permette un flusso di sangue senza interruzioni durantela suzione. La loro eventuale capacità di trasmettere malattie con le "punture" dovrebbe dipendere dal tipo di comunità microbica presente nella loro saliva.

 

 

 

 

Le rare Calyptra minuticornis GUENÉE 1852, Calyptra orthograpta BUTLER, 1886 e Calyptra labilis, MOOR 1883, finora completamente sconosciute, dal punto di vista biologico, le ultime due specie volano nelle foreste monsoniche tropicali o nelle loro vicinanze nelle regioni collinari (300-600 m) della Thailandia settentrionale (C. orthograpta anche nel Laos settentrionale).