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La prossima scomparsa del Polo Nord

 

 


 

polo nord  

La prossima scomparsa del Polo Nord

 

Piero Sagnibene

 

Nel marzo del 2022, una parte dell'Artico era più calda di 10° C rispetto alla media, il che ha causato il quasi scioglimento delle aree intorno al Polo Nord. Sembra però che lo scioglimento dei ghiacci artici abbia eccitato la voracità dei potenti dell’economia e delle finanze, una prospettiva di affari lucrosi, per il fatto che le acque internazionali non hanno alcuna giurisdizione e vi é la possibilità di potere impunemente scavare dal fondo marino minerali prima inaccessibili, di disporre di rotte commerciali più brevi, di favorire anche la movimentazione delle flotte militari, attraverso il Passaggio a Nord-Ovest.

Per gli equilibri climatici ed ecologici del pianeta, soggetti agli sconvolgimenti provocati dal crescente riscaldamento globale, i ghiacci non sono affatto una massa inerte di acqua congelata, ma una componente essenziale del funzionamento dell’ecosistema Terra e della vita, compresa quella degli umani. 

 

Un decimo della superficie delle terre emerse è coperta da ghiaccio, con uno spessore medio delle calotte glaciali polari di circa 2 kilometri. L'Oceano Artico copre una vasta area di oltre 16 milioni di chilometri quadrati che funzionano come un enorme specchio che riflette la luce solare nello spazio. Il sole non tramonta mai nell'Artico durante l'estate, quindi senza il ghiaccio, l'oceano assorbirà e distribuirà una quantità enorme di calore intorno alla Terra.

 

Su “Nature Communications” gli scienziati affermano che il primo giorno senza ghiacci nell'Artico è ormai inevitabile e irreversibile, indipendentemente da come l'uomo modificherà le emissioni di gas serra; vale a dire che abbiamo già superato il punto di non ritorno della distruzione della protezione che i ghiacci artici fornivano al pianeta. Non abbiamo ancora i dati definitivi dell’impatto del riscaldamento globale sul fragile ecosistema del mare più settentrionale, che oltretutto comprende le acque più pescose, da cui dipende parte importante dell’alimentazione delle popolazioni umane, e comprende le zone di produzione massiva di plancton, da cui dipende l’intera vita marina.

 

Per milioni di anni l’Artico è stato il luogo di un importantissimo evento stagionale naturale: strati di acqua marina ghiacciata si accumulano nei mesi invernali fino a formare una spessa calotta di ghiaccio che raggiunge il suo picco a marzo prima di sciogliersi a settembre, ma questo evento sta diventando sempre meno frequente. Le immagini satellitari - il radiometro a microonde a scansione multicanale o SMMR - da quando hanno iniziato a registrare la crescita e il ritiro del ghiaccio marino artico questo è diminuito di oltre il 12% per ogni decennio dal 1978; si tratta di 80.000 chilometri quadrati ogni anno, più o meno l’estensione di paesi come l'Austria o la Repubblica Ceca. Siamo vicini al punto di svolta climatico, l’ ice-free, cioè l'area di ghiaccio marino che scende a meno di un milione di chilometri quadrati in un breve periodo di tempo. L’Artico potrebbe vedere il suo primo giorno senza ghiacci prima del 2030 e prima di quanto previsto dai climatologi. La perdita del mare Artico era prevista intorno al 2030, ma i risultati aggiornati delle osservazioni rivelano che una giornata senza ghiaccio potrebbe verificarsi già alla fine dell'estate del 2027. Il giorno in cui l'Artico sarà senza ghiacci mostrerà visivamente come l'uomo abbia alterato una delle caratteristiche del nostro pianeta ed cambiato radicalmente gli eventi che definiscono l'ambiente naturale planetario, a causa delle emissioni di gas serra. Ciò a cui stiamo assistendo, gli eventi metereologici più erratici ed estremi provocati dal riscaldamento globale, stanno già modificando il percorso dei venti e delle correnti oceaniche. Gli equilibri climatici, a cui è legata l’esistenza dei viventi sulla Terra e nei mari, sono oramai sconvolti e disarticolati.

 

Di fronte a questi dati, cosa si può rispondere a coloro che sostengono che i problemi ambientali sarebbero una sorta di “scelta ideologica” da parte degli ambientalisti e degli scienziati che studiano questi processi? Ignoranza scientifica? Simili affermazioni suonano come giustificazioni per non interrompere o rallentare il drenaggio dei profitti ricavati dalla distruzione della natura. Dovremmo invece domandarci: fino a quando ci sarà possibile sopravvivere su questo pianeta?

 

 

Assieme alle calotte polari le banchise svolgono un ruolo importantissimo di regolatori termici degli oceani e del clima terrestre; in ragione della loro estensione e delle enormi quantità di acqua che vanno a formarle, hanno grande importanza sui cambiamenti climatici,innescando processi di retroazioni. Le banchise artica ed antartica sono masse di ghiaccio galleggianti, dallo spessore di circa 3 metri, che si formano a causa delle basse temperature che provocano il congelamento delle acque marine superficiali. 

Assieme alle calotte polari le banchise svolgono un ruolo importantissimo di regolatori termici degli oceani   e del clima terrestre; in ragione della loro estensione e delle enormi quantità di acqua che vanno a formarle, hanno grande importanza sui cambiamenti climatici,innescando processi di retroazioni. Le banchise artica ed antartica sono masse di ghiaccio galleggianti, dallo spessore di circa 3 metri, che si formano a causa delle basse temperature che provocano il congelamento delle acque marine superficiali. 

Assieme alle calotte polari le banchise svolgono un ruolo importantissimo di regolatori termici degli oceani   e del clima terrestre; in ragione della loro estensione e delle enormi quantità di acqua che vanno a formarle, hanno grande importanza sui cambiamenti climatici,innescando processi di retroazioni. Le banchise artica ed antartica sono masse di ghiaccio galleggianti, dallo spessore di circa 3 metri, che si formano a causa delle basse temperature che provocano il congelamento delle acque marine superficiali.

Secondo il rapporto IPCC , cambiamenti profondi e a lungo termine come lo scioglimento delle calotte glaciali, l'aumento delle temperature e del livello del mare o l'acidificazione degli oceani sono già stati messi in moto in modo irreversibile. L’aumento della temperatura media globale forza lo scioglimento delle superfici ghiacciate che diminuiscono di dimensioni, quindi il forcing radiativo si riduce. Allo stesso tempo, aumentano le superfici terrestri o oceaniche, che hanno un'albedo significativamente più bassa e quindi riflettono meno radiazioni, aumentando così la causa effettiva dello scioglimento del ghiacciaio.

Il clima globale è un sistema altamente interconnesso e influenzato da molti fattori diversi; il superamento del punto di non ritorno anche di uno solo dei sottoinsiemi del clima globale fa si che il processo di inversione non è più possibile. I punti di svolta dei singoli sottoinsiemi climatici riguardano lo scioglimento delle calotte polari, le modificazioni di importanti correnti oceaniche, l'acidificazione degli oceani e la diminuzione della capacità di assorbimento dell'anidride carbonica, l'acidificazione degli oceani e la diminuzione della capacità di assorbimento dell'anidride carbonica, lo scongelamento del permafrost con il rilascio di metano e anidride carbonica, la scomparsa della foresta amazzonica.

 

 

   
 
Alcuni candidati alla estinzione per la scomparsa dei ghiacci al Polo Nord  

 

 

Antartide  

 

  Cosa sta accadendo in Antartide

 

L'Antartide è il continente  circostante il Polo Sud, opposto all'Artide, quasi interamente compreso entro il circolo polare antartico, situato quasi completamente entro il 60° parallelo, in posizione quasi centrale rispetto al Polo Sud. Esteso per circa 14 milioni di Km2 è il quarto continente più vasto della Terra ed è circondato dalle parti più meridionali di tre Oceani (Pacifico, Atlantico, Indiano). La calotta glaciale antartica che la ricopre è un immenso ghiacciaio, con uno spessore medio di circa 2000 metri e che in alcuni punti supera i 4000 metri fino ai 4700 metri al centro del continente fino ai 4892 del Massiccio di Vinson. Intorno a tutto il continente, si estende la banchisa antartica che ha una estensione pari a quella del continente.

 

Il nome, dal greco Antarkticos è in opposizione al Polo Nord, chiamato Arkticos perché posto sotto la costellazione dell’Orsa Maggione (arktos in greco significa orsa). Aristotele supponeva che l’esistenza di una zona fredda a Nord del pianeta implicava l’esistenza di una corrispondente zona fredda a Sud e si pensava che per riequilibrare la massa delle terre emerse a Nord una “Terra Australis” a Sud. Solo nel gennaio del 1820 si ebbe la certezza della esistenza dell’Antartide per tre avvistamenti nell’intervallo di pochi giorni

 

Una nuova dettagliatissima mappa, chiamata Bedmap 3, realizzata dalla British Antartic Survey (BAS) mostra come si presenta l'Antartide “nudo”, privo del suo spesso strato di ghiaccio e ci dà modo di calcolare di quanto si alzerebbe il livello del mare se il ghiaccio antartico si fondesse tutto: il livello del mare aumenterebbe di ben 58 metri. In Italia finirebbero sott'acqua ampie porzioni di territorio – addio a città costiere come Napoli, Venezia e Genova, New York, ecc. – e la geografia delle terre totalmente stravolta. L'Apocalisse. La mappa, inoltre, permette ai glaciologi di capire come si comporta il ghiaccio sotto la pressione del cambiamento climatico, individuando i punti più critici in cui può “scivolare” e dove il processo di scioglimento può essere amplificato.

 

Più che ipotesi, si tratta di un processo già in atto perché il cambiamento climatico insiste sui ghiacci antartici per l’effetto della amplificazione polare e per ciò che mostra già lo scioglimento dei ghiacci della banchisa di Larsen.

 

 

 

  La Banchisa di Larsen è una delle più grandi piattaforme di ghiaccio dell'Antartide, essa si costituisce di tre grandi settori che si sviluppano da Nord a Sud per tutta la costa orientale della Penisola Antartica: la Banchisa Larsen A  ha iniziato il suo processo di disgelamento nel 1995, e da allora con il passare degli anni si è totalmente disintegrata; la Banchisa Larsen B dal 1995 ad oggi ha subito il fenomeno della disgregazione riducendo la sua superficie fino  all'85% in meno; la Banchisa Larsen C , secondo i dati forniti dagli osservatori satellitari, dimostra un'importante diminuzione della superfice e una durata maggiore dei periodi di fusione dei banchi di ghiaccio durante la stagione in cui si alzano le temperature medie. Questi fatti mostrano una concreta possibilità che nel corso dei prossimi decenni nell'immensa area dove si trova la Banchisa Larsen C, le piattaforme di ghiaccio si scioglieranno definitivamente e riverseranno la loro potentissima energia nelle masse oceaniche.

 

L'assottigliamento continuo delle piattaforme di ghiaccio, fino al distacco totale, non dipende da un fenomeno corrosivo delle calde acque oceaniche, che, in profondità, causano lo scioglimento dei ghiacciai fino a provocare la formazione di questi immensi blocchi di ghiaccio che sciogliendosi  si riversano nell'oceano; emerge un aspetto nuovo che spiega la ragione per cui il fenomeno ha raggiunto livelli di pericolosità estrema per l'equilibrio dell'ecosistema terrestre; i dati e le analisi  spiegano come l'aumento delle temperature atmosferiche globali e il conseguente surriscaldamento della Terra causano lo scioglimento costante delle masse ghiacciate fino a determinarne il distacco e la conseguente caduta nelle acque, incidendo negativamente sulla circolazione delle masse acquifere e influenzando, per un processo di retroattività, anche l'equilibrio climatico del nostro Pianeta.