raccolte cd
timberland euro, timberland uomo 6 inch stivali, timberland uomo barca stivali, timberland uomo earthkeepers, timberland uomo euro hiker stivali, timberland uomo nellie chukka, timberland uomo rotolo top stivali, timberland uomo scarpe da spiaggia, timberland donna 6 inch stivali
Pulci

Φ 

Le peste di Firenze del 1348 – incisione di Luigi Sabatelli (1772-1850)

Pulci

 

Piero Sagnibene


Aphaniptera (dal greco αΦαν -  invisibile e latino scientifico-pterorus, ala) dette anche Siphonaptera.

L’argomento non è dei più gradevoli, ma se ne comprende l’importanza considerando che secondo gli epidemiologi i circa 3000 casi di peste denunciati nel mondo potrebbero esse in realtà decine di volte più numerosi. A parte i casi sporadici, che riguardano quasi tutti i paesi, USA compresi, i focolai di infezione, lungi dall’essere estinti, si manifestano in epidemie recenti, avvenute a Surat in India nel 1994, in Algeria nel 2003, nel Congo nel 2006 ed in Madagascar nel 2014, ma non si hanno sufficienti informazioni da diversi paesi dove si registrano casi di peste, sia perché hanno strutture sanitarie insufficienti ed inefficienti, sia per proteggere i loro commerci ed il loro turismo. La peste bubbonica è al momento assente in Europa e in Australia, ma continua ancora a mietere vittime in Asia e in alcune zone dell'America e dell'Africa. I traffici internazionali, i flussi migratori, la movimentazione planetaria di persone ed animali, ecc. determinano la diffusione antropocora di epidemie, come abbiamo sperimentato con quella del Covid-19. Non si tratta soltanto di pericoli che possono provenire da cose o da persone che provengono da paesi poveri, a bassissimo o nessun tasso di sicurezza sanitaria, persone costrette ad migrare per le condizioni disperate delle loro esistenze. Il pericolo non è soltanto di provenienza esotica; la peste è una malattia dei roditori ed altri animali selvatici, che poi contagiano quelli che vivono presso gli umani, portati a migrare verso i centri abitati a causa dei periodi di siccità, ed il riscaldamento globale allarga enormemente le aree della siccità, come mostra lo stato attuale dei fiumi italiani.
A ben vedere, noi siamo i discendenti di coloro che sono sopravvissuti alle pandemie passate. Le pulci hanno afflitto l’umanità per millenni, senza distinzioni di razze o classi sociali, e, anche se il progresso tecnico ed igienico sembra averle allontanate dai paesi a maggior benessere, sono tuttavia sempre pronte a riprendere il loro ruolo storico. Le pulci sono vettori della peste che nel passato ha sterminato centinaia di milioni di persone “cosa che non è ancora riuscita all’uomo stesso – osserva Tremblay – nonostante la sua mania inesauribile di auto-annientamento ed i suoi mezzi di distruzione”.
Le pulci sono Insetti che comprendono ben 2600 tra specie e sottospecie, raggruppate in 15 famiglie ed appartenenti a 5 linee evolutive. Le loro affinità con altri Insetti sono oscurate da caratteri che si sono modificati nel corso della loro evoluzione (apomorfi) e derivati dall’adattamento parassitario. Si pensa che le pulci derivino da Mecotteri (mosche scorpione), sono ematofaghe, da adulte, e detritivore, da larve, e sono note per la loro abilità a spiccare salti. L’Ordine è conosciuto fossile dal Cenozoico(65,5 ± 0,3 milioni di anni fa)con la sola specie Paleopsylla klebsiana DAMPF. delle Ambre Baltiche.
Le pulci si nutrono aspirando sangue dai loro ospiti e con la puntura, il rigurgito e le feci, gli adulti possono trasmettere affezioni virali, batteriche, protozoarie.

Dama del ‘700 con una “trappola per pulci”  

Dama del ‘700 che porta al collo una “trappola per pulci”. La trappola è composta da un astuccio perforato ed uno stilo adesivo. Simili trappole venivano portate tra gli indumenti intimi. Le pulci, penetrate attraverso i fori dell’astuccio, dovevano rimanere incollate sullo stilo. E’ probabile che, tra e tante pulci che allora affliggevano anche i nobili, qualcuna potesse finire catturata in questa strana trappola (da Séguy ed altri).
Quanto fosse sottovalutato il pericolo costituito dalle pulci ci è mostrato dalla letteratura ironica del secolo XVI scritta su di loro. Gutierre de Cetina scrisse un poema,”La Pulga”, e Mathias Holtzwart il famoso poema “Caccia alle pulci”, la cui seconda parte fu scritta da Johannes Fischart.

Le pulci ammaestrate ebbero particolare fortuna nelle fiere, addestrate a particolari esercizi come il traino di minuscole carrozze o il movimento di piccole giostre: infatti esse possono trainare un peso pari ad 80 volte il loro. I “domatori” facevano perdere alle pulci l’abitudine al salto rinchiudendole per molto tempo in scatole basse.

Le loro feci, se ingerite inavvertitamente dall’uomo, cane, gatto, ecc., possono trasmettere alcune Tenie (Dipylidium caninum, Hymelolepis diminuta, fraterna, ecc.), di cui si infettano le larve ingerendone le uova provenienti dall’intestino di topi, cani, gatti, ecc. Ugualmente sono capaci di propagare la leishmaniosi infantile (o anemia splenica infantile) provocata da protozoo flagellato Leishmania infantum e diffusa nel bacino del Mediterraneo.
Le malattie ancora più pericolose trasmesse dalle pulci sono il tifo murino, dovuto a Rickettsia typhy e Rickettsia felis (batteri intracellulari Gram-negativi), e la peste bubbonica, dovuta al bacillo Yersinia pseudotuberculosis (scoperto da Yersin e Kitasato nel 1894). Di entrambe queste ultime due malattie sono responsabili solo gli adulti, i quali trasmettono il contagio o con il rigurgito, durante la puntura,o attraverso le feci ed il grattamento (tifo murino).
La loro puntura di solito è una macchiolina scura al punto di penetrazione degli stiletti (purpura pulicosa), circondata da una chiazza di pelle rossastra e talora rigonfia (roseola pulicosa) che scompare rapidamente. Ha effetti che dipendono dalle reazioni individuali; talvolta si possono presentare anche reazioni ipertensive a cui può seguire, nel tempo, uno stato di non reattività. L’effetto psicologico, dovuto all’imbrattamento degli indumenti intimi con il tipo di feci non digerite e destinate al nutrimento delle larve, può divenire una psicosi in cui il paziente vede ectoparassiti dappertutto.
La trasmissione della peste può avvenire anche per il rigurgito di sangue infetto nella puntura. Il tratto digerente delle pulci infette si ostruisce in conseguenza della moltiplicazione dei batteri e, quando le pulci cercano di succhiare, il sangue fluisce all’indietro, verso l’ospite, portando con sé alcuni germi dall’intestino. Poiché nessun cibo può oltrepassare il blocco, le pulci divengono “affamate” e cercano di nutrirsi molto più frequentemente.
Il bacillo si presenta come un organismo polimorfo, assume forme diverse a seconda dell’ambiente di coltura: catenelle simili a streptococchi nel sangue e nei liquidi organici; in preparazione presenta colorazione bipolare, gram-negativo, aerobio, asporigeno, immobile, capsulato.
Nei periodi di siccità il tifo murino si diffonde tra i roditori domestici ad opera delle pulci di quelli selvatici, prende il nome di peste murina e il morbo viene trasmesso alle popolazioni umane dalle pulci murine, quando queste abbandonano le carogne dei loro piccoli ospiti in cerca di cibo.
Tra gli umani la peste si diffonde con tre modalità:

a) peste bubbonica, localizzata nelle ghiandole linfatiche, specialmente in quelle ascellari ed inguinali, che si rigonfiano divenendo bubboni, che possono suppurarsi e rompersi rilasciando pus pastoso nel quale pullulano i bacilli;

b) peste polmonare, che accanto ai soliti segni di infezione provoca gravissima polmonite o broncopolmonite, spesso doppia, quasi sempre mortale in poche ore. Le persone vengono contaminate da goccioline di liquido emesse con la tosse da persone infette;

c) peste setticemica (morte nera), sempre mortale, spesso accompagnata da emorragie di quasi tutte le mucose con epistassi, melena, ematemesi (emorragie nasali, intestinali, gastriche). Invade il circolo sanguigno e determina nécrosi dei tessuti ed imbrunimento della pelle.
Le tre forme di peste non sono da considerarsi entità nosologiche rigorosamente distinte, poiché una forma può trasformarsi o complicarsi con una delle altre. Il decorso è sempre rapido, qualunque ne sia la forma e diviene rapidissimo o addirittura fulminante (morte in poche ore) nei casi di peste setticemica.

 

L’Ordine degli Afanitteri comprende specie molto piccole, solitamente al di sotto di 1cm, dal corpo fortemente compresso, che è un adattamento alla vita ecto-parassitaria condotta tra i peli o le penne degli ospiti, sui quali possono spostarsi velocemente richiamate dal calore del corpo, dalla CO2, acido lattico e varie sostanze volatili, che funzionano da cairomoni. La suzione del sangue dai loro ospiti dura qualche minuto, ma talvolta anche per alcune ore, a seconda della specie. Il sangue viene aspirato attraverso una doccia formata dai pezzi boccali, per accostamento delle due lacinie, alla base del tubo aspirante viene emessa la saliva. Le feci emesse possono essere sferule di sangue non digerito e spirali di sangue parzialmente digerito.

 

Le pulci sono prive di ali per adattamento al loro regime di vita. Le antenne (2 grossi articoli basali e 9 articoli flagellari di aspetto lamellare) sono raccolte in due fossette, da cui sono fatte uscire in caso di necessità. Il capo forma con l’asse del corpo un angolo acuto (ipognato o metagnato) e le fossette antennali possono continuarsi verso l’alto in una falce (sutura cefalica inter-antennale). Le gene (parti postero-ventrali del capo) portano una serie di robuste spine disposte a formare un pettine (ctenidio) per lato (pettine genale). L’apparato boccale pungente-succhiante è formato da 3 pezzi: 2 lacinie mascellari ed il labrum (labro superiore)-epifaringe, contenuti in un astuccio formato dall’accostamento dei due palpi labiali. Il labrum-epifaringe, più corto delle lacinie, è ritenuto organo gustativo. La breve ipofaringe è attraversata dal canale salivare che riversa la saliva nello spazio dato dall’accostamento delle due lacinie ed attraverso il quale viene aspirato il sangue ad opera della pompa faringeale. Il breve labium (labbro inferiore) porta 2 palpi labiali.

 

1-lacinia mascellare 2- labrum-epifaringe 3-palpo labiale 4-palpo mascellare 5-labium 6-sutura interantennale 7-fossetta antennale 8- stipite mascellare 9-pettine genale 10-processo genale 11-flagello antennale 12-pedicello 13-scapo 14-area cefalica posteriore 15-occhio 16-area cefalica anteriore 17-sensillo.
A-capo di Ctenocephalides felis (pulce del gatto) B- pezzi boccali visti di lato C-particolare dell’apice di apparato boccale D-sezione trasversale delle parti boccali.
In alcune specie il pronoto (primo segmento del torace) porta un pettine (ctenidio pronotale).I 3 segmenti del torace (mesonoto e metanoto) portano scleriti pleurali evidenti (epimeri ed episterni).
Le zampe portano tarsi di 5 articoli e su questi vi sono setole che hanno importanza ai fini del riconoscimento della specie. Il terzo paio di zampe è il più sviluppato e consente alle pulci di compiere i loro “salti”, che sono dovuti sia alla potenza muscolare, sia alla presenza della resilina.

Nell’addome, il nono tergite porta, in ambo i sessi, una zona sensoriale (sensilium), e nella femmina ha particolare importanza diagnostica il profilo del margine distale del settimo urosternite. Nel maschio l’ottavo urosternite è spesso munito di espansioni membranose e di setole sensoriali. Nel maschio tutto il nono urite è modificato in una “pinza” utile per trattenere la femmina
durante la copula; è costituito da una parte fissa su cui si articola un processo mobile (clasper), mentre il nono sternite è stretto e conformato ad angolo retto. La forma di questa pinza ha importanza decisiva nella diagnosi di specie.

Nota: il lettore dovrà scusarmi per l’uso di questi termini specialistici; purtroppo l’entomologia, dovendo descrivere oggetti morfo-anatomici, che non presentano possibili analogie, è costretta ad assegnare loro nomi ad hoc e ad utilizzare un linguaggio suo proprio, che non trova corrispondenze, se non vaghe e solo per poche analogie, nelle caratteristiche di altri animali.

Gli Afanitteri sono insetti olometaboli; il loro ciclo vitale comprende uovo-larva-pupa-adulto e la riproduzione richiede la partecipazione dei due sessi. L’ovideposizione richiede che la femmina consumi prima un pasto di sangue e produce oltre un migliaio di uova per femmina. Le uova, bianche e grossette, sono lasciate cadere o lanciate a terra, o deposte sul fondo dei nidi o delle tane dei loro ospiti, o sul pavimento. La larva è lunga circa 1,5-10 mm, è vermiforme, biancastra o grigiastra, cieca e provvista di peli lunghi e radi. La disposizione delle setole sul corpo è fondamentale per il riconoscimento della specie e la posizione anche di un solo sensillo è importante per la diagnosi di specie. Al capo, la larva neonata porta un processo ovi-ruttore ed antenne uni-articolate costituite da una base ampia con 5 papille intorno alla antenna a cui è associato un sensillo.

 

Il X segmento addominale porta due appendici utili per la locomozione. Le larve si spostano agevolmente alla ricerca dei detriti nel micro-ambiente dove sono nate. Istintivamente si mantengono vicine agli adulti dai quali ottengono sfe-rule e spirali di sangue. In alcune specie sarebbero anch’esse emato-faghe (es. Ctenocephalides felis BOUCHÉ, la pulce del gatto), e capaci di sollecitare gli adulti ad emettere gocce di sangue fecale. Se si trovano a vivere a carico di animali molto malati o morti da poco, diventano esse stesse parassite e scavano gallerie nella pelle della vittima, oppure possono rimanere sulla vittima nutrendosi di forfora e desquamazioni della cute.

Giunte al terzo stadio, le larve si ricoprono di detriti e si costruiscono una sorta di bozzolo nel quale si impupano. La durata del loro sviluppo è di 2-3 settimane fino a più di un anno; inoltre, l’adulto formatosi nel bozzolo può rimanervi fino a 18 mesi, e ciò spiega la improvvisa comparsa di pulci in ambienti disabitati per molti mesi. Tale fenomeno deriva dall’adattamento alla vita legata ad ospiti, come gli uccelli, che abbandonano il nido per poi ritornarvi di nuovo per nidificare. Gli adulti delle pulci che vivono nei nidi o tane di animali selvatici coordinano la loro emergenza alla presenza degli ospiti in determinati periodi dell’anno in microambienti ricchi di umidità e provvisti di lettiera. L’ospite viene localizzato grazie a cairomoni. Lo stesso “salto” è poco usato in natura a questo scopo, mentre può servire in condizioni di stress ambientale o di pericolo.
Le specie di pulci europee vivono a carico dei Mammiferi (95%) e degli Uccelli (5%). Le Scimmie non sono attaccate dalle pulci; la Pulce dell’Uomo (Pulex irritans) non è affatto tipica della nostra specie, è originaria del Sud America a carico dei Pecari. La maggior parte delle pulci adulte presenta un ampio spettro di adattabilità a vari ospiti, se vi è stabilità della vita larvale, e questa non è legata agli ospiti ma alle caratteristiche microclimatiche del biòtopo. Oggi le occasionali infestazioni di pulci in ambiente cittadino sono speso attribuibili alla pulce del gatto (trasmissione della peste murina) soprattutto negli USA.
Nel riconoscimento degli adulti sono di primaria importanza la conformazione dei pettini (ctenidi) genali (del capo) e pronotali(del protorace), ma poca importanza, ai fini diagnostici, ha la conoscenza dell’ospite in conseguenza della ubiquità di molte specie, anche se la provenienza dà una prima indicazione.


Alcuni accenni sulle pulci


Ctenocephalides canis CURTIS (pulce del cane) e Ctenocephalides felis BOUCHÉ (pulce del gatto)
Queste due specie, lunghe 2-3 mm, bruno-rossastre, comuni nelle abitazioni umane, hanno notevole facligtà di passare da un ospite all’altro (cane, gatto,volpe, leone, tigre, ratti,topi arvicole, lepri, coniglio) ma possono attaccare anche ovini e bovini, uomo e qualche uccello. La pulce del cane preferisce infestare ospiti viventi all’aperto, mentre quella del gatto è termofila e più vicino all’uomo(sinantropa), ed è la più frequente nelle abitazioni. L’adulto può vivere quasi un anno. Le uova, più di 800 per femmina ed al ritmo di 25 al giorno, sono deposte tra i peli del mantello dell’ospite e, se questi sono malati o abituati a trattenersi a lungo nelle cucce, le larve, che nascono dopo 2’8 giorni, continuano a vivere sull’ospite senza trasferirsi nei detriti dei pavimenti o delle cucce stesse. Si sviluppano in una settimana o anche in 5-6 mesi. Le pupe possono dare adulti persino dopo un anno e in concomitanza allorquando una persone entra in un ambiente non frequentato da mesi. Quando sono molto numerose le uova (biancastre), le larve (grigiastre) ed i bozzoletti pupari (brunastri) danno un aspetto “sale e pepe” ai giacigli degli animali domestici. Sono ospiti intermedi di diversi parassiti umani (tenie) ed in certe aree asiatiche la pulce del gatto causa ricorrenti mortalità di ovini e bovini.

 

Xenopsylla cheopis ROTH. (pulce dei ratti)
I caratteri di riconoscimento di questa specie, simile alla Pulex irritans L. (pulce dell’uomo) sono l’inserimento della setola oculare, il clasper spatoliforme, la spermateca della femmina, un rilievo interno sub-verticale alla mesopleura. È specie cosmopolita, diffusa in aree a temperatura mite, ma frequente anche in aree più fredde. È frequente nei porti da dove si diffonde ripetutamente in microclimi favorevoli, come ad esempio i sotterranei dei grandi ospedali dove si trovano gli impianti di riscaldamento. Originaria di paesi afro-tropicali e giunta in Europa con i ratti delle navi. Predilige il Rattus, ma può attaccare anche il Topolino domestico e l’Uomo stesso.
La specie Xenopsylla brasiliensis BAKER, sembra più specifica del ratto nero (Rattus rattus), definita come “Pulce del ratto etiopico”, anch’essa diffusasi con il ratto delle navi.

 

Pulex irritans L. (pulce dell’uomo)
Originaria del Centro-Sud America, da dove si sarebbe diffusa dai Pecari (cinghialetti americani) per cui la sua presenza sugli umani è secondaria , mentre abbonda sui maiali. La suzione del sangue avviene a temperature superiori ai 13°C e può verificarsi anche più volte al giorno. A temperature a 8-10°C può resistere al digiuno anche 4 mesi e oltre. L’adulto vive 2-4 mesi, ma a bassa temperatura e mancata riproduzione anche fino a 513 giorni. Dopo la copula, la femmina abbandona l’ospite e cerca un luogo ove vi siano detriti organici in screpolature o fessure; qui sono deposte le uova, una decina per volta ed in varie fasi, a seconda dei pasti di sangue, che si schiudono in meno di una settimana. Le larve compiono due mute in una decina di giorni, poi si costruiscono un bozzoletto in cui si impupano. A bassa temperatura e scarsa alimentazione possono essere necessari anche 8 mesi affinché ne emerga l’adulto. In estate il ciclo completo può però durare anche meno di un mese. Gli adulti possono rimaner quiescenti nei bozzoli fino a quando le vibrazioni esterne (il semplice rumore dei passi) li fanno emergere anche dopo vari mesi.

 

 

Tunga penetrans L. (pulce penetrante, Cica)
La femmina rimane permanentemente infissa con l’apparato boccale nella cute dell’ospite, nella quale si infossa gradualmente finendo col rimanere circondata dallo strato dermale da cui sporge all’esterno con gli uriti scuri e con 1-2 membrane intersegmentali visibili come anelli biancastri. Questa specie si è diffusa in Africa, proveniente dall’America tropicale in una nave nel 1872. Si può insediare nella cute di ogni mammifero selvatico o domestico (cane, maiale, uomo, ecc.) infestando gli arti
inferiori. L’attacco, frequente oggi anche a carico di turisti che rientrano infestati dall’insetto, all’inizio viene scambiato per un fastidio causato da una spina, ma si rivela ben più serio se, nel tentativo di liberarsi di esso, si determina la rottura dell’addome della pulce con conseguenti infezioni anche gravi (tetano).

 

pulce dei polli  

Ricordiamo ancora la Echidnophaga gallinacea WEST (pulce dei polli), le cui femmine, infisse nella cute dei polli, si ingrossano con la suzione continua del sangue. Questa specie è comune in quasi tutti gli allevamenti del mondo, provocando deperimenti, cali di resa fino al 50%, così come la Echidnophaga murina TB, che predilige i ratti.

 

 

 

 

cinematica del salto  

Quando la pulce sta per saltare, si rannicchia abbassando il capo e contraendo il corpo. Il salto comincia quando un impulso di energia spine i trocanteri delle zampe posteriori contro la superficie di appoggio. Il rinculo fa sollevare i trocanteri, la rotazione dei femori mantiene le tibie a contatto con la superficie di appoggio. La pulce oramai in aria, con tibie e tarsi staccati, dopo un millisecondo che il salto ha avuto inizio, segue una traiettoria parabolica che la porta ad una altezza di 90 mm ed a 180 mm di distanza dal punto di partenza.

Il “decollo” della pulce nel salto avviene in maniera così improvvisa ed è così veloce da non poter essere seguito dall’occhio umano. La pulce del ratto, ad esempio, ha una lunghezza di 1-2 mm ed un peso, a digiuno, di circa 210 microgrammi e può saltare fino a 90mm. Il decollo avviene in direzione verticale e la distanza percorsa, in senso orizzontale è di circa 180 mm, vale a dire che la pulce nel salto copre una distanza che è circa 100 volte la sua lunghezza corporea. Le pulci del gatto e dell’uomo impressionano di più perché possono saltare in verticale addirittura fino a 33 cm. A digiuno le pulci possono saltare per lunghi periodi. La pulce del ratto, ad esempio, se stimolata dalla presenza di altre pulci, salta circa 600 volte all’ora anche per un periodo di 72 ore senza arrestarsi. In un caso sperimentale, 10 pulci eseguirono 10.000 salti all’ora, corrispondenti ad un salto ogni 3,5 secondi. Rothschild suppone che questa abilità nel salto si sia sviluppata perché la pulce sgusciata dalla pupa, evolutivamente, ha dovuto provvedersi della possibilità di raggiungere la sua prima vittima.
La selezione naturale ha eliminato le ali della pulce, ma ha conservato importanti caratteristiche del meccanismo di volo, tuttora presenti in molti insetti alati; in particolare il legamento dell’articolazione dell’ala, il muscolo adduttore (depressore tergotrocanterico) ed i muscoli subalari e basalari che sono stati tutti modificati per produrre il decollo lampo. Il salto della pulce è alimentato non soltanto dalla forza muscolare, ma è coadiuvato dalla resilina presente nell’articolazione.

muscoli e salti  

La resilina è la proteina elastica più efficiente conosciuta. Cede circa il 97% dell’energia che contiene quando si rilascia dopo essere stata in tensione; in questo modo vi è soltanto una perdita del 3% dell’energia cinetica dissipata in calore, mentre le migliori gomme del commercio hanno una perdita del 15%. Non ha alcuna struttura regolare ma le sue catene, avvolte in modo casuale, sono reticolate da collegamenti di- e tri-tirosina alla giusta spaziatura.

 

La fluorescenza per la resilina deriva principalmente dalla ditirosina (risultata dai legami incrociati dei residui di tirosina). Ad emissioni da 315 a 409 nanometri di luce ultravioletta che irradia un campione, la rec1-Resilin inizia a mostrare una fluorescenza blu.

Nel salto, la spinta maggiore proviene dalle robuste zampe posteriori e dall’arco pleurale, dove è presente un regione costituita da resilina pura e come legamento distinto intercalato in mezzo a due regioni di cuticola solida. Questo apparato deriva da un sistema alare dei suoi antenati che volavano. Le pulci si sono appiattite, in senso laterale, per potersi muovere più agevolmente in mezzo al pelo dell’ospite; ora, il legamento dell’articolazione dell’ala, originariamente situato sul dorso, si è spostato di lato rendendo così possibile la sua successiva incorporazione nel dispositivo per il salto. Le zampe ed i muscoli toracici, prima modellati per produrre energia per le ali, si sono adattati a trasferire la tensione alla capsula di resilina.
Grazie alla resilina, le pulci hanno potuto superare le due maggiori limitazioni dei muscoli: la bassa velocità di rilassamento e di contrazione e la scarsa efficienza a bassa temperatura. Le pulci possono sopravvivere nei deserti ed anche oltre il circolo polare antartico, dove anche per nove mesi l’anno rimangono congelate sotto la neve ed il ghiaccio. La resilina funziona indipendentemente dalla temperatura.
Sperimentalmente, congelata a 0°C per circa nove mesi in un frigorifero domestico, riportata poi a temperatura ambiente, la pulce è cominciata a saltare in pochi minuti, grazie all’energia immagazzinata nelle strutture elastiche della resilina.
Si conoscono altre due proteine di questo tipo: l’elastina, che conferisce elasticità alle pareti delle arterie ed alle corde vocali nei vertebrati, e l’abductina dei Molluschi, antagonista del muscolo che tiene chiuse le valve della conchiglia.