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da novembre del 2024
Nuova fiammata del metano [] In cinque anni la IA si prenderà il vostro lavoro [] Le nuove professioni delmetaverso [] Le navi da crocera inquinano moltissimo [] Il naufragio della Costa Concordia [] Nuovo allarme climatico: superata la soglia di 1,5°C [] Virus all'assalto del cervello []

Nuova fiammata del gas (Altreconomia), prospettive e i rimedi.
Puntata di "Derrick" di martedì 7 gennaio 2025 che in questa puntata ha ospitato Michele Governatori (economista).
La registrazione audio di questa puntata ha la durata di 4 minuti.
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EF: In cinque anni la IA si prenderà il vostro lavoro
Secondo un rapporto del World Economic Forum, entro il 2030 molti lavori intellettuali saranno assegnati esclusivamente alle intelligenze artificiali.
I prossimi anni saranno probabilmente segnati da una rinascita del luddismo, se le previsioni appena pubblicate dal World Economic Forum diventeranno realtà.
Le azienda interpellate per il Future of Jobs Report sembrano infatti del tutto intenzionate a eliminare il più possibile i propri dipendenti umani per sostituirli con la IA.
Il 41% delle aziende ha affermato che questa è la strada che intende seguire da qui al 2030, e il 77% sta programmando di riaddestrare i propri dipendenti (o almeno quelli rimasti) affinché possano lavorare meglio in collaborazione con le intelligenze artificiali.
«I progressi dell'intelligenza artificiale e delle energie rinnovabili stanno rimodellando il mercato del lavoro, determinando un aumento della domanda per molti ruoli tecnologici o specialistici e un calo per altri, come i designer grafici» ha fatto sapere il WEF in un comunicato.
Leggi l'articolo originale su ZEUS News - (continua)https://www.zeusnews.it/n.php?c=30694

Le nuove professioni del metaverso, tra nuove sfide e rischi
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Le navi da crociera inquinano più di tutte le auto europee messe insieme
Uno studio ha analizzato 203 navi da crociera che hanno navigato nei paesi europei nel 2017 ce ha valutato l'inquinamento prodotto da queste navi di lusso.
Le navi da crociera che navigano in Europa immettono nell’ambiente composti inquinanti fino a 40 volte più di tutte le auto europee: Costa Crociere e MSC tra le compagnie con il maggior impatto ambientale.
Le elevate emissioni sono dovute soprattutto alla scarsa qualità dei carburanti e all’insufficiente rigore nel porre limiti alle emissioni da parte dei governi.
Navi da crociera inquinano più di tutte le auto europee
Secondo un rapporto della ONG Transport & Environment pubblicato pochi giorni fa, le navi da crociera inquinano più di tutte le auto europee.
Lo studio ha analizzato 203 navi da crociera di 30 compagnie diverse che hanno navigato nei paesi europei durante il 2017 con l’obiettivo di valutare l’inquinamento prodotto da queste navi di lusso.
Lo studio ha permesso di stilare una classifica in base alla quantità di ossido di zolfo, ossido di azoto e polveri sottili immessi nell’ambiente.
Importanti compagnie come Costa Crociere e MSC sono risultate in cima alla lista, con immissioni di ossido di zolfo e ossido di azoto rispettivamente 10 e 15 volte superiori rispetto ai gas emessi dalle auto circolanti in tutta Europa.
Tra i Paesi più colpiti figurano Italia, Spagna e Grecia, seguiti da Francia e Norvegia: Barcellona, Palma di Maiorca e Venezia sono le città più esposte ai composto tossici rilasciati da queste barche. (continua)

ll naufragio della Costa Concordia, a 13 anni dalla tragedia (evitabile), rimane una ferita ancora aperta
A distanza di 13 anni ricordiamo il drammatico incidente della Costa Concordia, la più grande nave italiana mai naufragata. Le angoscianti immagini del relitto resteranno impresse per sempre nella nostra memoria.
Sono trascorsi 13 anni dal naufragio della Costa Concordia, ma la ferita legata a quel dramma non si è mai risanata. Erano quasi le 22 del 13 gennaio 2012 quando la nave da crociera urtò contro Le Scole, un gruppo di scogli al largo dell’Isola del Giglio, nell’Arcipelago Toscano. Tutto ciò avvenne a seguito del cosiddetto “inchino”, una deviazione effettuata dal comandante Francesco Schettino per salutare chi si trova sulla terraferma, avvicinandosi il più possibile alla costa. Il violento impatto provocò un grosso squarcio nello scafo della Concordia, salpata dal porto di Civitavecchia in direzione Savona, e il parziale affondamento della nave. In pochi minuti quella che avrebbe dovuto essere una vacanza si trasformò in un incubo per oltre 4mila passeggeri. Quel terribile errore umano e i ritardi nei soccorsi costarono la vita a ben 32 persone, mentre 157 passeggeri rimasero feriti.
Un dramma evitabile
Com’è tristemente noto, per circa un’ora i turisti rimasero a bordo mentre la nave imbarcava acqua senza ricevere indicazioni chiare. Alcuni, ignari di ciò che stava davvero accadendo, fecero rientro nelle loro cabine.
L’ordine di indossare i giubbotti di salvataggio venne dato soltanto tre quarti d’ora dopo l’incidente, quando Schettino comunicò alla Capitaneria della falla, chiedendo un rimorchiatore mentre la nave si inclinava sulla dritta. Dopo questo segnale d’emergenza, però, non venne dato subito l’ordine di abbandonare l’imbarcazione, rendendo la situazione ancora più complessa e esponendo al pericolo migliaia di passeggeri.
Ma a destare maggiore scalpore in tutta la vicenda fu il gesto compiuto dal comandante Schettino, che violò il codice di navigazione, mettendo piede a terra quando ancora la maggior parte delle persone si trovava ancora a bordo. Schettino non ne volle sapere di risalire sulla nave nemmeno quando il comandante della Capitaneria di Porto di Livorno gli intimò al telefono, per l’ennesima volta, di fare il suo dovere. Quell’assurda telefonata continua a rimbombare ancora nelle nostre menti, in particolare in quelle dei sopravvissuti alla tragedia.
Per quanto accaduto, Francesco Schettino è stato condannato a 16 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e l’abbandono di nave con passeggeri a bordo. (continua)

Ambiente - Clima
Il 2025 si apre tra fiamme e un nuovo allarme climatico: superata per la prima volta la soglia critica di 1.5°C
Il 2025 si apre con un nuovo allarme climatico: la temperatura globale ha superato per la prima volta la soglia critica di 1.5°C. Incendi devastanti, alluvioni ed eventi estremi segnano l'inizio di un anno che impone azioni radicali. Il giornalismo ambientale è più necessario che mai: noi continueremo a raccontare la verità.

Virus all'assalto del cervello
A cura di Maria Cristina Valsecchi 14 gennaio 2025
- Uno studio pubblicato all’inizio del 2025 su Cell Reports suggerisce che il virus dell’herpes simplex, quello che provoca fastidiosi sfoghi sulle labbra, possa indurre nel cervello l’accumulo delle proteine alterate che sono responsabili della malattia di Alzheimer. Una seconda ricerca apparsa pochi giorni dopo su Science Signaling indica anch’essa la presenza del virus nel cervello come uno dei fattori coinvolti nell’insorgenza dell’Alzheimer.
- Nel 2022, uno studio condotto su 100 milioni di soggetti ha stabilito con forte evidenza che esiste una correlazione tra il virus Epstein-Barr, responsabile della mononucleosi, e la sclerosi multipla, una forma di degenerazione progressiva dei neuroni: l’infezione virale sarebbe una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per l’insorgenza della sclerosi.
- Più in generale, negli ultimi anni diverse ricerche hanno evidenziato il fatto che le infezioni virali, tra cui l’influenza, nel lungo periodo sono fattori di rischio per lo sviluppo di malattie neurodegenerative.
- Il fenomeno del long Covid, in particolare, ha dato nuovo slancio alle ricerche sull’impatto a lungo termine delle infezioni virali sulla salute generale ed è di stimolo per raccomandare alla popolazione di adottare tutti gli strumenti disponibili per proteggersi dalle infezioni, primi tra tutti i vaccini.
Giulia Marchetti, infettivologa, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Direttore della Clinica delle Malattie Infettive e Tropicali dell’Università di Milano
Ci sono alcuni virus che hanno una particolare affinità con il sistema nervoso umano, cioè hanno la tendenza ad attaccarlo, provocando ad esempio encefaliti e meningiti. Per esempio, hanno questa caratteristica tutti quelli della famiglia degli herpes virus, a cui appartiene anche il virus varicella-zoster responsabile sia della varicella che del Fuoco di Sant’Antonio. Da sempre studiamo la possibile associazione tra questi virus e malattie neurodegenerative come l’Alzheimer o il Parkinson.
Fino ad ora abbiamo ottenuto dati epidemiologici che suggeriscono un ruolo di queste infezioni nell’insorgenza delle demenze, ma ci manca ancora l’evidenza del meccanismo responsabile. Abbiamo qualche indizio da studi su modelli animali, oppure su colture cellulari, ma nulla di definitivo.
Poi ci sono virus che non presentano una particolare affinità con il sistema nervoso, ma possono danneggiarlo ed esistono indizi del loro coinvolgimento nelle malattie neurodegenerative. Per esempio, alcuni studi hanno evidenziato un aumento dei casi di Parkinson dopo la pandemia di influenza Spagnola del secolo scorso. C’è sempre stato, da parte della ricerca, interesse per gli effetti anche a lungo termine delle infezioni. La pandemia di Covid e l’emergere del long Covid hanno accresciuto questo interesse. Sono in corso indagini sugli effetti del Covid sul sistema nervoso e sulla sua possibile associazione con un maggior rischio di demenza.
Nel 2023, uno studio epidemiologico molto ampio condotto su dati britannici e finlandesi ha dimostrato che l’aver sofferto di encefaliti virali, indipendentemente dallo specifico virus, aumenta in modo significativo il rischio per alcune malattie neurodegenerative. Possiamo ipotizzare quindi che ripetute infezioni virali contratte nel corso del tempo producono degli insulti al sistema nervoso che, sommati alla predisposizione genetica e ad altri fattori di rischio ambientale, favoriscono l’insorgenza delle malattie neurodegenerative, con un peso diverso da persona a persona.
C’è ancora molto lavoro da fare: dobbiamo proseguire nello studio di queste correlazioni e capire anche in che modo una maggiore conoscenza del ruolo delle infezioni può aiutarci a prevenire e a trattare le malattie neurodegenerative. Al tempo stesso, la consapevolezza del rischio che le infezioni possano determinare gravi conseguenze non solo nel breve, ma anche nel lungo periodo, sottolinea l’importanza di adottare le più efficaci misure di prevenzione, come principalmente i vaccini. (continua)