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Sui quotidiani e periodici agosto 2020

Sui quotidiani e periodici agosto 2020


# L.L.Sabbadini,La sicurezza e il compito dei professoriP.Di Paolo,Senza compagno di bancoE.Dusi,Se le scienziate italiane conquistano il mondoA.Gavosto,Le famiglie e il diritto all’istruzione - Cosa serve alla scuola # M.Motolese,C’erano una volta... gli «afidi» # S.Mancuso,Quale futuro lasciamo ai giovani - Il debito ambientale  # G.Barbujani,Il debole confine tra naturale e artificiale # A.Scurati,I bambini, la minaccia-covid e le nostre responsabilità # A.Rosina,Draghi ha ragione: più sviluppo per formazione e lavoro in italia # M.Magatti,Gli obiettivi comuni che fanno grande l’italia # L.Reichlin,Crescere è questione di regole # A.Barbano,L’università? è già futura # F.Manacorda,Monti "Vado all’Oms per spiegare che la salute deve contare di più" # A.Gavosto,Serve un piano intermedio d’emergenza.Guai a chi ferma la scuola. # M.Bucchi,La comunicazione della ricerca è solo visibilità? # M.Recalcati,I negazionisti puberali # J.P.Sartre,Quando iniziai a leggere # I.Venturi,Non si smette mai di insegnare # I.Capua,Le cautele necessarie # P.Legrenzi,E l’infanzia fu chiusa tra le mura di casa # F.Giavazzi,Cambiamo così la nostra scuola # P.Bricco,Piante intelligenti, atenei umiliati e idee buone (che vengono in Italia) # C.Galli,L’Università vada a lezione # P.Di Paolo,Storia di un preside nel suo giorno di ordinaria follia # C.Maltese,Scuola, a lezione dal "maestro" Caproni # C.Comencini,Il ricatto subìto dalle donne # G.Vallortigara,Ma quel vegetale capisce? # A.Illy,K.Schwab,Forum per pensare il nuovo Rinascimento #


"La Stampa" - 28 agosto 2020
La sicurezza e il compito dei professori
di Linda Laura Sabbadini

Sono sei mesi che bambini e giovani mancano dalle lezioni. E ciò ha causato disagio in tutti i bambini e i ragazzi e un aumento delle disuguaglianze nell'apprendimento non indifferente. Non sono pochi i minori che non hanno un pc in casa, un quinto al Sud e sono proprio quelli che vivono in contesti più disagiati, con genitori con basso titolo di studio e maggiori difficoltà a seguirli negli studi. Non sono pochi i minori che vivono in sovraffollamento, il 40% del totale.
Come si saranno sentiti questi bambini e ragazzi? Come si saranno sentiti i loro genitori?


“la Repubblica” - 28 agosto 2020
Senza compagno di banco
di Paolo Di Paolo

Gli hai chiesto in prestito un foglio di quaderno, una penna. Lo hai implorato di lasciarti copiare: dai, basta che sposti appena il gomito. Hai scoperto che era più interessante di quanto ti sembrasse sulle prime. È stato il confidente, il consolatore. Quello che ti ha tenuto la mano, o dato fastidio. Ti ha fatto ridere come nessuno, e sbattere fuori dalla porta per eccesso di chiacchiere.
Nel microcosmo di una classe di scuola, è il più prossimo fra i prossimi. Impari da lui, da lei, forse più che dall’intero gruppo, che cosa vuol dire condividere uno spazio. È una sorta di condomino, di coinquilino. Puoi dimenticare i nomi dei compagni di classe, difficilmente dimentichi il volto di un compagno di banco.
Il tramonto del vicinato scolastico è uno di quei cambiamenti quasi impercettibili, che in realtà stravolgono il mondo com’era.


“la Repubblica” - 27 agosto 2020
Se le scienziate italiane conquistano il mondo
di Elena Dusi

Le chiamano scienze dure: matematica, fisica, ingegneria. E serve un impegno enorme, per arrivare ai vertici. Anna Grassellino da Marsala, classe 1981, ne è un esempio. Il suo campo è la superconduttività a radiofrequenza. Il Department of Energy americano le ha appena messo in mano 115 milioni di dollari per realizzare il nuovo centro di calcolo quantistico che si chiama Superconducting Quantum Materials and Systems Center, Sqms per dirlo in modo semplice. «Di centri come questo, gli Stati Uniti ne hanno 5» spiega lei. «Gli altri 4 sono diretti da uomini». Fare ricerca nel calcolo quantistico non è solo complicato dal punto di vista tecnico. È anche delicato dal punto di vista geopolitico.


“la Repubblica” - 25 agosto 2020
Le famiglie e il diritto all’istruzione - Cosa serve alla scuola
di Andrea Gavosto

La scuola è stata sorpresa dalla risalita dei contagi. Il problema non è solo italiano, come ha ben spiegato Maurizio Molinari nell’editoriale di domenica. Ma in Italia, più che altrove, l’avvio dell’anno scolastico appare in balia degli eventi. Né si può dire che questo andamento dell’epidemia fosse imprevedibile, anche nei tempi. Ci si deve semmai stupire dello stupore di chi, in primo luogo il ministero dell’Istruzione, non è stato abbastanza lungimirante.
Da marzo a oggi, anziché fare i conti con i danni enormi alla preparazione degli studenti e attrezzarsi in vista della ripresa del virus, è prevalsa infatti la retorica del ritorno alla “normalità”: le attività didattiche sono terminate normalmente il 10 giugno; le scuole riapriranno a settembre, con un distanziamento minimo così da tenere in aula il maggior numero di studenti, senza turni o grandi modifiche organizzative; la didattica è solo in presenza, salvo emergenze; assegnazioni delle cattedre e mobilità dei docenti hanno iter normali o quasi: giusto qualche assunzione temporanea in più laddove si dovranno dividere classi.


"Il Sole 24 Ore" - 23 agosto 2020
C’erano una volta... gli «afidi»
di Matteo Motolese
Terza pagina - I libri per bambini. I testi per l’infanzia, pur scritti con intelligenza, presentano a volte termini
inadatti ai piccoli lettori ai quali sono destinati. Un esempio? Quando si parla di insetti dal
nome ignoto persino agli adulti.

Devo confessare di aver imparato la parola afidi solo pochi mesi fa. Avevo cominciato a leggere a mio figlio un libro intitolato la Coccinella prepotente e questa era una delle prime parole della storia. Non sapevo - lo ammetto - nemmeno come si pronunciasse e ho dovuto guardare su un dizionario. Solo dopo mi sono accorto di una nota nella controcopertina: «gli afidi - si spiegava - sono insetti piccolissimi che succhiano la linfa alle foglie delle piante». È chiaro che io ho imparato questa parola troppo tardi. Ma per mio figlio di tre anni e mezzo, che ancora non sa leggere né allacciarsi le scarpe, non è forse troppo presto?


“la Repubblica” - 23 agosto 2020
Quale futuro lasciamo ai giovani - Il debito ambientale
di Stefano Mancuso

La crescita del debito pubblico, il riscaldamento globale, l’esaurimento delle risorse e, in una certa misura, anche la pandemia che affligge il pianeta, hanno molto in comune. Sono tutti fenomeni intergenerazionali.
Si tratta, cioè, di eventi che si originano da scelte effettuate dalle generazioni passate e che, soltanto a distanza di molto tempo manifestano appieno le loro conseguenze più negative. Le generazioni presenti, quindi, soffrono a causa delle azioni di chi le ha precedute, così come le generazioni future risentiranno delle nostre azioni. Certamente dal passato non arrivano soltanto fastidi. Godiamo dei molti frutti derivanti dalle scelte corrette fatte dai nostri antenati.


"Il Sole 24 Ore" - 23 agosto 2020
Il debole confine tra naturale e artificiale
di Guido Barbujani
Mondo vegetale

Cosa c’è di più naturale della pace campestre, di un sentiero che si snoda fra gli ulivi o ai margini di un vigneto? Eppure quegli ulivi, quel vigneto, e anche un campo di grano, sono il paesaggio più artificiale che ci sia, frutto di una forzatura ecologica e tecnologica. Ci siamo così abituati a vedere contrapposte, tanto sui giornali quanto nei blog e nella pubblicità, le categorie di «naturale» e «artificiale», la prima associata al bene e la seconda al male, che non ci facciamo più caso (se ne è lamentato, qualche anno fa, Antonio Pascale, in un bel libro, Scienza e sentimento, Einaudi).
Ma le cose sono più complicate di così, e non da oggi, ma da millenni; parlare a vanvera di natura potrà anche andar bene per un suggestivo spot in tv, ma non aiuta a comprendere.


“Corriere della Sera” - 21 agosto 2020
I bambini, la minaccia-covid e le nostre responsabilità
di Antonio Scurati

I bambini non sono affatto immuni al Covid. I ragazzi men che meno. Ora che la nostra più grande speranza si rovescia nella più tremenda disillusione, enormi responsabilità attendono ciascuno di noi e gravi decisioni attendono la classe dirigente.
«I bambini vengono miracolosamente risparmiati dalla pandemia». «La pandemia, in fondo, non è poi così grave perché colpisce solo gli anziani, già debilitati, e risparmia i giovani». Queste due idee — la prima compassionevole, la seconda cinica — ci hanno confortati e, a tratti, abbagliati durante le prime fasi dell’emergenza sanitaria. Erano entrambe idee errate. La prima scientificamente, la seconda anche moralmente.


"Il Sole 24 Ore" - 20 agosto 2020
Draghi ha ragione: più sviluppo per formazione e lavoro in italia
di Alessandro Rosina
Commenti

Il futuro non può essere rubato: prima o poi arriva. Ciò che fa la differenza è la qualità del futuro, che dipende dalle scelte, individuali e collettive, che facciamo oggi. Nell’intervento alla giornata inaugurale del Meeting per l’amicizia fra i popoli, Mario Draghi ha messo efficacemente in evidenza come la «ricostruzione delle economie europee» dopo l’impatto della pandemia possa essere colta come «occasione per disegnare un futuro comune».
L’Europa ha deciso di lasciar da parte la linea della austerity e di scommettere sulla possibilità di aprire una nuova stagione di sviluppo. Sta ora ad ogni Paese membro mettere responsabilità nelle scelte da fare. Una responsabilità prima di tutto nei confronti delle generazioni future.


“Corriere della Sera” - 17 agosto 2020
Gli obiettivi comuni che fanno grande l’italia
di Mauro Magatti

Come ha pubblicamente riconosciuto la Merkel, nei mesi scorsi l’Italia ha dato prova di grande disciplina. Dobbiamo esserne orgogliosi. È vero che all’inizio siamo stati colti di sorpresa e che il sistema sanitario, specie in Lombardia, ha mostrato gravi lacune che ci sono costate molte vittime (molte più che in Germania, ad esempio). Ma è pur vero che abbiamo saputo reagire: non solo grazie alle decisioni restrittive prese dal governo, ma anche e soprattutto grazie allo sforzo enorme del personale sanitario e alla partecipazione dei cittadini, l’Italia è uno dei Paesi usciti meglio e tutto sommato in fretta dal picco della crisi. Al punto da essere oggi considerata un esempio a livello internazionale.


“Corriere della Sera” - 15 agosto 2020
Crescere è questione di regole
di Lucrezia Reichlin

Tra una decina di giorni — dopo la consueta pausa di agosto — ci risveglieremo in una società ancora traumatizzata dal Covid che deve affrontare la ripartenza in una situazione in cui una totale normalizzazione non è ancora possibile.
Abbiamo speso 100 miliardi in misure eccezionali, necessarie. Oggi però la nuova frontiera sarà mettere in moto un programma di ricostruzione che ponga le basi per una crescita duratura. Senza questa crescita, l'indebitamento costituirà un limite alle nostre opzioni e continueremo ad essere un sorvegliato speciale.
Affrontare la ricostruzione è ben altra cosa che organizzare l'emergenza, obbiettivo su cui il governo si è necessariamente focalizzato negli scorsi sei mesi. La ricostruzione necessita di un programma che permetta all'Italia di rimettersi su un binario di crescita che da vent'anni non riesce a riacchiappare.


"Il Foglio Quotidiano" - 14 agosto 2020
L’università? è già futura
di Alessandro Barbano
Parla il ministro Manfredi. Dal Covid a una nuova didattica. Come fare a non perdere matricole (rischio vero). Atenei, qualità e territori. Il piano Colao? No. Il referendum? Voto Sì

Qualcuno dice che è troppo facile dire "cinquanta e cinquanta", dopo mesi di polemiche in cui la didattica online e quella in presenza hanno diviso docenti, intellettuali e tecnici al servizio della politica. Ma lui, Gaetano Manfredi, ieri alla guida della Federico II di Napoli e della Conferenza dei rettori, oggi ministro dell'Università e uomo di fiducia del premier, spiega che questa divisione pilatesca dell'insegnamento a metà, in parte scaricata sull'au¬tonomia degli atenei, è anche la decisione scientificamente più coerente: "La pandemia -dice - ci ha imposto per la prima volta di valutare le conseguenze di un fenomeno che ab¬biamo fin qui ignorato o sottovalutato: gli studenti sono tutti nativi digitali. Vivono, studiano, parlano e amano con un linguaggio che è diverso da quello con cui il mondo della formazione e dell'istruzione si rivolge a loro.


“la Repubblica” - 13 agosto 2020
Monti "Vado all’Oms per spiegare che la salute deve contare di più"
di Francesco Manacorda
Intervista

Professor Monti, il tribunale dei social l’ha già condannata: non può essere lei, ex premier fautore dell’austerità, a guidare la commissione paneuropea dell’Organizzazione mondiale della Sanità che dovrà ripensare le priorità politiche dopo la pandemia. Cosa risponde?
«Questo compito - inatteso, non remunerato, difficile ma credo importante - mi è stato affidato dall’Oms-Regione europea, che rappresenta 53 Stati: non solo quelli della Ue ma tanti altri, dalla Russia alla Turchia a Israele. Questo ci dà l’idea di quanto contano certi social italiani, temuti o cavalcati dai nostri politici: zero. Piuttosto, sono grato al ministro Speranza che nel rallegrarsi per questo incarico mi ha assicurato l’appoggio suo e del suo team, di cui avrò certo bisogno. Una parte degli italiani, agitata da quei social, mi vede come fautore dell’austerità per partito preso, sempre e comunque. Negli altri Paesi, ricordano semmai il mio governo come quello che ha evitato agli italiani di finire come i greci».


“la Repubblica” - 13 agosto 2020
Serve un piano intermedio d’emergenza.Guai a chi ferma la scuola.
di Andrea Gavosto

Ricordate? Soltanto due mesi fa, intellettuali e famiglie lamentavano il ritardo nella riapertura totale delle scuole. Negli altri Paesi — si diceva — i ragazzi sono già tornati in classe; se da noi ciò non avviene, impedendo ai genitori di riprendere il lavoro, la colpa è del ministero (che certo non si è distinto per chiarezza di intenti e rapidità), ma anche del recondito proposito (del tutto infondato) di sostituire la didattica in presenza con quella a distanza, consegnando la scuola nelle mani dei giganti del web. Come se il Covid 19 non c’entrasse o non facesse più paura.
Questa retorica ha condizionato le scelte pubbliche, che da allora hanno dato per scontato il ritorno di tutti a scuola a settembre, concentrandosi sulle questioni degli spazi, degli organici docenti e, ahimè, dei banchi a rotelle. Di fatto, due soli scenari sono previsti: la riapertura a condizioni (quasi) normali e il lockdown totale.


“Corriere della Sera” - 12 ago 2020
La comunicazione della ricerca è solo visibilità?
di Massimiano Bucchi

«Nel mondo ci saranno al massimo una dozzina di persone in grado di capire la mia teoria». Fu questo il commento divertito e stupito di Albert Einstein quando, nel novembre 1919, a seguito della conferma sperimentale della teoria generale della relatività, si trovò improvvisamente sulla prima pagina di quotidiani importanti come il New York Times e al centro dell'attenzione dei media di tutto il mondo.
Un commento emblematico di un atteggiamento distaccato verso la comunicazione con il grande pubblico da parte del mondo della ricerca. Non erano mancati, naturalmente, i singoli esempi di scienziati attivi ed efficaci sul piano divulgativo. Grande successo avevano avuto, ad esempio, lezioni pubbliche come quelle tenute a metà Ottocento dal fisico britannico Michael Faraday alla Royal Institution di Londra.


“la Repubblica” - 11 agosto 2020
I negazionisti puberali
di Massimo Recalcati

Marce negazioniste no-Covid si susseguono in diverse regioni del mondo mentre l’epidemia continua a seminare malattia e morte. L’appello alla libertà calpestata dal biopotere risuona come un mantra non solo tra le masse ma anche tra illustri intellettuali.
Nelle adunate no-Covid esso si contorna, più o meno delirantemente, da motivi ideologici, primo fra tutti quello dell’accusa dello Stato liberticida, dell’abuso di potere, del rischio di un ritorno totalitario reso possibile dal prolungamento politico, non necessario ma solo strategico e strumentale, dello stato di eccezione. In questa manifestazione sintomatica gli estremismi politici si toccano non senza sollevare un effetto perturbante: colpisce dover notare che l’irritazione di fronte alle misure sanitarie di sicurezza assimilano discorsi che trovano la loro ispirazione in ideologie profondamente antagoniste.  


“Il Fatto Quotidiano” - 11 agosto 2020
Quando iniziai a leggere
di Jean-paul Sartre
Io e mio nonno, stesi a terra

Ho cominciato la mia vita come senza dubbio la terminerò: tra i libri. Nell'ufficio di mio nonno ce n'era dappertutto; era fatto divieto di spolverarli, tranne una volta all'anno, pri-ma della riapertura delle scuole. Non sapevo ancora leggere, ma già le riverivo queste pietre fitte: ritte o inclinate, strette come mattoni sui ripiani della libreria o nobilmente spaziate in viali di menhir, io sentivo che la prosperità della nostra famiglia dipendeva da esse (...) Li toccavo di nascosto per onorare le mie mani con la loro polvere, ma non sapevo bene cosa farne e assistevo ogni giorno a un cerimoniale di cui mi sfuggiva il significato: mio nonno -goffo, di solito, tanto che mia madre gli doveva perfino abbottonare i guanti - maneggiava quegli oggetti culturali con una destrezza da officiante.


“la Repubblica” -  8 agosto 2020
Non si smette mai di insegnare
di Ilaria Venturi
Morale della favola

Ascoltando una trasmissione radiofonica in cui i conduttori chiedevano alla gente per strada il significato della parola "motto" (e, ahimè, nessuno lo sapeva) ha pensato ai suoi alunni di seconda media.
Aveva appena spiegato Boccaccio, i motti leggiadri nella novella di Madonna Oretta, certo che avrebbero saputo rispondere, che orgoglio. Ma se la parola fosse stata un’altra? A quell’età ne hanno così poche a disposizione, usano quelle abbreviate e iconiche per chattare, i "xché" e le faccine che risolvono ogni stato d’animo: è il problema dei nostri ragazzi, fanno sempre più fatica a capire quando leggono, racconta l’Ocse-Pisa.


“Corriere della Sera” - 3 agosto 2020
Le cautele necessarie
di Ilaria Capua

Incrociare gli sguardi oltre le mascherine ed essere spesso oggetto di uno sguardo di ritorno, uno di quelli che hanno appiccicate le domande, quelle essenziali. Quelle che ti possono cambiare la vita.
Dietro quegli sguardi che hanno recuperato una meravigliosa centralità nel nostro immaginario leggo sempre la stessa domanda: e adesso cosa facciamo? Partiamo dal presente.
Che cosa sta accadendo adesso in Italia e in molti altri Paesi duramente colpiti in primavera? Il virus circola e come ogni virus che si rispetti, si manifesta in maniera diversa a seconda dell'ospite che incontra. In molti casi gira travestito da nulla, esattamente come ha fatto per tutto il mese di dicembre, gennaio e buona parte di febbraio. C'è ma non si vede, e il coronavirus passa tra di noi senza farsi riconoscere né notare.


"Il Sole 24 Ore" -   2 agosto 2020
E l’infanzia fu chiusa tra le mura di casa
di Paolo Legrenzi
Età evolutiva. Massimo Ammaniti ragiona sui riflessi del coronavirus

Massimo Ammaniti ha insegnato all’università La Sapienza di Roma ed è uno dei più noti psicoanalisti italiani dell’età evolutiva. Chi meglio di lui poteva interrogarsi su quel che è successo ai nostri figli al tempo del coronavirus? Non facile rispondere in assenza di ricerche affidabili. Assenza non sorprendente: se un professore di Padova non avesse deciso di fare un test esaustivo, non avremmo avuto neppure misure accurate sul piano biologico. Ammaniti ha però aggirato l’ostacolo in modo brillante sfruttando l’eccezionalità della situazione per riflettere sui modi con cui normalmente i bambini italiani sono istruiti e educati.


“Corriere della Sera” - 2 agosto 2020
Cambiamo così la nostra scuola
di Francesco Giavazzi
Moltissimi ragazzi lasciano gli studi e finiscono nel limbo: non studiano e non lavorano.

Nei progetti che l'Italia invierà a Bruxelles con la richiesta dei finanziamenti del Recovery Fund, vi sarà,
mi auguro, un capitolo riguardante la scuola. Questo governo ha finora sot¬tovalutato i problemi della scuola.
Le ha lasciate chiuse per sei mesi, un periodo più lungo di qualsiasi altro Paese al mondo; ora pensa di aprirle
 il 15 settembre, per poi richiuderle dopo pochi giorni così da poter usare alcune aule come seggi elettorali.
Invece, senza fermare la scuola, si potrebbero collocare i seggi nei Comuni o in qualche altro ufficio pubblico.
Infine la ministra Azzolina si è applicata a lungo a studiare il colore dei nuovi banchi, con rotelline.


"Il Sole 24 Ore" -   2 agosto 2020
Piante intelligenti, atenei umiliati e idee buone (che vengono in Italia)
di Paolo Bricco
A tavola con Stefano Mancuso.
Il neuroscienziato della vegetazione ha rifiutato le offerte americane «Ma 1.800 euro all’anno di fondi nazionali sono davvero pochini»

«Lei sa qual è la cifra di fondi pubblici che il mio laboratorio riceve dallo Stato italiano per la ricerca? Milleottocento euro all’anno. Sa quanti, fra i miei collaboratori all’università, alla fine hanno ottenuto una posizione strutturata in Italia? C’è riuscita una persona. All’estero, invece, non meno di sessanta miei allievi hanno posizioni accademiche stabili. Oggi sembrano tutti ebbri di gioia per la possibilità che ha il nostro Paese di fare nuovo debito grazie all’ultimo accordo europeo. Non entro nel merito della politica nazionale e comunitaria. Sicuramente è andata nel migliore dei modi possibili. Parlo però di quello che conosco. E, dunque, dico che sarebbe il caso che iniziassimo a osservare bene come funziona la nostra università.


“la Repubblica” -  31 luglio 2020
L’Università vada a lezione
di Carlo Galli
I cambiamenti necessari alla ripartenza

Dalla progettazione delle linee fondamentali di rinascita del Paese non può mancare il potenziamento dell’Università. Si dovranno evitare due rischi che oggi si corrono: l’università-parcheggio, nella quale si vivacchia senza prospettive, e l’università-officina, esclusivamente dedicata a produrre figure utili a un certo ambito economico. La seconda prospettiva è migliore della prima, ma resta asfittica. All’Università un Paese avanzato deve chiedere, in realtà, di essere il lievito scientifico e culturale della società, che la fa crescere e maturare.
La funzione dell’Università è complessa: da un lato è di elaborare sapere avanzato, innovativo, dall’altra è di fare da volano allo sviluppo economico e tecnico. Accanto a ciò, l’Università ha il compito di portare ai giovani quel sapere, e di preparare le nuove generazioni di docenti. Mentre la sua “terza missione” è, oggi, la divulgazione di alcuni saperi alla società.


“la Repubblica” -  29 luglio 2020
Storia di un preside nel suo giorno di ordinaria follia
di Paolo Di Paolo
Il nuovo romanzo di Marco Lodoli

I libri di Marco Lodoli hanno un tono, una voce che è solo sua. Sono elegie, «favole contemporanee», con personaggi sempre un po’ stralunati, disorientati dalla vita e schiacciati dalle sue fatiche, dai suoi ostacoli, però capaci di stupirsi. Quando, nel 1986, uscì il romanzo d’esordio di Lodoli, Diario di un millennio che fugge, Pietro Citati si fermò proprio sulla voce: la definì «sfacciata, proterva, disperata, furibonda, candida, metafisica ». È così, esattamente così – sfacciata, proterva, disperata, furibonda, candida, metafisica – la voce del nuovo romanzo, Il preside (Einaudi). Un preside che sta per andare in pensione si barrica nella sua scuola con due ostaggi, ha un fucile da caccia, e molte cose da dire prima di arrendersi. Fuori, naturalmente, c’è la polizia, ci sono i giornalisti in attesa.


“la Repubblica” -  27 luglio 2020
Scuola, a lezione dal "maestro" Caproni
di Curzio Maltese

Giorgio Caproni, il poeta, faceva il maestro alle elementari. La mattina gli alunni lo trovavano in classe davanti alla lavagna con sguardo teso e preoccupato. «Bambini, sono disperato. Il direttore vuole sapere qual è la superficie della nostra lavagna e non mi ricordo come si fa a calcolarla. Ho paura che mi licenzi». I bambini in coro: «No! Ti aiutiamo noi!». Dopo averci pensato un po’, qualcuno gridava: «Base per altezza!». E il maestro: «Giusto, bravo, adesso ricordo. Ma perché l’area del rettangolo si misura base per altezza?». Quei "perché" creavano lo scompiglio tra i bambini. Ne venivano fuori belle discussioni, ogni giorno con un argomento diverso e, al termine delle lezioni, il maestro non dimenticava di ringraziare i suoi scolari per avergli risparmiato l’ennesimo possibile licenziamento. Il ricordo di questo geniale metodo di insegnamento socratico era uno dei racconti preferiti di Vincenzo Cerami, caro amico di Caproni, il più grande lirico del Novecento italiano.


“la Repubblica” -  27 luglio 2020
Il ricatto subìto dalle donne
di Cristina Comencini

Va bene, ora le donne andranno a passare qualche giorno di vacanza, se possono.
Con i bambini, o i genitori anziani se ci sono ancora, dopo aver passato mesi di confinamento a lavorare a casa, con i figli da fare studiare e intrattenere, o dopo aver perso il lavoro o aver capito che se era difficile trovarlo prima, ora lo sarà anche molto di più. Tengono duro perché sono abituate a farlo. Leggono sui giornali che loro simili vengono uccise quasi quotidianamente dai compagni, che figli non se ne fanno più e l’Italia è il posto più vecchio d’Europa, che gli asili nido poi non li ha mai costruiti nessuno, e che la scuola non ha mai riaperto quando negli altri Paesi i bambini e gli studenti hanno ripreso ad andarci.


"Il Sole 24 Ore" -  26 luglio 2020
Ma quel vegetale capisce?
di Giorgio Vallortigara
Enigmi verdi. Nonostante sia assodato che le piante reagiscono a stimoli singoli ripetuti, studi recenti non sono riusciti a dimostrare che siano capaci di apprendimento associativo.

I lettori non più giovanissimi probabilmente ricordano uno sceneggiato Rai del 1975 – in tre puntate, l’equivalente di un’odierna miniserie Netflix – dal titolo «La traccia verde». Il protagonista, lo scienziato Thomas Norton, interpretato dal compianto Sergio Fantoni, grazie a una macchina della verità di sua invenzione è in grado di rilevare un segnale che viene emesso dalle piante quando assistono a episodi di violenza su altri esseri viventi. Una dracena, o tronchetto della felicità, presente sulla scena del delitto consentirà a Norton/Fantoni di individuare il colpevole di un omicidio e assicurarlo alla giustizia.
Lo sceneggiato conobbe una grande popolarità e contribuì a rafforzare nelle persone l’idea che le piante percepiscano, comunichino e apprendano.


“Corriere della Sera” - 25 luglio 2020
Forum per pensare il nuovo Rinascimento
di Andrea Illy e Klaus Schwab
La proposta L'Italia si troverà ad affrontare importantissime sfide. Serve una riflessione per non farsi trovare impreparati

Da oltre un decennio, l'economia italiana non raggiunge una performance soddisfacente. Eppure, è innegabile che l'Italia sia ricca di risorse intangibili e opportunità. Dove sta il problema? Due sono le cause: l'instabilità politica (66 governi in 74 anni) e un debito pubblico troppo elevato, eredità degli Anni Ottanta.
Nel 1994 il debito superò il 120% del Pil, ma nella decade successiva il Paese imboccò un incoraggiante percorso di risanamento, grazie alla maggior crescita economica e alla conseguente riduzione del debito, che si avvicinò alla soglia più sostenibile del 100%. Purtroppo, la doppia crisi finanziaria globale del 2007-2008, insieme a quella dell'euro nel 2011-2012, interruppe questo circolo virtuoso, portando a una perdita del 25% del Pil nel 2014 e al record nella percentuale di debito pubblico, che raggiunse il 135%.