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2021- Recensioni

Recensioni 2021 da gennaio a marzo 

 

 

Recensioni 2020 - Recensioni 2019 - Recensioni 2018 -A- - Recensioni 2018 -B- Recensioni 2016

 

Col senno di poi  A regola d'arte  Microbiota ≈ Clima, come evitare un disastro ≈ Le leggi della Natura  Le Ere Geologiche  Il virus buono ≈ Tre pisane in trincea  Chi vince al tiro alla fune? Giochi con le forze  Migranti LGBT. Pratiche, politiche e contesti di accoglienza ≈ Il ruolo dell'ereditarietà morbida in Darwin. Il debito di Darwin nei confronti di Lamarck  Politiche della città  Amaratera mia / io vado via ≈ Cibo e paesaggio


 

 

col senno di poi

 Antonio Tolomei, Col senno di poi. Posologia rima di dire o di fare. Saggezza in pillole, pp. 72, MWS Capannori (Lu), 2021, Euro 12,00

I proverbi: tra banalità e saggezza

Luciano Luciani

 

Il mondo si divide tra coloro che hanno fiducia nei proverbi e quanti, spesso a ragione, in essi percepiscono un’aria di chiuso e di scontato. Per Carlo Laurenzi, giornalista e scrittore livornese, direttore della “Fiera Letteraria” e collaboratore della “Stampa” e del “Corriere della sera”, il proverbio “ci livella nell’abbiezione della prudenza”. Un giudizio severo ma formulato cinquant’anni fa, quando era prassi consueta, soprattutto fra gli intellettuali, rovesciare i punti di vista e ribaltare il senso comune: e, diciamo la verità, lì, negli adagi popolari, poche parole per dettare modeste norme di vita, di conformismo ce n’è davvero tanto.

Più disponibili nei confronti dei proverbi i nostri Romantici, innamorati del popolo e della sua efficace espressività. Così il toscano di Monsummano, Giuseppe Giusti, poeta, scrittore e patriota li loda perché sono “un autentico tesoro di lingua viva e schietta… espressione sintetica della millenaria saggezza d’un popolo, mettendone in debito risalto i pregi e i difetti, le qualità e i limiti”. Né minore appare in proposito l’entusiasmo di Niccolò Tommaseo scrittore, linguista e ardente sostenitore della causa nazionale: “i proverbi italiani, i proverbi delle nazioni tutte, quello, dopo la Bibbia, sarebbe il più filosofico, il più poetico, il più sublime dei libri”. Ma due secoli or sono era un tempo in cui qualsiasi manifestazione dell’animo popolare diventava una bandiera da sventolare contro gli oppressori e i tiranni della patria. Oggi, riguardo al loro valore normativo ci andiamo un po’ più cauti e siamo più propensi a dare ragione a uno scrittore e giornalista come Ugo Ojetti che già un secolo fa ci metteva in guardia sulla reale carica di verità presente nelle massime e nei motti diffusi: “I proverbi o ripetono logore verità con l’aria saputa di chi vedendo il sole ti avverte che è giorno, o si contraddicono l’un l’altro tanto bene che alla fine la cosiddetta saggezza dei popoli sembra riassumersi in una massima sola: – Règolati come ti capita, ché forse avrai ragione”.

Antonio Tolomei, vulcanico operatore culturale lucchese che senza badare agli anni si muove agilmente tra musica, poesia, scrittura sempre ispirate a una tenace difesa delle tradizioni, innamorato della sua terra e della sua gente, ci fornisce in queste pagine un repertorio vasto, anche se non esaustivo, delle massime, degli adagi, delle sentenze e dei motti ancora presenti e circolanti nel suo territorio. L’Autore, presta una particolare attenzione - e come potrebbe essere altrimenti? – a quelli più diffusi nelle campagne intorno a Lucca, quella Piana che ancora una volta si rivela come uno straordinario serbatoio di saperi contadini, sotto metafora o in rima, legati di solito alle pratiche religiose e devozionali, al ciclo delle stagioni e ai lavori nei campi, al cibo, alla salute… E ne arricchisce il repertorio con aforismi originali, aneddoti e piccole storie di personale invenzione, ma assolutamente fedeli allo spirito della saggezza diffusa nelle campagne di questo lembo di Toscana.

Per questo, si parva licet componere magnis, è in buona, anzi ottima compagnia, Antonio Tolomei: nientemeno che quella dell’insigne filosofo greco Aristotele per il quale i proverbi sono nient’altro che “avanzi dell’antica filosofia, conservatisi fra molte rovine, per la loro brevità e opportunità”.

E, lo sappiamo tutti, è proprio con gli avanzi che si ottengono cibi sostanziosi e sapidi come pochi altri. Che so, la ribollita oppure i minestroni di fagioli.

 


 

 

 

A regola d'arte

Donatella Fantozzi, A regola d'arte. La street art tra didattica della legalità e paradosso della trasgressione, ETS - Pisa pp. 120, euro 12,00

 

La possibilità di attivare nelle aule scolastiche un processo formativo che si basi sul binomio arte e legalità, o se vogliamo sul trinomio arte, legalità e trasgressione, è molto più facile a farsi che a dirsi.

A regola d'arte, tra didattica, legalità, trasgressione e immaginazione
C’è bisogno di costruire ponti intergenerazionali e interculturali che colleghino le istituzioni formali con l’informale
Il volume propone un approccio all’educazione civica, alla cittadinanza e alla legalità, attraverso il paradosso della trasgressione dato dalla cosiddetta street art, che permette di trasformare la regola infranta in possibilità inedite e creative di espressione di sé, ma anche del senso di appartenenza alla comunità nella quale si è inseriti. Contaminando l’intervento istituzionale canonico con forme espressive e strategie comunicative non contemplate dai curricoli scolastici, è possibile favorire lo sviluppo di competenze necessarie per affrontare con spirito critico le sfide che la vita propone. Perché ciò si realizzi occorre fare breccia nella rigidità della certificazione istituzionale e riconoscere che la formazione si alimenta di moltissime agorà fisiche e virtuali, spesso esterne ai percorsi canonici, ma non per questo estranee. Attraverso la street art le pareti degli edifici pubblici, in particolare di quelli scolastici, possono diventare lo scenario di una vera e propria mostra di strada permanente a cielo aperto, un’espressione artistica a futura memoria, oltre a rappresentare, contemporaneamente, un gesto di appropriazione reale, da parte dei giovanissimi studenti, del contesto scolastico e del territorio di vita. È così possibile alimentare, inconsapevolmente, magari, e tuttavia in maniera profonda, il sentimento di appartenenza, di condivisione, di reciprocità e di rispetto.

 

 

Donatella Fantozzi è Ricercatrice di Didattica Generale e Pedagogia speciale presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. Si occupa di progettazione didattica interdisciplinare e inclusiva, di Disturbi Specifici dell’Apprendimento, della formazione dei docenti. Tra le sue pubblicazioni: DSA e fruibilità dei libri di testo nella scuola primaria (ETS, 2016), Insegnare e apprendere. Itinerari pedagogici e didattici nella scuola dell’infanzia e primaria (eds, ETS, 2019).

 

 


 

 

Microbiota, l’arma segreta del sistema immunitario

Maria Rescigno Microbiota, l’arma segreta del sistema immunitario. Conoscere e prendersi cura del migliore amico della nostra salute Vallardi Editore, 2021 pp. 185, € 16,90

 

Maria Arcà da Galileonet.it

 

L’immagine dell’apparato digerente come un fiume che attraversa una grande tenuta agricola permette a Maria Rescigno, ricercatrice e grande esperta di microbiota, di spiegare il ruolo e le funzioni di quell’insieme dei microrganismi che tempo fa veniva indicato come “flora batterica”. La tenuta agricola rappresenta l’organismo e i suoi confini equivalgono alla pelle; le rive del fiume ben protette, che lasciano giungere nella tenuta solo prodotti ben selezionati ed utili, rappresentano le pareti dell’intestino mentre le cascine, i campi, gli orti e le attività che si svolgono nella tenuta rappresentano i distretti del corpo con le loro funzioni sempre interconnesse.

Il flusso di alimenti, necessario alla vita, giunge alle diverse parti del corpo proprio attraverso il “fiume” ma deve prima essere trasformato in molecole abbastanza piccole da attraversare la parete intestinale e immettersi nel sistema circolatorio. Le rive del fiume sono fittamente popolate da differenti specie di microrganismi che comprendono batteri, funghi e talvolta anche virus. Alcuni di questi simbionti (con-viventi) sono fondamentali per la nostra esistenza: infatti sono capaci di trasformare le molecole complesse in molecole semplici, mettendo così in circolo anche quelle che il nostro corpo non riesce a produrre come, ad esempio, la vitamina K e alcune vitamine del gruppo B. Altre specie di microrganismi, però, possono provocare infezioni o malattie: sono i patogeni che dall’intestino possono invadere alcuni tessuti e dare origine, ad esempio, a cistiti e vaginiti.

Tuttavia la varietà delle specie di questi nostri conviventi è così ricca, e le loro funzioni così importanti e così integrate a quelle del corpo da suggerire a Joshua Lederberg – un famoso biologo – la possibilità di considerare il microbiota come un organo aggiuntivo, e il suo DNA come parte integrante del nostro patrimonio genetico. Il complesso dei diversi DNA del microbiota viene indicato come microbioma: la sua analisi permette di individuare le diverse specie presenti nell’organismo e, soprattutto, la loro qualità, cioè la loro percentuale all’interno del microbiota.

Data la loro importanza, suggerisce Maria Rescigno, è necessario averne cura, accorgersi dei benefici che apportano e sopperire con diete appropriate alle esigenze nutrizionali delle diverse specie di simbionti. Questi cominciano a colonizzare il corpo fin dalla nascita, e il nostro nutrimento quotidiano può favorire la proliferazione di alcune specie a scapito di altre.

Accorgendosi delle conseguenze – più o meno benefiche – di un certo tipo di alimentazione, si può cercare di alterare la composizione del microbiota selezionando e preferendo quei cibi che potenziano la crescita di specie particolari. Non ci sono, in realtà, regole generali per la manutenzione del proprio microbiota; per questo l’autrice consiglia una vigile attenzione al funzionamento quotidiano, imparando a riconoscere il proprio enterotipo e costruire per esso il microambiente adatto, consapevoli del fatto che un buon microbiota può aiutare a vivere meglio.

Questa autoconsapevolezza è molto importante perché l’appartenenza a un entero-tipo o ad un altro può favorire una risposta efficace ad alcune terapie, per esempio nel caso di tumori. Per fortuna, commenta l’autrice, è facile, modificando l’alimentazione, modificare di conseguenza il proprio enterotipo; inoltre il microbiota individuale cambia insieme all’organismo che lo ospita. Per quanto riguarda i benefici apportati si tratta, come insiste l’autrice, di ricerche ancora in corso che hanno dato ottime indicazioni ma non risultati definitivi.

Nel libro, in piccoli box, si trovano spunti di approfondimento e riferimenti alla situazione pandemica attuale: si apprende così che alcuni microrganismi stimolano il sistema immunitario producendo le immunoglobuline A – le IgA – che possono neutralizzare all’origine l’infezione virale e contrastare la replicazione dei virus, compreso il Covid-19. In una “galleria di ritratti” vengono presentate le caratteristiche delle principali specie di batteri distinti prima, genericamente, in “cattivi” e “buoni” e, successivamente, in gram-positivi e gram-negativi, secondo la biochimica della loro membrana cellulare. La presenza di molte componenti batteriche, infatti, può generare nell’organismo importanti segnali di allarme, stimolandolo ad attivare poi difese immunitarie specifiche e aspecifiche. Ma per esempio, nei casi più gravi di Covid-19, le cellule del sistema immunitario possono reagire al virus scatenando una risposta “esagerata”, conosciuta come tempesta citochinica che può avere gravi conseguenze per l’organismo infettato.

Nella seconda parte del volume, l’autrice descrive come agire sui nostri simbionti. E’ importante saper ascoltare il proprio corpo per riconoscere le attività del microbiota intestinale e sperimentare le possibilità di modificarlo, di attivarlo, di stimolarne il funzionamento. Le fibre e tutti gli altri nutrienti che la nostra dieta fornisce al microbiota sono chiamati prebiotici, i microrganismi che li utilizzano sono chiamati probiotici e le sostanze rilasciate dai probiotici nell’organismo sono considerate i postbiotici. Conoscere le funzioni di questo complesso sistema di interazioni è molto importante e nel libro vengono dati consigli per imparare a preparare in casa cibi fermentati che possono i utili al mantenimento dei microrganismi. Conoscendo le caratteristiche nutrizionali dei differenti alimenti e seguendo le indicazioni riportate in appendice, è possibile una responsabile cura del proprio corpo e del proprio microbiota, che può essere stimolato in modo da produrre i postbiotici necessari senza ricorrere agli integratori alimentari. Esercizio fisico e digiuno intermittente sono consigliati dalla Rescigno come utili coadiuvanti per una vita sana e per la costruzione di un vero e proprio stile di vita che tenga conto anche delle peculiarità individuali.

 

 


  

Clima, come evitare un disastro

Bill Gates “Clima, come evitare un disastro” Le soluzioni di oggi le sfide di domani, La nave di Teseo, Milano, 2021, 393 pagine.

 

 

 

Non è semplice prendere la decisione di dedicare un numero non indifferente di ore ad un libro certo ponderoso, ma che affronta probabilmente l’argomento più importante e angosciosodella storia della nostra specie. Infatti il problema che si pone in termini di alcuni decenni, non è quello delle difficoltà che l’umanità dovrà affrontare per permettersi il  livello di vita e di consumi sempre in crescita, ma se sarà possibile assicurare un futuro alla nostra specie in un pianeta che sarà sempre più ostile fino, appunto, al disastro. 

Forse può dare un’idea della difficoltà di ordinare tutti gli argomenti da affrontare e relative possibili o futuribili soluzioni è la corposità delle pagine dedicate ai ringraziamenti: ben sei pagine fitte di nomi e mansioni di personaggi autorevoli che hanno aiutato l’Autore nel suo lavoro dedicato “Agli scienziati, agli innovatori e agli attivisti che stanno tracciando la via."

 

Nell'Introduzione: da cinquantuno miliardi a zero. E spiega subito il significato di questi due numeri che accompagneranno tutto il lavoro. Questi si riferiscono alle tonnellate di CO2 prodotte in un anno dall’uomo tonnellate che dovranno passare dal numero astronomico a zero entro il 2100. Se dovessimo fallire questo obiettivo le condizioni climatiche del pianeta diverrebbero tanto più inospitali quanto maggiore sarà la distanza da zero. Il perché viene spiegato in dettaglio. E gli scenari sono analizzati con precisione citando le fonti.

 

Gates ha un modo di esporre chiaro e preciso, riesce a spiegare senza difficoltà problemi complessi come la variazione del clima, l’innalzamento delle acque negli oceani, le conseguenze per le popolazioni rivierasche e le difficoltà di far fronte alla estremizzazione dei fenomeni atmosferici.

 

Affronta questa fatica in 12 capitoli e in una postfazione dedicata alla pandemia da Covid-19.

 

L’Autore non ha certo la pretesa di fornire immediate soluzioni ai problemi presentati, ma la narrazione parte sempre da un problema, ne individua gli aspetti essenziali, mette in evidenza quali sono gli aspetti che più ostacolano il mantenimento dell’equilibrio termico. Indica poi quali sono le strade per evitare ulteriori emissioni e, in mancanza di soluzioni immediate, si affida a delle strade non ancora completamente battute, che possono rappresentare delle soluzioni idonee in tempi brevi. Naturalmente non si nasconde che questo obiettivo, di raggiungere emissioni 0 presenta difficoltà in tutti i campi, primo fra tutti quello economico. La produzione di energia elettrica senza ricorrere ad alcuna emissione di biossido di carbonio è certamente possibile, ma costa molto, molto di più. Questo aumento di costi si giustifica solo con la conservazione di condizioni ambientali favorevoli alla nostra specie al mantenimento delle nostre favorevoli condizioni di vita estese a tutti gli abitanti umani del pianeta.

 

Bill Gates si è ritirato dalla Microsoft, che fondò nel 1975, in modo definitivo nel 2014 per diventare l’uomo più ricco del mondo per tre anni con un patrimonio di circa 90 miliardi di dollari. Il suo capitale, investito con evidente oculatezza nel 2021 è continuato a salire fino a 125 miliardi anche dopo la creazione della Fondazione Bill & Melinda Gates, ritenuta la più grande del mondo. Nel libro la cita spesso il ruolo della sua fondazione nella ricerca di soluzioni per rientrare il più presto possibile nei limiti delle emissioni previste per una favorevole stabilizzazione della temperatura della Terra. Il sostegno economico fornito a molte aziende impegnate nella ricerca di produzioni non inquinanti non sono stanno dando ottimi risultati, ma si è dimostrato un investimento economicamente vantaggioso.

 

A seguito della pandemia di COVID-19 del 2019-2021 molti giornali hanno riportato un discorso di Gates in una TED conference del 2015 in cui affermava che: «Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone nelle prossime decadi, è più probabile che sia un virus altamente contagioso invece di una guerra. Non missili ma microbi.», suggerendo di investire dei soldi sui vaccini e sulla preparazione del personale sanitario. (da Wikipedia)

 

Lettura piacevole, ricca di informazioni che infonde un po’ di fiducia e di speranza non solo grazie alle buone intenzioni e ai risultati fin qui ottenuti ma anche alle scelte per il futuro che vengono indicate.  

 

 

 


 

                                                   Giuliano Tallone Le leggi della natura. Politiche e normative per l'ambiente in un mondo globalizzato ETS - Pisa, pp. 362, euro 30,00                

Le leggi della Natura

Le leggi della natura

In un libro, politiche e normative per l’ambiente per i nostri tempi

 

Cambiamenti climatici, modificazioni globali degli ecosistemi, consumo delle risorse naturali, diseguaglianze e povertà sono le preoccupazioni della generazione di Greta Thunberg e dei Fridays for Future. Quali sono state le risposte a livello politico e legislativo nel corso dell’ultimo secolo? Qual è il quadro normativo attuale internazionale, europeo e nazionale sulla conservazione della biodiversità e come esso si coordina con le iniziative sul clima e con le politiche ambientali più generali? Qual è il ruolo delle aree protette in una prospettiva strategica più ampia? 

 

E perché le normative sul paesaggio e i parchi in Italia hanno avuto un successo solo parziale, tra condoni e ripetuta stratificazione normativa? A queste domande cerca di rispondere questo volume, pensato come guida per gli studenti dei corsi universitari in conservazione della natura e legislazione ambientale, ma utile per chiunque, attivista ecologista o cittadino informato, voglia farsi un’idea dell’attuale situazione, delle prospettive e delle priorità per le politiche ambientali nell’immediato futuro. Un manuale tra ecologia, storia della conservazione, diritto ambientale ed economia politica per imparare dall’esperienza e dagli errori del movimento ambientalista del ‘900 e cercare di invertire la pericolosa rotta sulla quale stiamo navigando.

Giuliano Tallone, dottore di ricerca in ecologia e gestione delle sue risorse, è professore a contratto presso il corso di laurea in Scienze Ambientali presso Sapienza Università di Roma, e dirigente della Regione Lazio dove si occupa di turismo sostenibile. È stato in precedenza Direttore dei Parchi Nazionali della Val Grande e del Circeo, dell’Agenzia Regionale dei Parchi del Lazio e Presidente della LIPU-BirdLife Italia, dal 2003 al 2011. È autore di diversi articoli e volumi, tra i quali I parchi come sistema (ETS 2006).
 


 

 

Le Ere Geologiche un viaggio di 500 milioni di anni sui Monti Pisani

Le Ere Geologiche
Un viaggio di 500 milioni di anni sui Monti Pisani

 

Illustrazione di copertina di Silvia Battaglini
Mercoledì 24 febbraio alle ore 17.00 verrà presentato il volume "Le Ere Geologiche: un viaggio di 500 milioni di anni sui Monti Pisani", realizzato dal Museo e a cura di Giovanni Bianucci e Chiara Sorbini.

La presentazione si svolgerà in diretta streaming sui canali facebook e Youtube del Museo. Link alla diretta Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=KW3ECCrLxTw.

 

Con questo volume si inaugura la nuova collana di guide alle esposizioni del Museo, in linea con il profondo rinnovamento degli allestimenti che ha preso forma negli ultimi anni. Le guide sono pensate per accompagnare i visitatori durante il percorso al Museo ma anche come utile strumento didattico nelle classi e come piacevole lettura di approfondimento da casa. A questa prima pubblicazione, dedicata alla Galleria delle Ere Geologiche e alla Sala della preistoria dei Monti Pisani, ne seguiranno altre a comporre un cofanetto che illustrerà il Museo nella sua interezza.

La guida, come anche la Galleria delle Ere Geologiche, è dedicata al Professor Marco Tongiorgi.

L’evento, presentato dal Direttore del Museo, Damiano Marchi, prevede gli interventi di Elena Bonaccorsi, Giovanni Bianucci, Alberto Collareta e Simone Farina.

Un viaggio, iniziato 500 milioni di anni or sono, che illustra come durante le Ere Geologiche il paesaggio, il clima e la vita si siano evoluti continuamente.
Rigogliose foreste equatoriali, deserti, mari costieri e profondi oceani nell'ultimo mezzo miliardo di anni si sono avvicendati dove oggi sorge il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, come ci testimoniano le rocce e i fossili dei Monti Pisani.
Questo ritorno al passato arriva molto vicino a noi, con la comparsa dell'uomo sui Monti Pisani, di cui abbiamo le prime testimonianze nei manufatti paleolitici ritrovati nelle grotte.

 

Il volume sarà in vendita presso il bookshop del Museo appena sarà possibile la riapertura.

Comunichiamo ai gentili visitatori che, a causa delle disposizioni governative in vigore, a partire da sabato 13 febbraio 2021 e fino a nuove disposizioni il Museo è chiuso al pubblico. Ci auguriamo di poter riaprire presto, nel frattempo vi invitiamo a seguirci online, sul sito e sulle nostre pagine social!

 

 


 

 

Il virus buono

Guido Silvestri, Il virus buono. Perché il nemico della salute può diventare il nostro migliore alleato

Rizzoli, 2019

 

Lucia Torricelli

 

Racconti di vita e gustose metafore sono gli ingredienti che Silvestri utilizza per coinvolgere e guidare il lettore nell’universo variegato dei virus. L’ampio spettro delle interazioni tra virus e sistema immunitario e le relative implicazioni biologiche sono il nucleo della narrazione intorno al quale ruotano la storia delle epidemie che si sono succedute nel tempo; la portata rivoluzionaria del sequenziamento del genoma umano; i grandi progressi della biologia molecolare e della genomica applicati alla medicina per il miglioramento della qualità della vita; i risultati acquisiti e le prospettive future della ricerca.

 

Nell’immaginario comune i virus sono una minaccia per la nostra salute, come insegna la storia delle epidemie antiche e recenti. A una indagine più approfondita si scopre la faccia meno minacciosa di queste microscopiche costruzioni inventate dalla creatività della natura, al confine tra vita e non vita, dall’origine incerta. I virus coprono un ruolo importante nella storia della vita e dell’evoluzione. Abitano sulla Terra da alcuni miliardi di anni e hanno avuto a che fare con tutti i sistemi viventi, dai batteri fino a Homo sapiens.

Forse dobbiamo concedere qualche attenuante quando decidono di scatenare la guerra che proprio noi provochiamo nella maggior parte dei casi invadendo e distruggendo gli ecosistemi in cui i virus convivono pacificamente con altre specie.

Miliardi di virus fanno parte del microbioma che influenza alcune funzioni del nostro organismo; il DNA contiene residui virali da cui possiamo risalire alla nostra storia genetica ed evolutiva; geni di origine virale sono coinvolti persino nella formazione della placenta, “l’organo da cui scaturisce la nostra esistenza come individui”. Virus inattivati e resi innocui con interventi di ingegneria genetica sono utilizzati come vettori nella preparazione di alcuni vaccini, nella terapia genica per sostituire geni malati con geni sani e in altri settori della ricerca biomedica implementati dai continui progressi della biologia molecolare.

 

Molto più piccoli dei batteri, i virus sono fatti di una stringa di DNA o RNA in una guaina proteica, il minimo equipaggiamento per assicurarsi la replicazione.

Cosa può accadere quando un virus ha la chiave giusta per entrare nelle nostre cellule e viene intercettato dal sistema immunitario?

Il sistema immunitario è un sistema estremamente sofisticato, una specie di polizia di frontiera che presiede al controllo dell’identità genetica di ciascuno di noi e alla difesa dalle malattie provocate da virus, batteri, funghi potenzialmente patogeni. La storia della vita e dell’evoluzione ci dice che la natura non funziona secondo rigide categorie dicotomiche o schemi prestabiliti, ma preferisce sfumature e scenari flessibili, adattabili alla contingenza.

Nell’interazione con un virus Il sistema immunitario potrebbe decidere di non agire e di mettere in atto una tolleranza immunitaria oppure attaccare. È una partita su due fronti dal risultato imprevedibile, influenzato da molteplici fattori. Nella maggior parte dei casi, scrive Silvestri, «la pace è la regola, la guerra è l’eccezione. Il virus trova la sua nicchia, dove si replica e non fa danni, il sistema immunitario osserva e lascia correre. Questo conflitto tra guerra e compromesso è una situazione frequente in natura. Se il Sistema immunitario è deficitario si perde la capacità di compromesso e l’organismo soccombe».

Il compromesso è la scelta più saggia, la meno dispendiosa e la più conveniente, anche perché i virus non sono autosufficienti, ma parassiti obbligati di una cellula vivente; non hanno nessun interesse a distruggere la cellula di cui sfruttano la macchina metabolica per raggiungere il loro unico obiettivo: moltiplicarsi passando di cellula in cellula per assicurarsi il maggior numero di copie del loro patrimonio genetico.

Possono diventare temibili aggressori quando cambiano ambiente e devono adattarsi a un nuovo territorio che non conoscono, come accade nel passaggio da un animale, dove il virus convive senza fare danni, all’uomo. È la causa remota della la pandemia in corso di Sars-Cov-2 . Persino il temibile virus Ebola, uno dei peggiori killer in circolazione, manifesta la sua violenza solo se incontra un ospite che non ha mai frequentato e al quale cerca di adattarsi. In questo caso il sistema immunitario non dispone delle armi giuste per affrontare un virus che non ha mai conosciuto e che non ha memorizzato. La capacità di ricordare il profilo genetico dell’invasore è fondamentale per intervenire prontamente in un eventuale successivo incontro, come avviene per la protezione vaccinale.

L’efficacia dell’azione difensiva è basata sul coordinamento e la comunicazione fra tutte le componenti del sistema e sull’attività integrata di cellule specializzate: linfociti B, produttori di anticorpi specifici in grado di neutralizzare l’agente patogeno attraverso un legame molecolare chiave-serratura, linfociti T, coordinatori dell’attività immunologica e altri a sistemi di attivazione e modulazione.

 

Nonostante l’alto grado di specializzazione e di organizzazione di questo sistema, i virus sono in grado di mettere in atto sofisticate strategie per sfuggire alla vigilanza immunitaria, come avviene per HIV, l’agente eziologico dell’AIDS che riesce a eludere la vigilanza immunitaria e a garantirsi per lungo tempo la sopravvivenza nell’organismo. HIV è un retrovirus, un ampio gruppo piuttosto eterogeneo. Silvestri dedica molte pagine a questo argomento che lo ha coinvolto nel suo appassionato percorso di ricerca. Descrive in dettaglio gli esordi dell’AIDS e l’origine di HIV, ricostruita attraverso l’analisi filogenetica che conduce a un gruppo di retrovirus che infettano le scimmie africane. HIV è un virus sfuggente, innocuo nelle scimmie, invincibile nell’uomo. Il suo bersaglio sono i linfociti, le cellule fondamentali del sistema immunitario. La difficoltà di eliminare questo virus e di superare l’infezione definitivamente è legata alle peculiari caratteristiche dei retrovirus.

Il loro ridotto armamentario biochimico comprende la trascrittasi inversa, un enzima che trasforma RNA virale in DNA a doppio filamento che va a integrarsi e a mimetizzarsi nel genoma della cellula ospite, provocando una infezione latente che il sistema immunitario non percepisce. In determinate condizioni il gene retrovirale può attivarsi e iniziare un tumultuoso ciclo di replicazione.

I frequenti errori di copiatura di RNA in DNA producono una infinità di varianti su cui si esercita una pressione selettiva che avvantaggerà le varianti più abili a sfuggire al sistema immunitario. Da qui la difficoltà di disporre di un vaccino e di una terapia che metta definitivamente fuori gioco HIV nel singolo organismo e a livello di popolazione.

 

Nella parte conclusiva Silvestri celebra la bellezza della ricerca e del metodo scientifico e dell’indissolubile legame tra medicina clinica e ricerca biomedica di base. Racconta le motivazioni etiche che hanno guidato il suo percorso professionale, impegnativo e stimolante, nella lotta contro HIV: dal letto del malato al laboratorio per capire più a fondo le dinamiche di una infezione devastante e di un virus di cui ancora oggi rimangono punti da chiarire.

 

“Spesso mi chiedo in che modo vedremo virus e sistema immunitario tra cent’anni, oppure più in là. Forse non li vedremo, perché nel frattempo l’uomo sarà riuscito ad autodistruggersi con le sue assurde e cicliche follie di onnipotenza. O forse saremo riusciti a chiarire quei misteri la cui soluzione appare oggi così lontana, dalla natura delle leggi della fisica a quella dell’origine della vita, dalla regolazione dei nostri geni alla biologia del pensiero e della mente”.

 

 

Guido Silvestri, Perugia 1962, è professore ordinario e capo dipartimento alla Emory Universty di Atlanta. Dal 2001 dirige un laboratorio di ricerca specializzato nello studio dell’infezione da HIV di cui è considerato uno dei massimi esperti del mondo.

  


  

Tre pisane in trincea

Anna Di Milia TongiorgiPaola Pisani PaganelliIsabella Salvini Calamai Tre pisane in trincea Quattro anni di battaglie per il Centro Oncologico Pisano

fuori collana, 82 pagine, cm.14x21, 2021, ISBN:9788846759955

 

Tre storie di donne, Anna, Isabella e Paola che negli anni ’80 si scontrano con il cancro, malattia che a quei tempi veniva nascosta con pudore. Costrette ad un pendolarismo per cure che nella loro città non erano disponibili, le protagoniste raccontano con commozione e ironia i tortuosi percorsi per ottenere una diagnosi e i viaggi della speranza a Milano e a Parigi. Tali sofferenze sfociano in un impegno sociale che si concretizza l’8 marzo 1987 con un’azione provocatoria.

 

In quella epica giornata, Anna, Isabella e Paola raccolgono centinaia di firme per chiedere l’istituzione a Pisa di un Centro per la cura dei tumori. Il libro narra di quattro anni di lotte che portarono alla creazione del Centro Oncologico di Pisa, in un’epoca di trasformazione della sanità nazionale.

 

Nella post-fazione, Pierfranco Conte, primo direttore dell’Oncologia Medica pisana, sottolinea l’attualità del tema della sanità territoriale, oggi al tempo del COVID, come nel periodo di questa storia.

 

 

 

  


 

 

 

Maria Arcà Paolo Mazzoli Chi vince al tiro alla fune? Giochi con le forze Collana MCE RicercAzione

 pdf, ePub, Kindle Illustrazioni a colori Pagine 78 Prezzo € 5,99 Acquisto disponibile presso:

https://store.streetlib.com/it/maria-arca/chi-vince-al-tiro-alla-fune e in tutti gli store con Carta del Docente

  

Le ragioni del libro

- Parlare di forze a scuola con bambini molto piccoli non è semplice. I concetti sono complessi e controintuitivi e devono essere ben chiari nella testa dell’insegnante per diventarlo altrettanto in quella dei bambini.
- Il gioco è il punto di partenza di ogni percorso e fa emergere le concezioni spontanee dei bambini, che si evolvono solo se sono accompagnate da riflessioni collettive sotto la guida dell’insegnante, che costruiscono poco per volta lo sguardo giusto con cui affrontare il problema. Le domande sono fondamentali per costruire questo sguardo, così come l’attenzione al linguaggio.
- Le attività che propone il testo non sono molte ma sono mirate allo scopo di far comprendere come funzioni un sistema di forze, invitano ad approfondire la ricerca, a confrontare situazioni simili in cui ogni volta varia qualche
elemento ed è questa variazione che fa capire poco per volta come funzionino veramente le cose.

Collana MCE RicercAzione Formato pdf, ePub, Kindle Illustrazioni a colori Pagine 78
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Il libro

Perché un elastico si allunga? Chi vince al tiro alla fune? Come fanno le bilance a segnare il peso?

Attraverso attività da sviluppare a scuola i bambini possono imparare a ragionare su normali situazioni di vita o di gioco in cui bisogna “fare forza”, attenti alle percezioni del proprio corpo ma anche alle deformazioni degli oggetti che “fanno forza” a modo loro sotto le diverse sollecitazioni.

Gli elastici rispondono allungandosi alla forza che li tira, gli scatoloni rispondono scivolando sul pavimento, le bilance indicando con appositi meccanismi l’intensità della forza-peso che le schiaccia. Nelle diverse situazioni si mette in evidenza la contrapposizione tra due forze (non si può fare forza da una parte sola), si individuano gli antagonisti e si cerca di capire come si costruiscono le varie situazioni di equilibrio. I ragazzi discutono sulla loro esperienza e propongono spiegazioni che spesso non concordano con “la verità” scritta sui libri. Alcuni trasferimenti di energia sono messi in evidenza in situazioni quotidiane, e se ne avvia la comprensione che potrà

essere approfondita e formalizzata col proseguire degli studi.

 

Indice
Tra didattica e fisica / Perché un elastico si allunga? / A che serve questo libro e com’è organizzato / Cos’è una situazione di apprendimento?

Lo scenario / La disposizione dei bambini / Ruolo dell’insegnante / La forza / Fare forza / Attività n. 1: Parliamo di forza / I modi di fare forza

Attività n. 2: Le forze contrapposte / Confrontare le forze / Pensando a Newton: forza contro forza / I sistemi di forze: le configurazioni chiuse
Perché un elastico si allunga? / Attività n. 3: Tendere gli elastici  / Le forze sono simmetriche / Attività n. 4 - Tirare una sedia con l’elastico
Ancora Newton: quando si muove la sedia? / Forze, movimenti e traiettorie /  Attività n. 5: Fare forza per muovere / Forze ed energia / Il peso è una forza
Attività n. 6: Giochi con i pesi / Attività n. 7: Forze, pesi e bilance pesa-persone

 

Conclusioni / Bibliografia / Gli autori


 

 

Migranti LGBT  

Migranti LGBT. Pratiche, politiche e contesti di accoglienza a cura di N. Martorano e M. Prearo, pp. 224, euro 19,00.

 

È d’altronde nello spazio di questi gap morali che si colloca il potenziale di intervento delle associazioni, dell’attivismo o della ricerca accademica nel campo delle migrazioni LGBTI per svelare le logiche politiche e morali che sottendono i rapporti tra istituzioni e migranti LGBTI, tra Stato e governati, e dunque la politica morale dell’asilo LGBTI.


In un libro, una raccolta di saggi tra interviste, narrazioni e analisi
Questo libro tratta della richiesta di protezione internazionale da parte di soggetti perseguitati nei loro paesi d’origine per la loro identità di genere o il loro orientamento sessuale, e propone un’analisi socio-politica delle logiche istituzionali e delle dinamiche comunitarie che le persone migranti LGBT si trovano ad affrontare in Italia. Il volume nasce dall’incontro di molteplici interessi e desideri di ricerca, riflessione e intervento all’interno e all’intersezione del contesto accademico e del campo dell’associazionismo, ed è il punto di arrivo di un percorso di ricerca che non fugge dalla sua dimensione sociale e politica, ma ne assume la responsabilità, facendosene carico e rivendicandola. I saggi qui raccolti hanno l’obiettivo di mostrare e raccontare realtà spesso (rese) invisibili e invitano a una riflessione che interroghi le pratiche, le politiche e i contesti di accoglienza in cui le persone migranti LGBT sono accompagnate, inserite, portate – e spesso deportate.


Contributi di: Dany Carnassale, Giulia De Rocco, Francesco Della Puppa, Enrico Gargiulo, Calogero Giametta, Olivia Guaraldo, Noemi Martorano, Massimo Prearo, Michela Semprebon.

Massimo Prearo, PhD EHESS di Parigi, Marie Curie Fellow (2013-2015), è attualmente assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze umane dell’Universita di Verona, dove è anche responsabile scientifico del Centro di ricerca PoliTeSse. Ha contribuito alla costituzione della Rete italiana di studi di Genere, Intersex, Femministi, Transfemministi e sulla Sessualità (GIFTS) a cui partecipa attivamente.


Noemi Martorano, dottoranda in Scienze Sociali presso il Dipartimento di Filosofia Sociologia Pedagogia e Psicologia Applicata (FISPPA) dell’Università di Padova, si è laureata in Sociologia e Studi di genere all’EHESS di Parigi con una tesi intitolata E´mergence, organisation et ro^le des groupes de soutien aux demandeur-se-s d’asile LGBTI en Italie.

 


  

Il ruolo dell'eredità morbida in Darwin  

Riccardo Ianniciello Il ruolo dell'ereditarietà morbida in Darwin. Il debito di Darwin nei confronti di Lamarck Editore Aracne, 2020, 88 Pagine, 9,00 €

 

La contrapposizione fra un Darwin «buono» e un Lamarck «cattivo è un noto tòpos della manualistica biologica. L’acuta analisi del naturalista inglese, frutto di una paziente opera di raccolta di dati e della loro meditata rielaborazione, da una parte. La frettolosa ansia dell’accademico francese di escogitare una spiegazione alle proprie brillanti intuizioni sulla manifestazione dei fenomeni evolutivi, dall’altra parte.

Il nostro cervello ama classificare la realtà per categorie dicotomiche. Non sempre, però, l’attitudine alle dicotomie contrapposte si rivela adatta a descrivere una realtà ben più complessa dello schema duale cui ci piacerebbe ricondurla. La contrapposizione radicale tra darwinismo e lamarckismo non descrive efficacemente la complessità delle relazioni che si intrecciano tra l’opera di Darwin e quella di Lamarck. Su questo argomento Riccardo Ianniciello ha prodotto un saggio frutto di una minuziosa ricerca testuale e di un accurato confronto tra le posizioni che Darwin e Lamarck espressero circa il modo in cui si verifica il processo di adattamento dei viventi all’ambiente.

Suddiviso in quattro capitoli, il saggio analizza per prima cosa il contributo di Lamarck alle teorie evolutive, inclusa «una spiegazione scientificamente organica e strutturata delle cause della variabilità degli organismi viventi» comprendente gli effetti dell’uso e del disuso. Successivamente, con il conforto di una ricca dotazione di citazioni frutto di un’attenta frequentazione dei testi darwiniani, l’Autore passa a esaminare il ruolo della eredità morbida in Darwin, il ruolo che Darwin assegna all’ambiente nei processi evolutivi, la presenza nell’opera di Darwin di numerosi, espliciti riferimenti agli effetti dell’uso e del disuso nel produrre modificazioni ereditabili negli organismi viventi.

La conclusione cui l’Autore giunge è che, pur nella incostanza delle posizioni, Darwin abbia sostanzialmente fatto ricorso alle ipotesi lamarckiane di ereditarietà dei caratteri acquisiti in maniera molto più frequente di quanto egli abbia voluto ammettere. Anzi, spesso esplicite prese di distanze dalla teoria lamarckiana dell’evoluzione erano seguite, negli scritti darwiniani, da un inesorabile richiamo ai principi dell’ereditarietà morbida.

Negli anni più recenti, la discussione sulle teorie evolutive e sui meccanismi di trasmissione dei caratteri ereditari, pur ricca di spunti e di impegnative sfide intellettuali, ha sofferto dell’incapacità di prendere una direzione capace di mettere a confronto diverse impostazioni teoriche sulla base dell’aderenza ai dati sperimentali. Il saggio di Ianniciello costituisce un utile stimolo a una riflessione attenta e ben ponderata sui temi evolutivi, a partire dalle fonti originale degli scienziati che posero le basi alle moderne teorie evolutive. Anche se nel testo il riferimento è fugace, la moderna discussione non potrà non tenere conto dei limiti di zoocentrismo di cui soffrono le teorie lamarckiane, un limite storicamente ben comprensibile, frutto dello spirito del tempo, ma che oggi andrebbe superato.

A ulteriore merito del libro, va ascritta l’imparziale correttezza dell’Autore nel concludere il testo con una postfazione, scritta da Francesco Nardi, nella quale, a proposito di Darwin, sono scritte le frasi seguenti:  «Preoccupato fino alla maniacalità di rendere la sua teoria inattaccabile, presenta le teorie alternative in maniera talmente (politicamente) corretta che finisce con l’essere convincente, suo malgrado, anche per il lettore. Pertanto è talvolta difficile distinguere in Darwin un’affermazione positiva da una espressa per completezza, correttezza o semplice minuziosità». Un’avvertenza utile al lettore che abbia scorso con poca attenzione il testo di Ianniciello.

Per concludere, una nota critica, rivolta non certo all’Autore, piuttosto a certe ormai invalse consuetudini editoriali. Mi riferisco alla sostituzione della obsoleta figura del correttore di bozze con il correttore automatico dei programmi di scrittura. È vero, per dirla con Bierce, che il correttore di bozze altri non è che un «malfattore che riscatta la colpa di aver trasformato in perfetta idiozia i tuoi scritti, permettendo al tipografo di renderli incomprensibili». Però viene il sospetto che un qualsiasi, onesto correttore di bozze non avrebbe sostituito tre volte la poco usuale parola «prolusione» con il più dinamico termine «propulsione», determinando un certo ripetuto sconcerto nel lettore. Né che avrebbe lasciato alcune comprensibili sviste di battitura, ortograficamente corrette, a fare imperterrita mostra di sé nel testo.

 

Fabio Fantini


 

 

Politiche della città    

Corrado del Bò, Marco Filoni, Giulia Maria Labriola Politiche della città ETS Editore Pisa pp. 80, euro 10.00

 

La città non riconosce più limiti e misure, non regge la paura. È la morte che entra, o meglio ritorna, fra le pietre e fra le mura. Nelle cantine. È la Tebe descritta da Sofocle nel suo Edipo re, una città in preda al panico.

La città è l'uomo, dice Aristotele
Quali politiche per il futuro?

 

Sin dal suo principio la vita dell’uomo è sempre stata regolata nella città. Che è istituzione del vivere associato, base stessa dell’essere in comune. Al punto che l’uomo vi si riconosce: la città è l’uomo, come ci ha insegnato una volta per tutte Aristotele. Certo, poi non sempre l’uomo si è riconosciuto nella città, anzi. Eppure essa rimane la casa dell’uomo, sempre e comunque. Ecco perché oggi rimane fondamentale interrogarsi sulla sua topografia, sulle sue forme, sulle logiche che ne hanno cambiato volto – e continuano incessantemente a farlo – e sugli ordini che la governano. In una parola: sulle politiche della città.


Corrado Del Bò è professore di Filosofia del diritto presso il Dipartimento “Cesare Beccaria” dell’Università Statale di Milano. È autore di Etica del turismo. Responsabilità sostenibilità, equità (Carocci, 2017).

Marco Filoni è professore di Filosofia politica alla Link Campus University di Roma e responsabile di Treccani Libri. Tra i suoi volumi più recenti: Anatomia di un assedio. La paura nella città (Skira 2019); Kojève mon ami (Aragno 2013); Le philosophe du dimanche. La vie et la pensée de Alexandre Kojève (Gallimard 2010).

Giulia Maria Labriola è professore di Filosofia del diritto presso l’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. Tra i suoi libri: La codificazione del diritto fra storia, tecnica e tendenza (Editoriale Scientifica 2012); La fisiocrazia come scienza nuova (Editoriale Scientifica 2004) e la cura del volume La città come spazio politico (Editoriale Scientifica 2016).

 

 

 


 

 

Amara terra mia    

Stefania Carpiceci Amara terra mia / io vado via”. Cinema italiano e canti della grande emigrazione del NovecentoETS Editore Pisa, pp. 300, euro 27.00

 

Mamma mia, dammi cento lire / che in America voglio andar. / Cento lire io te le dò / ma in America no, no, no. / Suoi fratelli alla finestra: / Mamma mia, lassela andà / Vai, vai pure, o figlia ingrata / che qualche cosa ti succederà

 

Cinema italiano e canti della grande emigrazione del Novecento

 

È a partire dalla grande emigrazione italiana del Novecento che all’interno di questo volume vengono prese in esame alcune note pellicole della cinematografia nazionale: Nuovomondo, Sacco e Vanzetti, Il cammino della speranza, I magliari, Rocco e i suoi fratelli, Così ridevano, Pane e cioccolata, nelle quali si narra di quando ad emigrare all’estero erano soprattutto gli italiani e tra le mete prevalenti c’erano l’America del primo ventennio del secolo scorso, l’Europa del secondo dopoguerra e l’Italia industrializzata del nord, durante il boom economico. Un fenomeno di esodi massicci che le immagini rammentano e reinventano, mentre i canti e le ballate (Mamma mia dammi cento lire, Il tragico affondamento del bastimento “Sirio”, Titanic, Amerigo, Vitti ’na crozza) evocano e ricreano. Lungo un percorso di analisi dalla solida metodologia filmologica e dall’insolita interdisciplinarità che, oltre a richiamare l’attenzione su un tema tanto ampio, quanto contemporaneo, prova a sollecitare il piano di ascolto e di visione di lettori, spettatori, nonché studenti e studentesse a cui questo volume si rivolge.

Stefania Carpiceci è Ricercatrice di Storia del cinema all’Università per Stranieri di Siena. Si occupa di storia e teoria del cinema, di alfabetizzazione e analisi del film, oltre ad aver intrecciato ricerche su sonoro, lingua, musica, migrazione e altro. Collabora con riviste di settore ed è autrice di molti saggi. Tra le sue pubblicazioni Insegnare italiano L2 con il cinema (con P. Diadori e G. Caruso, Roma, 2020), Ai margini del cinema italiano. Soubrette e maggiorate fisiche, artigiani e autori di film minori (Pisa, 2017) e Le ombre cantano e parlano. Il passaggio dal muto al sonoro nel cinema italiano attraverso i periodici d’epoca (1927-1932) (2 volumi, Roma-Dublino, 2012-2013).

 

Se proviamo, come qui abbiamo cercato di fare, a osservare e ad ascoltare quel che il cinema italiano e i canti della grande emigrazione del Novecento riescono, in alcuni casi, a farci vedere e udire attraverso esperienze che, senza rimozione né negazione, senza timore di ricordare, ci possano rendere un po’ più consapevoli di quel che siamo e di come la nostra identità nazionale abbia anch’essa attraversato acque torbide e tracciato percorsi di un lungo periglioso viaggio non dissimile da quello che compiono oggi i tanti immigrati d’Italia, d’Europa e del mondo.


 

 

Cibo e paesaggio 

Cibo e paesaggio

a cura di Alberto Cosner e Angelo Longo Cibo e paesaggio. Riflessioni su alcune pratiche alimentari del Trentino, ETS Editore - Pisa - pp. 168, euro 20,00

 

 

Che legame esiste tra la produzione alimentare e la bellezza di un paesaggio alpino caratterizzato da masi, boschi, muri a secco e pascoli?

 

Una possibile elaborazione a tali domande richiede di riconnettere alcune dimensioni del rapporto tra agricoltura, cibo e paesaggio. Nel corso della storia, infatti, il paesaggio alpino è emerso come prodotto delle attività umane necessarie per soddisfare bisogni primari creando luoghi di vivibilità sostenibile. Attraverso l’analisi di alcune “pratiche di territorio” in Trentino, il volume evidenzia come l’eccellenza dell’agricoltura di montagna e dei suoi prodotti sia il principale antidoto contro l’omologazione delle attività colturali, dei consumi alimentari e dei paesaggi alpini.

 

 

Alberto Cosner, presidente e fondatore della Cooperativa di ricerca TeSto, Territorio Storia e Società, collabora con numerosi enti ed istituzioni trentine e italiane nello studio e nella valorizzazione del patrimonio culturale. Interessato al rapporto tra paesaggio, territorio, spazio e uomo è attualmente membro del Scientific Committee di ITLA inventory group - International Terraces Landscape Alliance.

 

Angelo Longo, socio e fondatore della Cooperativa di ricerca TeSto, Territorio Storia e Società, da anni collabora a vari progetti di ricerca storica e antropologica per diversi enti regionali tra i quali tsm|step Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio. I suoi interessi di ricerca sono rivolti alla storia orale, all’antropologia.