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Padre Farges, raccoglitore caritatevole
Fargesia-murielae

Padre Farges, raccoglitore caritatevole

 

Silvia Fogliato

  

Non tutti i bambù sono invasori pronti a trasformare il nostro giardino in una giungla. In particolare, non lo sono quelli del genere Fargesia. I bambù più noti (come Phyllostachys, Pleioblastus, Bambusa), detti leptomorfi, sviluppano un forte apparato radicale con vigorosi rizomi sotterranei allungati e striscianti, capaci di colonizzare rapidamente un vasto spazio. Al contrario, i bambù pachimorfi, come appunto Fargesia, hanno rizoma corto e tozzo a cresciuta cespugliosa, più simile a quello delle graminacee erbacee.

Dunque anziché espandersi orizzontalmente, formano densi cespugli compatti, con chiome spesso colonnari o a fontana. Risultano perciò particolarmente adatti a spazi contenuti, inclusi i piccoli giardini, dove possono costituire un punto d’attrazione grazie ai sottili culmi con guaine decorative e alle fronde leggere e aeree. Tra le specie più note, sicuramente F. robusta, originaria delle regioni montane del Sichuan, con guaine bianco-argento e chioma a fontana; F. rufa, originaria delle regioni himalayane della Cina sudoccidentale, con la chioma dall’elegante forma globosa; F. murielae, la specie più comune, diffusa in Cina, Giappone e sud-est asiatico, con una chioma espansa cui si deve il nome inglese “umbrella bamboo”, bambù ad ombrello. Il nome specifico di quest’ultima è un affettuoso omaggio del celebre cacciatore di piante Ernest Henry “Chinese” Wilson (1876-1930) a sua figlia Muriel Primrose (1906-1976), di cui nei giorni in cui la raccolse in Cina ricorreva il primo compleanno.

Il nome del genere ricorda invece Paul Guillaume Farges (1844-1912), missionario francese e raccoglitore di piante nella Cina sud-occidentale negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento. Nato a Monclar-de-Quercy (Tarn-et-Garonne), come quasi tutti i suoi colleghi si formò presso il seminario dei padri lazzaristi di Parigi (Missions étrangères de Paris) e, ordinato sacerdote nel 1867, fu inviato immediatamente in Cina. Il suo primo incarico lo portò nel distretto montano di Siu-Tin, dove i convertiti erano pochi e forse più interessati ai beni materiali che a quelli spirituali; si dice che alcuni di loro, quando capirono che il giovane prete, infiammato di carità, era disposto a donare tutto ciò che possedeva in elemosina, cercarono di approfittarne, lasciandolo vari giorni senza cibo per strappagli ancora di più.

Nel 1871, fu inviato nel distretto di Chengkou, nel Sichuan nord-orientale, dove sarebbe rimasto 29 anni. Situata alle porte del Tibet, era una zona montana ricca di biodiversità, ma estremamente povera, con un terreno poco fertile, che negli anni peggiori costringeva la popolazione a scegliere tra

l’emigrazione e la fame. Le comunità cristiane erano molto piccole, lontane tra loro; per visitarle, padre Farges era costretto a marciare instancabilmente per monti e per valli. Fu così probabilmente che cominciò a interessarsi della grande varietà della flora di quelle zone impervie e forse a raccogliere per sé i primi esemplari d’erbario. 

 

Ernest Henry “Chinese” Wilson (1876-1930) a sua figlia Muriel Primrose (1906-1976) Paul Guillaume Farges (1844-1912)

Per rendere meno misera la vita dei suoi poverissimi parrocchiani, incominciò a occuparsi di agricoltura, introducendo la coltivazione della segale e alcune varietà di patate migliori di quelle fino ad allora coltivate, che fece venire dalla Francia. In questo modo entrò in contatto da una parte con i vivai Vilmorin e dall’altra con il Museo di storia naturale di Parigi, che si dimostrò molto interessato ai suoi primi invii di esemplari botanici. Padre Farges scoprì così che poteva trasformare la sua passione per le piante e la sua abilità di instancabile camminatore in una piccola risorsa aggiuntiva per soccorrere il suo gregge.

A partire dal 1892, prese a inviare regolarmente semi di piante cinesi alla Vilmorin e esemplari d’erbario al Museo parigino, dove venivano studiati e classificati da Adrien Franchet. In cambio, riceveva piccole somme di denaro che devolveva in elemosina o utilizzava per le esigenze della Chiesa e del suo piccolo gregge, di cui per ventinove anni condivise la vita di privazioni, senza mai mangiare pane o bere vino, accontentandosi di riso o di poco mais. Un’esistenza “semplice e nascosta, ma sicuramente preziosa agli occhi di Dio”, come si esprime il necrologio scritto da un confratello.

Preziosa anche agli occhi dei botanici e di tutti coloro che amano le piante. In un decennio, tra il 1892 e il 1903, percorrendo instancabilmente le “sue” montagne raccolse esemplari di circa 4000 piante, molte delle quali nuove per la scienza. Tra di esse Rhododendron discolor, R. oreodoxa var. fargesii, R. sutchuenense, Decaisnea fargesii, Carrierea calycina, Acer griseum, Thuja sutchuenensis, Picea brachytyla; sono decine le specie che lo ricordano nel nome specifico: oltre a quelle già citate, vorrei ricordare almeno Abies fargesii, Corylus fargesii, Epimedium fargesii, Arisaema fargesii, Rosa fargesii, Clematis fargesii, Catalpa fargesii, Cypripedium fargesii, Salix fargesii. E ovviamente il genere Fargesia, che gli fu dedicato da Franchet nel 1893.

 

Nell’articolo su padre David, ho già raccontato come dai semi inviati da padre Farges al vivaio Vilmorin sia nato il primo esemplare europeo di Davidia involucrata var. vilmoriniana

Un altro invio prezioso, nel 1897, furono i semi di Actinidia chinensis, i primi a germogliare in Europa.

Nel 1903, quando l’avanzare dell’età incominciò a rendere faticose le marce per i sentieri di montagna, padre Farges dovette lasciare a malincuore quel paese tanto povero ma tanto caro al suo cuore; trasferito a Chongqing come elemosiniere dell’ospedale, vi morì nel 1912.

 

Bibliografia

E. Bretschneider, History of European Botanical Discoveries in China, London, Sampson Low, 1898

Farges, Paul Guillaume (1814-1912), https://plants.jstor.org/stable/10.5555/al.ap.person.bm000336291

T. Froese, Il manuale dei bambù ornamentali, Torino, Blu edizioni, 2010

D. Hong, S. Blackmore, The Plants of China, Cambridge, Cambridge University Press 2015

J. Kilpatrick, Les pères de la botanique : la découverte des plantes de Chine par les missionnaires européens, Paris, Ulmer, 2016

Paul Farges (1844-1912), https://archives.mepasie.org/fr/notices/notices-biographiques/farges -

https://archives.mepasie.org/fr/notices/notices-necrologiques/farges-1844-1912

 

  

Cypripedium_fargesii