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Finalmente…la modernità?

 

 

 

sudenti  manifestano contro i cambiamenti climatici

Finalmente…la modernità?

 

Giorgio Porrotto. Mimma Liber

 

Finalmente …

 

 Ministro Lorenzo Fioramonti, lei ha chiesto tre miliardi per I’Istruzione nella legge di Bilancio, minacciando subito le dimissioni. Che cosa ci vuol fare? «Ora c’è una opportunità storica perché il governo ritiene che la scuola e l’università siano il nucleo dello sviluppo economico del nostro paese. Con il miliardo per l’università penso a più concorsi per ricercatori e a più finanziamenti per i PRIN, i piani per la ricerca di base».

 E i due miliardi per la scuola sono tutti per l’aumento ai docenti? «Vorrei nella prossima legge di bilancio provare a mettere ordine alle emergenze. È necessario dare un riconoscimento agli insegnanti. Penso a un aumento mensile a tre cifre, cento euro. Con questo investirenmo più della metà dei due miliardi. Il resto sarà per investimenti : da subito istituirò un ufficio al Miur per accompagnare le scuole e gli enti locali nel percorso per la ristrutturazione degli edifici scolastici»

 I precari sono più di centomila. Ci sono materie come la matematica per le quali è difficile, soprattutto nel Nord, trovare candidati ai concorsi, perché la concorrenza con altre professioni è molto forte. «Sogno un Pase in cui si ambisca a fare l’insegnante perché la società ne riconosce l’importanza e la centralità»

 Come si potrebbe fare? «Vorrei cambiare i meccanismi dei concorsi che sono troppo farraginosi e complessi. Poi serve per gli insegnanti un sistema di formazione continua che li aiuti a stare al passo con l’evoluzione della società e della didattica. La scuola deve recuperare le esperienze internazionali migliori a partire da quella finlandese, poi il modello Montessori, don Milani, l’esperienza di Reggio children: una scuola in cui i ragazzi vadano volentieri perché imparano divertendosi. Questo è importante per le materie Stem (Scienze, tecnologia, ingegneria, matematica ndr)»

Ocse e Invalsi certificano che invece non le imparano. «C’è la necessità di modernizzare e rendere attrattiva la matematica con lavoro di squadra, i laboratori. Anche contro la dispersione, credo che avere professori in grado di usare didattiche innovative aiuterebbe. Voglio incoraggiare gli insegnanti che vogliono a fare di più»

 Con stipendi differenziati, altri aumenti ? “ La dedizione di un insegnante non si misura con le ore di lavoro. La scuola non è un ufficio postale e funziona grazie al lavoro anche volontario che fanno molti insegnanti per passione e perché sanno che la loro è un missione sociale. Non credo che un aumento di stipendio come premio funzioni».

 Lei dice? «È dimostrato da studi economici. Per esempio per i donatori di sangue: molti lo fanno perché ritengono che sia una funzione sociale. Quando si paga chi dona il sangue, diminuisce il numero dei donatori. Per questo penso a riconoscimenti, premi, apprezzamenti da parte dei genitori, della comunità che riconosca il loro fondamentale ruolo. Lo stesso vale per i presidi: no ad atteggiamenti punitivi. Il governo precedente voleva che timbrassero il cartellino, noi aboliamo questa norma».

 

 

 … La modernità?

 

Il titolo dato all’articolo, “Finalmente…la modernità?”, riflette la valutazione che mi hanno suggerito le parole del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, nell’intervista da lui rilasciata lunedì 8 settembre al Corriere della Sera: giudizio di condivisione, spesso, ma anche di prudente attesa. Valutazione positiva, dunque, e non tanto per gli interventi da lui annunciati – in quella sede non certo esaurienti, data la complessità dei problemi mai risolti della scuola italiana – ma per l’approccio generale che da essi traspare. Anzitutto risulta positiva la centralità da lui attribuita alla scuola come asse portante della formazione e dello sviluppo di una società democratica. Non sempre dalla politica sono venute parole così forti sul ruolo sociale del sistema scolastico per affrontare il futuro: si ricordino le sventurate parole dell’ex Ministro Tremonti “con la cultura non si mangia”, che sembravano relegare l’istruzione ad un orpello; o la famosa riforma dei Governi Berlusconi racchiusa nello slogan delle “tre i” (inglese, informatica, impresa), che sembrava ridurla ad una “fabbrica” di competenze necessarie per il mondo del lavoro. La visione dell’attuale Ministro appare certamente più ampia e più consapevole, tanto che nel chiedere al Governo tre miliardi per sostenere le prime misure di intervento per la Scuola, ne fa una scelta vitale, minacciando altrimenti le dimissioni. Non è questo lo spazio per articolare al meglio quello che sembra essere un nuovo modello di scuola; lo si potrà fare nel corso del tempo, quando si vedranno le misure concrete sia a livello di contenuti che di governance. (da qui il punto interrogativo). Per ora sottolineo con forza la posizione presa.