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Padre Loureiro e la flora della Cocincina

 

Flora Chochinchinensis 

Padre Loureiro e la flora della Cocincina

 

Silvia Fogliato


Dopo aver incontrato tanti valorosi botanici-missionari attivi in Cina, spostiamoci un poco nel tempo e nello spazio per fare la conoscenza con un altro gesuita pioniere dello studio della flora del lontano oriente. Torniamo indietro nel Settecento per raggiungere in Indocina il gesuita portoghese João de Loureiro (1710-1791) che visse per oltre quarant’anni tra Cina e Vietnam meridionale e fu autore della prima importante opera sulla flora di quella regione, prima di lui totalmente sconosciuta alla scienza occidentale.
Padre Loureiro era nato a Lisbona e poco dopo essere stato ammesso alla Compagnia di Gesù fu inviato come missionario dapprima a Goa, dove rimase tre anni, quindi a Macao, dove lavorò per quattro anni; nel 1742 fu infine assegnato alla Cocincina, come all’epoca veniva chiamata la regione più meridionale del Vietnam, attorno al delta del Mekong; il regno si estendeva però anche alla parte centrale del paese, l’Annam, la regione dove poi visse il padre portoghese.
Proprio come i sovrani cinesi, anche la dinastia Nguyen che governava il paese era ostile ai missionari; accusati di allontanare il popolo dal culto degli antenati, nel 1629 i gesuiti erano stati addirittura espulsi; interessati al commercio con la colonia portoghese di Macao, a partire dal 1691 i Nguyen li avevano riammessi, ma vietando esplicitamente il proselitismo e ogni culto pubblico.
Di nuovo come in Cina, tuttavia, i gesuiti erano apprezzati per le loro conoscenze scientifiche; fu così che diversi padri della Compagnia di Gesù entrarono al servizio dei sovrani di Cocincina come matematici, geografi, astronomi, praticando l’attività missionaria in modo più o meno clandestino. Tra di essi, anche il nostro padre Loureiro che divenne matematico e naturalista di corte. Visse alla corte dei Nguy?n presso la capitale Hue per trentasei anni (1742-1777), con una breve interruzione tra il 1750 e il 1752, quando la recrudescenza delle persecuzioni lo costrinse a rifugiarsi momentaneamente in India.
Per avere maggiori possibilità di movimento e visitare con più agio le comunità cristiane clandestine, si pretese anche medico; ma quando i farmaci che aveva portato con sé finirono, fu spinto a studiare le piante medicinali locali. Nacque così il suo interesse per la botanica e per la peculiare flora di quest’area, tanto ricca di endemismi e di specie ignote in Europa. Come medico autodidatta, fu essenziale il confronto con i saperi etnobotanici tradizionali, che gli fornirono un punto di partenza per individuare le possibili piante da usare per curare i suoi pazienti e di cui testare l’efficacia. In questa attività ebbe tanto successo che il re stesso lo nominò Direttore degli Studi medici e matematici di corte.
Benché non avesse mai studiato né medicina né botanica in precedenza, non avesse quasi libri da consultare né potesse ricorrere al consiglio di altri europei (i contatti con l’esterno erano scarsi e occasionali), raccolse e incominciò a descrivere una vasta collezione di piante, di cui trascrisse con scrupolo e esattezza filologica i nomi locali e indicò le proprietà e gli eventuali usi. In tutto, si tratta di circa 700 specie indocinesi, cui ne vanno aggiunte altre quasi 300 presenti tanto in Indocina quanto in Cina, tra cui un certo numero di piante medicinali importate dalla Cina e vendute nelle farmacie vietnamite.
Conscio dell’importanza delle sue ricerche solitarie, nel 1774 Loureiro trovò modo di spedire – attraverso Canton – una sessantina di specie a Londra e in Svezia, che incominciarono a far conoscere il suo nome in Europa. Nel 1777 lasciò per sempre la Cocincina, per passare in Bengala, quindi a Pondicherry, a Macao e infine a Canton, dove visse per tre anni. Proprio qui, nel 1779, incontrò un certo capitano Riddel, cui affidò altre 230 piante da far pervenire a Joseph Banks a Londra. In cambio, ottenne da Riddel alcune delle maggiori opere di Linneo: Systema naturae, Genera plantarum, Philosophia botanica. Loureiro le consultò avidamente e divenne un ardente seguace del sistema linneano, che utilizzò per classificare le piante che aveva raccolto in Cocincina e quelle che andava aggiungendo in Cina. Fu così che nella lontana Asia Loureiro fu uno dei primi ad adottare il sistema linneano e la nomenclatura binaria, che tanto faceva fatica ad imporsi in Europa.
Loureiro, che aveva ormai superato la settantina, fu infine richiamato in patria. Partì da Canton nel marzo 1781; il cattivo tempo comportò una sosta forzata di tre mesi in Mozambico, di cui il botanico-gesuita approfittò per aggiungere qualche pianta africana alle sue collezioni, che in tutto ormai ammontavano a circa 1300 specie.
Giunto a Lisbona all’inizio del 1782, continuò a lavorare alla sua opera maggiore, Flora Cochinchinensis: sistens plantas in regno Cochinchina nascentes: quibus accedunt aliae observatae in Sinensi imperio, Africa orientali, Indiaeque locis variis: omnes dispositae secundum systema sexuale Linnaeanum. Completata nel 1788, fu pubblicata in quattro volumi a spese dell’Accademia Reale delle Scienze di Lisbona nel 1790.
Il lavoro suscitò immediatamente vasta eco in Europa. Prima di Loureiro, quella flora lontana era totalmente sconosciuta; su 1300 specie descritte, quasi metà erano nuove per la scienza, così come 185 generi di nuova istituzione. Loureiro fu ammesso all’Accademia di Lisbona e alla Royal Society. Joseph Banks, da tempo suo corrispondente, che già gli aveva fatto visita durante un viaggio a Lisbona e lo aveva aiutato in ogni modo per la pubblicazione, lo invitò a trasferirsi a Londra. Willdenow, il direttore dell’orto botanico di Berlino, uno dei fondatori della geografia botanica, volle curare una seconda edizione di Flora Cochinchinensis, che uscì nella città tedesca nel 1793. Antoine Laurent de Jussieu ne lodò l’opera e lo zelo in un articolo comparso negli Annali del Museo di storia naturale di Parigi.
Oltre al capolavoro, Loureiro (morì nella città natale nell’ottobre 1791) lasciò molti manoscritti, tra cui una storia dell’Annam, un dizionario annamita-portoghese, due volumi di disegni di minerali, animali e piante, una flora iconografica della Cocincina in lingua annamita.
L’opera di Loureiro ha lasciato un’impronta permanente nella storia della botanica; in primo luogo, gli dobbiamo la creazione di molti generi, numerosi dei quali tuttora riconosciuti. Tra quelli più noti possiamo ricordare Liriope, Campsis, Rotula, Enkianthus, Phanera, Mazus, Osmanthus. Fu il primo a descrivere piante oggi piuttosto note come il profumatissimo Osmanthus fragrans, il diffusissimo Ligustrum sinense, il longan Dimocarpus longan, il litchi Litchi chinensis (che egli chiamò Dimocarpus chinensis), Magnolia figo (con il nome Liriodendron figo), la spettacolare Erythrina fusca, le orchidee Aerides odorata e Renanthera coccinea. Molte sono poi le specie che lo ricordano nel nome specifico: citiamo Phoenix loureiroi, Cinnamomum loureiroi, Ilex loureiroi, Eleagnus loureiroi, Cryptocarpa loureirii, Justicia loureroana, Dyospiros loureiroana, Clematis loureiroana.

 

 

Osmanthus fragrans Dimocarpus longan Renanthera coccinea

 

 

Phoenix loureiroi

 

 

Bibliografia

 

J. de Loureiro, Flora Cochinchinensis, Ulyssipone: Typis, et expensis academicis,1790

B. Gunnarsson, Languages of Science in the Eighteenth Century, Berlin, De Gruyter Mouton, 2011

J. Magalhães de Castro, “João de Loureiro, the botanist from Asia”, O Clarim, 20 e 27 maggio 2016,

https://www.oclarim.com.mo/en/2016/05/20/joao-de-loureiro-the-botanist-from-asia-1/

https://www.oclarim.com.mo/en/2016/05/27/joao-de-loureiro-the-botanist-from-asia-2/

E. D. Merrill, “A Commentary on Loureiro's «Flora Cochinchinensis»”, Transactions of the American Philosophical Society, New Series, Vol. 24, No. 2 (Jun., 1935), pp. 1-445

E. D. Merrill, “Loureiro and His Botanical Work”, Proceedings of the American Philosophical Society, Vol. 72, No. 4 (Apr., 1933), pp. 229-239

N. da Silva Gonçalves, “L’attività missionaria nei territori portoghesi d’oltremare”, La Civiltà Cattolica, 2018 III (agosto-settembre), pp. 241-255

A. Q. Tran, “The Historiography of the Jesuits in Vietnam: 1615–1773 and 1957–2007”, Jesuit Historiography Online,

https://referenceworks.brillonline.com/entries/jesuit-historiography-online/the-historiography-of-the-jesuits-in-vietnam-16151773-and-19572007-COM_210470