raccolte cd
timberland euro, timberland uomo 6 inch stivali, timberland uomo barca stivali, timberland uomo earthkeepers, timberland uomo euro hiker stivali, timberland uomo nellie chukka, timberland uomo rotolo top stivali, timberland uomo scarpe da spiaggia, timberland donna 6 inch stivali
Sulle tracce della plumeria: padre Plumier e i nomi celebrativi

Sulle tracce della plumeria: padre Plumier e i nomi celebrativi

Silvia Fogliato

 

Plumier 1

Frangipani, pomelia, plumeria… comunque vogliate chiamarla, non c’è dubbio che le specie del genere Plumeria siano tra gli alberi di origine tropicale più amati. In Sicilia si sono ambientate tanto bene da essere considerate una pianta di casa, ma anche più a nord non mancano notevoli collezioni, come quella dell’Orto botanico di Lucca. Ad affascinare è certo la bellezza dei fiori, ma anche il dolcissimo profumo. Plumeria rubra, la specie più nota, è nativa del Messico e dell’America centrale, da dove gli Spagnoli la portarono in Europa. Tra i primi a farla conoscere fu il frate minimo Charles Plumier (1646-1704) che visitò le Antille al servizio del Re Sole. E proprio a lui è dedicato il genere Plumeria, che dunque porta un nome celebrativo.

Nella storia di questo tipo di nomi botanici, Plumier ha un posto importante, perché l’uso, di cui in precedenza conosciamo soli casi sporadici, si imporrà con il suo Nova plantarum americanarum genera (1703-1704). Ma facciamo un passo indietro e trasferiamoci nella Francia del re Sole. Nella sua giovinezza, durante una campagna militare nelle Fiandre, il sovrano aveva contratto la malaria, che il suo medico Fagon curava con la “polvere dei gesuiti”, ovvero il chinino ricavato dalla quasi mitica Cinchona. Un rimedio misterioso; non se ne conosceva la reale origine, tranne che arrivava a caro prezzo dalle colonie spagnole del Nuovo Mondo.  Anche da queste circostanze biografiche nasce l’interesse del Re Sole per le piante medicinali americane, che nel 1689 sfocerà in una spedizione botanica: a spese della corona, vengono inviati nelle Antille francesi, alla ricerca di piante medicinali, prima tra tutte appunto Cinchona, il medico Joseph Donat Surian e il frate Charles Plumier. I due, almeno sulla carta, si completano a vicenda: Surian, in quanto medico e farmacista, ha una buona conoscenza delle proprietà terapeutiche delle piante ed è un chimico eccellente, ma conosce poco la botanica; Charles Plumier, che si è formato a Roma alla scuola di Paolo Boccone e ha erborizzato nel Sud della Francia con amici del calibro di Tournefort, è un botanico molto preparato, oltre che un dotato disegnatore. Sul piano personale, invece, non sono fatti per intendersi: Plumier era persona dolcissima, addestrato da oltre vent'anni di vita conventuale all'umiltà e al sacrificio di sé; invece Surian era un uomo gretto, di avarizia leggendaria. I due compagni di viaggio raggiunsero la Martinica e per diciotto mesi esplorarono quest'isola e Haiti. A un certo punto però tra i due ci fu una rottura, di cui non sono del tutto note le ragioni. In ogni caso, al ritorno in Francia presentarono separatamente i risultati delle loro ricerche. Il re fu così soddisfatto del lavoro di Plumier (anche se il suo erbario era andato perduto in un naufragio, si erano salvati i disegni e le annotazioni) che lo nominò Primo botanico del re (Premier botaniste du roi). Surian invece morì poco tempo dopo (1691) in modo tragicomico: avaro come sempre, per risparmiare confezionò un purgante fai da te che spedì al creatore lui stesso, la moglie, due figli e una serva.

 

 

 

Nova Plantarum Americanarum

Questa volta da solo, Plumier fece ancora due viaggi: nel 1695 nuovamente a Haiti e, tra il 1695 e il 1697, in Guadalupe, Martinica, alcune isole minori delle piccole Antille e forse le coste del Brasile. Al suo ritorno in Francia, pubblicò la sua opera più ambiziosa, Nova plantarum americanarum genera, cioè “I nuovi generi di piante americane”. È ora di guardarlo più da vicino. Tra le numerosissime piante raccolte nel corso delle tre spedizioni, Plumier sceglie quelle nuove o poco note alla scienza (106 generi, per un totale di 219 specie), le descrive e dà loro un nome, conscio che è il primo passo per evitare errori e confusioni; eccolo dunque battezzare queste piante mal note con nomi condivisi, plantas incertas certis generibus insignire.

Per coniare i nomi, spesso si rifà alle denominazioni volgari spagnole o indigene, quasi sempre attraverso la mediazione dei botanici iberici che avevano decritto le piante prima di lui; raramente desume il nome dalle caratteristiche morfologiche o dall’habitat della pianta stessa; in circa la metà dei casi, ricava il genere dal nome di illustri botanici, viaggiatori e descrittori di piante, o più raramente mecenati degli studi botanici. In tal modo, afferma nella prefazione, egli intende "cingere la loro chioma del meritato alloro".

Per questi nomi celebrativi, alla descrizione del genere, basata sul modello imposto da Pitton de Tournefort (a partire da fiori e frutti), unisce una sintetica biografia del dedicatario. In tal modo Nova plantarum americanarum genera, oltre che un omaggio reverente, diventa una storia della botanica attraverso i suoi studiosi più eminenti, da Dioscoride ai contemporanei come il francese Pitton de Tournefort o l'inglese Hans Sloane. Nella scelta dei dedicatari, Plumier dimostra grande indipendenza di pensiero: a parte pochi potenti (e tra essi non c'è il re; il genere Borbonia è dedicato al botanofilo Gastone d'Orlèans), essi sono coloro che l'hanno preceduto nell'esplorazione della flora americana (quindi viaggiatori e botanici spagnoli) e i botanici del passato e del presente, badando al loro contributo scientifico, non alle loro posizioni ideologiche e religiose. Dunque c'è un bel drappello di protestanti, come i fiamminghi Clusius e Lobel, esuli come i Bauhin, o costretti alla conversione forzata, come Magnol.
Per capire l'importanza dell'opera di Plumier, basti pensare che Linneo ne farò largo uso, considerando il frate francese la maggior autorità per le piante americane. Quanto ai nuovi generi "onorifici", lo svedese ne farà propri moltissimi: ad esempio, tra i più noti FuchsiaLobeliaMagnoliaBauhiniaMatthiola, anche se in qualche caso assegnati a piante diverse.

Quanto a Plumier, morì a Cadice nel 1704, mentre era in attesa di imbarcarsi per un quarto viaggio, che avrebbe dovuto portarlo in Perù sulle tracce delle Cinchona.

Tornando al genere Plumeria, il nome – basato sulla forma latinizzata Plumerius - si deve all’amico Joseph Pitton de Tournefort che nel 1700 pubblicò Institutiones rei herbariae (“Istituzioni del mondo della botanica”), una pietra miliare della storia della botanica, in cui per la prima volta viene definito il concetto di genere, descrivendone 698. Tra di essi appunto Plumeria, "in onore dell'illustre scopritore Plumier, botanico del re, che ha arricchito la botanica di così numerose e belle piante". Seguono tre specie (con le classiche denominazioni polinomiali seguite dal nome francese):
Plumeria flore roseo, odoratissimo - Frangipanier a fleur rouge;
Plumeria flore niveo, foliis longis, angustis et acuminatis - Frangipanier a fleur blanche;
Plumeria flore niveo, foliis brevioribus et obtusis.
Le prime due potrebbero corrispondere alle due specie anche oggi più note P. rubra e P. alba.
Come si nota, quando il botanico francese descrisse e battezzò la pianta, era già conosciuta con il nome frangipani (in francese frangipanier), la cui etimologia, nonostante le elucubrazioni di generazioni di ricercatori, rimane discussa. Probabilmente Plumier lo conobbe con questo nome quando lo vide la prima volta nelle Antille, anche se nello spagnolo del sud America permangono anche nomi indigeni. Il più poetico è senza dubbio sacuanjoche, di origine nahuatl, che significa letteralmente "fiore preziosa piuma gialla”.

 

Bibliografia

L. Allorge, La fabuleuse odyssée des plantes, Lattès 2003
P. Fournier, Voyages et découvertes scientifiques des missionaires français àytravers le monde pendant cinq siècles, ora in http://www.begonia.rochefort.fr/Plumier.htm
R. Motran, Charles Plumier, the King's Botanist - his life and work. With a facsimile of the original cactus plates and text from Botanicon Americanum (1689-1697), ora in https://www.cactuspro.com/biblio_fichiers/pdf/Mottram/MottramPlumier_O.pdf

C. Plumier, Nova plantarum americanarum genera, Parisiis, apud Johannem Boudot 1703