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Una scuola vieta le foto di classe

 

foto di classe

Una scuola vieta le foto di classe


Il Messaggero del Veneto si occupa di un comprensivo di un paesone della piana dove, dopo molte parole, qualche decisione e un bel po’ di disappunto, è arrivata la decisione del dirigente di non consentire la tradizionale foto di classe con le seguenti motivazioni: la foto non rientra nel piano di offerta formativa. Si specifica inoltre che “il delicato argomento” è stato ripreso ed adeguatamente approfondito tenendo presente il diritto di ciascuno alla riservatezza.

Si specifica inoltre che lo scatto potrà essere fatto all’esterno della scuola, al mattino prima dell’ingresso dei ragazzi, previa accordi tra insegnanti e genitori.

Forse è troppo facile fare dell’ironia, ma due parole vanno dette.

La foto di classe esiste da quando esiste la scuola, gli unici cambiamenti: il passaggio dal bianco e nero al seppia, l’avvento del colore, il digitale e i telefonini. Ora è più facile fare una foto che inviare tre parole di saluto.

E allora per salvaguardare un diritto sacrosanto e violato in continuazione perché fonte di lucrosi traffici, la scuola cosa fa per mettersi al sicuro? Proibisce che la foto di classe sia fatta in classe, ma la consente fuori dall’edificio scolastico che si vuole mantenere scevro da ogni sospetto di favorire il mercimonio.

E’ la vittoria dell’ipocrisia fatta sistema, una morale cristallina che viene trasmessa e inculcata con il più efficace metodo didattico degno di migliori utilizzazioni: l’esempio pratico costante.

E quindi le famiglie e i ragazzi saranno privati di un ricordo prezioso e struggente di loro tutti insieme nel luogo in cui hanno passato almeno 210 giorni all’anno per almeno 10 anni con il loro insegnante, una volta tanto al loro livello, con le cartine attaccate alle pareti dei loro lavori: la fatica di diventare adulti.

Più che il rispetto della privacy sembra la vittoria dell’idiozia.