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Lo Zoo delle Maitine

 

 

Cercopiteco Mona

Una magia beneventana


Lo Zoo delle Maitine


Luciano Luciani

 

Tu pensi di essere nel Sannio, ovvero in piena Campania interna, operosa e coltivata a vigne e olivi che danno vini celebrati e un ottimo olio... E, invece, d’improvviso, ti ritrovi in Africa; oppure nel Medio Oriente, o magari in Australia... Com’è possibile? Forse una magia di quelle in cui erano maestre le streghe che erano solite ritrovarsi intorno al celebre noce di Benevento? Niente di tutto questo... Oppure, sì: di magia si tratta; un portento nato dall’entusiasmo e dalla passione per la natura e gli animali di Bartolomeo Maio, che, in località Maitine, nella campagna di Pesco Sannita a circa dieci chilometri dal capoluogo di provincia, ha realizzato il sogno della sua esistenza: dare vita a una struttura capace di accogliere e ospitare nelle migliori condizioni possibili animali in via di estinzione.

Certo, un progetto del genere non si improvvisa! Così Bartolomeo, mentre dava il via ai lavori di costruzione dello zoo e affrontava le non poche - né piccole - difficoltà di ordine finanziario, tecnico e burocratico, ricorrendo, quando necessario, alle abilità e competenze di professionisti qualificati, iniziava a viaggiare per raccogliere e fare proprie le esperienze delle migliori strutture zoologiche esistenti al mondo. E solo dopo un’attenta osservazione delle più qualificate realizzazioni in materia di naturalismo conservazionistico, Bartolomeo e i suoi collaboratori hanno dato vita allo Zoo delle Maitine: un’area di terreno di oltre 4 ettari che nel giugno del 2015 è stata resa accessibile al pubblico dopo  aver superato a pieni voti tutte le necessarie verifiche e gli indispensabili esami.

Lo Zoo attualmente accoglie circa 50 specie e oltre 300 animali. Nessun ospite alle Maitine è stato sradicato dal suo ambiente naturale di vita, ma tutti gli esemplari provengono da scambi o donazioni con altri giardini zoologici o centri di recupero. Alcuni, poi, giungono da interscambi programmati con altre strutture per la variazione genetica delle popolazioni in cattività. Sin dall’inizio si è preferito pianificare e organizzare l’esposizione per grandi aree geografiche continentali, indicate con nomi suggestivi: Le Terre d’Africa, I Colori del Sud America, Lo Spirito d’ Australia, Le Magie d’Oriente. Un criterio che, rispetto alla divisione per specie, risponde a requisiti di maggior modernità, anche a fini educativi. Costante la ricerca nel progettare al meglio i reparti degli animali ospiti, ricreando l’ambiente d’ origine e offrendo loro vasti spazi nei quali convivere con altre specie della stessa area geografica. In via di di realizzazione, poi, uno spazio, Il Paese dei Balocchi, dedicata alle attività ludiche con finalità educative. Nell’area chiamata La Fattoria degli Animali i visitatori hanno la possibilità, sotto la supervisione di un keeper, di venire a contatto con gli animali consueti, domestici e quotidiani propri del continente europeo.

La struttura beneventana svolge, dunque, un importante ruolo di conservazione, ma non si limita a questo. Infatti, già da prima dell’apertura al pubblico, partecipa fattivamente a programmi di ricerca scientifica e tutela ambientale, collaborando con importanti Istituti europei: prende parte a progetti per la difesa delle specie in via di rarefazione e aderisce ai programmi EEP (European Endangered Program) ed ESP (European Study Program), per la salvaguardia di animali particolarmente minacciati nell’ambiente naturale di appartenenza. E lo Zoo delle Maitine non solo contribuisce a diffondere la conoscenza della biodiversità dei vari ambienti della Terra presso tutte le fasce di età, particolarmente le giovani generazioni, e svolge un’utile opera di divulgazione, ma la struttura di Pesco Sannita vanta anche diverse pubblicazioni apparse su riviste specializzate e lavori scientifici presentati a congressi internazionali. I suoi operatori, convinti che la ricerca sia la base per la conoscenza e la scambio delle informazione, collaborano con tutti i bio-parchi che adottino la medesima filosofia: lo zoo non come centro ricreativo per l’esposizione degli animali, ma luogo di studio e ricerca ai fini di conservare e reintrodurre le specie animali che rischiano l’estinzione.

Diversi gli esempi che si possono già da oggi osservare nello zoo delle Maitine: il caso di Manolo, un esemplare adulto di Cercopiteco Mona, sequestrato per detenzione illegale in Olanda e ospitato per molti anni presso un importante centro di recupero olandese senza aver mai visto un esemplare della sua stessa specie. Attraverso un lungo e complicato lavoro di ambientamento e adattamento iniziato in Olanda e proseguito alle Maitine, oggi Manolo divide uno spazioso reparto nell’area africana dello zoo con Pilar, una femmina della stessa specie che non era stata accettata dal suo gruppo d’origine nel Bioparco di Valencia. Oppure la storia di Bathar, il piccolo di pantera nera nato a luglio scorso alle Maitine da Angie (chiamata così in onore del primo ministro tedesco), un esemplare donato dal giardino zoologico di Berlino, uno dei più importanti al mondo, che ha riconosciuto nello zoo di Pesco Sannita una struttura d’alta qualità: e la nascita di Bathar conferma che a Berlino hanno lo sguardo lungo e sanno scegliere in maniera accorta e sensata.