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Brichetti pagina 3

Pierandrea Brichetti

 

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Canti nuziali e versi curiosi o poco conosciuti → Lo storno → Uccelli e cambiamenti climatici

 


 

Canti nuziali e versi curiosi o poco conosciuti 5’09’’
Le voci di queste specie, registrate durante le riprese in natura, sono piuttosto strane, singolari o poco conosciute. Alcuni canti nuziali e versi sono caratteristici, come quelli di Cuculo, Berta maggiore,Tarabusino, Upupa, Picchio muratore e Strillozzo, altri sono difficili da sentire, come quelli di Averla capirossa, Gazza, Merlo acquaiolo, Fringuello alpino, Ballerina bianca e Frosone.

 

 


 

 Lo storno   6’ 50”

 

 Specie a distribuzione originaria euroasiatica, introdotta in America, Sud Africa, Australia, Nuova Zelanda e Polinesia. Migratrice nelle parti   settentrionali e orientali dell’areale, diviene parzialmente sedentaria e dispersiva in quelle meridionali e occidentali. Sverna sia nell’ambito dell’areale sia più a sud, fino a Nord Africa e Medio Oriente. I movimenti migratori si svolgono principalmente tra fine settembre-ottobre e tra fine febbraio-marzo. Nidifica in ambienti diversificati, naturali, intensamente coltivati, urbani e suburbani, purché nei dintorni siano presenti aree di alimentazione e disponibili cavità in cui nidificare. In Pianura Padana, come la Passera d’Italia e il Rondone, utilizza abitualmente le "torri passeraie" o "piccionaie". Più diffusa fino a 800-1000 m, diviene via via più scarsa e localizzata fino a 1500 m, con presenze sporadiche fino a circa 2100. I siti riproduttivi vengono occupati dai maschi da inizio febbraio, mentre le deposizioni hanno luogo tra fine marzo e giugno, on una o due covate annue. La covata consta di 3-7 uova, di colore azzurro più o meno intenso, che vengono incubate quasi esclusivamente dalla femmina per 11-15 gg; i giovani sono atti al volo a circa 3 settimane di vita. La dieta è onnivora, basata principalmente su invertebrati ma anche su piccoli vertebrati, vegetali (frutti, bacche, semi) e rifiuti di origine antropica, soprattutto nel periodo extra-riproduttivo. Quando si sposta sul terreno cammina rapidamente accompagnando ogni passo con evidenti movimenti avanti e indietro del capo, a differenza del Merlo che invece generalmente si muove a saltelli. Spiccatamente gregario, soprattutto immediatamente dopo la nidificazione e nell’autunno-inverno, quando forma regolarmente gruppi, anche misti con altre specie, composti di solito da decine o poche centinaia d’individui durante la ricerca del cibo ma che possono raggiungere concentrazioni di molte centinaia di migliaia di uccelli quando si riuniscono per raggiungere i dormitori. Il repertorio vocale è vario e viene usato frequentemente durante tutto l’anno; il canto è complesso e costituito da lunghe sequenze nelle quali si alternano note fischiate e prolungate di tonalità crescente o decrescente a suoni aspri, stridenti, schioccanti oppure a un chiacchiericcio poco sonoro e con effetto ventriloquo, con frequente utilizzo di imitazioni di altri uccelli o perfino di rumori di origine antropica. Il canto viene emesso ben in vista su un posatoio elevato, con caratteristica postura eretta e, nelle situazioni di particolare eccitazione, con vistosi movimenti ondeggianti delle ali.

 

 


 

 

Uccelli e cambiamenti climatici

Sopravvivere alle alte quote   4’ 45”

 

Le opinioni intorno ai cambiamenti climatici sono discordanti: chi se ne rende conto, chi è scettico, chi li nega… io credo ai vistosi segnali che vegetali e animali ci stanno mandando da qualche tempo, a loro non interessa nascondere la realtà dei fatti. Le specie di uccelli che vivono alle massime altitudini sono quelle che più stanno soffrendo per le modificazioni degli habitat riproduttivi per l’aumento delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni. A questo va aggiunto il sempre crescente disturbo antropico in quota. Alcune specie stanno abbandonando le aree di nidificazione poste alle quote medio-basse, in cerca di nuovi spazi verso l’alto: ma sopra di loro non rimangono che guglie rocciose, ghiaccio e cielo! Tra queste, oltre alla Pernice bianca (Lagopus muta), ci sono tre piccoli passeriformi che appaiono vulnerabili agli effetti del riscaldamento gobale: lo Spioncello (Anthus spinoletta) e soprattutto il Fringuello alpino (Montifringilla nivalis) e il Sordone (Prunella collaris). Di questi ultimi ci occuperemo nel video. Il Fringuello alpino Montifringilla nivalis è distribuito sulle Alpi e localmente sull’Appennino centrale, nidifica preferibilmente tra 2000 e 2800 m, con occasionali presenze da 1700-1800 m e fino a 3650 m. Vive in ambienti rocciosi con zone erbose ricche affioramenti rocciosi e morene, tra il limite superiore delle praterie e i margini dei ghiacciai, prediligendo valichi con rifugi. Nidifica sia in cavità di rocce sia di manufatti di origine antropica, compresi i nidi artificiali, utili per compiere studi sulla biologia riproduttiva, dimostrando una spiccata fedeltà al sito di nidificazione. Pensate che un nido costruito nel Rifugio Berni al Passo di Gavia è stato occupato dal 1976 al 2009, ma era già conosciuto nel 1968! Tra fine aprile e metà luglio depone di solito 4-5 uova. Dispersivo a corta distanza, sverna in parte ad altitudini inferiori a quelle del periodo riproduttivo, con osservazioni occasionali anche a notevole distanza dai più vicini siti riproduttivi. In questo periodo forma gruppi consistenti, talvolta con il Sordone, in aree di alimentazioni favorevoli, spesso ubicate attorno a stazioni sciistiche e rifugi. Il Sordone Prunella collaris è distribuito sulle Alpi con piccole popolazioni sull’Appennino centro-settentrionale, Alpi Apuane comprese. Nidifica tipicamente nella fascia altitudinale compresa tra il limite della vegetazione arborea e quello delle nevi perenni, a quote generalmente comprese tra 2000 e 2800 m. Preferisce i pendii soleggiati caratterizzati dalla diffusa presenza di grossi massi e di pulvini erbosi distribuiti a mosaico. Costruisce il nido in cavità di rocce e talvolta di muri stradali, in cui tra fine maggio e luglio depone di solito 3-5 uova. In autunno-inverno tende a spostarsi a quote inferiori frequentando habitat preferibilmente rocciosi ma anche con una maggiore copertura erbosa ed arbustiva, non raramente portandosi in prossimità di rifugi, baite o piccoli borghi. Lo Spioncello Anthus spinoletta è distribuito principalmente sulle Alpi, con presenze più scarse e localizzate sugli Appennini e in Sardegna. Nidifica in praterie naturali d’altitudine, preferibilmente accidentate e ricche di acque di ruscellamento, con vegetazione erbacea rada e massi affioranti, a quote di solito comprese tra 1800 e 2700 m. Costruisce il nido in anfratti naturali del terreno, in cui tra metà maggio e luglio depone di solito 4-6 uova. Migratore ed erratico, compie movimenti di varia portata, più evidenti in ottobre e marzo. Sverna lungo le coste e nelle zone di pianura ricche di zone umide, come le marcite.