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Da centrale nucleare a museo sull'energia
Progetto rilancia sito anche con un polo energetico integrato
(ANSA) - MONTALTO DI CASTRO
La centrale elettronucleare di Montalto di Castro doveva essere costituita da due reattori da 982 MW di potenza elettrica ciascuno, alimentata ad Uranio leggermente arricchito, moderati ad acqua leggera e raffreddati ad acqua bollente.
Il disastro di Cernobyl' fu classificato al settimo livello, il massimo, della scala di catastroficità INES. Un incidente nucleare avvenuto per errori umani in uno dei quattro reattori provocò danni e sfiducia nella strada nucleare per la produzione di energia elettrica. In Italia la risorsa nucleare venne messa in discussione in un referendum popolare che riuscì a bloccare il completamento dell'impianto e la prospettiva di chiudere anche le altre centrali allora in regolare funzionamento.
La centrale nucleare di Montalto di Castro non è mai entrata in attività ed è infine riconvertita in un impianto termoelettrico.
Con gli anni e lo stato di abbandono trova un destino diverso: divenire un distretto dell'innovazione energetica un esempio al mondo di riconversione culturale.
I due edifici che dovevano ospitare i reattori nucleari, ospiteranno il centro culturale dedicato alla transizione energetica. Il Teccc - Centro di Cultura e Conoscenza della Transizione Energetica di 5.000 metri quadrati conterrà il Museo della transizione energetica aperto al pubblico e avrà spazi funzionali dedicati ad attività di formazione altri 15.000 metri quadrati di spazi espositivi all'interno di due strutture dedicati ad installazioni d'arte sul tema dell'energia, sale di esposizione divulgativa riguardanti il tema della transizione energeticae una sala per eventi collegata ad una terrazza panoramica. "Il progetto prevede anche un percorso di visita sopraelevato che circonda l'area e immergerà il visitatore in un paesaggio che ben restituisce la complessità del sito, con l'obiettivo di valorizzare e rendere accessibili manufatti dallo straordinario valore storico e architettonico unici al mondo".
Bunker nazista ad Amburgo diventa centrale elettrica
L’edificio risale al 1942 e poteva ospitare circa 30.000 persone nel distretto di Wilhelmsburg. L'edificio, completamente ristrutturato è stato completato nel 2014.
Il tentativo di abbattimento del bunker negli anni settanta riuscì a demolire solo i solai e parte delle colonne portanti, ma le cariche esplosive non intaccarono il tetto e le pareti laterali. L'enorme cavità interna si riempì di frammenti e blocchi di cemento che vennero estratti da una grande apertura praticata su una parete laterale, ora ingresso principale dell'edificio.
Germania, dall'ex bunker nazista è stata ricavata una centrale elettrica alimentata da fonti rinnovabili. Ogni anno si risparmiano 6.600 tonnellate di CO2
Grazie a questa iniziativa, non soltanto un brutto ricordo del passato nazista potrà guadagnare un nuovo e positivo significato, ma 3.000 famiglie sono riscaldate da questa centrale, per 1.000di queste, anche la fornitura elettrica.
L'impianto solare termico da 0,6 GWh, a è integrato da pannelli fotovoltaici posizionati sul tetto e sulla parete sud forniscono 110 kWh. Un recupero molto importante per la Germania anche in chiave fabbisogno energetico interno. Da quando Angela Merkel ha deciso per l’abbandono dell’esperienza nucleare, i tecnici tedeschi hanno puntato in maniera decisa sulle fonti rinnovabili e questo ne è un validissimo esempio.