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Fiocco rosa o fiocco azzurro?

 

Dinophilus gyrociliatus  

Fiocco rosa o fiocco azzurro?

 

Valentina Vitali

 

 

Nella specie umana tutto si basa sulla casualità e ai genitori non resta che attendere qualche mese e saranno la giusta ecografia o addirittura la nascita del proprio bambino a dare una risposta; per altri animali invece i meccanismi si rivelano a volte molto diversi e spesso i genitori (e perfino gli stessi figli) possono dire la loro sul sesso dei nascituri. Per quanto tra vertebrati e insetti spopoli la determinazione sessuale singamica, cioè dipendente dal tipo di cromosomi sessuali portati da cellula uovo e spermatozoo, esistono anche delle valide alternative. Nel polichete Dinophilus gyrociliatus (un anellide) ad esempio dipende tutto dalla mamma (determinazione progamica, prima della fecondazione) e dalle dimensioni delle sue uova: dalle più grandi nasceranno le femmine mentre dalle più piccole i maschi. La differenza dimensionale è correlata alle disponibilità nutrizionali poiché più la madre è in condizioni di stress alimentare più il numero di uova piccole e quindi di maschi aumenterà in percentuale. Oppure è possibile che al momento dell’unione dei gameti non venga stabilito nulla e che il sesso sia influenzato dai più vari parametri ambientali (determinazione metagamica), che possono agire

Bonella viridis Gammarus roeseli   

singolarmente oppure in correlazione. È la quantità di CO2 a decidere nell’echiuride Bonellia viridis poiché basse concentrazioni di questo gas disciolte nell’acqua di mare fanno sviluppare individui femminili e viceversa alte concentrazioni danno un maschio; tanta CO2 in effetti indica la presenza di una femmina adulta nelle vicinanze ed è quindi utile che il nuovo individuo abbia sesso opposto così da trasformarsi nel millimetrico maschio parassita che si attaccherà alla partner già trovata e si assicurerà la riproduzione. Ci sono poi specie, come i comuni afidi, che hanno scelto la partenogenesi, in cui un individuo produce cloni femminili di sé, ma in certi periodi la riduzione delle ore di luce induce sorprendentemente la nascita di maschi. Oppure può accadere il contrario cioè che l’allungamento delle giornate faccia nascere maschi e che le femmine arrivino più tardi, in autunno, come nel crostaceo Gammarus; questa strana caratteristica è nel suo caso molto funzionale dato che nella stagione riproduttiva i maschi trasportano le partner che devono quindi essere di minori dimensioni. Studiando una cicala, la Zyginidia pullula, si è addirittura scoperto che da adulto un individuo maschile può diventare una femmina fertile, pur mantenendo cromosomi

Zyginidia pullula Wolbachia  

maschili, e questo solo per la volontà di un suo batterio (Wolbachia), che volontariamente cambia l’identità sessuale dell’ospite per trasmettere la propria prole attraverso il citoplasma delle sue cellule uovo. Il parametro ambientale più noto che influisce sulla determinazione sessuale è però la temperatura a cui si sviluppano le uova, meccanismo valido per molti rettili e pesci ossei. Per lucertole e loricati generalmente le basse temperature portano alla nascita delle femmine mentre nelle tartarughe si associano ai maschi; per i coccodrilli e alcune testuggini invece le femmine nascono sia alle basse che alle alte temperature e solo il ristretto range intermedio porta ai maschi. Nei nidi della maggior parte delle tartarughe quindi le prime uova deposte, che stanno sul fondo della buca scavata dalla madre, daranno alla luce maschi mentre dalle ultime e più superficiali, che si trovano perciò ad una maggiore temperatura, sgusceranno femmine. Nella Caretta caretta, la più diffusa nel Mediterraneo, la soglia si trova a 29°C: se c’è più freddo nasceranno maschi, se c’è più caldo femmine. La determinazione ambientale del sesso (ESD), descritta in questi casi, può sembrare primitiva, una prova generale del meccanismo genetico, eppure la sua ancora elevata diffusione in così tante specie

Caretta  

dimostra che si tratta di un carattere selezionato positivamente e che deve quindi essersi rivelato più adatto e funzionale in certi contesti; ad esempio dove i parametri ambientali sono molto variabili nel tempo e nello spazio, poichè è possibile che uno dei due sessi sia favorito e la ESD può rivelarsi l’unico modo per riportare al pari il bilancio maschi-femmine. E per far fronte alle variazioni climatiche che si sono alternate nella lunga storia evolutiva molte specie hanno adottato particolari strategie o dei veri e propri assi nella manica o meglio nell’uovo, come nel caso delle tartarughe: i loro embrioni sono in grado di percepire la temperatura e di spostarsi all’interno dell’uovo per termoregolarsi. Così se un lato del guscio è più caldo e uno più freddo l’embrione si collocherà in un punto intermedio, riuscendo ad evitare estremi termici che possono portare alla nascita di sole femmine o soli maschi; ancora se la madre ha deposto le uova in una zona troppo fresca i tartarughini non ancora nati si spostano nella zona più calda e viceversa. Persino questa straordinaria capacità non è però sufficiente per l’attuale riscaldamento climatico, che procede con ritmi troppo rapidi e che porta ad un aumento in frequenza degli estremi termici. Le tartarughe verdi nate sulle spiagge più calde della Grande Barriera Corallina settentrionale mostrano già una forte polarizzazione, con un 99,1% dei giovani di sesso femminile. Comprendere meglio i meccanismi di determinazione del sesso può comunque essere utile per aiutare le specie ex situ o per ricreare le giuste condizioni in ambiente, nella speranza che queste antiche creature riescano a superare anche questa sfida.