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L’esplorazione floristica del Sudafrica- 7

 

Carl Wilhelm Ludwig Pappe, il primo botanico ufficiale della Colonia del Capo

L’esplorazione floristica del Sudafrica

 

7. Carl Wilhelm Ludwig Pappe o l’istituzionalizzazione della botanica sudafricana

 

Silvia Fogliato

 

Nei precedenti articoli, abbiamo seguito le vicende dell’esplorazione floristica del Sudafrica dal suo timido inizio nel Cinquecento e nel Seicento, per arrivare ai grandi cacciatori di piante del Settecento e della prima metà dell’Ottocento. A questo punto, i raccoglitori, tanto professionisti quanto dilettanti, si fanno così numerosi che diventa impossibile darne conto nello spazio limitato di questa rubrica. Basti pensare che entro il 1850 risulta abbiano raccolto esemplari della flora sudafricana più di 170 persone; dopo questa data il numero cresce rapidamente, anche per il determinarsi di alcune circostante favorevoli.

La rapida industrializzazione del paese, in seguito alla scoperta dei diamanti nei pressi di Kimberley nel 1867 e all’apertura delle miniere d’oro di Mpumalanga e del Witwatersrand, richiama in Sudafrica una grande massa di immigrati. Contemporaneamente la costruzione di un’efficace rete stradale e della ferrovia (la prima, che collegava Cape Town con Wellington, venne inaugurata nel 1859) rende meno eroico, ma più facile il lavoro dei botanici. E se prima questi ultimi venivano da fuori, dalle Università e dagli orti botanici europei, dove sarebbero confluiti gli esemplari raccolti per essere studiati e pubblicati, ora essi sono sempre più immigrati venuti per restare oppure cittadini sudafricani.

 

 

La prima flora pubblicato in Sudafrica

 

A loro si deve anche la creazione delle strutture scientifiche indispensabili per conoscere, studiare, pubblicare, conservare la ricchissima flora del più piccolo dei Regni floristici del mondo: erbari, orti botanici, cattedre universitarie di botanica. Un primo passo su questa strada può essere considerata la pubblicazione di The genera of South African plants di William H. Harvey, uscito a Cape Town nel 1838, la prima flora del Sudafrica

William H. Harvey, autore del primo libro di botanica pubblicato in Sudafrica e coautore della monumentale Flora capensis  

dall’epoca di Thunberg, e la prima in assoluto pubblicata nel paese. Harvey, irlandese, medico, noto botanico e amico di Hooker, era arrivato al Capo nel 1835 e dal 1836 al 1842 vi svolse la funzione di Tesoriere coloniale, dedicandosi contemporaneamente a un’intensa attività di studio e raccolta: ogni giorno si alzava prima dell’alba, tra le quattro e le cinque botanizzava nelle montagne della penisola del Capo, per rientrare in tempo per i doveri d’ufficio; allo studio e alla scrittura erano dedicate le notti. Non poteva allontanarsi più di tanto dalla città, ma molti esemplari gli furono procurati da diversi amici, tra cui Bowie, che conosciamo già, Pappe e Zeyher, che conosceremo meglio tra poco. Questi contributi furono essenziali per la compilazione di The genera of South African plants, che egli considerava una semplice introduzione alla flora sudafricana, ma è comunque un corposo volume di quasi 600 pagine in cui

vengono presentati 1086 generi, raggruppati in famiglie in base alla classificazione naturale. Il suo intento è principalmente divulgativo; inizia infatti con una succinta introduzione generale alla botanica (comprese le istruzioni per creare un erbario) e un glossario e si propone di offrire ai lettori (e alle lettrici) un testo aggiornato e accessibile; nella prefazione, riferendosi alle opere precedenti, Harvey infatti scrive: «si sarebbero rivelate perfettamente inutili alle mie amiche, le quali, non essendo snob pedanti, avrebbero ricavato ben poche informazioni dal latino bisbetico in cui sono scritte».

Nel 1843 Harvey tornò in Irlanda, per occupare successivamente gli incarichi di Conservatore dell’Erbario del Trinity College di Dublino, Professore di botanica prima alla Royal Dublin Society, quindi allo stesso Trinity College. La sua opera maggiore sulle piante sudafricane, la monumentale Flora Capensis scritta in collaborazione con il botanico tedesco Otto Wilhelm Sonde, venne ovviamente pubblicata in Europa e, dopo la morte di entrambi, fu completata con la collaborazione di molti botanici coordinati da William Turner Thiselton-Dyer, il terzo direttore dei Kew Gardens.

 

 

Il primo botanico ufficiale della Colonia del Capo

 

Un secondo passo si ebbe con il tedesco Carl Wilhelm Ludwig Pappe (1803-1862) che, al contrario di Harvey, decise di rimanere in Sudafrica fino alla fine dei suoi giorni. Nato ad Amburgo, egli studiò medicina e botanica a Lipsia, quindi nel 1830 si trasferì a Città del Capo dove aprì uno studio medico. La medicina gli dava da vivere, ma il suo interesse principale era la botanica; fin dal suo arrivo iniziò ad esplorare i dintorni della città, anche se gli erano preclusi i viaggi a lungo raggio. Presto fece amicizia con il barone von Ludwig, uno dei maggiorenti della città. Nel 1834 troviamo entrambi tra i soci fondatori della South African Literary and Scientific Institution, una delle prime società scientifiche del paese.

 

Il giardino di Ludwigsbug in una immagine d’epoca  

Grazie a Ludwig, Pappe entrò in contatto con altri botanici e cacciatori di piante. Nato Carl Ferdinand Heinrich Ludwig (1784-1847), il barone aveva iniziato la sua carriera come farmacista, ma aveva fatto fortuna grazie a un matrimonio fortunato e al senso degli affari, tanto da essere elevato alla nobiltà dal re di Württemberg. Intorno al 1829 acquistò un terreno di tre acri nell’area dell’attuale quartiere residenziale di Tamboerskloof, dove creò uno spettacolare orto botanico privato, chiamato Ludwigsburg, ricco di piante esotiche fatte venire dall’Europa, dalle Americhe e dall’Australia: è famoso, fra l’altro, per aver introdotto in Sudafrica la jacaranda, che poi sarebbe diventata comunissima in parchi e alberate. Non disdegnava però le piante native, che gli venivano procurate da diversi cacciatori di piante, i più importanti dei quali furono Christian Friedrich Ecklon, che abbiamo già incontrato parlando dei fratelli Drège, e Carl Zeyher (1799-1858), che fecero insieme importanti raccolte tra il 1829 e il 1838 e pubblicarono a quattro mani le loro collezioni in Enumeratio Plantarum Africae Australis Extratropicae.

Pappe li incontrò entrambi a Ludwigsburg. Nel 1844, poiché Zeyher aveva bisogno di soldi per tornare in Europa, gli lasciò in pegno il suo erbario in cambio di un prestito; quando rientrò in Sudafrica, era senza un soldo, con il risultato che l’erbario rimase a Pappe. Quest’ultimo, all’epoca era principalmente interessato alle piante medicinali. Nel 1847 sul «Cape Town Medical Gazette» pubblicò una lista di sessanta rimedi, considerata il primo articolo di botanica applicata pubblicato in Sudafrica; ampliato, fornì la base a Florae capensis medicae prodromus (1850), inteso come commento a una collezione selezionata di farmaci, messa insieme con l’aiuto di Ecklon e inviata a Londra per l’Esposizione universale, dove fu giudicata meritevole di un premio.

Nel dicembre 1847 morì il barone Ludwig; Pappe ed altri si batterono perché il governo acquistasse il giardino o almeno le piante, da trasferire nel vecchio giardino della VOC che però versava in stato d’abbandono. Si optò per la creazione di un nuovo orto botanico in una posizione più adatta e a tal fine nel 1849 venne istituita una commissione, di cui Pappe divenne uno dei membri più influenti. Grazie a questa posizione, riuscì a far nominare Zeyher sovrintendente del nuovo giardino; ma presto egli venne licenziato con la motivazione che era essenzialmente un botanico e non un giardiniere. Pappe si dimise per protesta.

La splendida Jacaranda mimosifolia, introdotta in Sudafrica dal barone Ludwig; oggi, per la sua invasività, nel paese è vietato l’impianto di nuovi esemplari Pappea capensis, la pianta dedicata a Pappe da Ecklon e Zeyher  

I suoi interessi ora si stavano estendendo ad altri soggetti: agli insetti, ai pesci, ma soprattutto alla silvicoltura. Per l’esposizione universale di Parigi del 1855 preparò un campionario di legnami, commentato da Silva capensis, or description of south African forest-trees, and arborescent shrubs (Cape Town 1854). Nel 1855 entrò a far parte del Comitato di gestione del rinnovato Museo di scienze naturali. Da tempo sir William Hooker, il direttore dei Kew Gardens, premeva perché anche al Capo ci fosse un botanico governativo ufficiale (Colonial botanist); infine il posto venne istituito nel 1858 e fu assegnato a Pappe; qualche mese dopo presso l’Università del Sud Africa venne creata una cattedra di botanica, anch’essa assunta da Pappe senza integrazione di salario.

Il compito principale del botanico governativo era creare un erbario nazionale; per realizzarlo Pappe fece diverse spedizioni: a Tulbagh e Knysna nello stesso 1858 prima dell’inizio dell’anno accademico, nella Provincia del Capo orientale in più riprese, nel Namaqualand nel 1862. Per l’identificazione, inviava i duplicati a diversi botanici europei, in particolare a Harvey, che aveva conosciuto di persona a Ludwigsburg e ora stava lavorando a Flora Capensis, con reciproca soddisfazione. Così infatti si espresse Harvey: «Il governo del Capo è stato fortunato ad assicurarsi i servigi di un gentleman di così completa competenza; gli autori della Flora sono ugualmente fortunati di partecipare dei frutti delle vecchie e nuove esplorazioni del Dr. Pappe».

La competenza di Pappe godeva infatti di alta reputazione, specialmente nel campo della botanica applicata. Per la silvicoltura era poi un’autorità di fama mondiale; a tal proposito, possiamo ricordare che inviò un secondo campionario di legami all’Esposizione universale di Londra del 1862. Era anche un pioniere dell’ecologia, uno dei primi a denunciare i rischi della deforestazione e a suggerire misure per conservare la vegetazione naturale e le riserve idriche. Non era altrettanto dotato come insegnante: nel 1858, quando iniziò ad insegnare, il suo corso era seguito da una ventina di allievi; nel 1861, quando tenne le ultime lezioni, ne erano rimasti solo due.

Morto nel 1862, Pappe svolse i ruoli di Botanico coloniale e professore di botanica per appena quattro anni, ma la sua esperienza rimane importante per aver segnato l’avvio dell’istituzionalizzazione della botanica in Sudafrica. Dopo la sua morte, il suo erbario personale venne acquistato dallo Stato e, insieme a quello di Zeyher, costituisce il nucleo più antico dell’erbario nazionale del Sudafrica.

Grazie agli amici Ecklon e Zeyher, Pappe ha anche avuto l’onore di dare il suo nome al genere monotipico Pappea (famiglia Sapindaceae), rappresentato unicamente da P. capensis, diffusa in tutta l’Africa orientale, dall’Etiopia al Sud Africa. È una scelta particolarmente felice perché, oltre a trattarsi di un bell’albero dal portamento elegante, ha anche una lunga storia come pianta medicinale; le foglie, la corteccia, l’olio estratto dai semi sono tuttora utilizzati per curare un’ampia varietà di affezioni. Pappe è inoltre commemorato dall’epiteto di Lassertia pappeana.

 

 

Bibliografia e sitografia

 

H. F. Glen, G. Germishuizen, Botanical exploration of southern Africa, 2. ed., «Strelitzia» n. 26, Pretoria 2010

Harvey, Mr William Henry, S2A3 Biographical Database of Southern African Science, https://www.s2a3.org.za/bio/Biograph_final.php?serial=1233

W. H. Harvey, The Genera of South African Plants: Arranged According to the Natural System, J.C. Juta, Cape Town 1868

Ludwig, Baron Carl Ferdinand Heinrich von, S2A3 Biographical Database of Southern African Science, https://www.s2a3.org.za/bio/Biograph_final.php?serial=1729

Pappe, Dr Carl Wilhelm Ludwig, S2A3 Biographical Database of Southern African Science, https://www.s2a3.org.za/bio/Biograph_final.php?serial=2112

J. E. Victor, G. F. Smith, A. E. Van Wyk, History and drivers of plant taxonomy in South Africa, «Phytotaxa», 269 (3), pp. 193–208