raccolte cd
timberland euro, timberland uomo 6 inch stivali, timberland uomo barca stivali, timberland uomo earthkeepers, timberland uomo euro hiker stivali, timberland uomo nellie chukka, timberland uomo rotolo top stivali, timberland uomo scarpe da spiaggia, timberland donna 6 inch stivali
Complottismo, carenze di metodo e sfiducia epistemica

 

complottismo

Complottismo, carenze di metodo e sfiducia epistemica

 

Riccardo Mansani

 

Per gentile concessione di Mathesis - Dialogo tra saperi Organo dell'Associazione Sassarese di Filosofia e Scienza 

 

Il Complottismo si caratterizza come tendenza antiscientifica in quanto rifiuta una verifica razionale delle sue ipotesi. Il complottista formula delle ipotesi basandosi su osservazioni, vere o false, che avvalora con pregiudizi preesistenti (assimilabili ai Baconiani idola fori) ma, a questo punto, si ferma e non va a verificare le implicazioni  delle proprie ipotesi eludendo totalmente il passaggio fondamentale del metodo scientifico: la verifica[1]

In una recensione[2] ad un articolo di Roberto Pecchioli (Agenda 2030: Non avrai nulla e sarai felice; www.accademianuovaitalia.it), Guido Salvador, rilevando una coincidenza (vera o presunta) tra gli obiettivi di Agenda 2030, un programma dell’ONU per lo sviluppo sostenibile del pianeta, e quelli del Foro Economico Mondiale[3], una fondazione cui partecipano economisti, politici, intellettuali e giornalisti di primo piano a livello planetario, ipotizza, in concordanza con Pecchioli, un complotto delle élite capitalistiche mondiali volto a: “… rafforzare l’impero del neo-capitalismo e avviare un’era nuova per l’umanità: l’istituzione di un tecno-feudalesimo[dove] … la stragrande maggioranza dell’umanità, [il popolo bue] non possiederà nulla, e la proprietà privata, non solo dei mezzi di produzione, ma di tutto quello che esiste al mondo (beni, servizi, denaro) resterà in capo a una minoranza dal potere ferreo, un medioevo postmoderno privo della spiritualità e dell’altezza morale dell’era di mezzo.”

 

Per arrivare a una conclusione di questo tipo, nella mente del complottista si istaura una sorta di falso sillogismo dove una osservazione particolare più o meno vagamente documentata: “le elite capitalistiche sono malvagie”, si incontra con un pregiudizio generale preesistente, un idolum fori appunto: “i politici, i partiti, i sindacati, le istituzioni tutte sono corrotte e quindi malvagie”, per produrre la conclusione: “tutti costoro, per i loro interessi particolari, si sono associati per mettere in atto una grandissima malvagità”

A parte la falsità del sillogismo, é andando a valutare le implicazioni della conclusione che si riesce a smontare lo pseudo ragionamento. Sarebbe infatti opportuno domandarsi dove siano gli interessi di un capitalismo che pensa a un mondo “medievalizzato” dove, forzatamente, il popolo bue anche se potrebbe produrre con efficienza, grazie al poderoso sviluppo tecnologico, consumerebbe molto meno costretto in una situazione di libertà limitata e di timore. Si ricordi che, nel corso di questo anno e mezzo di pandemia (esempio di piccola medievalizazione della società)  si è accumulata, solo in Italia, un'enorme quantità di risparmio bancario (dell’ordine delle centinaia di miliardi) che è stata sottratta al consumo e che, in assenza di una ripresa, come implicitamente accolto dall’ipotesi del complotto, non potrebbe convertirsi in investimenti come necessario all’equilibrio di una società basata sui dettami irrinunciabili di ogni capitalismo. Nessuna élite capitalistica potrebbe auspicare una così lampante contraddizione tra domanda e offerta che porterebbe il mondo ad attraversare una colossale recessione per assestarsi su una situazione di stagnazione permanente.

 

Altra caratteristica del complottismo è il suo rapporto con i fatti. E, anche qui, esso evita accuratamente di confrontarsi con le implicazioni delle sue affermazioni.

Tutti noi ricordiamo le allucinanti scene delle “Bare di Bergamo” trasmesse nel marzo 2020 da tutti i telegiornali e diventate l’emblema dell’impatto del Covid19 in Italia. A Bergamo, nel marzo del 2020, fu rilevato un aumento di mortalità, rispetto ad una media nello stesso mese dei cinque anni precedenti, stimata intorno al 500%[4] e attribuita all’epidemia in corso. I complottisti, nel loro tentativo di sostenere che la pandemia era solo un’invenzione facente parte di un complotto, hanno dapprima sostenuto che i morti non erano morti a causa della pandemia (a loro avviso inesistente)[5] senza considerare che questo anomalo aumento di mortalità doveva pur avere una causa. Di fronte all’ineludibilità di questa obbiezione è stato allora sostenuto l’argomento più radicale: i morti non esistevano e i numeri forniti dagli organi ufficiali erano inventati di sana pianta su disposizioni degli orditori del complotto[6]. Una tale affermazione implicherebbe che si fosse attivato, a livello planetario, un meccanismo in cui il burattinaio orditore del complotto (le Elite Capitalistiche, il Partito di Davos…) avrebbe imposto le sue disposizioni ai governi i quali, a loro volta, le avrebbero trasmesse alle prefetture e queste ai sindaci e da loro alle unità sanitarie, agli uffici anagrafe dei comuni e a tutte le strutture amministrative coinvolte al fine di imporre la falsificazione dei numeri, e tutto ciò senza che niente trapelasse all’opinione pubblica. Un meccanismo “monstre” di questo tipo avrebbe qualche possibilità di funzionare senza una smagliatura? Esso dovrebbe coinvolgere Politici, Manager, uomini di potere ma anche una quantità enorme di quadri intermedi, impiegati e dipendenti la cui manipolazione di massa è inimmaginabile, e ci sarebbe sempre, da qualche parte, un giornalista rompiscatole, un impiegato astioso verso il principale (Gioco che l’hanno in tasca come noi direbbe il Giusti) o qualche pedina non disposta a farsi manipolare che denuncerebbe la manovra facendo crollare questo spropositato castello di carte.

 

Le argomentazioni fin qui svolte sono di carattere puramente razionale e potranno avere qualche effetto solo in coloro che conservano un minimo di fiducia nella ragione e accettano il ragionamento argomentato. Esse potranno servire a evidenziare le fallacie delle teorie del complotto e a rafforzare le convinzioni di coloro che nel complotto non credono ma che rischiano di vacillare di fronte all’irruenza della propaganda avversa, avranno però scarsissime possibilità di incidere sulle convinzioni del complottista.

Il complottista non è un soggetto razionale e, se messo di fronte a un’argomentazione che smonta le sue convinzioni le difenderà caparbiamente contestando la veridicità delle fonti ufficiali anche se questa contestazione lo pone di fronte a implicazioni che si rivelano vere e proprie reductio ad absurdum. Nella mente del complottista è venuto meno ciò che gli psicologi chiamano “fiducia epistemica”, cioè la propensione a credere, pur con spirito critico, a quello che dicono gli altri, in generale e, in particolare, le istituzioni di cui non si fida per pregiudizio pregresso.

Agli psicologi e ai neuroscienziati l’onere di capire come, in certi individui, possa instaurarsi questa mancanza di “fiducia epistemica”. Vi hanno sicuramente parte fattori culturali-educativi, ma non sono da escludersi quelli neuropsichici da ricercare nella storia individuale che ha portato ad un maggiore sviluppo di quella parte del cervello che presiede alla vita emozionale, rispetto alla neocorteccia responsabile dei ragionamenti (anche se fallaci) e di tutto quello che riguarda la logica. Estremamente importante quest’ultimo aspetto perché, senza escludere l’importanza delle sfera emotiva, il “contratto sociale” che regola la nostra vita di relazione e garantisce al maggior grado possibile il rispetto dei diritti degli individui non può che basarsi su regole razionali di validità generale. Le possibilità di incidere per orientare in questa direzione i rapporti tra gli individui e garantire tra di essi la possibilità di un dialogo che consenta la scelta delle soluzioni più socialmente soddisfacenti è materia di ragione e non può che passare per un più adeguato ruolo delle istituzioni preposte all’educazione, in particolare la scuola dove, senza sminuire l’importanza della sfera emozionale, deve trovare maggiore spazio la capacità di promuovere la cultura scientifica e la razionalità.


Note

 

[1] Naturalmente, non essendo in ambito di scienze dure, non si può parlare di verifica come esperimento progettato ad hoc, ma una sorta di verifica è sempre possibile, anche in ambito di scienze sociali, andando a considerare le possibili implicazioni delle ipotesi adottate e cercando di capire se in qualche modo le contraddicono.

[2] Mathesis, n° 35; dicembre 2020.

[3] Il Foro Economico Mondiale e noto come il partito di Davos dal nome della cittadina sulle Alpi Svizzere dove ogni anno si riunisce rigorosamente a porte chiuse escludendo quindi l’audizione dei non aderenti e dando quindi adito a giustificati sospetti sulle loro intensioni.

[5] A conferma di quanto sostenuto si riportava la notizia che, di quei morti,  non erano state eseguite le autopsie, sconsigliate dalle circolari ministeriali in quanto ritenute inutili e pericolose. Si deve comunque rilevare che il Ministero della Sanità ha diramato, in quell’occasione, disposizioni alquanto pasticciate. https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/20_maggio_04/coronavirus-papa-giovanni-autopsie-quasi-vietate-decisive-scoprire-rischio-trombosi-e656185a-8dd1-11ea-b08e-d2743999949b.shtml.