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Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa

 

La Certosa di Pisa

Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa

 

Un Museo per tutti

 

Esperienze di inclusione e valorizzazione (parte prima)

 

Angela Dini

 

 

 

 

 Introduzione

 

I principi e i valori su cui è nato il Museo, nella originale visione dei suoi fondatori, rispondono pienamente alla necessità di aprirsi al territorio per co-costruire  nuovi scenari educativi dove i musei sono chiamati a concorrere con impegno concreto e creativo allo sviluppo di cittadini consapevoli, pensanti e attivi per una vita, un ambiente e relazioni più sostenibili.

Negli ultimi dieci anni, presso il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, si sono sviluppate numerose esperienze di inclusione di valorizzazione.

Queste trovano le basi negli atti fondativi del Museo e dell’Università di Pisa, in molti documenti di indirizzo internazionali, anche recentissimi, che guidano e ispirano la vision dei musei come autorevoli attori protagonisti dei cambiamenti culturali educativi e sociali nella società globalizzata. Tali attività riguardano le attività educative e divulgative negli ambiti formale, non formale e informale dell’educazione, le attività di inclusione sociale con gli anziani, con i malati di Alzheimer, con le persone autistiche, con i migranti e per i pubblici più semplicemente interessati alla partecipazione e al benessere psicofisico.

A queste si sono affiancati progetti sperimentali con le scuole che riguardano la valorizzazione degli individui in quanto diversi e unici e in particolare le attività fatte al Museo per l’alternanza scuola-lavoro diventata “Progetti per lo sviluppo delle Competenze trasversali e l’orientamento”.

 

Il Museo di Storia Naturale centro di cultura al servizio del territorio

 

Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa è collocato nella Certosa Monumentale di Calci in un contesto molto suggestivo, pieno di storia, d'arte e di bellezze naturali. La Certosa di Pisa in Calci è, infatti, costituita da uno straordinario complesso insieme di edifici tra loro collegati, situati su un vasto appezzamento di circa 6 ettari alle pendici del Monte Pisano. 

L’Università ha in uso perpetuo locali per circa 8500 metri quadrati: l’area occidentale del complesso monastico, diversi altri locali di servizio e tutto il terreno all’interno della cinta muraria. I locali di maggior valore storico/artistico (chiesa, cappelle, appartamento granducale, refettorio, il chiostro grande e parte delle celle) sono invece di pertinenza della  Direzione regionale musei della Toscana del Ministero della Cultura. 

La storia del Museo inizia ai primi degli anni ‘80, quando la Facoltà di Scienze delibera di realizzare un unico Museo di Storia Naturale e del Territorio, con il trasferimento a Calci delle collezioni di anatomia comparata e zoologia, di mineralogia e petrografia, di geologia e di paleontologia (Landini 2009). Nel tempo, accanto ai settori di studio tradizionali come quelli della zoologia dei vertebrati, della paleontologia, della mineralogia si sviluppano altri settori di studio e di ricerca: entomologia, primatologia e biogeografia.

Il progetto di collocazione del Museo nella Certosa di Pisa, nato da una felice idea di Ezio Tongiorgi e  portato avanti da Marco Franzini, ha voluto collocare e legare l’enorme patrimonio scientifico naturalistico universitario alla bellezza artistica del complesso della Certosa monumentale ancorandolo culturalmente al servizio del territorio.

“Quando è nata a Pisa l’esigenza di un Museo sostenuta da Ezio Tongiorgi, si è trattato di una novità assoluta come concezione, non come esposizione perché questa esisteva già, ma di un Centro, negli anni ’80, concepito come struttura al servizio della collettività e per la ricerca, e questa è stata proprio una novità a livello nazionale. Con la scomparsa di Ezio Tongiorgi, sicuramente Marco Franzini è colui che l’ha realizzata”(1). In più, l’idea di Tongiorgi si inserisce perfettamente nel progetto complessivo di riuso della Certosa ed è, come dice Walter Landini, “l’idea magica, la quadratura del cerchio” che vede per i musei di Via Volta a Pisa una destinazione adeguata e di prestigio.

Al congresso dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici, volutamente organizzato a Calci nel 1991, il progetto realizzato da Marco Franzini è presentato a livello nazionale(2).

Fino al 2012 il Museo è un Centro Interdipartimentale dell’Università di Pisa, con una denominazione ”Museo di Storia Naturale e del Territorio” che ha caratterizzato perfettamente il carattere di centro di ricerca interdisciplinare a cui concorrono più dipartimenti universitari e il suo legame con il territorio.

Il rapporto con il territorio si è consolidato a partire dal 1988 con la nascita presso il Museo del Modulo di Scienze naturali ed Educazione Ambientale, in convenzione con il Comune di Pisa. Verso la metà degli anni ’90 in cogestione con Provincia di Pisa, Comune di Calci e Comune di Pisa viene costituito il Centro di Educazione Ambientale (CEA).

Nel  2008 la Conferenza zonale dei Sindaci dell’educativo della zona pisana attribuisce al Museo/CEA il ruolo di Nodo territoriale di Educazione Ambientale quale punto di riferimento dei comuni della zona pisana per l’educazione ambientale, riconoscendo al Museo universitario le competenze per il coordinamento, l’organizzazione e la gestione delle attività di educazione ambientale. 

Le attività del Nodo-Museo hanno coinvolto enti pubblici e privati nella realizzazione di due progetti biennali (Progetti Integrati Locali) di educazione ambientale, finanziati dalla regione Toscana, rivolti alle scuole e ai cittadini dei comuni dell’area pisana(3). 

Questo enorme lavoro, a cui hanno partecipato oltre 60 soggetti fra scuole, enti di ricerca, associazioni, è documentato in due pubblicazioni (4).

Nella presentazione dei lavori, Landini spiega così l’evoluzione del Museo: “La forma, la natura ed il ruolo del nostro Museo, sulla spinta anche di nuove domande espresse dalla collettività, in questi ultimi anni sono profondamente cambiati. Da centro sedimentato del sapere si è trasformato in centro didattico scientifico, di studio, di progettazione e di erogazione di servizi. Al fine di sviluppare un rapporto più organico con il territorio ha privilegiato un modello educativo che prevede un rapporto attivo e partecipativo con tutti i soggetti che, a vario titolo, operano nel campo dell’educazione ambientale e con tutte le categorie di utenti.”

Con la direzione di Roberto Barbuti, a partire dal 2012, il Museo ha avuto un periodo di grande rinnovamento espositivo e patrimoniale e l’acquisizione di nuove e importanti collezioni. Fra questi la realizzazione dell’acquario di acqua dolce all’interno del complesso monumentale, aperto al pubblico nel 2009 e completato nel 2016, che è oggi l’acquario più grande d’Italia;  l’acquisizione e l’esposizione di una grande nuova collezione di animali naturalizzati donazione della Fondazione Giorgio Barbero(5) e il rinnovamento di quasi tutte le gallerie espositive. Il lavoro di esposizione delle nuove collezioni  avviato da Barbuti  è ancora in corso di completamento. 

La fama e la visibilità del Museo si sono accresciute in modo straordinario accompagnate da importanti investimenti sull’immagine e sulla comunicazione, attraverso le pagine web e i social, e da significativi interventi di marketing, di promozione e di pubblicità(6)

L’offerta educativa ha raggiunto circa 60 proposte fra attività didattiche, laboratori didattici e attività ludico- didattiche. Il numero dei visitatori è molto aumentato superando nel 2018 quota 71.000(7)

Questa visibilità e l’autorevolezza sul territorio, nel campo della didattica delle scienze e sui temi ambientali, hanno portato un progressivo aumento del numero degli studenti  che hanno fruito delle attività educative organizzate al Museo, risultando attrattivo per molte classi di tutte le province regionali e anche per molte classi e scuole di altre regioni. 

Parallelamente allo sviluppo del patrimonio naturalistico si è avuto un consistente aumento della domanda sociale, che si è rivelata una nuova sfida da gestire, con l'estensione della funzione educativa del Museo all’educazione continua e a utenze molto diversificate nei bisogni, con sempre più attenzione all’accessibilità, alla coesione sociale e al benessere e all’inclusione.

Mediante azioni di audience development e audience engagement e molte altre attività rivolte ad accrescere l’accessibilità fisica e culturale, i musei, assumono il ruolo di attivatori e promotori di miglioramenti sociali attraverso la promozione e produzione di maggiori conoscenze e consapevolezze (Cerquetti 2015).

Salvatore Settis intervistato da Repubblica nel 2020 a proposito dei musei siciliani, dice: “I musei siano piazze e non templi”(8). Questo concetto, espresso con una metafora molto efficace, ci dice che i musei devono porsi come luoghi aperti, destinati alla comunità e ai cittadini. 

I musei naturalistici vedono realizzarsi questa funzione attraverso nuovi modi di lettura delle discipline ambientali e, accanto ai concetti tradizionali rivolti alla conoscenza della biodiversità, dell’evoluzione e del progresso scientifico, si affiancano e si collegano i concetti di paesaggio culturale, di sostenibilità ambientale e sociale che proprio dalla natura possono prendere spunto per lo sviluppo di una maggiore consapevolezza della relazione armonica tra l’uomo e la natura, tra il mondo naturale e l’antropizzazione (Lanzinger, Giovannini, 2019).

Questo processo di apertura ai nuovi pubblici con attività socializzanti e di sostegno alle disabilità  è stato sostenuto dalla Regione Toscana che ha finanziato le sperimentazioni di avvio e contribuito alla formazione continua degli educatori museali.

Lo sviluppo della politica e le ricerche sul public engagement hanno portato alla programmazione di una serie di eventi che hanno sfruttato il suggestivo contesto del Museo per avvicinare i “non pubblici” con proposte sul benessere e programmi culturali che hanno incluso serate con aperitivo, attività olistiche: yoga, mindfulness, shiatsu e scrittura creativa.

Con le Scuole Superiori sono state proposte cicli di conferenze, convegni e attività, anche incluse nel programma regionale Pianeta Galileo(9) e sono state progettate molte esperienze di “alternanza scuola-lavoro”. Dal 2019 l’alternanza scuola lavoro è stata trasformata in Progetti per lo Sviluppo delle Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) dando una connotazione all’esperienza dei ragazzi/e non più espressamente dedicata all’acquisizione di competenze pratiche e conoscenze di tipo tecnico professionale, ma di sviluppo di competenze trasversali.

Il numero molto alto delle richieste da parte delle scuole, pervenute al Museo dall’entrata in vigore della Legge sulla Buona Scuola (legge 107/2015), hanno suscitato una serie di interrogativi sul ruolo del Museo, sul significato educativo e l’efficacia formativa di queste esperienze e su quali proposte formative poter offrire ai ragazzi/e delle scuole superiori, soprattutto Licei Scientifici e Classici, per lo più orientati ad una scelta universitaria. 

 

Sulla strada della sostenibilità

 

I principi dell’azione educativa del Museo sono esplicitati nei suoi atti ufficiali, in primis nel Regolamento emanato dal Rettore dell’Università nel 2013 che così recita:

“il Museo organizza l’attività educativa attraverso lo svolgimento di laboratori volti a stimolare e sostenere l’innovazione culturale e la creatività e a favorire e facilitare il diritto alla cultura attraverso il coinvolgimento di tutti i cittadini e l’integrazione con gli strumenti del sistema educativo e formativo del territorio” e ancora” l’attività dei Servizi Educativi e Didattici consiste nella definizione dei programmi, nelle attività di elaborazione e coordinamento dei progetti didattici, nella cura dei rapporti con il mondo della scuola e con altri soggetti cui è rivolta l’offerta educativa. Tutte le precedenti attività sono concordate con i referenti delle Aree Museali”. 

Più recentemente i valori del Museo si sono arricchiti dei principi contenuti in diversi documenti di indirizzo di organismi europei e internazionali  che ne ispirano le strategie e la pianificazione delle attività. Fra i principali:

La Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società, cosiddetta Convenzione di Faro(10), l’Agenda 2030 dell’ONU(11), la “Raccomandazione sulla protezione e promozione dei Musei e collezioni 2015” dell’UNESCO (12) la “Guida per il rafforzamento del ruolo dei Musei nello sviluppo Locale” di ICOM(13) e OCSE(14) ; il rapporto dell’OMS (15) ”Salute 2020. Un modello di politica europea a sostegno di un’azione trasversale al governo e alla società a favore della salute e del benessere”.

Nella relazione del Museo del 2019 sulla Customer Satisfaction dei visitatori (16), destinata al settore Musei della Regione Toscana, si dichiara: 

nello sviluppo delle proprie politiche museali il Museo si allinea in primo luogo agli obiettivi strategici dell’Università di Pisa, in particolare per quanto riguarda la cosiddetta Terza Missione universitaria. Il Museo ispira il proprio operato al concetto di sostenibilità, intesa come sostenibilità ambientale, culturale e della società, allineandosi in questo a quanto espresso nella Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa del 2005, in cui viene sottolineato il ruolo dell’eredità culturale nella costruzione di una società pacifica e democratica, nei processi di sviluppo sostenibile e nella promozione della diversità culturale. Nel pianificare le proprie azioni e la propria offerta culturale, inoltre, il Museo si ispira inoltre agli obiettivi indicati nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, tra i quali:

• Offrire un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria e promuovere le opportunità di apprendimento durante la vita per tutti;

• Rendere le città e le comunità sicure, inclusive, resistenti e sostenibili;

• Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili;

• Fare un’azione urgente per combattere il cambiamento climatico e il suo impatto;

• Salvaguardare gli oceani, i mari e le risorse marine per un loro sviluppo sostenibile;

• Proteggere, ristabilire e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, la gestione sostenibile delle foreste, combattere la desertificazione, fermare e rovesciare la degradazione del territorio e arrestare la perdita della biodiversità.

 

La relazione sulla customer satisfaction, inviata ogni anno alla Regione Toscana, è uno degli obblighi previsti dal Sistema regionale di accreditamento dei musei per il conseguimento degli standard di qualità di cui alla Legge Regionale 21/2010(17) che consentono di essere riconosciuti come Museo di “rilevanza regionale” e di poter così accedere ai fondi regionali attraverso contributi e progetti. Nel 2020, per il secondo anno consecutivo, il Museo è risultato primo nella graduatoria regionale dei musei di rilevanza regionale, conseguendo punteggi molto alti sugli indicatori previsti dal sistema di accreditamento(18).

Questo risultato è dovuto anche all’impegno sistematico che da qualche anno vede il  Museo impegnato nelle attività di documentazione e rendicontazione del proprio operato, che viene messo a disposizione di tutti gli stakeholders e che in futuro potrà assumere la forma di bilancio sociale o  la più attuale forma di  bilancio di sostenibilità. Sul sito web del Museo sono disponibili una serie di documenti come: la carta dei servizi, le relazioni annuali delle attività; le relazioni annuali sulla customer satisfaction; i bilanci annuale dell’Area Educativa(19).

 

Verso nuove sfide educative

 

La modalità educativa del Museo negli ultimi 15 anni ha visto il passaggio da un modello trasmissivo e didattico di conoscenze scientifiche ad un modello educativo più inclusivo e partecipativo che si apre a nuovi contenuti e a nuovi linguaggi al fine di dialogare e coinvolgere tutti i visitatori/pubblici sia dell’ambito formale, che non formale e informale dell’educazione (scolaresche, insegnanti, bambini, adulti, anziani, persone con disabilità, etc..), interpretando i loro bisogni, progettando e co-progettando proposte educative adeguate, inclusive e valorizzanti.

I principi di riferimento dell’azione educativa del Museo trovano ragione nella Legge regionale 26 luglio 2002, n. 32 “Testo unico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro”. 

La legge disciplina gli interventi che la Regione Toscana promuove per lo sviluppo dell'educazione, dell'istruzione, dell'orientamento, della formazione professionale e dell'occupazione, al fine di costruire un sistema regionale integrato che garantisca, in coerenza con le strategie dell'unione europea per lo sviluppo delle risorse umane, la piena realizzazione della libertà individuale e dell'integrazione sociale, nonché il diritto all'orientamento e all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita quale fondamento necessario per il diritto allo studio e il diritto al lavoro.

Tale legge richiama un modello educativo integrato dove a fianco della scuola si pongono diversi soggetti “educanti” all’interno di un piano formativo comune per la formazione di cittadini consapevoli e partecipi alle sfide della complessità.

Secondo gli indirizzi internazionali richiamati nel precedente paragrafo, nel concorrere alla formazione di cittadini consapevoli, i musei sono chiamati ad abbandonare un modello educativo scolastico e trasmissivo per fare modelli più aperti e visioni più ampie al fine di “promuovere azioni per migliorare l’accesso all’eredità culturale, in particolare per i giovani e le persone svantaggiate, al fine di aumentare la consapevolezza sul suo valore, sulla necessità di conservarlo e preservarlo e sui benefici che ne possono derivare” (convenzione di Faro 2005) e “Contribuire in modo costruttivo al mantenimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e all'adattamento e alle mitigazioni dei cambiamenti climatici”.

E ancora “Oggi più che mai, i musei affrontano sfide uniche legate a questioni sociali, economiche ed ecologiche. Pur servendo come testimoni del passato e custodi dei tesori dell'umanità per le generazioni future, i musei svolgono un ruolo chiave nello sviluppo attraverso l'educazione e la democratizzazione”. 

I musei offrono un'infrastruttura globale esistente. Sono in una posizione unica per facilitare l'azione collettiva costruendo reti, sensibilizzando l'opinione pubblica e sostenendo la ricerca e la creazione di conoscenza. Possono migliorare l'educazione alla sostenibilità e al cambiamento climatico collaborando e responsabilizzando le comunità a realizzare il cambiamento per garantire un pianeta abitabile, giustizia sociale e scambi economici equi a lungo termine (Indicazioni di ICOM, Gruppo di lavoro sulla sostenibilità). 

Il Museo può essere inoltre un punto di riferimento per le scuole nel perseguimento degli obiettivi di Agenda 2030 in particolare l’obiettivo 4 “Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti” e  il sotto obiettivo 4.7 “Entro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, l'educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l'uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile”.

Per l’utenza scolastica il Museo è già punto di riferimento in materia di educazione ambientale e per le scienze naturali che valorizzano l’enorme patrimonio scientifico culturale di reperti zoologici, mineralogici e paleontologici che si sono arricchiti negli ultimi anni dell’acquario di acqua dolce e della collezione Giorgio Barbero. Per gli insegnanti c’è la possibilità co-progettare con il Museo percorsi e programmi specifici attraverso la partecipazione alle iniziative di formazione loro rivolte con  “La scuola estiva” per insegnanti giunta nel 2020 alla VI edizione organizzata in forma mista, a distanza e in presenza,  col nuovo titolo “L’altra scuola”(20). 

Alla luce delle indicazioni nazionali per l’insegnamento(21), è uno degli obiettivi del Museo la ricerca di nuove metodologie per rendere appassionante e coinvolgente l’apprendimento delle scienze naturali e per lo sviluppo di competenze di cittadinanza  con progetti educativi che integrano l’aspetto scientifico e  didattico con modalità partecipative, collaborative, relazionali e comunicative.

In un’ottica di lifelong learning sono organizzati approfondimenti tematici e molteplici attività di divulgazione scientifica per sensibilizzare sui  temi urgenti  della sostenibilità ambientale come seminari, conferenze, congressi legati alle mostre temporanee, come la mostra “La Plastica e noi” (22) e alle nuove esposizioni

Il Museo ha arricchito la propria offerta educativa anche nell’ambito extrascolastico con iniziative che  hanno rafforzato l'immagine di un Museo che informa ed educa attraverso il gioco e le attività all’aperto, con la realizzazione di campi natalizi, pasquali ed estivi, Notti al Museo, Halloween al Museo, FAMU famiglie al Museo.

Nel corso degli ultimi anni l’attenzione del Museo verso le categorie di persone svantaggiate è aumentata. Non solo il Museo garantisce l’accesso gratuito a molti utenti, ma ha investito molto anche sull’abbattimento delle barriere fisiche e culturali cercando di rispondere alle richieste e ai bisogni provenienti dalla collettività.

Dal 2013, su sollecitazione e tramite finanziamenti della Regione Toscana, è iniziata l’attività rivolta alle persone con Alzheimer e ai loro caregiver, con la realizzazione di progetti annuali che coinvolgono diversi soggetti sul territorio.

Lo stesso gruppo di lavoro regionale, di cui fa parte anche il personale del Museo, dal 2018 ha aperto i musei alle persone autistiche con la sperimentazione di progetti mirati co-progettati in collaborazione con professionisti e associazioni per la realizzazione di attività e di sostegno per le persone autistiche e per i loro familiari.

L’analisi di questi dati potrebbe rappresentare una buona base di partenza per sollecitare la costruzione di reti territoriali con i servizi comunali ed il sistema socio sanitario di inclusione, prevenzione, sostegno e cura di molte categorie di soggetti.

 

 

 

Note

 

(1) Intervista a Walter Landini, direttore del MSN dal 2004 al 2012, a cura di Angela Dini in occasione del contributo del professore per la pubblicazione “Monaci e Scienziati”, 27/06/2013.

(2) M. Franzini, 1993, Il Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Università di Pisa, Museologia Scientifica, 10: 75-83.

(3) La Legge regionale n. 32 del 2000 istituisce le zone sociosanitarie e le conferenze zonali dell’istruzione. La zona pisana comprende i comuni di Pisa, Calci, Cascina, San Giuliano Terme, Vecchiano e Vicopisano. Ogni conferenza zonale dell’istruzione ha competenza sui progetti territoriali dell’ambito educativo formale e non formale.

(4) A cura di A. Dini S. Sorbi, 2009 Progetto Integrato locale 2009-2010 ”Progettare un territorio sostenibile integrando le risorse educative locali”, disponibile presso il Museo.

A cura di A. Dini S. Sorbi 2012 “Energia, Acqua, Rifiuti, Territorio e Biodiversità: “Le cinque vie per la sostenibilità locale” disponibile presso il Museo.

(5) Collezione Giorgio Barbero: acquisizione, su donazione della Fondazione Barbero al Museo, di 550 animali naturalizzati provenienti da varie parti del mondo.

(6) Campagne informative sul Museo a livello regionale: in regalo con il quotidiano “La Nazione” opuscolo dedicato alla collezione Barbero (2017); in regalo con il quotidiano “Il Tirreno”  magazine illustrativo del Museo (2019).

(7) Vedi report dati  annuali sul sito del Museo https://www.msn.unipi.it/it/documenti/

(8) Da ” La Repubblica” Palermo,  Settis: "I musei siciliani devono essere piazze, non templi", 24/01/2020, pag. 12.

(9) Regione Toscana Pianeta Galileo 2012, 2 “Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa”, a cura di Angela Dini pagg. 267-269.

(10) Disponibile sul sito del MiC alle pagine: https://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1492082511615_Convenzione_di_Faro.pdf

(11) Disponibile sul sito dell’ONU Italia alle pagine https://unric.org/it/agenda-2030/

(12) UNESCO Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, agenzia specializzata creata con lo scopo di promuovere la comprensione tra le nazioni con l'istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l’informazione.

(13) ICOM International Council of Museums, organizzazione internazionale non governativa, assiste la comunità mondiale museale nella mission di preservare, conservare e condividere il patrimonio culturale. I documenti principali sono disponibili alle pagine:

 http://www.icom-italia.org/documenti/

(14) OCSE Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. La missione dell'OCSE è la promozione, a livello globale, di politiche che migliorino il benessere economico e sociale dei cittadini. Nello specifico mi riferisco alla Guida ICOM e OCSE “Cultura e Sviluppo Locale: Massimizzare l'Impatto “Una guida per le amministrazioni locali, le comunità e i Musei”, disponibile alle pagine: http://www.oecd.org/cfe/leed/OECD-ICOM-GUIDE-MUSEUMS-IT.pdf

(15) OMS Organizzazione mondiale della sanità è un istituto specializzato dell'ONU per la salute https://www.dors.it/documentazione/testo/201409/Health%202020_ita_DEF_SET2014.pdf

(16) Relazione Customer Satisfaction 2019 redatta per la Regione Toscana a cura di Angela Dini, Patrizia Scaglia, Elena Bonaccorsi disponibile sul sito del Museo alle pagine:

https://www.msn.unipi.it/wp-content/uploads/2020/08/ANALISI_CUSTOMER_SATISFACTION_MSN_UNIPI_2019.pdf

(17) Legge regionale 25 febbraio 2010, n. 21 “Testo unico delle disposizioni in materia di beni, istituti e attività culturali”.

(18) Graduatoria disponibile sul sito della Regione Toscana alle pagine: 

https://www.regione.toscana.it/bancadati/atti/Contenuto.xml?id=5219623&nomeFile=Decreto_n.9351_del_05-06-2019-Allegato-A

(19) Documenti disponibili sul sito del Museo all’indirizzo https://www.msn.unipi.it/it/documenti/

(20) Programma de “L’altra scuola” disponibile alle pagine: 

https://www.msn.unipi.it/it/eventi/laltra-scuola-per-insegnanti/

(21) Indicazioni Nazionali per l’Insegnamento 2012 , disponibili alle pagine:

http://www.indicazioninazionali.it/2018/08/26/indicazioni-2012/

(22) Mostra la “Plastica e noi” a cui è stato collegato un ciclo di conferenze online. Il programma è disponibile sul sito del Museo alle pagine:

https://www.msn.unipi.it/it/a-tu-per-tu-con-la-plastica-ciclo-di-incontri-online/