raccolte cd
timberland euro, timberland uomo 6 inch stivali, timberland uomo barca stivali, timberland uomo earthkeepers, timberland uomo euro hiker stivali, timberland uomo nellie chukka, timberland uomo rotolo top stivali, timberland uomo scarpe da spiaggia, timberland donna 6 inch stivali
È arrivata la riforma (“Gelmini”)

È arrivata la riforma (“Gelmini”)

di Vincenzo Terreni

 

Sembra che finalmente qualcuno ce l’abbia fatta! Una riforma è stata approvata all’inizio della legislatura e sarà difficile che possa essere abrogata da qui a un paio di anni per diversi motivi tutti convergenti verso un futuro più duraturo degli ultimi tentativi.

Rispetto a tutte le riforme (o tentativi) effettuati negli ultimi anni sembra che questa abbia meno personalità delle altre perché si presenta come un semplice ritorno al passato, in alcuni casi anche remoto (v. grembiulino & condotta), ma - a una lettura meno epidermica - presenta novità di rilievo sul piano della prospettiva della scuola (e Università) pubblica nel nostro Paese.

La semplificazione che si rendeva ormai necessaria da tempo circa il numero eccessivo di docenti nella primaria e secondaria voleva essere risolta con la semplice riproposizione del “maestro unico” (che poi sarebbe la maestra unica) questo ha provocato comprensibili rimostranze da parte delle famiglie dell’intera Penisola e quindi il maestro unico è diventata un’opzione tra le altre. Eppure poteva essere interessante entrare nel merito e tentare di prendere una decisione sulla base di una valutazione e non di una bandiera.

La scuola primaria/elementare, nel disastro nazionale dell’istruzione, è quella che di gran lunga funziona meglio anche se ci sono stati eccessi da cancellare come una quantità di docenti nella stessa classe esorbitante con l’introduzione di una parcellizzazione disciplinare poco coerente con la dizione primaria/elementare. Nella media non è stata introdotta alcuna novità strutturale lasciando sottintendere che va tutto bene così mentre, come sa ogni persona che è passata vicina ad una scuola (non importa neppure frequentare le lezioni o assistere ad un consiglio di classe, basta solo l’odore) sa con una sicurezza degna di miglior causa che è un disastro senza appello e con riscontri di varia natura e provenienza.

Nelle superiori si è provveduto a contenere entro poche decine gli indirizzi che con il tempo erano divenuti diverse centinaia. D’altra parte nei tecnici e professionali c’è necessità di una pluralità di indirizzi per adattarsi al mondo della produzione e alle esigenze del territorio, ma questo non significa che si debba codificare tutto e cristallizzare l’esistente a cui si può solo aggiungere, mai aggiustare o, addirittura, togliere.

Sembra, ma poi bisogna vedere se sarà un impegno rispettato, che nei licei scientifici ci saranno più Scienze, intanto nei Tecnici sono diminuite. Ma che cosa si vuole sperare in un Paese in cui perfino il responsabile scuola del principale partito di opposizione invoca la presenza del latino per tutti gli indirizzi perché è formativo?

Lasciamo da parte l’Università perché è un tema troppo complicato, certo anche qui se qualche rettore si fosse preso la briga di chiedersi perché si offrono così tante opportunità di scelta agli studenti e così poca formazione e decorosa organizzazione delle lezioni ai medesimi individui paganti, forse le cose non si sarebbero aggiustate da sole, ma avrebbero assunto un aspetto meno soggetto a liquidazioni sommarie.

Quello che preoccupa di questa riforma -sulla quale merita fare una riflessione attenta per poter esprimere giudizi meditati - sono due aspetti potenzialmente devastanti: l’autonomia scolastica degli istituti e delle Regioni e la possibilità di assumere una gestione di tipo privatistico. Questa prospettiva è agghiacciante non perché sia sbagliata di per sé, ma per il motivo molto noto che con la mentalità che ci si ritrova nella maggior parte degli Istituto scolastici (e in chi le dirige) non si sa bene dove si potrà andare se non verso una confusione e un rendimento ancora peggiore dell’attuale. Anche per l’aspetto della direzione regionale non ho grande fiducia: non è affatto detto che gli assessori  siano più competenti e capaci dei dirigenti del Ministero.

In mancanza di una idea forte di scuola che possa essere un riferimento per tutti da perseguire con gli strumenti più idonei alle varie realtà locali ci sarà una frantumazione contrastante di stili e interpretazioni che renderà vincente nel confronto la scuola privata!

 

Se volete discuterne scrivete.