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Camminare per forza

Un altro giorno di mare

di Luciana Bussotti

 
Sembra che proprio al mare si facciano gli incontri ravvicinati più particolari, forse solo più frequenti.

Località Fortullino, a Sud di Livorno. Sull’Aurelia si passa il Romito; si parcheggia e con pochi metri di sentiero fiancheggiato da macchia mediterranea si scende a un spiaggia ciottolosa. Sulla destra scogli bassi e piatti, costituiti da lastre parallele con il taglio ortogonale rispetto alla costa, che si protendono in mare.

Come si sa (anzi: come si dovrebbe sapere, ma provate a domandarlo agli studenti!), è sempre una incognita dove sarà quella mattina a quell’ora la linea di costa, quanto scoglio sarà libero dall’acqua, se non ti sei guardato le effemeridi.

Però c’è sempre uno spazio per la stuoia e l’asciugamano.

Questa mattina siamo in ore di bassa marea, e come bassa! Siamo in periodo di maree vive, e con pressione atmosferica altissima. Tre condizioni che, sommandosi, ci regalano un mare “ritirato” di svariati metri e scogli asciutti per altrettanto. Occupiamo un punto assai avanzato, contenti dell’insolita posizione. Mentre sonnecchio al sole, alle mie spalle uno strano rumore: ”Splash, spataciac, slusch, splash…” ?????? Ci voltiamo e vediamo, qualche metro dietro noi, verso la costa per capirci, un polpo: un polpetto che arranca, cercando di mettersi in piedi (anzi, in tentacoli), per guadagnare il mare, e che immancabilmente rovina a terra (a scoglio). Il poveretto, abitante di una piccola cavità a fessura tra due lamine di roccia, è a secco chissà da quanto e anche se i polpi sopravvivono a lungo fuori dal mare, chiaramente sta soccombendo alla mancanza d’acqua, col suo ossigeno disciolto, perché lui, dall’aria non lo sa prendere. E’ veramente uno spettacolo vedere un polpo, anche se di piccole dimensioni, ergersi per qualche momento sui suoi tentacoli, girati in basso a mo' di piede (giocando sull’unione che fa la forza: ne ha 8 disposizione) e provare qualche misero passo prima che la gravità vinca sul tono muscolare. Un attimo a bocca aperta, subito dopo assolutamente solidali (anche stavolta empatia, nonostante l’antropomorfismo che quella sagometta “ritta” suscita); con uno sguardo alla spiaggia e ai suoi fruitori ci siamo avvicinati furtivamente, lo abbiamo raccolto senza dare nell’occhio (un polpo è sempre un polpo, tanto carino da vedersi quanto buono in pentola) e, guadagnata la linea di costa lo abbiamo delicatamente restituito al mare: con un guizzo si è allontanato trovando una buchetta tra le alghe in cui infrattarsi e farsi un bel “respiro” di sollievo. 

 

Sulla linea di costa

“….il margine della superficie acquea a contatto dei continenti e delle isole, segue fedelmente la linea di costa e presenta quindi delle sporgenze e delle rientranze laddove la terraferma ha rispettivamente rientranze e sporgenze.”

Pietro Cuscini Politi Geografia generale

Un ottimo libro, a mio parere, su cui hanno studiato per la maturità generazioni di giovani, ai miei tempi (si riusciva a imparare tanto). Ma se una frase così ce l’avesse detta un nostro alunno?

 

Maree vive
Le alte e le basse maree sono particolarmente accentuate quando la Luna e il Sole, responsabili principali con la loro forza di attrazione delle maree, si trovano allineati (sigizie), in congiunzione o in opposizione, cioè rispettivamente, dallo stessa parte o su parti opposte rispetto alla Terra: in questo caso le forze attrattive si sommano e le marre si dicono appunto “vive”.

Quando le direttrici tra i due astri e il centro della Terra formano un angolo retto, le forze attrattive in parte si elidono determinando le maree ”stanche”, meno accentuate.

 

Seguiranno

Scheda Polpi

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