raccolte cd
timberland euro, timberland uomo 6 inch stivali, timberland uomo barca stivali, timberland uomo earthkeepers, timberland uomo euro hiker stivali, timberland uomo nellie chukka, timberland uomo rotolo top stivali, timberland uomo scarpe da spiaggia, timberland donna 6 inch stivali
La lotteria delle vaccinazioni

 

lotteria elettronica

La lotteria delle vaccinazioni

 

Chi prima arriva meglio alloggia

 

Vincenzo Terreni

 

Ci sono cose oggettivamente difficili e altre no. Ora concepire, progettare, costruire un vaccino è oggettivamente difficile: implica conoscenze multiple ad altissimo livello che non possono essere fornite se non da una moltitudine di specialisti, scienziati, ricercatori in vasti campi del sapere coordinati tra loro che interagiscono con altri specialisti di settori apparentemente distanti, ma insostituibili come avvocati, commercialisti etc. Se il gruppo è sufficientemente coordinato e adeguato all’obiettivo, il prodotto sarà all’altezza delle esigenze e riuscirà ad attirare l’attenzione del mercato, passando alla fase esecutiva della sperimentazione clinica e, infine, alla commercializzazione: questo solo se i test avranno avuto successo e superato i passaggi rigorosi stabiliti dalle normative vigenti. Poi, il momento successivo: la produzione, il trasporto e infine la inoculazione a milioni di persone che vogliono assicurarsi l’immunità specifica contro il virus pandemico.

Forse i passaggi sono più numerosi di quelli elencati, ma le procedure, pur essendo complesse, sono stabilite dalla pratica scientifica che deve essere seguita con rigore e una serie di controlli che ne assicurino l’efficacia. Non è stato comunicato quanto tempo ci sia voluto per l’ideazione di questi nuovi vaccini, che con le vacche non hanno più niente in comune. I vaccini tradizionali hanno questo nome per ragioni storiche: Jenner lo utilizzò la prima volta nel 1796 per indicare il materiale ottenuto dalle pustole di bovini ammalati di vaiolo bovino, che negli esseri umani provoca solo una lieve infezione. Il termine “vaccinazione” è il processo di inoculazione del vaccino di Jenner nell’uomo, al fine di prevenire il vaiolo umano che risulta, invece, mortale.

Il vaccino, come si è visto molto dopo il lavoro di Jenner, funziona così: gli organismi hanno un proprio sistema immunitario che consente di riconoscere sostanze e presenze estranee, potenzialmente dannose, che si annidano al loro interno, raggiunto attraverso varie vie. Il sistema immunitario agisce costruendo delle proteine che vanno a incastrarsi con quelle dell’ospite indesiderato, bloccandone la funzionalità, mentre le cellule bianche del sangue ne raccolgono gli aggregati che vengono filtrati dai reni ed espulse.

I più diffusi vaccini antiCovid 19 non usano più parti del virus o di virus non più in grado di infettare, ma una tecnologia totalmente originale che prevede procedure rese possibili dalla recente conoscenza approfondita del meccanismo più intimo del funzionamento degli esseri viventi: la produzione di proteine a partire dalle informazioni contenute nel genoma. Ovvero, l’insieme delle informazioni codificate che raccoglie tutte le istruzioni necessarie per costruire un nuovo individuo di una certa specie, dai pesci rossi alle lucertole, da un batterio a un’alga, uomo compreso.

Il lungo percorso, che ha portato alla conoscenza completa del genoma umano, ha dovuto sviluppare tecniche nuove per procedere nella ricerca. E queste sono perfezionate al punto essere in grado di ricostruire frammenti di genoma: come gli antichi stampatori che riuscirono a costruire parole nuove partendo dagli stessi caratteri di stampa.

Come funziona un vaccino di nuova generazione? Un semplice dato di partenza: non importa camuffare l’invasore al completo, è sufficiente nascondere la sua parte esterna. Basta la proteina che costituisce il suo involucro e, bloccando questa proteina, si impedisce al virus di infettare le cellule dell’ospite. È possibile stimolare il nostro organismo a produrre la proteina della superficie virale e a introdurla in un organismo sano. Questo riconosce subito le proteine estranee, assolutamente non pericolose, ma capaci di stimolare la produzione di altre che sbarrano la strada a quelle estranee e ne eliminano la presenza. Quando il virus riesce a penetrare, questo viene riconosciuto come pericoloso dal sistema immunitario del soggetto vaccinato. Si scatena, allora, la risposta che determina in poco tempo la distruzione totale dell’intruso malefico senza il pericolo della malattia.

Questa pandemia, oltre alle enormi tragedie procurate, ci ha fornito, però, anche tanta conoscenza che, se opportunamente utilizzata, ci potrà porterà a una vita più sana e quindi migliore.

Quando un vaccino supera tutti le prove di utilità e non pericolosità previste, deve essere somministrato a un numero talmente alto di persone da assicurare la fine della pandemia per mancanza di soggetti che possano essere infettati. La protezione fornita dal vaccino impedisce al virus di saltare da un individuo a un altro e la sua corsa finisce nel terreno per essere distrutto dal sole e dall’ambiente ostile.

Nell’attuale circostanza, però, si presenta un problema e non di poca lena: le persone da vaccinare si misurano in miliardi e l’impegno diviene imponente. Ci sono organizzazioni sovranazionali che riescono a gestire la situazione dall’individuazione del vaccino più adatto, al suo acquisto e alla sua distribuzione fino ai luoghi in cui verrà iniettato nelle persone. Non sono compiti intrinsecamente complessi, si tratta di adottare i mezzi tradizionali di trasporto nella maniera più efficace ed economica possibile. Certo, come in ogni vicenda umana, ci saranno difficoltà impreviste, eventi improvvisi capaci di danneggiare la programmazione. Ma, se questa vien condotta da specialisti, è difficile che non si riesca a trovare una soluzione diversa, sufficientemente efficace. Ci sono inoltre altri problemi che possono sfuggire alla programmazione, ma che si possono affrontare di volta in volta senza mettere in difficoltà il sistema.

Prendiamo ora un altro aspetto, quello comunicativo: come avvertire i cittadini che potranno vaccinarsi come, con cosa e dove? “Donne è arrivato l’arrotino”, urlava gracchiando l’Ape che percorreva tutte le strade del paese, oppure era un bando, affisso sulla porta del Comune o della chiesa, ad avvertire chi sapeva leggere degli eventi importanti. Oggi è diverso: poste e telecomunicazioni consentono a tutti di ricevere documenti e informazioni tramite vie molto efficaci e veloci. La posta elettronica, la messaggistica, il telefono consentono gli spostamenti dell’informazione, mentre gli interessati rimangono comodamente a casa propria. Tutti gli Enti conoscono come raggiungerci, perché tutti hanno un nostro indirizzo postale, una e.mail, o un numero di telefono. L’organizzazione dell’informazione ai cittadini che intendono vaccinarsi viene decisa dalle Regioni che adottano i sistemi che ritengono più efficaci, economici e veloci. Per raggiungere questo risultato è necessario un programma informatico che consenta di avvertire tutti, quanto prima possibile.

Nella Regione Toscana si è seguita questa procedura: l’aspirante vaccinando deve iscriversi a un sito regionale dove sono elencate 5 categorie: “personale sanitario”, “personale scolastico”, “forze dell’ordine”, “elevata fragilità”, “persone”. Così, mentre gli ultraottantenni per scelta della Regione Toscana sono stati affidati ai propri medici di famiglia, i quali si barcamenano a fatica tra la scarsa disponibilità di vaccino e i troppi impegni professionali, anche i nati dal 1941 al 1951 incontrano non poche difficoltà a prenotarsi. Risultato? La Toscana oggi risulta tra le ultime regioni per percentuale di over settanta vaccinati.  

Abbastanza semplice, almeno a parole, il sistema di prenotazione: basta inserire il codice fiscale, i propri dati anagrafici e un numero di cellulare e a questo punto viene inviato per SMS un codice da inserire rapidamente tra i dati per procedere. Se tutto va bene (telefono vicino sempre acceso al momento di leggere il codice) e velocemente trascritto – pena la scadenza del tempo d’attesa-, si apre una finestra per scegliere la sede di vaccinazione tra quelle previste della ASL di residenza, la data e l‘ora. I posti più vicini si saturano rapidamente e la ricerca della seconda opzione può essere fatale se troppo prolungata: insomma, un sistema che risulta abbastanza agevole solo per chi si destreggia bene tra PC e telefonino. Fino ad oggi la presenza del “bollino verde” per l’accesso a queste categorie è stata molto breve e, soprattutto per la categoria ‘Persone’, risulta particolarmente ridotta. Quello che appare più critica è l’iscrizione al sito e indovinare – o essere informato da un amico sollecito –  su quando scatta il “verde”.

Si è preferito lasciare ai singoli la scelta se vaccinarsi o meno con la conseguenza di grossi ritardi ed estrasistole per gli interessati. È vero, la vaccinazione non è obbligatoria, ma la prenotazione automatica poteva essere pianificata: tutti hanno la tessera sanitaria e i propri dati depositati in diversi settori dell’Ente che non avrebbe, penso, trovato difficoltà a progettare un metodo di prenotazione non affidato alla sorte, alla velocità o al buon cuore di un amico che ti avverte dell’apertura.

Questa corsa ad ostacoli è una lotteria che peggiora le cose.