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Dieci tra le 2.000 specie marine scoperte nel 2019 sono “notevoli”

 

Euprymna-brenneri

Dieci tra le 2.000 specie marine scoperte nel 2019 sono “notevoli”

 

Giambattista Bello

 

“Non possiamo comprendere il mondo naturale senza il sistema tassonomico”. La frase di Sir David Attenborough ci illustra, in poche parole, la fondamentale importanza della tassonomia, la scienza della scoperta, della descrizione e della denominazione degli organismi viventi.

Non sono qui per sottolineare come un’efficace protezione della natura debba essere basata sulla conoscenza della biodiversità, vale a dire sulle conoscenze tassonomiche. Piuttosto, questo è il momento di ricordare un evento festoso, il Taxonomist Appreciation Day (La giornata della riconoscenza per i tassonomi), il 19 marzo di ogni anno, in cui il lavoro scientifico di quei zoologi e botanici di tutto il mondo, dediti alla descrizione della varietà biologica, viene ufficialmente apprezzato e posto nel giusto rilievo; lavoro perlopiù ignorato dai mass media e, spesso, considerato di minore importanza anche in certi ambienti scientifici e para-scientifici.

 

Da un po’ di anni l’organizzazione che gestisce il WoRMS – World Register of Marine Species (Registro Mondiale delle Specie Marine, accessibile gratuitamente a tutti in rete), in questa data, designa le “Dieci nuove specie marine notevoli” tra tutte quelle descritte nell’anno precedente. Dieci specie elette tra le quasi 2.000 nuove specie scoperte ogni anno nel mare; una rappresentanza qualificata, notevole per un verso o per l’altro, dell’insieme di tutte le nuove entità marine. Una specie eleggibile può colpire per le dimensioni, molto grandi o, viceversa, molto piccole; o per l’estrema rarità del phylum d’appartenenza; o perché ha consentito di spiegare finalmente certe relazioni filogenetiche tra gruppi sistematici; o per le modalità con cui è stata scoperta; o ancora, semplicemente, per la sua bellezza. Certo è che ognuna di queste specie ha dietro di sé una storia, quella del suo rinvenimento, che è anche quella dei ricercatori che hanno avuto la gioia di scoprirla e si sono impegnati a descriverla adeguatamente, perché ogni nuova entità biologica deve essere descritta secondo elevati standard scientifici per poter essere ammessa nel consesso della biodiversità ufficiale.

Le dieci specie notevoli del 2019 sono:

  • Barryichthys algicola – Questo pescetto del suo-ovest australiano, affine ai ghiozzi, vive tra le alghe e ne assume il colore verde.
  • Bircenna thieli – È un piccolo crostaceo anfipode (6 mm) della Tasmania, l’unico che scava gallerie nel kelp (alghe gigantesche) di cui si nutre.
  • Maristella chicoi – Il nome del genere, “stella del mare”, deriva a questo piccolissimo crostaceo ostracode dei Caraibi dal fatto che emette impulsi di luce per comunicare con il partner durante il corteggiamento; un uso insolito della bioluminescenza.
  • Olea hensoni – A differenza degli altri molluschi gasteropodi sacoglossi, non si alimenta di alghe, bensì di uova di altri molluschi; scoperto nel Nord Pacifico.
  • Ophiopsila xmasilluminans – Si tratta di un ofiuroide, una stella di mare serpentina, luminescente al tocco dei predatori, ritrovato nelle grotte sommerse (ulteriore peculiarità) di Christmas Island (Australia), da cui il suo nome specifico.
  • Polyplacotoma mediterranea – Nel 1883 Schulze scoprì in un acquario e descrisse la specie Trichoplax adhaerens; per oltre un secolo unica specie del phylum Placozoa, è stata fondamentale per capire l’evoluzione dei primi animali; nel 2019, è stata scovata nel Mediterraneo questa nuova specie, con un corpo ramificato e dieci volte più grande dei primi placozoi descritti.
  • Spathochaeta octopodis – I policheti sono un gruppo di anellidi molto diversificati, tra cui se ne annoverano tanti adattati alla vita parassitaria. Questo, scoperto al largo del Giappone, è il primo caso di simbiosi con un polpo.
  • Cliona thomasi – È una spugna perforante delle barriere coralline dell’India, conosciuta da oltre un secolo, ma mai identificata adeguatamente; la sua conoscenza è importante per gestire l’erosione delle barriere.
  • Cirrhilabrus wakanda – I labridi (tordi, donzelle) sono di solito pesci costieri colorati e questa nuova specie, ritrovato al largo di Zanzibar, ne è piena conferma; il suo nome specifico è un chiaro riferimento al fantastico Regno di Wakanda del mondo dei fumetti.
  • Euprymna brenneri – Dulcis in fundo (almeno per i miei gusti), c’è questo piccolissimo cefalopode, una sepiolina (foto in alto), scoperto nell’Arcipelago delle Ryukyu (Giappone) grazie alla collaborazione di un team internazionale di acquicultori, genetisti e tassonomi descrittivi, tra i quali l’australiana Amanda Reid. Questi sono partiti da uova raccolte in mare, curate fino alla schiusa; i neonati, a loro volta, sono stati allevati fino alla maturità; infine, tramite esami sia genetici sia morfologici, hanno potuto constatare che si trattava di una specie mai osservata in precedenza.

Le fotografie delle nuove specie possono vedersi al seguente indirizzo web, cliccando sui loro nomi: http://lifewatch.be/en/2020.03.19-WoRMS-LifeWatch-press-release