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Il medico osserva ... l’aria scambiata con il respiro

 

Starnuto vedi nota 1

Il medico osserva ... l’aria scambiata con il respiro

 

Antonio Cambi [2]

 

Ho sempre creduto che ogni esperienza fatta dall’uomo sia un dato prezioso da trasmettere a tutta l’umanità. Le forme di contagio che stiamo analizzando per capire come si diffonde il coronavirus ci fanno porre l’attenzione sulle goccioline di Flügge, dal nome dello scienziato tedesco Karl Georg Wilhelm Flügge che le descrisse nel 1878, al termine di una serie di esperimenti rigorosi e bene progettati. Si tratta di quelle minuscole particelle capaci di rimanere sospese in aria e veicolare germi o cellule umane contenenti microorganismi. Era, allora, il tempo della tubercolosi ed era noto che il contagio era più frequente tra le persone che, anche se non a diretto contatto, si trovavano nelle vicinanze di malati. Un malato affetto da tubercolosi fu fatto sedere in un box di vetro di fronte a un tavolo sul quale erano poste piastre di Petri aperte [3]. Al paziente fu richiesto di parlare e tossire, poi il materiale raccolto nelle piastre di Petri fu in parte esaminato al microscopio e in parte incubato e poi iniettato nel peritoneo di conigli usati come cavie. La percentuale di animali infettati e di vetrini positivi al bacillo della TBC superava il 70%. La ripetizione dell’esperimento con il paziente che teneva davanti alla bocca un fazzoletto fece scendere la positività nei vetrini e negli animali al 30%. Questi dati dimostrarono che l’uso di una semplice precauzione come l’uso di un fazzoletto che faceva da schermo riduceva le probabilità di contagio di oltre il 50%. Flügge collaborò con Koch, scopritore del bacillo della TBC, per debellare le infezioni tubercolari, che avevano sulle popolazioni dell’epoca effetti assai gravi, in modo analogo a ciò che si sta verificando adesso per il Covid-19.

A queste ricerche sulle conseguenze per il contagio di comportamenti volontari come parlare, tossire, respirare fino al limite massimale si sono aggiunti studi sullo starnuto, che insorge in modo spontaneo e talvolta anche esplosivo. Vi può essere starnutazione sia per fenomeni infiammatori, come nel semplice raffreddore, sia per il passaggio da una zona all’ombra ad una soleggiata con diversa temperatura che, in soggetti sensibili, provoca il riflesso dello starnuto (rinite vasomotoria). Secondo alcuni ricercatori il getto di goccioline di Flügge con lo starnuto può raggiungere i sei metri, secondo altri otto metri. In alcuni casi si visualizzano queste goccioline vedendo controluce chi parla a voce alta, quando l’aria emessa ha maggiore forza di uscita. Il parlare corrente ha una minore potenza di spinta e limita la gittata delle goccioline di Flügge.

In questi tempi di Covid-19 sono stati esaminati i comportamenti dei runners e di altri atleti che fanno attività all’aperto nelle zone di maggiore diffusione del contagio. Nella respirazione consueta, si scambiano circa 12 litri di aria in un minuto con 12-15 atti; sotto sforzo si può arrivare a 40-60 atti, scambiando circa 100 litri al minuto. È chiaro quindi che anche in un ambiente aperto, come un parco o una pista di atletica, vi è la possibilità di trasmettere e di acquisire elementi cellulari contenuti in goccioline. È vero, d’altra parte, che l’aumento della temperatura corporea sotto sforzo può inattivare molti microorganismi, ed è anche vero che nello sportivo, grazie alle numerose sintesi indotte, vi è una maggiore presenza di una sostanza con azione antibatterica e antivirale come il lisozima. Rispetto alle cifre dei continui aumenti del contagio si dovrebbe tenere conto del rispetto che dobbiamo alla comunità in cui viviamo, senza perdere l’interesse salutistico che la pratica di sport induce. Mi aspetto perciò un esempio virtuoso dagli sportivi, anche per lo spirito ironico ed umoristico con cui vedo affrontata sui social questa necessaria quarantena. È il modo di dimostrare che lo sportivo è capace di sacrificarsi per lunghi periodi e di accettare le limitazioni in modo scherzoso, rimanendo in contatto almeno virtuale con gli altri. Nei modi suggeriti dal Governo per fare attività fisica (in forma singola e non distante da casa) si perde un po’ in termini di socialità, ma sarà più bello ritrovarsi nel verde dopo il pericolo scampato!




[1] Foto di James Gathany - CDC Public Health Image library ID 11162, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6701700   

[2]Specialista in medicina interna e medicina dello sport, membro del Consiglio Scientifico della Formazione Arpa di Pisa

[3] Pistacchio E., Le “goccioline” di Flügge, Le Infezioni in Medicina, n. 2, 129-132, 1999