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Articoli di Giambattista Bello per NATURALMENTE

Articoli di Giambattista Bello per NATURALMENTE

 

 

 

San Tommaso, i bimbi e il mare
Fra i dodici Apostoli, Tommaso è quello caratterizzatonell’immaginario collettivo come il diffidente. Non gli erano sufficienti i sensi della vista e dell’udito per credere ad eventi straordinari: egli doveva toccare con mano.

 

Quisquilie e biodiversità
Premessa

Tutto cominciò con una splendida conchigliuzza di colore verde smeraldo messami sotto il naso da uno scolaro, un bimbetto di 8-9 anni, che perentoriamente mi chiedeva “Biologo, come si chiama questa?”

 

Dimorfismo sessuale ed evoluzione:difformità e di-funzione
Premessa

La partecipazione al Darwin Day 2006 di Bari mi ha indotto a riflettere sulla problematica dell’insegnamento dell’evoluzionismo. E’ paradossale che gli onesti insegnanti di Scienze biologiche e naturali debbano stare a difendere conoscenze oramai ben acquisite e,addirittura, passare a contrattaccare -il Darwin Day inItalia è nato anche per questo- chi, per compiaciuta ignoranza o biechi interessi, nega l’esistenza dell’evoluzione biologica.


Il polpo a vela
La storia dell’argonauta

I vecchi marinai raccontano di quegli strani polpi che,nella luce dell’aurora, veleggiavano alla superficie del mare; unici nell’abitare una traslucida navicella, in cui si lasciano trasportare mollemente dai movimenti dell’acqua.


Il polpo coi buchi
Gli ottopodi olopelagici del Mediterraneo

In un precedente scritto di questa serie dedicata ai cefalopodi ottopodi pelagici (viventi, cioè, nella colonna d’acqua) del Mediterraneo, abbiamo parlato degli adattamenti alla vita olopelagica della femmina dell’argonauta, Argonauta argo, adattamenti che sottendonomanifestamente un processo evolutivo. 

 

Il polpo pignatta
Il battesimo degli organismi marini

Sono sempre stato affascinato dall’efficacia dei nomi assegnati dai pescatori agli organismi marini. E ho sempre trovato divertente e stimolante confrontare i nomi nostrani, sia locali che italiani, con quelli stranieri attribuiti ad uno stesso animale. Se ne potrebbe ricavare un trattatello di psico-sociologia comparativa, nel quale dimostrare come nomi tanto diversi, imposti ad uno stesso soggetto, scaturiscano da mentalità radicalmente diverse.


I maschi dei polpi olopelagici
La diagnosi è errata, ma il nome rimane

Spulciando l’annata 1829 degli ANNALES DES SCIENCES NATURELLES, si ritrova un articolo del grande Georges Cuvier, intitolato Mémoire sur un ver parasite d’un nouveau genre (Hectocotylus octopodis), in cui viene descritto un “verme” con un corpo coperto di ventose in duplice fila che termina con una lunga e sottile appendice.

 

Il mostro della laguna e il polpo utensiliere
È viscido e ha chele, denti, occhi fosforescenti, corna e polmoni visibili. Così un quotidiano locale descriveva il “mostro”che nel 1985 invase la Laguna di Venezia. In molti furono a bagnarsi nella laguna veneziana o a solcare le sue acque in quel periodo, senza, tuttavia, incontrare alcun mostro.


La deposizione delle uova nei cefalopodi e l’evoluzione a rovescio
Il polpo e la deposizione big bang

Una piccola cavità sul fondo del mare; all’interno, particolari di un corpo animale -occhi vigili e ventose e festoni di uova pendenti dal soffitto. È una tipica ripresa subacquea, di quelle appaganti per il fotografo che si avventura sotto la superficie del mare.


Esattamenti e Cefalopodi
Anelli di calamaro, Molluschi e Cefalopodi

Circolava, qualche anno addietro, una storiella sulle conoscenze o, meglio, sull’ignoranza scientifica di certi studenti. A raccontarla era stato un consocio della Società Italiana di Malacologia, il quale, durante un’interrogazione sui Molluschi, aveva voluto aiutare lo studente inceppatosi sui Cefalopodi imbeccandolo con la domanda “Ha mai sentito parlare di calamari?” Per tutta risposta ebbe “Ah, sì, quelli ad anelli!”


Sperimentare il mare: colore e trasparenza
Cosa si può provare di fronte alla sterminata distesa acquea del mare? Un mio cuginetto,che chiamerò Massimo, frequentatore di piscine milanesi, quando all’età di 4 anni vide per la prima volta il mare esclamò, con gli occhi sgranati dalla meraviglia, «che piscina grande!». Mettendo da parte lo stupore di Massimo e assumendo un atteggiamento scientifico, cerchiamo di penetrare coi nostri sensi in questa materia, senza rinunciare, comunque, alla facoltà di stupirci.

 

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