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Scuola, scienza, società

Scuola, scienza, società

 

 

Il Comune di Pontedera, l’Assessorato alla pubblica Istruzione, il CRED (Centro Risorse Educative e Didattiche della Valdera) e NATURALMENTE organizzano una giornata di studio in memoria di Giuseppe Salcioli.

 

Nel numero di ottobre della rivista è stato riproposto nello spazio consueto de “La Candela” un articolo pubblicato nella rivista dell’AIFLa Fisica nella Scuola” n. 1 del 1972 Linsegnamento delle Osservazioni scientifiche nella scuola media, contenente un estratto della Tesi di laurea di G. Salcioli. Salcioli fu uno dei primi laureati in Didattica della Fisica e ottenne il massimo dei voti, relatore Elio Fabri.


Dopo quasi quaranta anni dallo scritto, in occasione del ventesimo della scomparsa, Fabri torna a rileggere il documento, ritrovato e messo gentilmente a disposizione da Rita Serafini, direttore de “La Fisica nella scuola”. L’articolo e il commento del professore sono una testimonianza importante e toccante.

NATURALMENTE ha voluto ricordare Giuseppe Salcioli: un insegnante, un amico, una persona che ha amato la Fisica, le Scienze, l’insegnamento e l’impegno civile in un modo così spontaneo e totale da essere contagioso. Una figura che ha dato tanto a chi l’ha conosciuto, lasciando un rimpianto che non si è attenuato col tempo.

 

La giornata di studio è nata come un omaggio ad una persona che non si è mai risparmiata nel lavoro, nello studio, nell’impegno politico per fornire strumenti di comprensione senza i quali non può esserci una società consapevole dei propri diritti e dei propri doveri.

Abbiamo cercato l’aiuto di persone che hanno conosciuto Giuseppe direttamente o condiviso la passione per la Fisica  e abbiamo chiesto loro un contributo per offrire a coloro che parteciperanno un quadro di come potrà cambiare la scuola, e di quali strade si potranno intraprendere per salvaguardare la serietà e l’efficacia dell’impianto formativo, utilizzando gli spazi previsti dall’autonomia degli Istituti e degli Enti locali.

Al centro dell’esposizione troverà posto l’analisi dell’avversione che, nel nostro Paese, incontra lo studio delle Scienze, e indicazioni concrete circa il perché e il come si può fare scienza a scuola. Tutto questo senza perdere di vista i complessi rapporti tra Scienza e tecnologia per uno sviluppo equilibrato e responsabile del territorio.

 

Non si tratta quindi di un ricordo che chiude con il passato, ma di un impegno per il futuro.

 

Galleria foto di Marco Bruni

 

Abstract

Giorgio Porrotto
Studioso di politica scolastica
Già insegnante, preside del Liceo Scientifico XXV Aprile di Pontedera negli anni di Giuseppe Salcioli, si trasferì a Milano per dirigere il Liceo Classico “G. Parini”. È stato responsabile dell’ufficio studi e formazione di un’organizzazione di categoria. Dal 2000 è componente dell’Osservatorio sulla scuola dell’autonomia (Istituto V. Bachelet della LUISS di Roma) e docente della SSIS Veneto (Politiche, legislazione e organizzazione scolastica), dal 2005 docente a contratto dell’Università di Roma Tre (Educazione comparata). Da quarant’anni pubblica articoli e saggi di politica scolastica in riviste e libri.

Prospettive di riforma e insegnamento scientifico
Perché la scuola italiana non riesce a produrre la mobilità sociale che invece caratterizza, per effetto dell’attività di istruzione, gli altri paesi a industrializzazione avanzata? Perché la cultura scientifica, il metodo scientifico, il rapporto tra scienza e tecnologia non hanno ancora, nella scuola italiana, spazi e rilievo educativo comparabili a quelli riservati da sempre alla cultura umanistica e in particolare a quella classica? Di solito questi ritardi vengono imputati alla sola influenza postuma della filosofia idealistica, e di quella gentiliana in particolare, ma non sarebbe il caso di fare riferimento anche ad altre ascendenze? Perché in Italia la gestione burocratica dei processi di istruzione non viene mai considerata come antitetica alla modernizzazione culturale della scuola? Di solito si considera l’inarrestabile invecchiamento del sistema scolastico italiano come un esito del conservatorismo politico e socio-economico, ma siamo certi che non sia riconducibile anche alla parte politica opposta?


Elio Fabri
Dipartimento di Fisica, Università di Pisa
È stato ordinario di Astronomia presso il Dipartimento di Fisica “Enrico Fermi” dell’Università di Pisa. È stato relatore nella tesi di didattica della Fisica di Giuseppe Salcioli. Socio onorario dell’A.I.F. Attento alle sfide della didattica, da anni riflette sull’insegnamento della fisica e della relatività nella scuola secondaria superiore: questo lavoro riassume una proposta articolata, frutto di elaborazione originale e di confronto puntuale con gli insegnanti. 

I nemici della scienza
La scienza ha numerosi nemici, di diverso peso e carattere, nella società, nella cultura, e anche nella scuola.
Cercherò di farne una breve analisi, senza trascurare aspetti autocritici, e di proporre qualche linea di azione per chi crede che la scienza sia componente imprescindibile della cultura a tutti i livelli e della formazione dei giovani.

Paolo Guidoni
Dipartimento di Scienze Fisiche, Università di Napoli Federico II

Laureato in fisica nel 1959, ha svolto attività di ricerca in fisica delle particelle elementari (camere a bolle, elettronica) fino alla fine degli anni ’70; ha lavorato al CERN, Brookhaven, partecipando alla scoperta di particelle fondamentali. Ordinario di Fisica Generale nel 1977. Dalla fine degli anni ’70 si occupa di ricerca sperimentale e teorica sui modelli cognitivi della comprensione scientifica, e sulla definizione di interventi scolastici in fisica e matematica risonanti con le capacità cognitive di base. Più volte responsabile di numerosi progetti nazionali di ricerca (SeCiF-Murst, FFC-Murst, Capire Si Può-MPI, Consorzio SeT-MPI). Partecipa ai lavori per la definizione dei nuovi curricula di fisica e matematica. in Italia. Autore di numerosi testi di didattica delle Scienze sperimentali, dirige la formazione dei docenti tutor nel Piano ISS.

 

Insegnare e imparare, spiegare e capire le Scienze a scuola: perché, come, che cosa, con che supporti?
(I) Oggi l’educazione scientifica di base (cioè non specialistica) ha la responsabilità di mediare l’appropriazione di una cosmologia (come è fatto il mondo in cui si vive), di un’antropologia (come sono fatte le persone che vivono e pensano), di un ruolo costruttivo della cultura come essenziale mediazione fra persone e mondo.
Per essere efficace e motivante la mediazione deve essere risonante con le potenzialità (e non vissuta come impositiva o insensata), precoce continua e coerente attraverso il tempo e i contesti, variegata ma unitaria nell’impostazione, in interferenza costruttiva negli aspetti scientifici, formali e linguistici, etc.
Ormai la ricerca (se la si vuole/sa leggere) garantisce che capire si può e insegnare si può, purché...
(II) Dal dire al fare bisogna attraversare (almeno) tre nodi cruciali:
- la mediazione deve essere attiva, autorevole, empatica (d’accordo con Averroè e Vygotskij, non con Platone e Piaget )
- la mediazione deve avviare, guidare e sostenere un “pensiero del come se” (modellizzazione sistematica e aperta allo sviluppo)
- la mediazione deve far crescere una consapevolezza creativa della intrinseca parzialità, proiettività, schematicità, paradossalità, contraddittorietà di ogni “sapere”.
(III) Cosa offre oggi il mercato?
Perché e come ISS e LPS così come sono, al di là dei successi “locali”, non sono (ancora?) all’altezza dei problemi da affrontare?
Che (si può) fare?


Paolo Dario
Direttore del Polo Sant’Anna Valdera di Pontedera 
Docente di Bioingegneria Industriale alla Scuola Superiore Sant’Anna. Il laboratorio ARTS - Advanced Robotics Technology and System ha una vocazione fortemente sperimentale e diverse piattaforme robotiche sono state sviluppate nell’ambito di progetti di ricerca nazionali e internazionali, in collaborazione con enti pubblici e privati, come robot umanoidi, protesi cibernetiche e sistemi innovativi per l’assistenza personale di disabili e anziani.


Scienza, tecnologia, territorio
Il concetto base per lo sviluppo scientifico e tecnologico e per la crescita del territorio è l’educazione dei nostri giovani, il vero strumento con cui produrre innovazione. La Valdera è un ambiente fertile per “coltivare” i nostri talenti e consentire il salto di qualità per un territorio già fortemente vocato all’innovazione e che presenta la giusta massa critica - università, centri di ricerca, imprese - per agevolare le condizioni di una crescita economica concreta e duratura, contribuendo così a dare piena attuazione alla dimensione di sviluppo “locale” cui richiama la competizione internazionale.


Note
Il prof. Giorgio Porrotto è disponibile a fermarsi dalle ore 14 alle 16 per discutere e approfondire i temi che potrà solo accennare nel suo intervento durante la mattina.

Il prof. Paolo Guidoni è disponibile a fermarsi dalle ore 14 alle 16 per discutere e approfondire i temi che potrà solo accennare nel suo intervento durante la mattina.

Per questioni organizzative preghiamo gli interessati ad intervenire di segnalarlo al momento dell’iscrizione.

 

Gli interessati agli atti possono scrivere