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Sui quotidiani e periodici ottobre 2019

 Sui quotidiani e periodici ottobre 2019

 

 

Ragazzi, il futuro non è virtuale # E noi insegnanti che facciamo il venerdì? # Quei traguardi dell’immunologia # Sanare la frattura tra generazioni con ampio accesso alla formazione # Noi presidi da aiutare # Sono sempre le crisi a farci rinascere # E l’Accademia decise di tornare sulla Terra # Green New Deal # Il genio femminile combatte la povertà con le relazioni # Così si battono le disuguaglianze # Il maestro lascia il coro delle cime "Questa Italia non sa più ascoltare" # Il cambiamento climatico è il nuovo apartheid # Il diritto di non perdonare # Quando l’agricoltura fa male all’ambiente # BULLISMO VERBALE tipico di cinici e deboli # Un cervello che riconosce le bufale # Come salvare il pianeta # Il fine vita è una questione di umanità


"Corriere della Sera" - 29 ottobre 2019
Ragazzi, il futuro non è virtuale
di Aldo Cazzullo
I rischi della dipendenza da Internet nel nuovo libro di Paolo Del Debbio

«La dipendenza da Internet è una malattia che, tra coloro che sono nati nell'epoca della Rete e dei social, si sta diffondendo a ritmi molto veloci e, se non presa in tempo, può provocare ferite destinate a lasciare un segno profondo nei nativi digitali». Lo scrive uno dei non moltissimi giornalisti che conoscono gli italiani.


“la Repubblica” - 25 ottobre 2019
E noi insegnanti che facciamo il venerdì?
di Franco Lorenzoni
Greta Thunberg ha scelto questo giorno della settimana per manifestare. E allora anche ai docenti tocca studiare una materia nuova: l’emergenza climatica

Gli studenti scesi in piazza che chiedono di capire e cambiare, confrontandosi con un problema urgente e drammatico, offrono un dono a noi insegnanti che non possiamo non cogliere, perché la loro rivolta ci interpella. Con i loro cortei, giovani e giovanissimi si rivolgono alla politica perché pretendono risposte immediate. La scuola non ha risposte da offrire, ma è il luogo dove moltiplicare le domande e renderci conto che il surriscaldamento globale può essere affrontato solo educandoci tutti al paradigma della complessità.


"Il Sole 24 Ore domenica" - 20 ottobre 2019
Quei traguardi dell’immunologia
di Alberto Mantovani

L’assegnazione di prestigiosi premi internazionali costituisce un motivo di riflessione sul progresso della Scienza. La recente attribuzione di riconoscimenti particolarmente significativi, i Lasker Awards e il Robert Koch Award, rappresenta un tributo al ruolo dell’Immunologia, che nell’ultimo mezzo secolo ha contribuito in modo determinante sia al progresso della Ricerca sia al miglioramento della salute globale.


"Il Sole 24 Ore" - 19 ottobre 2019
Sanare la frattura tra generazioni con ampio accesso alla formazione
di Alessandro Rosina

L’Italia è entrata in questo secolo attraversata da profonde e ben riconoscibili fratture che non si sono ridotte nel corso di questi due primi decenni, con la conseguenza di accentuare una fragilità strutturale che rischia di compromettere tutto il percorso successivo.


“la Repubblica” - 16 ottobre 2019
Noi presidi da aiutare
di Mariapia Veladiano

Qui non si tratta di buona o cattiva volontà dei presidi, ma di oggettiva impossibilità. Per questo i presidi manifesteranno a Roma il 30 ottobre, perché la sicurezza nelle scuole sia garantita da chi può farlo. La notizia dei presidi che vengono condannati per incidenti accaduti negli istituti che dirigono, incidenti che sono però legati a ragioni di inadeguatezza o degrado strutturale degli edifici, è qualcosa che mina in modo carsico tutto il mondo della sicurezza a scuola e per questo famiglie e società civile dovrebbero stare bene attente a quel che capita.


“la Repubblica” - 16 ottobre 2019
Sono sempre le crisi a farci rinascere
di Giancarlo Bosetti
JARED DIAMOND ha appena pubblicato un saggio sulla democrazia malata. E qui il grande antropologo ci spiega perché i periodi bui sono un’occasione per ripartire

Crisi. Come rinascono le nazioni, di Jared Diamond, esce ora a 22 anni dal suo volume più famoso, Armi, acciaio e malattie . Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni, uno di quei "libri da salvare" per diverse generazioni di lettori. Ora, a 82 anni, questo autore americano, che è fisiologo, geografo, antropologo e, alla prova dei fatti, storico, propone di esaminare le vicende dei popoli confrontandole con la vita degli individui. E lo fa con sette casi di studio, sette grandi crisi: la Finlandia in guerra con l’Urss, il Giappone ottocentesco dei Meiji, il Cile di Pinochet, l’Indonesia degli anni Sessanta, la Germania e l’Australia dopo la guerra, gli Stati Uniti oggi.


“la Repubblica” - 15 ottobre 2019
E l’Accademia decise di tornare sulla Terra
di Gabriele Romagnoli

Il Nobel torna sulla Terra. Anzi sulla terra, minuscolo. Si impasta con le cose quotidiane, riconosce le difficoltà supreme dei problemi ordinari e la straordinarietà di chi aiuta a risolverli.


“la Repubblica” - 15 ottobre 2019
Green New Deal
di Jeremy Rifkin
Per un’Italia verde e smart serve l’alleanza Stato-mercato

Gli scienziati ci dicono che i cambiamenti climatici indotti dall’uomo ci stanno portando alla sesta estinzione di massa per uomini e animali. Il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC) stima che l’attività umana abbia causato l’innalzamento della temperatura di 1° rispetto ai livelli preindustriali e prevede che se superasse 1,5° si scatenerebbero accelerazioni che decimerebbero gli ecosistemi terrestri.


“Avvenire” - 15 ottobre 2019
Il genio femminile combatte la povertà con le relazioni
di Luigino Bruni e Luca Crivelli

Il Nobel per l’Economia 2019 assegnato a Esther Duflo, Abhijit Banerjee e Michael Kremer è davvero una bellissima notizia, e per molte ragioni. La prima buona notizia è che Esther Duflo (classe 1972) è una donna, ed è la più giovane persona ad aver vinto il Nobel per l’Economia.  


“la Repubblica” - 14 ottobre 2019
Così si battono le disuguaglianze
intervista a Jeffrey Sachs a cura di Federico Rampini

Jeffrey Sachs occupa un posto particolare tra gli economisti. Al Centro per lo sviluppo sostenibile, che dirige presso la Columbia University di New York, è riuscito a far convergere talenti ed energie da discipline molto diverse: non solo l’economia ma anche le scienze bio-fisiche, ambientali e sociali.


“la Repubblica” - 9 ottobre 2019
Il maestro lascia il coro delle cime "Questa Italia non sa più ascoltare"
di Giampaolo Visetti
Bepi De Marzi ha sciolto "I Crodaioli", il gruppo da lui fondato oltre sessant’anni fa, e annullato i concerti: "Come diceva Rigoni Stern, oggi serve prima di tutto silenzio"

Giuseppe De Marzi detto Bepi, non canta più. A 84 anni il simbolo della coralità popolare italiana sceglie il silenzio. Non è stato facile: nemmeno sciogliere i suoi Crodaioli, il coro-icona della canzone di montagna. L’autore di «Signore delle cime» lo aveva fondato 61 anni fa. «Dopo una vita a cantare — dice — il silenzio ti dà la sicurezza di essere riuscito a rimetterti in disparte ».


"Il Foglio Quotidiano" - 9 ottobre 2019
Il cambiamento climatico è il nuovo apartheid
di Desmond Tutu

Le grandi aziende, le istituzioni finanziarie e i cittadini socialmente consapevoli devono collaborare per tirarci fuori dall’abisso del cambiamento climatico. Hanno la forza per generalizzare l’uso delle energie rinnovabili e per trasformare i combustibili fossili nel tabacco dell’industria energetica.


“Corriere della Sera” del 7 ottobre 2019
Il diritto di non perdonare

di Ferruccio de Bortoli
Shoah, una memoria collettiva

 

Uno studente chiese a Goti Bauer, sopravvissuta milanese alla Shoah, donna di grande dolcezza, se un giorno mai avrebbe perdonato i suoi aguzzini. «No» rispose Goti. Un no cortese ma secco. La domanda non l’aveva turbata. Forse gliel’avevano già fatta tante altre volte. Io, che pur l’avevo ascoltata in diverse occasioni, insieme a Liliana Segre e altri testimoni, mi sarei aspettato chissà perché, in quella circostanza, una risposta più articolata.


"Il Sole 24 Ore domenica" - 6 ottobre 2019
Quando l’agricoltura fa male all’ambiente
di Francesco Salamini
BergamoScienza

In un futuro non lontano, l’approvvigionamento di cibo può entrare in uno stato di crisi. Esiste, cioè, la probabilità che a livello planetario si disponga di meno cibo di quanto necessario. Per sé, questa è una notizia cattiva, ma è ancora peggiore se si considera l’interazione tra agricoltura e ambiente: sarebbe necessario arare più terre, o usare più acqua per irrigare i coltivi, o abbattere più foreste, o usare più prodotti agrochimici.


"Il Sole 24 Ore domenica" - 6 ottobre 2019
BULLISMO VERBALE tipico di cinici e deboli
di Nunzio Galantino
abitare le parole / sarcasmo

Qualora non bastasse la constatazione diretta, si può contare anche sull’autorevole parere di un linguista del McAllister College per riconoscere che il sarcasmo è divenuta la principale figura retorica adottata dalla società moderna.


"Il Sole 24 Ore domenica" - 6 ottobre 2019
Un cervello che riconosce le bufale
di Gilberto Corbellini
Pseudoscienza. Solo un’istruzione strutturata e l’allenamento mettono sotto controllo schemi decisionali intuitivi che non portano alla verità. Il pensiero critico è l’unico antidoto efficace contro le false credenze

Senza un adeguato addestramento del cervello, cioè senza l’educazione di genitori istruiti e della scuola, saremmo tutti creduloni e fanatici. Saremmo prede di false credenze che oggi chiamiamo anche pseudoscienza.


“la Repubblica” - 6 ottobre 2019
Come salvare il pianeta
di António Guterres
L’impegno

Alla vigilia del vertice delle Nazioni Unite sull’azione per il clima, a settembre, ragazzi e ragazze di tutto il mondo si sono mobilitati a milioni e hanno detto ai leader mondiali: «State tradendo le nostre aspettative». Hanno ragione. Le emissioni a livello globale stanno crescendo. Le temperature sono in aumento.


“Corriere della Sera” del 1 ottobre 2019
Il fine vita è una questione di umanità
di Carlo Rovelli

Sono contento si ricominci a parlare di suicidio assistito, e accolgo l'invito del Presidente della Camera al dibattito su questo argomento. L'ho toccato su questo giornale alcuni mesi fa, raccontando il suicidio assistito di un'amica, in Belgio.
Chiedevo perché non possiamo avere in Italia la stessa possibilità che esiste in altri Paesi civili di scegliere serenamente il modo in cui morire quando la sofferenza è grave e irrimediabile.