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Itinerario nel parco del Cilento

Itinerario nel parco del Cilento - Vallo di Diano (Salerno)

di Luciana Bussotti e Roberto Nannoni

 

 

Chi siamo: quattro amici di Volterra (lavoratori) e cinque di Livorno (tutti pensionati ex insegnanti).
È il terzo anno che, alla fine di maggio, ci dirigiamo nel Cilento: nei precedenti soggiorni accompagnando il gruppo volterrano dell’ANPIS per una settimana sul mare (a Palinuro! E in che posto e con che trattamento!) Questa volta in proprio, per ritrovare gli amici che abbiamo avuto la fortuna di farci laggiù.
Partenza, per i livornesi, il 28 maggio 2009 per Pisciotta (albergo-ristorante “Belvedere), dove la Signora Giovanna, Teresa e Fiorenzo, a seguito di quasi un paio di anni di telefonate - con scambi di ricette - ci hanno accolti da vecchi amici.

I volterrani arriveranno solo a pranzo, il giorno successivo: il prezzo che si paga ad essere più giovani...
Dalla camera ammiriamo tramonti indimenticabili.

Poi a notte, luna, stelle e lucciole, e, al mattino, un’altra vista memorabile.

 



 Tramonto
 Tramonto sul mare dorato
 La marina, sotto a Belvedere

 

 

Dalla sala pranzo il promontorio di Palinuro in tutte le vesti della giornata.

L’animo e l’occhio hanno avuto la loro parte. E il gusto? Possiamo solo far vedere e raccontare.
Se il frittomare può sembrare banale (senza averlo gustato!), provate a indovinare il sapore di questo primo: spaghetti con sansa di olive (rigorosamente di olivo pisciottano): “sansa”, olive intere, basilico e menta, con aggiunta di alici sottosale locali. La “sansa” in questa accezione, è una pasta di olive che hanno subito una prima spremitura al frantoio.

 

 

 Frittomare
Preparazione degli spaghetti alla "sansa" di olive
 Il piatto finito

 

 

 
“O cauraro”, nome che deriva dall’antica pentola in cui veniva cotto

Molto invitante questo piatto unico di verdure e pesce: ’O cauraro, che si prepara con abbondante finocchio selvatico, “veta” (bietola) selvatica, se è stagione, e verdure d’orto, come patate, una cipolla, eccetera; su queste vanno le alici “di menaica” (un premio a chi sa dire cosa sono - ne ha parlato anche Linea Verde) fresche e diliscate - sono anche senza testa e c’è un perché ... perché sono di menaica!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
I limoni tra la Signora Giovanna e la Signora Teresa

Per digerire (solo a causa dell’abbondanza, sia ben chiaro) si può scegliere tra amaro al finocchietto (con le foglie, e non con i frutti, del finocchio selvatico), il classico limoncello con limoni locali, il liquore di sciuscelle (carrube, sempre locali) e persino con un liquore allolio doliva.

Ci salutiamo e partiamo in compagnia di un cesto di limoni, colti appena prima nei terrazzamenti dell’albergo, oltre che di un vaso di “alici di menaica” sottosale, di marmellate, dei fiori della camera e da tanta affettuosa simpatia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 Cavalli aveglinesi nel Parco
 L’abbraccio al patriarca: il grande faggio

Ci dirigiamo alla volta di Rofrano, cioè del Cilento più interno e montuoso, di cui avevamo avuto un assaggio l’anno precedente.


Perché proprio a Rofrano? Perché per organizzare il trekking per i ragazzi, la nostra amica dell’ANPIS di Volterra era entrata in contatto con un gruppo di “guide ambientali” del locale Gruppo Escursionisti Trekking Cultnatura, persone innamorate (a ragione) del proprio territorio e, va detto, anche un po’ speciali.

 

 

 

 

 

Carlo abbraccia un olivo monumentale

Quest’anno ci ha fatto da accompagnatore Carlo, il parrucchiere per uomo del paese, grande affabulatore, raccoglitore di storie locali, tradizioni e appassionato della natura, in mezzo alla quale si trova a suo agio come un poetico animale selvatico, inteso nel senso migliore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il B & B
Scale e pergolato

Come recettività, esiste una struttura dell’Associazione, in quel momento non disponibile, appartamenti in affìtto (scelta dei Volterrani) e un B&B, in struttura secentesca (scelto dai livornesi).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le escursioni
- La prima alle gole del torrente Calore, ritenuto “il più bel torrente d’Europa”, con marmitte dei giganti, dove non siamo riusciti a fotografare l’esibizione di un piccolo di usignolo di fiume. Nel torrente è data per certa la lontra!

 

 




 Una marmitta dei giganti nel Calore
 Il torrente Calore
 Una farfalla su olmaria
 Geranium striatum

 

- La seconda escursione, marina perché Rofrano non è distante dalla costa, al Porto degli Infreschi, che si chiama così perché sorgenti sottomarine fredde mantengono la temperatura del mare piuttosto bassa, tanto che quando era attiva la tonnara, il pesce pescato veniva tenuto all’interno di una grotta con acque a 14 °C. Sulla parete a ridosso del mare si trovano esemplari di Primula palinuri, prezioso endemismo di Capo Palinuro e dintorni.

Il ritorno si può fare via mare, se il tempo permette.

 

 

 
 
 Gita al Porto degli Infreschi
 Un abitante particolare
 Primula palinuri
 La baia Bianca

 

 

- La terza escursione: alla Valle di Campolongo, un pianoro carsico intorno a 1000 m, dove troviamo la lavanda selvatica, ancora in boccio, una distesa di Viola (del gruppo della calcarata, o viola farfalla) e molti esemplari di orchidee, appartenenti a un gran numero di specie, ancora in fiore, anche se il massimo della fioritura era stato due settimane prima.

 


 
 Pianoro carsico
 La valle di Campolongo
 Viola farfalla

 

 


 

   
Alcune foto delle orchidee presenti
 

 

 

Il cardo verde e rosso, l’Asfodeline lutea e un cerambice tra i nostri incontri.

 

 

 

 

 Un cerambice
 Asfodeline lutea
 Una cetonia su un cardo coloratissimo

 

Il pianoro, tipicamente carsico, ha il suo bell’inghiottitoio. Per gli amanti dei fossili, si segnalano le Rudiste.
Per chi ama la botanica, tutto il Cilento offre belle e interessanti presenze, come (oltre alla citata Primula palinuri) la Campanula fragilis, che cresce su rocce e vecchi muri dell’Italia del Sud; il Convolvolus elegantissimus, altra specie meridionale e centrale.

 

Non vogliamo dimenticare le gioie del palato
Carlo, oltre a farci da guida naturalistica, ci organizza anche la parte gastronomica: di giorno ci prepara panini vegetariani, con frittata di erbe selvatiche, o melanzane e una insolita quanto super zucca sott’aceto, e poi mandarini, ciliegie e noci dei suoi alberi; alla sera ci accompagna alternativamente in due ristoranti, per i quali vale spendere due parole.

 

 

Poco distante da Rofrano, in mezzo al bosco, il ristorante “da Cono” ci serve affettati, formaggi e carni di produzione propria e un “fragolino” (liquore) preparato da loro con fragole di bosco. Cono non è una figura geometrica, ma una “figura” sì: questo personaggio tra un piatto e l’altro ci suona l’organetto “diatonico” e canta musiche popolari locali, mentre Teodoro, il figlio, lo accompagna con la chitarra, (“da Cono” è possibile pernottare).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Rustica: focaccia croccante  triiddi
 La Rustica: una focaccia croccante
 I triiddi

L’altro ristorante si trova ad Alfano, a pochi chilometri di distanza. Qui la cena si apre con la rustica, che non è una pizza, ma una focaccia croccante. Il pezzo speciale è dato dai triiddi, spaghettoni tirati a mano (anzi, con tre dita, da cui il nome) di farina bianca (circa 2/3) e farina di castagne (1/3), conditi all’olio e peperoncino e rigorosamente accompagnati da due speciali peperoni rossi secchi e fritti (contrariamente a quanto si può pensare sono dolci e inimitabili: il piatto è una poesia, frutto di un provvidenziale recupero)

 

Di tutti questi pranzi e cene (compresi quelli di Pisciotta) non diciamo il costo, perché l’invidia non è un bel sentimento.

Un pensiero affettuoso va anche ... alle paste del bar della piazza di Rofrano e al caciocavallo di mucca podolica che ci siamo portati a casa per ricordo.


Da Rofrano ci si può spostare per il vicino Cilento marino: Capo Palinuro, con escursioni in barca dalla foce del Mingardo, con l’Arco Naturale (forse ancora non visitabile da vicino per una frana); Marina di Camerota, la spiaggia di Caprioli, ecc.
Verso l’interno, nel Vallo di Diano troviamo la Certosa di Padula, con ricordo dei “trecento giovani e forti...” qui sterminati dagli abitanti, villici e contadini convinti che quei soldati volessero derubarli di beni e donne; la grotta di Pertosa, percorribile a piedi dopo un breve tratto sull’acqua, piena di fascino e molte altre mete naturalistiche e storiche.

 

Indirizzi utili
Sul sito del gettrek si trovano tante altre informazioni, itinerari, foto, ecc.
Mimmo Pandolfo tel. 347 9497391
Carlo Palumbo tel. 347 3195699
Se richieste, forniremo indicazioni del B&B di Rofrano, del ristorante “da Cono”, del ristorante di Alfano, del ristorante-Albergo “Belvedere” di Pisciotta e del residence di Palinuro.