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Bosco biosostenibile > sotto la giungla amazzonica > Rinascita dei coralli > Sotto la calotta artica base nucleare USA > Scoperto in Finlandia il Jyvaskylavirus > Collasso di un ghiacciaio in Svizzera > Che cosa succede al CNR? > I più ricchi sono i maggiori responsabili della distruzione del Pianeta > Triathlon
Aula didattica bosco biosostenibile a Montopoli in Val d'Arno
Il progetto Bosco di Montopoli si concentra sulla trasformazione di un’area degradata, precedentemente utilizzata per l’allevamento intensivo di suini, in un bosco naturale e rigoglioso. Attraverso la riforestazione, questa iniziativa mira a ridurre le emissioni di CO2 e a fornire numerosi benefici ambientali, dal ripristino della biodiversità al filtraggio degli inquinanti presenti nell’aria. Conservando gli alberi esistenti e dedicando il terreno rimanente alla riforestazione attiva con alberi di medie dimensioni, alberelli e talee legnose a crescita rapida, il progetto mira a rivitalizzare il paesaggio e a sottolineare il ruolo essenziale delle piante nel nostro ecosistema. Questa trasformazione serve come esempio vivente per ispirare le generazioni presenti e future a riconoscere l’importanza degli spazi verdi per l’energia, l’ecologia, la società e l’economia.
Ulteriori informazioni: https://www.toscana-notizie.it/-/aula-didattica-bosco-biosostenibile-di-montopoli-giani-immagine-della-toscana-che-vogliamo-
Bosco di Montopoli: Natura e Architettura - PNAT
Piantati i primi alberi del bosco di Montopoli in Val d'Arno
https://youtu.be/EoLr5Eqk-Sk?t=8
Bosco di Montopoli: al via le visite per le scuole toscane Scoperto in Finlandia il Jyvaskylavirus
Chachapoya sotto la giungla amazzonica con oltre 100 strutture archeologiche
Sono state scoperte oltre 100 strutture archeologiche finora sconosciute nel sito di Gran Pajatén, legato alla civiltà Chachapoya
Rebecca Manzi 29 Maggio 2025
Da <https://www.greenme.it/scienza-e-tecnologia/archeologia/peru-riaffiora-civilta-chachapoya/>
Nel cuore della foresta amazzonica peruviana, un nuovo capitolo della storia preispanica si è appena aperto: oltre 100 strutture archeologiche finora sconosciute sono state identificate nel sito di Gran Pajatén, uno dei complessi più affascinanti legati alla misteriosa civiltà Chachapoya. Questo ritrovamento, annunciato dal World Monuments Fund (WMF), rappresenta un salto significativo nelle ricerche condotte nella regione di San Martín, dove fino a oggi si conoscevano solo 26 edifici nel sito.
I Chachapoya, noti anche come il “popolo della foresta nebulosa”, vissero tra il VII e il XVI secolo sugli altopiani andini del nord-est peruviano, a quote che sfiorano i 3000 metri. La loro eredità è visibile in centri urbani elaborati, strutture funerarie inaccessibili incastonate nei dirupi e edifici cerimoniali decorati con mosaici in pietra e frisi geometrici. (continua)
La rinascita dei coralli passa dalla stampa 3D: così stanno ricostruendo i fondali marini danneggiati delle Maldive
Sotto la calotta artica svelata una base nucleare USA rimasta nascosta per decenni
Scoperto in Finlandia il Jyvaskylavirus, primo virus gigante isolato nel Paese
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Si chiama Jyvaskylavirus, il virus gigante isolato in Finlandia: una scoperta molto importante che non ha precedenti nel Paese.
Un team di ricercatori dell’Università di Jyväskylä ha identificato un nuovo virus gigante, denominato Jyvaskylavirus: una scoperta senza precedenti in Finlandia, che, in tal modo, amplia, in maniera importante, gli studi sulle forme di vita virali più complesse.
La prima volta in Finlandia, è stato isolato un virus gigante, denominato Jyvaskylavirus, in onore della città universitaria dove è stato identificato.
La scoperta – nello specifico – è stata effettuata da un gruppo di scienziati del dipartimento di biotecnologia e scienze ambientali dell’Università di Jyväskylä. Il virus appartiene alla famiglia dei Mimiviridae ed è caratterizzato da grosse dimensioni, nonché da un complesso genoma. Per tali ragioni, si colloca a cavallo tra i virus tradizionali e le forme di vita cellulari.
Il Jyvaskylavirus è stato isolato da campioni prelevati in ambienti naturali d’acqua dolce, dove vive all’interno di amebe unicellulari. Come altri virus giganti, possiede un capside di dimensioni superiori a 200 nanometri e contiene un patrimonio genetico di diverse centinaia di migliaia di coppie di basi, molto più grande rispetto ai virus comuni.
Si ampliano le prospettive di ricerca dopo questa scoperta
Il Jyvaskylavirus accende, dunque, un nuovo dibattito scientifico sulla possibile origine cellulare dei virus giganti, sviluppando, nei fatti, l’ipotesi secondo la quale tali agenti patogeni deriverebbero da antichi organismi dotati di complessi meccanismi biologici, poi semplificatisi nel corso dell’evoluzione.
Lo spaventoso collasso di un ghiacciaio in Svizzera che travolge un intero villaggio (che era già stato evacuato)
Cronache della ricerca #388
Un maggio decisamente caldo sul fronte universitario e dei centri di ricerca in Italia. Da un lato la cancellazione dell’abilitazione nazionale e la disputa su incarichi, assegni e contratti di ricerca; dall’altro il limbo in cui viene tenuto il Consiglio nazionale delle ricerche, senza vertici, in ritardo sulle nuove nomine.
Difficile dire se è persecuzione, insipienza, o tira e molla sulle poltrone del più importante ente di ricerca italiano. Sta di fatto che le discussioni di queste settimane hanno messo in luce due cose difficilmente contestabili: i tagli a università e ricerca, che diventeranno baratri una volta finita la provvidenza del Piano di ripresa e resilienza, e l’iceberg dei precari che sono ormai il 35% del personale delle università.
Scienza in rete ha dato voce alle diverse posizioni nella speranza di fare chiarezza. Ci siamo riusciti? Fino a un certo punto. Vale la pena non mollare la presa e andare avanti a informare in modo critico sul calvario della ricerca italiana.
Un triathlon dalle Marche al Veneto per la lotta alla fibrosi cistica
Oltre 450 chilometri a nuoto, in bicicletta e di corsa. L'impresa sportiva e solidale del vicentino Fabio Guiotto, da anni residente ad Ancona, per far conoscere questa malattia genetica ancora senza cura.
La partenza alle 5 del mattino dalla spiaggia del Passetto di Ancona per i primi 16 chilometri a nuoto fino al porto di Numana, poi in sella, destinazione Veneto. L'ultimo tratto sarà di corsa in salita fino ai 700 metri di quota di Cerealto, sulle colline vicentine. Oltre 468 chilometri in due giorni. Protagonista di questa impresa sportiva, il veneto Fabio Guiotto, da anni residente nelle Marche. Il suo triathlon da record è un messaggio di speranza e di lotta contro la fibrosi cistica, malattia genetica per la quale non esiste ancora una cura.
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Non è la prima volta che Guiotto si spinge oltre i propri limiti per sensibilizzare su questo tema. Nel 2024 ha percorso 400 km in due giorni, da Valdagno (VI) fino a Numana, tra corsa, bici e nuoto. Un’avventura che ha lasciato il segno, non solo per la sfida fisica, ma per l’energia positiva che ha coinvolto due regioni.
Il progetto ha mobilitato aziende, associazioni e tanti cittadini tra Veneto e Marche, portando alla raccolta di quasi 15.000 euro. Fondi fondamentali per realizzare una palestra all’interno del Centro Fibrosi Cistica delle Marche, dove i pazienti potranno continuare ad allenarsi anche durante i ricoveri ospedalieri.
Le dichiarazioni
Raffaella Piazzini, vicepresidente LIFC Marche, ha annunciato l’inizio ufficiale dell’evento: «L’evento comincerà nel pomeriggio di oggi a Numana, con una serata di musica, informazione e solidarietà, dove parleremo di sport e della possibilità di vivere una vita il più possibile sana, anche per chi nasce con patologie che purtroppo ancora oggi non si possono eliminare. Sarà anche una chiacchierata con altri pazienti, aperta a tutti, per riflettere insieme su come vivere al meglio, fare rete e costruire un futuro con il sorriso e in collaborazione».
Manuela Caucci, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Ancona, ha portato il saluto dell’Amministrazione: «L’incontro con Fabio Guiotto e Raffaella Piazzini è stato per me molto toccante, e rivelatore di un’esperienza e di un impegno che ammiro moltissimo. E’ necessario tenere sempre alta l’attenzione su queste realtà, perché chi le vive sa quanto sia importante garantire non solo cure, ma anche una vita il più normale possibile, fatta di condivisione e inclusione. Lo sport, in questo senso, riesce davvero a fare cose meravigliose».
Gabriele Calducci, referente locale per l’organizzazione, ha sottolineato il valore umano dell’iniziativa: «È stato un piacere aver conosciuto questi ragazzi lo scorso anno e ancora di più condividere oggi l’iniziativa con Ancona. Le attività come questa uniscono sport, turismo e solidarietà, ma soprattutto creano legami e relazioni che rendono questi eventi sempre più significativi».
Benedetta Fabrizzi, responsabile del Centro Regionale Fibrosi Cistica delle Marche, ha illustrato il valore terapeutico dello sport: «Di solito si fa fatica a immaginare un malato che fa sport, ma per chi nasce con una malattia genetica come la fibrosi cistica, costruire una vita sana è l’obiettivo. Sport, alimentazione e movimento sono fondamentali per il benessere. Per questo vogliamo realizzare una palestra interna al centro, con attrezzature adatte all’uso ospedaliero, per aiutare i pazienti a mantenersi allenati anche durante i ricoveri. Il nostro sogno? Far diventare “vecchi” i bambini del centro. Nella nostra realtà, diventare anziani è il vero successo della cura».
La conferenza si è chiusa con un messaggio condiviso: unire sport, solidarietà e informazione è un modo concreto per costruire salute e speranza.
Per ulteriori informazioni: LIFC Marche – www.fibrosicisticamarche.it