Stefano Mancuso (Catanzaro, 9 maggio 1965) è un neuroscienziato e saggista italiano che insegna arboricoltura generale ed etologia vegetale all’Università di Firenze. È membro dell'Accademia dei Georgofili, membro fondatore della Société internationale pour le signalement et le comportement des plantes e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale.
Stefano Mancuso è tornato a Pontedera dove, al teatro "Era" - pieno fino all'ultimo posto- ha tentato, con succeso, di terrorizzare il pubblico con una relazione di circa una ora dedicata all'esame della situazione ecologica del nostro sconquassato pianeta. A Pontedera c'era passato altre volte da solo o con altri personaggi (Pievani, Tozzi...) abbondantemenete informati della situazione ambientale. Era tornato per l'inaugurazione di una piantumazione di alberi in un comune vicino che ha messo a disposizione un'area liberata dalla chiusura di una fabbrica. "Dal cemento a un’oasi verde: su 6 ettari di terreno, a Montopoli sono stati piantati 3000 nuovi alberi: secondo le stime, in 10 anni potranno assorbire 170 tonnellate di CO2 e una mole consistente di altri inquinanti (polveri fini, ossido di azoto, ecc), a 20 anni, il “risparmio” di CO2 sarà di 600 tonnellate e a 30 anni di 1400 tonnellate.
Bosco di Montopoli: Natura e Architettura
Piantati i primi alberi del bosco di Montopoli in Val d’Arno
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Partita questa mattina, nel giorno precedente la Giornata nazionale degli alberi, la piantagione dei primi alberi del progetto “Abbraccia un albero, dai vita a un bosco a Montopoli in Val d’Arno. Negli scorsi due mesi dedicati alla raccolta fondi tanti eventi e molte donazioni hanno tenuto alta l’attenzione sul progetto del primo biobosco partecipato. Complessivamente sono stati donati 225mila euro che contribuiranno a finanziare la realizzazione del progetto.
Oggi l’inizio della seconda fase, quella che vede nascere il bosco.
Erano presenti a Montopoli Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze, Stefano Mancuso, direttore del laboratorio di Neurobiologia vegetale, professore Università di Firenze, e Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana, oltre a istituzioni ed associazioni della zona ed una rappresentanza delle sezioni soci Unicoop Firenze.
Sistema di monitoraggio
Da domani verrà attivato un che permetterà di inviare ai soci donatori aggiornamenti settimanali sullo stato del bosco. In futuro il sistema comunicherà in tempo reale il monitoraggio della CO2 e degli altri inquinanti assorbiti dal bosco.
Nelle scorse settimane l’area, che precedentemente ospitava un allevamento intensivo di suini, è stata sottoposta ad un accurato processo di bonifica, che ha permesso di rimuovere 17.000 tonnellate di cemento e asfalto e di restituire il suolo al suo ciclo naturale, recuperando anche la permeabilità del terreno. La bonifica, fatta da Unicoop Firenze, è stata monitorata e rendicontata da Legambiente.
I numeri della raccolta fondi
Oltre 10mila i soci donatori che hanno sostenuto la campagna, con piccoli e grandi contributi, fra donazioni alle casse e online, partecipazione a cene e lotterie e altre iniziative per un totale di 80mila euro. La cifra viene raddoppiata da Unicoop Firenze.
A questo contributo si sommano altri 65mila euro dai prodotti Viviverde, per un totale di 225mila euro. Per il periodo della raccolta fondi, infatti, parte del ricavato della vendita dei prodotti della linea verde di Coop.Fi è stata destinata al progetto e sono stati 530mila i soci che hanno concorso alla realizzazione del biobosco di Montopoli con questa modalità.
Tutela dell’ambiente e partecipazione
Tutela dell’ambiente e partecipazione sono le cifre distintive di questo progetto, che vuole dimostrare come sia possibile intervenire per fermare il cambiamento climatico partendo dal rimedio più semplice che ci insegna il professor Mancuso: piantare alberi.
Una soluzione che è stata da sempre sostenuta dal neurobiologo vegetale di fama internazionale e che è stata raccomandata dal G20 di Roma, che ha incluso fra le indicazioni finali l’esigenza di piantare 1000 miliardi di alberi entro il 2030 per limitare il costante aumento della CO2 atmosferica e contrastare il riscaldamento globale. Nel dettaglio, la strada auspicata da Mancuso e già intrapresa da Unicoop Firenze, viene esplicitata al paragrafo 19 della dichiarazione finale, dove si può leggere che i leader del G20 «condividono l’ambizioso obiettivo di piantare collettivamente mille miliardi di alberi, concentrandosi sugli ecosistemi più degradati del pianeta, sollecitando altri Paesi a unire le forze con il G20 per raggiungere questo obiettivo globale entro il 2030 con il coinvolgimento del settore privato e della società civile».
Il progetto
“Abbraccia un albero dai vita a un bosco” è il progetto di Unicoop Firenze in collaborazione con PNAT, Legambiente e Re Soil Foundation, che ha promosso una raccolta fondi per realizzare a Montopoli in Val d’Arno, all’interno di un’area lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno, il primo bosco biosostenibile d’Italia realizzato su un ex terreno industriale. Il bosco sarà “bio”, in quanto incubatore di diversità naturalistica, e sarà sostenibile per l’assorbimento di anidride carbonica, ma anche perché sarà un modello funzionante di “polmone verde” con una proporzione tra costi e benefici della piantagione ripetibili nel tempo e nel territorio.
Il progetto, che vede un importante investimento economico da parte della cooperativa, è stato sostenuto anche da una campagna di raccolta fondi partita lo scorso 21 settembre e durata due mesi. La raccolta ha coinvolto tutti i territori dove opera Unicoop Firenze e tutti i cittadini ed ha previsto incontri con Pnat e Legambiente, come quelli che hanno riguardato dai frequentatori della Fiera di Scandicci ai ragazzi del Lucca Comics and Games, e iniziative sociali organizzate dalle sezioni soci, come cene e lotterie.
Il bosco che inizia a svilupparsi oggi con le prime piantumazioni arriverà a breve a contare 3.000 alberi, che si stima saranno in grado tra 10 anni di assorbire 170 tonnellate CO2 e una mole importante di inquinanti (polveri fini, ossido di azoto, ecc), con importanti benefici per la qualità dell’aria, che aumenteranno esponenzialmente al passare degli anni.
Funzione sociale
Lo spazio avrà anche un importante progetto che prevede un percorso naturalistico che si snoda lungo tutto il parco e che raccorda una serie di “luoghi”, come la torre di osservazione, che permetterà una visuale eccezionale della biodiversità locale a otto metri di quota, l’anfiteatro nel bosco e il loop (un circuito ad anello con vari tipi di vegetazione) fra le fronde, oltre alle vasche dedicate alle piante acquatiche.
L’inaugurazione è prevista a aprile 2022 e a maggio arriveranno le prime visite, che saranno facilitate anche dalla realizzazione di un’aula didattica all’ingresso del parco. Il parco infatti sarà accessibile alle scuole e a tutti i cittadini che vorranno visitarlo e viverlo e verranno organizzate iniziative specifiche per conoscere il progetto e l’importanza degli alberi per ripulire l’aria. In futuro, inoltre, l’area verrà donata alle istituzioni del territorio. Fra una decina d’anni si stima che gli alberi saranno già cresciuti per formare un vero e proprio bosco.
Aula didattica
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21 novembre 2024 nel bosco, è stata inaugurata stamattina l’aula realizzata per accogliere scuole e visitatori. Nel corso dell’inaugurazione alcune classi delle scuole di Montopoli in Val d’Arno hanno visitato il bosco e piantato dieci nuovi alberi.
E' un vero e proprio esperimento in campo aperto di sostenibilità e riflessione sulle azioni positive che l'uomo può fare per invertire la rotta della crisi climatica." Piantare alberi è la più semplice ed efficace e il bosco di Montopoli ne dà prova attraverso gli studi e le rilevazioni in corso; nel bosco, infatti, è stato installato un sistema di monitoraggio e mappatura che permette di valutare l'evoluzione del bosco e quantificare i benefici ambientali che questo apporta all’ambiente circostante. Gli alberi hanno trasformato la zona disastrata in un apparato biologico in grado di produrre ossigeno inglobando anidrica carbonica e produrre legno. Gli alberi piantumati sono stati circa un migliaio, al confronto del miliardo auspicato di Mancuso per incidire significamente sull'ambiente. Ma si tratta pur sempre di un esempio, di un esperimento riuscito con spese irrilevanti di trasformare un luogo da scansare in un parco da godere. Poi ha iniziato a mettere in fila tutti gli elementi che stanno mettendo in difficoltà seria e sempre più pericolosa la capacità di ristabilire l'equilibio ambientale messo in difficoltà dalla costante emissione di ossido di carbonio il gas che intrappola la luce solare aumentando la temperatura dell'atmosfera.
CAMBIAMENTO CLIMATICO: PIANTIAMO 1000 MILIARDI DI ALBERI. CON STEFANO MANCUSO
Nel 2079, tra 50 anni i luoghi del pianeta che non saranno abitabili per estremi termici, cioè perché farà troppo caldo, saranno il 18% delle terre: oggi sono lo 0,8%. Quindi, nel 2070, 2 miliardi di persone non potranno più vivere dove oggi vivono. Il 71% della superficie terrestre è coperta dall'acqua e il più grande stock di carbonio sono gli oceani, quindi è importante abbinare alla riforestazione una tutela degli ecosistemi acquatici, riducendo drasticamente se non (ancora meglio) abolendo la pesca commerciale.
1000 miliardi di alberi da piantare è la risposta pratica più seria e immediata che possiamo dare al riscaldamento globale. Nella storia dell’umanità l’uomo ha inventato l’agricoltura: negli ultimi 15.000 anni ha tagliato la metà degli alberi che sono sul pianeta, cioè 3mila miliardi negli ultimi 2 secoli; gran parte di ciò che sta succedendo è dovuta all’alterazione della superficie arborea del pianeta.
In problema attualmente più difficile da superare è l'assoluta lontananza della politica dalla presa di coscienza che il solo ricorso all'energia rinnovabile non è affatto sufficiente. La produzione industriale determina ancora una troppo ampia produzione di ossido di carbonio. Il consumo di carburante di origine fossile è sempre altissimo per gli aeromobili ed enormemente elevato per le petroliere e porta-continer. Si continua ad ignorare che gettare rifiuti di qualunque genere e massa in mare determina una contaminazione delle acque praticamente incontenibile.
Altro aspetto di grande importanza è la diminuzione dell'albedo da parte delle masse di ghiaccio, bianco, che si scalda, fonde e mette allo scoperto superfici scure assorbenti radizioni che aumentano la temperatura in superficie.
Non poteva mancare l'Africa. Il lago Ciad, un bacino poco profondo privo di emissari, che nel corso della sua storia ha cambiato più volte dimensione, fino a sparire del tutto durante l'ultima glaciazione. In guerra contro la fame, la povertà, le precarie condizioni di salute del lago che fornisce cibo e sostentamento a circa il 90% della popolazione della regione( a rischio oltre 7 milioni di persone), la situazione si sta esacebando per il lago ridotto a 1/10. La FAO interviene, ma difficilmente potrà migliorare la situazione e milioni di persone si metteranno in cammino per raggiungere (e fermarsi) aree più accoglienti. Impossibile fermare queste migrazioni.
A questo punto la conferenza si chiude con con un applauso lungo e convinto per una lezione che ha lasciato anche seri elementi di positività che non potranno essere ignorati ancora dai responsabili politici di tutto il mondo. Un ringraziamento convinto a Stefano Mancuso.