raccolte cd
timberland euro, timberland uomo 6 inch stivali, timberland uomo barca stivali, timberland uomo earthkeepers, timberland uomo euro hiker stivali, timberland uomo nellie chukka, timberland uomo rotolo top stivali, timberland uomo scarpe da spiaggia, timberland donna 6 inch stivali
Le migrazioni nei ibri di testo italiani

Le migrazioni nei libri di testo italiani

 

   

Valentina Tudisca

Silvia Caravita

Adriana Valente

 

Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRPPS)

 

 

Un tipo di media dalle caratteristiche uniche

 

I libri di testo sono un tipo di media piuttosto speciale. Hanno almeno due missioni principali: incidere sullo sviluppo individuale e garantire la riproduzione culturale della società1. Infatti, oltre a formare l’immaginario e le concezioni sociali nelle nuove generazioni, possono agire nella sfera pubblica come strumenti di costruzione di consenso politico e culturale – per esempio anche marcando confini simbolici tra una nazione e i suoi “nemici”2 - oppure di resistenza culturale, incorporando narrazioni alternative3, per esempio scardinando una mentalità di stampo colonialista che si stenta a riconoscere e superare4. Un ruolo già testimoniato nel dopoguerra, allorchè i libri di Storia e Geografia furono oggetto di attenzione da parte di istituzioni sovranazionali con l’obiettivo di ricomporre la convivenza tra Paesi belligeranti5.

Una delle caratteristiche peculiari rispetto ad altri prodotti culturali, evidenziata in letteratura6, è il cosiddetto “Ritardo nella Trasposizione Didattica”, a indicare il lasso di tempo che intercorre tra il consolidamento di un sapere scientifico e la sua comparsa nei manuali. Tale ritardo non è solo di natura tecnica, non è “neutro”, ma è influenzato da quanto i valori – impliciti o espliciti – connessi a questo sapere siano o meno acquisiti a livello sociale.

In sostanza, ben lontani dall’essere oggetti “neutrali”, come spesso vengono percepiti data l’autorevolezza di cui godono, i libri di testo danno la misura del consolidamento delle concezioni nel dibattito pubblico, sono soggetti “politici”.

È proprio questa la ragione che ci spinge a monitorarli come oggetto di studio, in particolare su certi temi critici nella formazione alla cittadinanza, temi legati ai diritti come la trattazione delle migrazioni, dell’”alterità”, o la rappresentazione femminile.

La nostra ricerca sulla rappresentazione delle migrazioni è stata avviata nel 20127 con riferimento al contesto italiano, quando il tema ha iniziato a occupare ampio spazio nel discorso pubblico, nell’arena mediatica e nell’agenda politica. Sebbene l’Italia da decenni sia diventata stabilmente Paese di immigrazione, oltre che di emigrazione, il discorso mediatico è sempre rimasto caratterizzato da una visione emergenziale del fenomeno, come sottolineato dai Rapporti Carta di Roma8 e dai rapporti Caritas9, a riflettere una governance che non è mai stata orientata all’inserimento stabile della popolazione immigrata nella società e alla riduzione dell’irregolarità. Una tendenza diffusa a livello europeo, a tal punto che l’immigrazione nel 2022 era percepita come prima preoccupazione dalla popolazione europea10, sebbene la pandemia, almeno in Italia, abbia fatto retrocedere l’immigrazione al quarto posto tra le principali sfide del Paese11.

Ciò su cui ci interroghiamo è quale visione delle migrazioni si ritrovi nella narrazione veicolata dai libri di testo e se lo spazio riservato alle migrazioni continui a essere limitato, come nelle precedenti analisi, nonostante costituiscano una realtà con cui siamo abituati a convivere quotidianamente.

 

Scelta dei libri ed elementi osservati

 

Come nelle precedenti ricerche, per individuare i libri di testo da analizzare abbiamo in primo luogo considerato le materie scolastiche che includono il tema delle migrazioni umane, sulla base delle linee guida ministeriali relative ai curricoli delle scuole secondarie; abbiamo dunque selezionato un campione significativo di libri di testo, sulla base gli elenchi di libri adottati da alcune tra le scuole più popolose di Roma, Napoli e Milano, considerando diverse aree metropolitane (centro e periferia) e, nel caso delle superiori, diversi indirizzi curricolari. Questa metodologia, resa necessaria dal fatto che gli elenchi dei libri più adottati in Italia non sono pubblici per motivi commerciali, ha portato alla selezione di 13 titoli di Storia, Geografia e Geostoria, per 34 volumi, includendo gli allegati.

Come ambito di analisi, abbiamo considerato: le migrazioni internazionali a partire da fine Ottocento; le migrazioni interne agli Stati, inclusi i fenomeni di urbanizzazione; gli spostamenti spontanei o forzati di popolazione successivi a guerre, ridefinizioni territoriali, disastri ambientali, diaspore, deportazioni, considerando in questi casi solo le fasi dinamiche dello spostamento.

L’analisi si è svolta su due tipi di unità documentarie - il contenuto testuale in una pagina e le immagini - utilizzando griglie in buona misura stabili nel tempo, per poter confrontare l’evoluzione della rappresentazione del fenomeno migratorio, ma che in alcune parti si sono evolute e ampliate per cogliere le diverse dimensioni della narrazione in conseguenza di una trattazione del tema sempre più ampia e complessa.

In particolare, nell’analizzare i testi, abbiamo individuato quattro possibili dimensioni – tra loro sovrapponibili - cui ricondurre la rappresentazione: immigrati/e come “persone”, immigrazione come “risorsa”, immigrazione come “problema”, “politiche” relative al fenomeno; prevedendo per ogni dimensione una serie di sottocategorie, su cui ci soffermeremo più avanti nel presentare i risultati.

Tra gli elementi osservati per le immagini che rappresentano persone abbiamo considerato il genere, il numero di soggetti, il contesto, il tipo di situazione nel Paese di destinazione, ma anche le topiche della sofferenza proposte dal sociologo Luc Boltanski12 per descrivere la reazione emotiva dello spettatore rispetto alla sofferenza: topica della denuncia – in cui lo spettatore prova indignazione nei confronti di un “carnefice” -, topica del sentimento – in cui lo spettatore prova gratitudine verso un “benefattore” -, topica dell’estetica – in cui la sofferenza viene sublimata, consentendo di superare la dicotomia “noi/loro” -, a cui abbiamo aggiunto topica della gioia e neutrale.

Abbiamo inoltre classificato ogni unità documentaria in base al periodo storico, distinguendo tre insiemi: migrazioni storiche (fino agli anni Ottanta), migrazioni contemporanee (dagli anni Novanta del ‘900 a oggi) e “continuum” (quando si mettono in relazione le migrazioni storiche con le contemporanee). Per limitare l’elemento della soggettività nella lettura dei contenuti, oltre all’elaborazione di un “living codebook”, ogni libro è stato analizzato da più ricercatori.

 

Un discorso in evoluzione

 

Nel corso degli anni stiamo osservando un’evoluzione nel modo in cui i manuali scolastici trattano il tema delle migrazioni. Si rileva, in primo luogo, uno spazio crescente dedicato al tema, che nei libri analizzati per l’anno scolastico 2022-2023 ha raggiunto l’8,9% del totale delle pagine, più del doppio rispetto a quanto riscontrato nella scorsa analisi del 2016-201713 (3,7%).

 

Allo stesso tempo, a livello di contenuti viene presentata una visione ben più complessa del fenomeno rispetto al discorso mediatico, supportata anche da una certa attenzione a evitare l’uso di termini impropri riferiti alle persone immigrate, come “clandestino”, che compaiono in modo sempre più residuale.

Sempre più i libri di testo danno rilievo alle cause delle migrazioni. Secondo i manuali, a determinare i flussi (Fig. 1) sono in primo luogo povertà e motivi economici (29,6% delle cause citate), seguiti da cause politiche e violazioni di diritti (17,8), guerre (16,0), deportazioni (11,7), scelte di vita (10,4), motivazioni geopolitiche (8,8), come la ridefinizione di confini tra gli Stati, infine cause di natura ambientale (5,2%) – inclusi terremoti, desertificazioni, innalzamento dei mari, deforestazioni, carestie. Tra le cause di natura economica, che anche dai dati risultano in effetti il principale motore delle migrazioni14, interessante che in alcuni casi venga esplicitato il tema del divario economico tra Nord e Sud del mondo, delle disuguaglianze tra Paesi – centrale nelle dinamiche migratorie, come sottolineato nel rapporto Caritas 202115, talvolta facendo riferimento al tema della globalizzazione. Rispetto alle cause di natura ambientale, sorprende che raramente si espliciti il tema del cambiamento climatico, e l’espressione “migranti climatici”, che descrive un fenomeno ormai ampiamente diffuso e in crescita16, anche se stenta ad essere riconosciuto dal diritto internazionale.

FIGURA 1. Cause rilevate nei testi analizzati. Valori percentuali calcolati sul totale delle cause individuate

 

Fonte: CNR-IRPPS

A rafforzare la complessità del discorso, è il fatto che nel 41% delle unità documentarie in cui si affronta il tema delle cause venga citata una pluralità di cause, un dato che emerge in modo ancora più marcato quando si trattano le migrazioni contemporanee. Inoltre, in alcuni libri si sottolinea la crescente difficoltà a distinguere nettamente tra le cause, e quindi, ad esempio, a operare una netta distinzione tra richiedenti asilo e migranti economici.

Anche la varietà di direzioni dei flussi migratori riportata nei testi scritti contribuisce a restituire un quadro complesso, con la rappresentazione di una pluralità di direzioni nel 28% dei casi. Prevale comunque la rappresentazione dei flussi verso Italia ed Europa (23,5%), seguiti dalle migrazioni interne agli Stati - spesso in relazione ai discorsi sull’urbanizzazione – che, includendo quelle interne all’Italia, raggiungono il 20,5% - le migrazioni globali tra diversi continenti (18,9%), le migrazioni intra-europeee (14,2%), fino alle migrazioni dentro altri continenti (10,6%).

La complessità della rappresentazione attraverso le direzioni si riflette anche nelle immagini, se consideriamo che, tra le mappe che mostrano flussi migratori, quelle con flussi verso Italia ed Europa sono solo un quinto rispetto alle immagini che evidenziano una pluralità di flussi.

Anche il tema dell’emigrazione italiana verso altri Paesi ha un suo spazio (12,4% delle direzioni rilevate), specialmente però in relazione alle emigrazioni storiche che si sono succedute da fine Ottocento, per esempio verso le Americhe, mentre il tema dell’emigrazione italiana contemporanea risulta marginale, una lacuna non da poco se consideriamo che fino a pochi anni fa l’emigrazione italiana era di tale portata da superare l’immigrazione verso l’Italia17.

Se sui media tradizionali prevale nettamente una rappresentazione del fenomeno delle migrazioni di tipo emergenziale, nei libri di testo la questione è più articolata. Se da un lato, come vedremo nel prossimo paragrafo dedicato alla rappresentazione delle migrazioni contemporanee, attraverso testi e immagini viene dato spazio soprattutto a elementi riconducibili a una visione emergenziale, si riscontra, tuttavia l’intenzione di restituirne anche una visione strutturale; quest’intenzione si riscontra in particolare nei passi in cui si spiega cosa siano le migrazioni, nel dare evidenza della pluralità di cause e contesti geografici, nello spiegare concetti come saldo migratorio, così come nei frequenti rimandi tra migrazioni del passato e del presente, e del riflesso delle prime nella composizione demografica attuale, nella presenza di riferimenti legislativi riguardanti la condizione delle persone migranti, nel riferimento all’immigrazione come risorsa.

 

Quali migranti? Il discorso sulle migrazioni contemporanee

 

Di seguito ci soffermiamo sulla rappresentazione delle migrazioni e della figura del soggetto migrante con riferimento al contemporaneo, considerando testi e immagini di migrazioni dagli anni Novanta del ‘900 in poi, con l’inclusione di discorsi sulle migrazioni storiche soltanto se messe in relazione con l’attualità.

Rispetto alle quattro dimensioni considerate nei discorsi testuali (Fig. 2), laddove applicabili, a prevalere è la dimensione di immigrati/e come “persone” (60,7%), seguita da una rappresentazione dell’immigrazione come “risorsa” (36,4%), come “problema” (31,8%), e dal tema delle “politiche” (26,6%).

 

FIGURA 2. Dimensioni rilevate nei testi analizzati nei discorsi sulle migrazioni contemporanee (2000-continuum). Valori percentuali calcolati sul totale delle unità documentarie analizzate

 

 Fonte: CNR-IRPPS

Nell’ambito delle rappresentazioni come “persone” (Fig. 3), resta prevalente, in continuità con i risultati dell’analisi del 2016-201718, una rappresentazione come vittima, costretta a lasciare il proprio Paese, spesso violata nei propri diritti, spesso oggetto di pregiudizi e discriminazioni nel Paese di destinazione, a rischio sfruttamento ed emarginazione sociale. Questo aspetto viene confermato anche nelle immagini che ritraggono persone migranti, dalla prevalenza dalle topiche della denuncia e del sentimento (28,2 e 23,9%) – che presuppongono una vittima in nome della quale indignarsi o provare compassione - piuttosto che dalla topica dell’estetica (17,1%), che consente un avvicinamento empatico dello spettatore con il soggetto ritratto, il superamento della separazione “noi/loro”. Questo risultato attesta la centralità, nella rappresentazione di migranti, del frame della vittimizzazione, ampiamente diffuso anche nei media tradizionali19.

FIGURA 3. Modalità della dimensione “persona” rilevate nei testi analizzati nei discorsi sulle migrazioni contemporanee (2000-continuum). Valori percentuali calcolati sul totale delle occorrenze registrate per la dimensione “persona”

 

Fonte: CNR-IRPPS 

Inizia però ad acquisire uno spazio sostanziale anche una rappresentazione delle persone migranti come portatrici di diritti (39,2% della dimensione persona) - aspetto che nella scorsa analisi era risultato residuale – con frequenti riferimenti al diritto di asilo. Questo aspetto si esprime nei frequenti riferimenti legislativi - alla nostra Costituzione, alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani alla Convenzione di Ginevra, alla Convenzione internazionale ONU sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie -, in qualche caso arricchiti da estratti di saggi accademici sul tema dei diritti violati. Compare anche il tema del permesso di soggiorno e dei requisiti per ottenerlo, raffigurato anche attraverso alcune immagini di migranti in coda per il suo rinnovo. Eccezionalmente, invece, si cita il tema della detenzione forzata in centri di accoglienza di persone immigrate che non hanno commesso reati, cosa per la quale l’Italia ha ricevuto condanne da parte della Corte Europea per i diritti dell'uomo.

D’altra parte, una connotazione delle persone immigrate più orientata all’attivismo risulta residuale sia nei testi (1,3% di immigrati come persone) che nelle scarse immagini di immigrati che manifestano (11,4% delle foto nel Paese di destinazione).

 

Il tema dei diritti emerge anche nell’analisi della dimensione delle “politiche”, che mostra come un quinto delle politiche rilevate riguardi l’acquisizione della cittadinanza, anche per le seconde generazioni, talvolta anche con ampie spiegazioni riguardanti lo ius soli, lo ius sanguinis e lo ius culturae. Ipotizziamo che il fatto che questo tema, oggetto di dibattito negli ultimi anni nell’arena politica e mediatica, sia comparso nei libri di testo perché è un tema sentito dall’opinione pubblica, ma forse anche perché attribuisce un ruolo la scuola nel conferimento della cittadinanza, nelle modalità ipotizzate dello ius culturae e dello ius scholae. 

FIGURA 4. Modalità della dimensione Politiche rilevate nei testi analizzati nei discorsi sulle migrazioni contemporanee (2000-continuum). Valori percentuali calcolati sul totale delle occorrenze registrate per la dimensione Politiche

 

 

 Fonte: CNR-IRPPS

 Al di là dei discorsi sulla cittadinanza, poco spazio è riservato ad altri tipi di politiche di integrazione – riguardanti il lavoro, la mediazione culturale, i ricongiungimenti familiari, il welfare - che insieme raggiungono appena il 6,7% delle politiche.

I discorsi sulle politiche (Fig. 4) riguardano infatti in larga parte la regolamentazione degli ingressi (31,6%), il contrasto dell’immigrazione irregolare (18,4%) e i controlli alle frontiere (10,5%). Emerge anche il tema del ruolo dell’Unione Europea e di una mancata gestione condivisa delle migrazioni come punto debole dell’Unione, che stenta a esprimere una politica di accoglienza comune e sta puntando solo su un approccio securitario20, secondo una visione di “fortezza europa”21. Nei libri troviamo riferimento ai mancati accordi sulla redistribuzione degli arrivi, alla Convenzione di Dublino, alle tragedie in mare, alle operazioni Mare Nostrum e Triton, al riemergere di muri e frontiere contrari allo spirito con cui è nata l’UE, e anche al ruolo che la libera circolazione di lavoratori dai Paesi europei, vista come un pericolo, avrebbe avuto nella Brexit. Dunque anche nei libri di testo emerge che siamo ancora lontani da una condivisione delle responsabilità tra Paesi, mentre ricorriamo a «una diffusa esternalizzazione, che tende a scaricare sui Paesi a medio e basso reddito il peso dell’accoglienza di milioni di profughi»22.

 

Lo squilibrio tra le politiche di integrazione e le politiche di gestione e controllo degli ingressi si riflette anche nelle immagini di persone migranti, rappresentate nel 60,7% dei casi durante il viaggio, alle frontiere, o in contesti precari come i campi profughi, piuttosto che nella quotidianità di un Paese di destinazione. In questi casi minoritari, vengono raffigurate in buona parte al lavoro (27,3%) e in situazioni di svago (18,2%), seguite da manifestazioni politiche e contesti di prima accoglienza (11,4%), situazioni di formazione (9,1%).

 

La rappresentazione come “problema” (Fig. 5) riguarda meno di un terzo delle dimensioni rilevate, e si riferisce in quasi la metà dei casi a problemi di gestione. Seguono i problemi di integrazione (28,9%) e il tema della sicurezza e dell’identità, alla pari con la questione economica (7,8% ognuno); in un solo caso compare la questione dell’immigrazione come problema sanitario.

 

FIGURA 5. Modalità della dimensione “problema” rilevate nei testi analizzati nei discorsi sulle migrazioni contemporanee (2000-continuum). Valori percentuali calcolati sul totale delle occorrenze registrate per la dimensione “problema”

 

 

Fonte: CNR-IRPPS

Rileviamo quindi una distanza tra i discorsi nei libri di testo e il dibattito pubblico, dove «il binomio immigrazione-sicurezza rimane di stringente attualità, generando un diffuso clima di paura e intolleranza»23 e dove in particolare «l’attenzione dei media al tema dell’immigrazione in Italia è sempre più orientata all’allarmismo». Questo, nonostante il ritorno dell’accoglienza come tematica di rilievo in seguito all’arrivo di profughi ucraini per la guerra con la Russia24, che però a livello sia mediatico25 che politico26 si sono inseriti in un binario parallelo, di segno opposto rispetto alle altre migrazioni; discorso che comunque non è ancora comparso nei libri di testo.

 

Una visione più strutturale del fenomeno si esprime soprattutto quando le migrazioni vengono presentate come una risorsa (Fig. 6), in primo luogo demografica (34,2%), poi economica (28,8%), infine culturale (20,7%). Il tema della risorsa demografica, anche in relazione alla bassa natalità, si è guadagnato sempre più spazio nel corso degli anni.

 

FIGURA 6. Modalità della dimensione “risorsa” rilevate nei testi analizzati nei discorsi sulle migrazioni contemporanee (2000-continuum). Valori percentuali calcolati sul totale delle occorrenze registrate per la dimensione “risorsa”

 

 Fonte: CNR-IRPPS

Interessante il peso della trattazione delle migrazioni come risorsa economica, un tema che è minoritario nel discorso mediatico e politico, dove anzi si è consolidata l’abitudine a porre l’accento sui costi sostenuti dallo Stato per l’accoglienza; sebbene in realtà le persone straniere contribuiscano in modo sostanziale allo sviluppo economico del nostro Paese, tanto da determinare un saldo positivo tra entrate e uscite imputabili all’immigrazione27.

Comincia inoltre a farsi spazio il discorso su quanto le persone migranti costituiscano anche una risorsa per i propri Paesi di origine (7,2%, modalità nexus), come testimoniato dalla rilevanza delle rimesse nell’economia di questi ultimi28, così come – lo riportano diversi manuali - è stato anche per gli emigranti italiani nel Nuovo Mondo o verso il Nord-Italia negli anni del “miracolo economico”.

Sempre rispetto alla rappresentazione dell’immigrazione come risorsa, una novità che abbiamo registrato, sebbene in pochi casi, è la narrazione delle migrazioni come risorsa esistenziale (4,5%), per esempio riguardo al loro ruolo nella nascita e nella storia degli Stati Uniti.

In contrasto con la realtà, troppo marginale resta però il riconoscimento della popolazione immigrata come risorsa sociale (4,5% della dimensione risorsa); in questo senso è emblematico, ad esempio, che, tra tutte le immagini analizzate riguardanti le migrazioni contemporanee, soltanto una raffiguri una badante, e che manchino discorsi sul ruolo essenziale che questa categoria lavorativa svolge nella vita delle nostre famiglie29 e nel nostro sistema di welfare30, a confermare la tendenza a “velare” determinate realtà relative al ruolo delle donne nelle migrazioni31.

 

La rappresentazione al femminile

 

Un importante elemento di novità rispetto alle analisi condotte nel passato, nel discorso veicolato dalle immagini, riguarda la componente femminile dell’immigrazione, categoria da monitorare in quanto potenziale oggetto di discriminazioni multiple, tra cui razzismo e sessismo32, che fin dalle prime indagini sui libri di testo italiani – ma anche in altri media – è risultata sempre caratterizzata da un problema di sottorappresentazione33; questo nonostante, fin dall’inizio della storia dell’Italia come Paese di immigrazione, la presenza femminile nella popolazione straniera abbia sempre superato la componente maschile34, e anche nel resto del mondo non ci sia uno squilibrio di genere nella popolazione migrante35.

La nostra ultima analisi mostra una notevole evoluzione in questo senso: nelle immagini delle migrazioni contemporanee, laddove il genere è riconoscibile, se nella metà dei casi le immagini ritraggono sia uomini che donne, tra le immagini di sole donne o di soli uomini sono le prime a prevalere (rispettivamente 27,8 e 22,2%). Questo dato si potrebbe spiegare con la crescente sensibilizzazione verso gli stereotipi, specialmente con riferimento al tema del genere – che si è fatta strada negli ultimi anni nel dibattito pubblico, tanto che alcune case editrici scolastiche si sono dotate di linee guida per farsi portatrici di una rappresentazione di genere più equilibrata e aderente alla realtà.

Rispetto alle modalità di rappresentazione, resta prevalente la rappresentazione delle persone migranti in grandi gruppi (53,8%) piuttosto che in piccoli gruppi e individui (27,7% e 18,5%); un tipo di rappresentazione che in letteratura viene di solito associato al frame della de-umanizzazione36, spesso collegato alla minaccia. Tuttavia, nelle foto di sole donne, la rappresentazione in grandi gruppi risulta invece marginale, a favore di una rappresentazione in piccoli gruppi o individuale.

Frequentemente i minori vengono ritratti con uomini e donne insieme (70% delle immagini con adulti e bambini), con una riduzione della tradizionale associazione donne-bambini, tanto che nelle immagini di donne non “accompagnate” dalla presenza maschile, queste sono rappresentate insieme a bambini nel 40% dei casi; registriamo anche la presenza, seppur scarsa, di uomini insieme a bambini, nel 10% delle immagini di migranti uomini. Un elemento che persiste, in linea con la rappresentazione femminile tradizionale, è, nelle foto ambientate nel Paese di destinazione, l’associazione tra donne e attività di cura, soprattutto della famiglia, che rimane prerogativa femminile. Tuttavia, come nella precedente analisi, si comincia anche a rilevare la presenza di donne immigrate lavoratrici nel Paese di destinazione.

Ipotizziamo che, oltre al ritardo nella trasposizione didattica, influenzato dal dibattito pubblico e dal consolidamento di valori socialmente condivisi, nel caso dei libri di testo possano giocare un ruolo importante anche specifiche scelte editoriali, una sensibilità al tema degli stereotipi e al fatto che nella popolazione scolastica italiana si sia consolidata negli ultimi anni una presenza di studenti e studentesse immigrati.

A livello di linguaggio, però, non registriamo un’evoluzione rispetto all’uso del maschile sovraesteso, che continua a rimanere lo standard, anche con riferimento a persone migranti. La crescente sensibilizzazione rispetto all’utilizzo di un linguaggio inclusivo ha dunque portato alcuni risultati positivi, ma c’è bisogno di lavorare ancora.

 

Grandi assenti

 

Oltre che soffermarsi sulla rappresentazione che emerge dall’analisi, è interessante mettere in evidenza l’assenza o la trattazione residuale di aspetti significativi, che caratterizzano la realtà delle migrazioni attuali.

Raramente, soprattutto nei testi, viene menzionata l’azione delle ONG nei salvataggi in mare; tuttavia, nei pochi casi in cui compaiono le ONG, queste vengono rappresentate in modo positivo, a tal punto da attribuire a Carola Rackete il ruolo di moderna Antigone che sfida il potere, e non c’è alcuna traccia del ruolo di “pull factor” che è stato attribuito alle ONG da alcuni governi in anni recenti.

Allo stesso tempo, non trovano spazio l’azione della Chiesa cattolica, di altre istituzioni religiose, né associazioni della società civile nel sostegno alla popolazione immigrata e ai processi di integrazione sul territorio, così come non compaiono in alcun modo migranti in situazioni legate alla religiosità. Anche il ruolo della scuola e dei processi di scolarizzazione nell’integrazione della popolazione straniera risultano marginali, nonostante la sempre più larga presenza degli alunni con cittadinanza non italiana37, in particolare di seconda generazione38 e il loro ruolo come mediatrici di integrazione e motori di cambiamento sociale delle prime generazioni39. Allo stesso tempo, è completamente assente un discorso sui minori non accompagnati e sulle protezioni che la normativa internazionale e la legge italiana– tra cui la Legge Zampa del 2017 - riserva loro, nonostante sia un fenomeno di ampia portata40.

In generale, si parla poco delle difficoltà incontrate dalle persone migranti nei Paesi di destinazione, per esempio con riferimento alle strettoie burocratiche, alle difficoltà linguistiche, alle spese amministrative, alle difficoltà nell’ottenere il riconoscimento dei propri titoli di studio, fino alla varietà di situazioni di sfruttamento grave cui possono andare incontro, costrette ad accettare condizioni di lavoro degradanti; cenni a questo tipo di discorsi si trovano invece riferiti alle migrazioni storiche dal Sud al Nord Italia o verso le Americhe, quando a partire erano i nostri concittadini. L’emigrazione italiana contemporanea, al contrario, è del tutto sottorappresentata, sebbene riguardi soprattutto le generazioni più giovani; solo in pochissimi casi, ad esempio, si cita il fenomeno della cosiddetta “fuga dei cervelli”.

Allo stesso tempo, nel discorso sull’immigrazione in Italia, mancano riferimenti a situazioni particolarmente drammatiche come i Centri Per il Rimpatrio, le espulsioni, la caduta forzata nell’irregolarità e nell’illegalità dovuta al mancato rinnovo dei permessi di soggiorno, o le conseguenze delle politiche di esternalizzazione delle frontiere come gli accordi con la Libia.

 

Formare giovani che siano capaci di sostenere politiche migratorie più eque, che siano aperti alla convivenza tra persone di culture diverse, senza ricorrere a muri o a schemi difensivi di chiusura, richiederebbe una maggiore attenzione non solo verso quanto emerge della rappresentazione delle migrazioni, ma anche da quanto non emerge, dalle immagini “velate” e dai grandi assenti.

 

 

 

 

Ringraziamenti

 

Le autrici ringraziano la collega Cristiana Crescimbene del CNR-IRPPS per il sostanziale contributo nell’elaborazione dei dati

1 D. L. PLUT - J. M. PESIC, Toward a Vygotskian theory of textbook, Psihologija, 36, 4, 2003, pp.501-515.

2 S. Lässig, History, memory, and symbolic boundaries in the federal republic of Germany: Migrants and Migration in School History Textbooks, in C. Wilhelm (a cura di), Migration, Memory and Diversity: Germany from 1945 to the Present, Berghahn Books Ltd, Oxford, 2016.

3 M. APPLE – L. CHRISTIAN-SMITH (a cura di), The politics of textbook, Routledge, New York, 2017.

4 A. FRISINA - G. FARINA - A. SURIAN (a cura di), Antirazzismo e scuole vol.2, Padova University Press, 2023.

5 CONSIGLIO EUROPEO, Council for cultural cooperation. Against bias and prejudice. The council of Europe’s work on history teaching and history textbooks, Strasburgo, 1986.

6 P. CLEMENT– S. HOVART, Environmental Education: analysis of the didactic transposition and of the conceptions of teachers, in H. Bayerhuber – J. Mayer (a cura di), State of the art of empirical research on environmental education, Waxmann Verlag, Münster, 2000, pp. 77-90; A. Valente, I libri di testo tra i prodotti culturali, in V. Tudisca – A. Pelliccia – A. Valente (a cura di), Imago migrantis. Migranti alle porte dell’Europa nell’era dei media, CNR-IRPPS e-publishing, Roma, 2019, pp.115-118.

7 A. VALENTE – T. CASTELLANI – S. CARAVITA, Rappresentazione dei migranti nei libri di testo italiani di storia e geografia, CNR-IRPPS e-publishing, Roma, 2014.

8 Associazione Carta di Roma, X Rapporto Carta di Roma 2013/2022 Notizie dal fronte; Associazione Carta di Roma, Notizie a memoria, XI Rapporto Carta di Roma 2023.

9 S. VARISCO, Comunicazione, immigrazione e Covid, in Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXX Rapporto Immigrazione 2021. Verso un noi sempre più grande, Tau Editrice Srl, TodiCaritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXXII Rapporto Immigrazione 2023, Tau Editrice Srl, Todi.

10 Special Eurobarometer 517 Future of Europe, European Union, 2022.

11 S. VARISCO, Comunicazione, immigrazione e Covid, in Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXX Rapporto Immigrazione 2021. Verso un noi sempre più grande, Tau Editrice Srl, Todi.

12 L. BOLTANSKI, La soufflance a distance, Editions Métailié, Paris, 1993.

13 A. VALENTE – V. TUDISCA et al., Le migrazioni nei testi dei manuali italiani di storia e geografia, in V. Tudisca – A. Pelliccia – A. Valente (a cura di), Imago migrantis. Migranti alle porte dell’Europa nell’era dei media, CNR-IRPPS e-publishing, Roma, 2019.

14 Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXXII Rapporto Immigrazione 2023; Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXXI Rapporto Immigrazione 2022. Costruire il futuro con i migranti, Tau Editrice Srl, Todi.

15 O. FORTI, Le migrazioni internazionali, in Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXX Rapporto Immigrazione 2021. Verso un noi sempre più grande, Tau Editrice Srl, Todi.

16 M. MARANO, Il naufragio dei diritti umani in un mare sempre più caldo: l’impatto del cambiamento climatico nel Mediterraneo, in Centro Studi e Ricerche IDOS (a cura di), Dossier Statistico Immigrazione 2023.

17 F. PITTAU – A. RICCI, Italiani nel mondo, italianità e lingua italiana, in Centro Studi e Ricerche IDOS (a cura di), Dossier Statistico Immigrazione 2023.

18 A. VALENTE - V. TUDISCA - S. CARAVITA, The public discourse on immigration in Italian school textbooks, Mondi Migranti n.1 2022, p.139-157.

19 A. VALENTE - V. TUDISCA – A. PELLICCIA ET AL., Comparing Liberal and Conservative Newspapers: Diverging Narratives in Representing Migrants?, Journal of Immigrant & Refugee Studies, 21, 3, 2023.

20 L. GAFFURI, Migranti, terzi intrusi nelle politiche di sicurezza, in Centro Studi e Ricerche IDOS (a cura di), Dossier Statistico Immigrazione 2023.

21 A. D’ANGELO, Presenza straniera e politiche migratorie nell’Unione Europea: una fortezza in campagna elettorale, in Centro Studi e Ricerche IDOS (a cura di), Dossier Statistico Immigrazione 2023.

22 O. FORTI, Le migrazioni internazionali, in Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXX Rapporto Immigrazione 2021. Verso un noi sempre più grande, Tau Editrice Srl, Todi.

23 Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXXII Rapporto Immigrazione 2023, Tau Editrice Srl, Todi.

24 Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXXI Rapporto Immigrazione 2022. Costruire il futuro con i migranti, Tau Editrice Srl, Todi.

25 Associazione Carta di Roma, X Rapporto Carta di Roma 2013/2022 Notizie dal fronte.

26 M. AMBROSINI, Le politiche migratorie italiane: contraddizioni attuali e innovazioni possibili, Centro Studi e Ricerche IDOS (a cura di), Dossier Statistico Immigrazione 2023.

27 M. BALDINI – E. PAVOLINI, Il contributo economico dell’immigrazione, in Centro Studi e Ricerche IDOS (a cura di), Dossier Statistico Immigrazione 2023.

28 L. LUATTI, Le rimesse nel 2022: “audaci” e “resilienti”, malgrado i “venti” sfavorevoli, in Centro Studi e Ricerche IDOS (a cura di), Dossier Statistico Immigrazione 2023.

29 PAOLA ANDRISANI, Da una governance del lavoro di cura ad una comunità che cura, in Oltre gli sbarchi, B. Coccia - R. Cramerotti - L. Di Sciullo - A. Ricci (a cura di), Governance delle migrazioni economiche in Italia e nuove proposte di policy, IDOS, 2024. pp. 151-158.

30 Report 2023 curato dall’Osservatorio dell’INPS sul lavoro domestico.

31 A. VALENTE - T. CASTELLANI, G. VITALI, S. CARAVITA, Le migrant dans les manuels italiens d’histoire et de géographie: le migrant, la femme, la mémoire, in Denimal, Amandine - Bruno Maurer - Michèle Verdelhan-Bourgade, Migrants et migrations dans les manuels scolaires en méditerranée. Editions L'Harmattan, 2016.

32 A. VALENTE – T. CASTELLANI – S. CARAVITA, Rappresentazione dei migranti nei libri di testo italiani di storia e geografia, CNR-IRPPS e-publishing, Roma, 2014; E. ERCOLI, Le donne straniere vittime di violenza: un’emergenza nell’emergenza, in Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXX Rapporto Immigrazione 2021. Verso un noi sempre più grande, Tau Editrice Srl, Todi.

33 V. TUDISCA - A. VALENTE The gender issue in migrant representation: a case study on Italian school textbooks and online newspapers, in Politics, Citizenship, Diversity and Inclusion, Vol. 1 dei Proceedings di Scuola Democratica First International Conference. Education and post-democracy, Associazione “Per Scuola Democratica”, pp.169-175, 2019; A. VALENTE - V. TUDISCA et al., Iconografia delle migrazioni nei libri di testo, in Migrazioni e integrazioni nell'Italia di oggi, C. Bonifazi (a cura di), CNR-IRPPS e-Publishing, Roma, 2017.

34 M. DE MARCO, L’effetto della pandemia sulla popolazione in Italia, in Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXX Rapporto Immigrazione 2021. Verso un noi sempre più grande, Tau Editrice Srl, TodiGinevra Demaio, I costi umani e sociali delle politiche migratorie (e non solo) sulle donne lavoratrici straniere, in Oltre gli sbarchi, B. Coccia - R. Cramerotti - L. Di Sciullo - A. Ricci (a cura di), Governance delle migrazioni economiche in Italia e nuove proposte di policy, IDOS, 2024, pp.220-227.

35 World Migration Report 2022

36 V. M. ESSES - S. MEDIANU – A. S. LAWSON, Uncertainty, threat, and the role of the media in promoting the dehumanization of immigrants and refugees, Journal of Social Issues, 69(3), 518–536, 2013.

37 V. ONGINI, Verso una scuola internazionale, in Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXX Rapporto Immigrazione 2021. Verso un noi sempre più grande, Tau Editrice Srl, Todi.

38 ISTAT, Rapporto Annuale 2023 – La situazione del Paese; Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXXII Rapporto Immigrazione 2023, Tau Editrice Srl, Todi

39 STEFANO ALLIEVI, Seconde generazioni: i figli di immigrati nel limbo, Vita e pensiero, 5, pp. 54-57, 2024.

40 Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXXI Rapporto Immigrazione 2022. Costruire il futuro con i migranti, Tau Editrice Srl, Todi.