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Sui quotidiani e periodici agosto 2021

 # S.Garattini,Perché la pandemia ha reso evidente il guaio dell’intramoenia # G.Lo Storto,L'esercizio vitale del pensiero critico # L.Ferry,Nella mente di un No-Vax # A.Scurati,Incuria e illegalità La mia Costiera frana # V.Ardone,Se i ragazzi fanno domande # T.Boeri,R.Perotti,Modello Usa per la scuola Solo l’obbligo di vaccino può salvarci dalla Dad # G.Polizzi,Passioni musicali che plasmano i processi mentaliA.Sarchi,Generazione Terra! # M.Magatti,Vaccini, dobbiamo accettare la complessità per vincerla # F.Cotugno,L’ignoranza minaccia i mari più delle microplastiche # G.Strada,Così ho visto morire Kabul # A.M.Mira,«Vent’anni fa i roghi erano crollati del 90% Ma nessuno volle sostenere quel modello» # M.Maggiani,La bellezza e le catene possono stare insieme? # papa Francesco,Il Papa:"No al lavoro schiavo la cultura non si pieghi al dio mercato" # M.D’Ascenzo,«Così la sostenibilità, se è quella vera, può diventare l’arbitro del mercato» # S.Mancuso,Mille miliardi di alberi # M.Lodoli,La scuola che non vediamo # E.Dusi,Terra rovente # G.Vallortigara,Allan Hobson, lo scienziato che raccontava i sogni # G.Remuzzi,Quel coronavirus di 20 mila anni fa venuto dall’Asia # G.Corbellini,1721,quei primi vaccini destinati ai malandrini # I.Finocchi,Ragazze,l’informatica è il vostro futuro # L.Ambrosio,"L'università ha bisogno di merito e talento non siamo neoliberisti, in gioco c'è il futuro" # E.Cattaneo,Tecnologia «di tutti e per tutti» # G.Agamben,Scienza e politica, attenti a quelle due-L'eugenetica # M.Marzano,La faccia buona della Dad # M.Bugliesi,G.Lauria Pinter,Atenei, come salire nelle graduatorie # T.Montanari,Pisa, 5 ragazze contro i baroni della Normale # G.Vallortigara,Gli infiniti giochi della memoria # G.De Rita,PNRR, capacità progettuale ma povertà attuativa # C.Casadei, In cerca di lavoro 22 milioni di europei, mancano competenze digitali e green #


"Il Foglio Quotidiano" -  31 agosto 2021
Perché la pandemia ha reso evidente il guaio dell’intramoenia
di Silvio Garattini

La presenza del virus Sars- Cov- 2 con il suo fardello di ospedalizzazioni e di morti ha messo a soqquadro il Servizio sanitario nazionale ( Ssn) determinando altri notevoli danni alla salute personale e pubblica. Infatti molti degli ammalati di tante altre malattie non hanno potuto essere operati e curati in modo adeguato, aumentando, per questa ragione, le vittime non attribuibili al Covid- 19.
Ancora oggi, pur con una ridotta, ma in aumento a causa della variante Delta, pressione sulle strutture ospedaliere è relativamente complicato ottenere un esame o una visita specialistica. Le liste d’attesa sono molto lunghe e spesso vengono prolungate per molte ragioni. In particolare mancano medici e infermieri, anche a causa della continua fuga di cervelli verso lidi stranieri più ospitali e remunerativi. Tuttavia, c’è una parola magica che viene sovente pronunciata quando qualcuno si lamenta per la prospettiva di una troppo lunga lista d’attesa rispetto alle proprie necessita di salute: intramoenia.


“Corriere della Sera” -  30 agosto 2021
L'esercizio vitale del pensiero critico
di Giovanni Lo Storto

Si racconta a Londra che un turista americano, in visita a Hampton Court, stupito dalla perfezione del prato palazzo reale, chiedesse a un giardiniere «Come raggiungete questa bellezza?», sentendosi rispondere «Semplice Sir, basta curare l’erba ogni giorno, per cinque secoli ovviamente». Quando Hampton Court venne costruita, nel 1514, le università, in Italia e in altre parti d’Europa, erano antiche quanto il palazzo di Enrico VIII lo è per noi. Il loro «prato» però — il sapere umanistico e scienti??co, con il progresso frutto di ricerca e dallo studio — curato per centinaia di anni, appare ingiallito, qualcuno teme bruciato.
Durante l’estate Angelo Panebianco ha parlato su queste colonne di «Incuria educativa» riferendosi al nostro sistema educativo in generale, ma mettendo a fuoco il ruolo centrale delle università.


"La Repubblica" - 29 agosto 2021
Nella mente di un No-Vax
di Luc Ferry
Ecco perché conta di più capire la struttura che sorregge il suo pensiero piuttosto che coprirlo d’insulti o di grandi discorsi

Nel fronteggiare il complottismo che aleggia sulla pandemia, chi si sforza di argomentare, di esporre fatti, viene preso per agente segreto del complotto stesso. A buon diritto Emmanuel Macron, anzi lui e tutti i democratici, sono impensieriti dall’escalation di movimenti complottisti che invitano alla disobbedienza civile. Detto questo, se si ha intenzione di convincere qualcuno, conta di più capire la struttura psicologica che sorregge il suo pensiero, anziché coprirlo d’insulti o di grandi discorsi.
Sono numerose le persone fortemente convinte che «ci stiano mentendo», che i morti per Covid siano molti meno di quanto si dica o che, addirittura, il virus non sia altro che un’invenzione di chi è al potere e vuole imporre ai popoli misure liberticide, come ha affermato il filosofo Giorgio Agamben. È evidente che le contraddizioni dei nostri governanti, in un primo momento contrari e poi favorevoli al green pass, sommate a un’applicazione tardiva del provvedimento avvenuta nel bel mezzo delle vacanze estive, non hanno certo giovato.


“Corriere della Sera” -  28 agosto 2021
Incuria e illegalità La mia Costiera frana
di Antonio Scurati

Vi è mai capitato che la terra vi sia franata sotto i piedi? A me è toccato l’altroieri. Una frana ha squarciato un piccolo lembo di mondo giusto sotto la mia casa a Torello, frazione di Ravello, in uno degli angoli più belli dell’intero Mediterraneo. È una strana sensazione.   La spaventosa bellezza dello sfregio catastrofico all’incantevole paesaggio ha la capacità di rivelarlo nuovamente agli occhi che lo osservano attoniti, al tempo stesso sollevati per essere scampati al disastro e angosciati per le sue conseguenze. Te ne stai lì inebetito, come se vedessi per la prima volta quello scenario noto fin dall’infanzia. Alzi lo sguardo sul piccolo, pittoresco borgo antico, sui terrazzamenti strappati dal sapiente lavoro umano al fianco scosceso della montagna, sul meraviglioso mare del mito, e, ammaliato, ti chiedi: chi ha costruito tutto questo? Poi fissi lo sguardo sulla voragine di fango, detriti e radici snudate, punti gli occhi sulla ferita e, sgomento, ti chiedi: chi ha distrutto tutto questo?


"La Repubblica" - 25 agosto 2021
Se i ragazzi fanno domande
di Viola Ardone
Rientro in classe

Quello che ho imparato finora del mestiere dell’insegnante è che consiste essenzialmente nel rispondere alle interrogazioni, più che nel farle. Al principio dello scorso anno le domande dei ragazzi erano accompagnate da paura e incertezza. Non fu un bell’inizio: eravamo nel nostro luogo, quello che ci era familiare, eppure ci sentivamo in terra straniera, sotto costante e silente minaccia, ciascuno un potenziale pericolo per l’altro, consapevoli che quella parvenza di normalità fatta di spiegazioni, sorrisi, battute e ramanzine, sarebbe durata poco. Sapevamo tutti, pur senza dircelo, che i banchi con le rotelle, la sanificazione di penne e quaderni, i percorsi a senso unico nei corridoi e tutti i protocolli che avevamo scrupolosamente acquisito non avrebbero potuto preservarci dall’interruzione delle attività in presenza e dal ritorno alla didattica a distanza. Era solo questione di tempo, e così è stato, purtroppo.


"La Repubblica" - 24 agosto 2021
Modello Usa per la scuola Solo l’obbligo di vaccino può salvarci dalla Dad
di Tito Boeri e Roberto Perotti
Le difficoltà dei presidi di controllare ogni giorno i certificati con tutte le restrizioni legate alla privacy si possono superare solo imponendo l’iniezione ai docenti. Stesso dovere nelle università anche per gli studenti

Mancano solo due settimane all’inizio dell’anno scolastico in Alto Adige, tre in molte altre regioni e il caos sulle regole della riapertura regna sovrano al punto che alcuni presidenti di Regione hanno minacciato di ritardare l’inizio delle lezioni. Dobbiamo assolutamente evitarlo: non possiamo permetterci un altro anno di chiusure ricorrenti e di didattica a distanza: gli effetti sull’apprendimento, sulla socializzazione e sull’autostima di una intera generazione di studenti sono stati disastrosi.
Per evitarlo c’è una sola soluzione: la vaccinazione obbligatoria per i docenti di scuole e università e almeno per gli studenti universitari, con esenzioni solo per motivi religiosi o comprovati e gravi motivi di salute. Ogni altro provvedimento è un pannicello caldo. Vediamo perché.


"Il Sole 24 Ore" - 22 agosto 2021
Passioni musicali che plasmano i processi mentali
di Gaspare Polizzi
Albert Einstein

Il matematico polacco Mark Kac, studioso delle leggi probabilistiche, nella sua brillante autobiografia, Gli enigmi del caso (1985), sosteneva che oltre ai geni ordinari vi sono gli stregoni – è il caso di Albert Einstein – i processi mentali dei quali «ci sono completamente incomprensibili. Potremo capire il risultato finale, ma come vi siano pervenuti resterà sempre un mistero». Sono ben note le foto che presentano Einstein al pianoforte o al violino, ma pochi si sono chiesti che peso abbia avuto l’esecuzione musicale nella formazione e nella produzione scientifica del fisico di Ulma.  Per comprendere meglio la creatività mentale di Einstein sarebbe utile seguirne anche la passione musicale.


“Corriere della Sera - La lettura” -  22 agosto 2021
Generazione Terra!
di Alessandra Sarchi

Il mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante è considerato uno dei libri più significativi, in Italia, del grande cambiamento sociale e culturale che coincise con i movimenti del ’68.  A questo titolo ho pensato spesso osservando come negli ultimi anni, almeno a partire dal 2018, ci sia stata una mobilitazione giovanile di massa sul tema dell’ecologia e della crisi climatica.
Dopo decenni in cui ci si lamentava della depoliticizzazione dei giovani, del loro disinteresse tanto verso le idee quanto verso le azioni, eccoli occupare le piazze e intervenire ai forum internazionali. Era da tempo che non si vedevano manifestazioni di questa estensione e, se il 15 marzo 2019 ha segnato il primo Global Climate Strike promosso dall’allora sedicenne Greta Thunberg, a giudicare dalla velocità e dall’imponenza dell’adesione si potrebbe dire che milioni di ragazzini in tutto il mondo non aspettassero altro che dare voce alla loro paura, alla loro rabbia, alla volontà di invertire una rotta rovinosa.


“Corriere della Sera” -  21 agosto 2021
Vaccini, dobbiamo accettare la complessità per vincerla
di Mauro Magatti
Le incongruenze Le 50 nazioni più povere, che contano il 20% della popolazione mondiale, hanno finora ricevuto solo il 2% delle dosi. Non c’è un’autorità per coordinare e governare i flussi

«Fare profitto sulla iniquità dei vaccini: un crimine contro l’umanità?» É questo il titolo shock dell’editoriale con cui il British Medical Journal — una delle riviste scientifiche più accreditate — ha pochi giorni fa criticato lo stato confusionale in cui si trova la politica vaccinale internazionale.   A causa degli enormi squilibri nella distribuzione dell’antidoto, il contenimento nella circolazione del virus sta diventando una chimera irraggiungibile: mentre nei paesi occidentali la percentuale di popolazione vaccinata è in molti casi superiore al 60%, nelle zone meno sviluppate non si arriva al 2/3%. Le 50 nazioni più povere — che contano il 20% della popolazione mondiale — hanno finora ricevuto solo 2% delle dosi.


“Domani” - 15 agosto 2021
L’ignoranza minaccia i mari più delle microplastiche
di Ferdinando Cotugno
Una transizione ecologica circondata dall’ignoranza ambientale è un grosso pericolo soprattutto perché lascia il campo a chi soffia sulle paure, come è successo con i vaccini

«Non si può fare una transizione ecologica senza un'educazione ambientale» Da membro della Commissione oceanografica intergovernativa dell'Unesco e portavoce del Decennio del mare in Italia, Francesca Santoro è tra le persone che stanno provando ad affrontare questa sfida enorme: la costruzione di una generazione di cittadini e di consumatori con una base di conoscenze minime per affrontare le complessità dell'ecologia, della decarbonizzazione, dell'ambiente come «dimensione di ogni cosa».
Santoro lo sta facendo ovviamente nel suo campo di competenza, l'oceanografia, ma le cose che dice sulla cittadinanza ambientale che passa dall'educazione potrebbero essere allargate anche all'energia o all'economia circolare.


“La Stampa” - 13 agosto 2021
Così ho visto morire Kabul
di Gino Strada

Si parla molto di Afghanistan in questi giorni, dopo anni di coprifuoco mediatico. È difficile ignorare la notizia diffusa ieri: i talebani hanno conquistato anche Lashkar Gah e avanzano molto velocemente, le ambasciate evacuano il loro personale, si teme per l'aeroporto. Non mi sorprende questa situazione, come non dovrebbe sorprendere nessuno che abbia una discreta conoscenza dell'Afghanistan o almeno buona memoria. Mi sembra che manchino - meglio: che siano sempre mancate - entrambe. La guerra all'Afghanistan è stata - né più né meno - una guerra di aggressione iniziata all'indomani dell'attacco dell'11 settembre, dagli Stati Uniti a cui si sono accodati tutti i Paesi occidentali.


“Avvenire” - 12 agosto 2021
«Vent’anni fa i roghi erano crollati del 90% Ma nessuno volle sostenere quel modello»
intervista a Tonino Perna, a cura di Antonio Maria Mira

«Vent’anni fa eravamo riusciti a ridurre del 90% gli incendi nel Parco nazionale dell’Aspromonte. Spendendo molto meno di quello che la Regione Calabria spende oggi per spegnere gli incendi. Il sistema che avevamo inventato è andato avanti per dieci anni. Poi è stato abbandonato. E oggi siamo davanti a un vero disastro. Questo Paese è davvero senza memoria». Si sfoga giustamente Tonino Perna, professore emerito di Sociologia economica dell’Università di Messina, attualmente vicesindaco 'esterno' del comune di Reggio Calabria. Vent’anni fa era il presidente del Parco, inventò e realizzò un sistema che lui definisce 'semplice': «Con un bando pubblico affidavamo i boschi dell’Aspromonte a soggetti del Terzo settore, associazioni e cooperative sociali, con un contratto che prevedeva un contributo iniziale del 50%, e l’altro 50% a fine stagione. A patto che fosse bruciato meno dell’1% del territorio affidato.


“La Stampa” - 12 agosto 2021
La bellezza e le catene possono stare insieme?
di Maurizio Maggiani
L'appello dello scrittore al Santo Padre sul Secolo XIX

Mi chiamo Maurizio Maggiani e pur avendo vissuto nella certezza della vastità della vita e nello stupore delle sue infinite occasioni, mai mi sarei immaginato di scrivere al Pontefice della Chiesa cattolica romana, al servo dei servi nel nome del Cristo. Ed eccomi invece qua, su questo foglio
stampato preso da un'urgenza che supera le mie timidezze e la ragionevole evenienza che a Lei questa mia non giunga mai.
Le premetto in onestà che mi sarebbe assai più facile rivolgermi a Lei come fedele della Chiesa cattolica, ma così non è.   


“La Stampa” - 12 agosto 2021
Il Papa: "No al lavoro schiavo la cultura non si pieghi al dio mercato"
di papa Francesco
Dopo il caso dei pakistani sfruttati in un’azienda grafica, Francesco risponde a Maurizio Maggiani.

Gentile Signor Maggiani, ho letto la sua lettera pubblicata il 1° agosto. Con coraggio, senza temere di provare vergogna, ha voluto commentare la notizia che tanti avrebbero taciuto: i suoi libri - e molti altri - sono stampati sfruttando il lavoro schiavizzante di diversi cittadini pakistani. Così ha informato me e i lettori di questo paradosso e ha posto una domanda: «vale la pena produrre la bellezza grazie agli schiavi?».
Sono rimasto colpito dalle sue parole. Lei non pone una domanda oziosa, perché in gioco c'è la dignità delle persone, quella dignità che oggi viene troppo spesso e facilmente calpestata con il «lavoro schiavo», nel silenzio complice e assordante di molti.


"Il Sole 24 Ore" - 12 agosto 2021
«Così la sostenibilità, se è quella vera, può diventare l’arbitro del mercato»
di Monica D’Ascenzo
Il colloquio. Chiara Mio. Per la docente della Ca’ Foscari «il profitto non fotografa più il valore dell’azienda. Governance, impatto ambientale e sociale contano di più, ma non sono ancora abbastanza misurate»

«Nonostante la parola sostenibilità sia molto utilizzata, vi è una gran confusione sul tema. Le aziende che fanno sostenibilità sono poche, perché non è sufficiente darsi una pitturata di verde. Essere un’azienda sostenibile significa interrogarsi su come il proprio modello di business può essere radicalmente cambiato attivando tecnologia, accessibilità, comprensibilità per il consumatore e prospettiva di creazione di valore nel lungo termine». Chiara Mio, professoressa all’Università Ca’ Foscari di Venezia, presidente di Crédit Agricole Friuladria e membro nei board Ovs, Danieli, Eurotech e nel cda di Sofidel si occupa di sostenibilità dal 1995 e ha appena pubblicato il volume “L’azienda sostenibile” con Laterza.
 


"La Repubblica" - 10 agosto 2021
Mille miliardi di alberi
di Stefano Mancuso

Il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Ipcc) ha pubblicato ieri il sesto rapporto sullo stato del clima del pianeta, prendendo in esame oltre 14.000 articoli di letteratura scientifica e sintetizzandoli, nella maniera più rigorosa possibile, in un singolo
documento. Senza giri di parole, le conclusioni su cosa stia accadendo al clima della Terra e quali siano le proiezioni sul prossimo futuro non possono altro che essere descritte come catastrofiche. 

In un numero ridottissimo di anni, l’uomo ha dato fuoco al pianeta. Neanche lo stile freddo e tecnico della comunicazione scientifica riesce a mascherare l’inquietudine per quello che sta accadendo.  Da ogni capitolo del rapporto traspare la preoccupazione per quanto la Terra sia diventata calda e quanto lo diventerà ancora, quanto ghiaccio polare si sia sciolto e quanto se ne scioglierà nei prossimi anni, quanta parte del pianeta soffrirà la siccità, le tempeste, gli allagamenti, gli incendi fino a diventare inabitabile.


"Il Foglio Quotidiano" -   9 agosto 2021
La scuola che non vediamo
di Marco Lodoli
Adolescenti prigionieri delle chiacchiere sapienti ma straniere degli insegnanti.  L’insuccesso di due anni in Dad è stato proprio quello di esasperare al massimo la passività degli studenti

La dedizione degli insegnanti, la burocrazia inossidabile, i ragazzi fiaccati dalla Dad, l’immaginazione che serve per costruire un nuovo futuro. Oltre l’indignazione c’è di più. La scuola di oggi raccontata da uno scrittore che la conosce bene. Un viaggio oltre i vaccini.
Ho fatto un po’ di rapidi calcoli: sono entrato a scuola il primo ottobre del 1962, alunno della prima elementare Ugo Bartolomei. Dunque sono cinquantanove anni che ogni mattina mi potete trovare in un’aula scolastica, inserendo nel calcolo anche gli anni universitari e non tenendo conto dei due anni di asilo. Quando mi sono laureato, nel luglio del 1980, ho spedito una decina di lettere alle scuole parificate della mia città, Roma, e immediatamente sono stato convocato in un istituto ai Castelli, un agrario che aveva appena aperto.


"La Repubblica" -  9 agosto 2021
Terra rovente
di Elena Dusi
Il rapporto dell’Onu sul clima "Vicini al punto di non ritorno"

«Abbiamo perso il controllo» gridava qualche giorno fa Mattias Andersson, capo dei pompieri di Ornskoldsvik, mentre il fuoco divorava le foreste della Svezia a 63 gradi di latitudine nord, mezza giornata di viaggio dal Circolo Polare Artico. La frase può essere applicata al clima della Terra. Fra inondazioni in Germania e Cina, roghi in Turchia, Grecia, Italia e America, il sesto rapporto dell’Ipcc in uscita oggi può prendere il grido di Andersson come motto. Otto anni fa il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), l’ente delle Nazioni Unite che studia il riscaldamento del pianeta, nel suo quinto rapporto lanciava soprattutto moniti. Erano moniti centrati, come dimostra quest’estate di fuoco e inondazioni. L’accordo di Parigi del 2015 aveva fissato la linea rossa da non superare in 1,5-2 gradi di aumento rispetto all’epoca preindustriale. Oltre questo limite, scrive l’Ipcc oggi «le condizioni ambientali cambieranno al di là della capacità di adattamento di molte specie».


"Il Sole 24 Ore" -  8 agosto 2021
Allan Hobson, lo scienziato che raccontava i sogni
di Giorgio Vallortigara
Il ricordo

Ricordo distintamente di aver pensato al filò osservandolo in azione: seduto su una sedia, la punta del bastone da passeggio ben piantata a terra, i palmi delle mani sull’impugnatura, gli studenti e i ricercatori più giovani tutt’attorno, accoccolati per terra. Era già anziano e aveva abbandonato ogni formalità da talk scientifico, preferendo la narrazione, le storie.
Allan Hobson (1933-2021), professore a Harvard - tra gli studiosi più eminenti dei sogni e del cervello - era solito nella bella stagione fare un giretto nel mio laboratorio a Rovereto, durante i mesi in cui stava in Italia, a Messina, con sua moglie, la neurologa siciliana Lia Silvestri, trascorrendo poi il resto del tempo nella sua fattoria nel Vermont.


“Corriere della Sera - La lettura” -  8 agosto 2021
Quel coronavirus di 20 mila anni fa venuto dall’Asia
di Giuseppe Remuzzi
Un gruppo di biologi ha stabilito che un’epidemia simile a quella odierna si è
già verificata. E ha lasciato tracce nel genoma di popolazioni lontane 900
generazioni

Sulle prime si pensava che dalla Cina, da Wuhan per essere precisi, fosse arrivato un virus «nuovo», che l’uomo non aveva mai incontrato prima. È proprio così? Forse, o forse no. È chiaro che in passato le epidemie dovevano essere frequenti, ma quali virus hanno colpito i nostri predecessori? E c’è per caso la possibilità che le antiche epidemie siano in qualche modo parenti dei virus che infettano gli esseri umani oggi?
A queste domande la scienza non ha mai saputo rispondere, almeno fino a poco tempo fa, un po’ perché recuperare il Dna virale di centinaia di migliaia di anni fa non è affatto facile e poi perché il genoma di molti virus è fatto di Rna — il Sars-CoV-2 per esempio, ma anche Ebola, Dengue, Zika, influenza, Hiv — che si degrada molto più rapidamente del Dna. Così per anni nessuno è stato capace di risolvere questo dilemma, nonostante i ricercatori sospettassero, e con molte buone ragioni, che 50 mila anni fa i Neanderthal avessero infettato l’uomo moderno con uno o più virus.


"Il Sole 24 Ore" -  8 agosto 2021
1721, quei primi vaccini destinati ai malandrini
di Gilberto Corbellini
Storia della medicina. Il 9 agosto di trecento anni fa a Londra sei detenuti si fecero inoculare il vaiolo con la promessa della grazia. Poi toccò agli ospiti di un orfanotrofio.  Nessuno si ammalò, ma molti erano scettici...

Il 9 agosto 1721 era sabato. Quella mattina, nei locali delle storiche prigioni di Newgate, costruite nella City di Londra circa sei secoli prima, aveva inizio, sotto gli auspici della famiglia reale degli Hannover, il primo esperimento clinico della storia della medicina. Sei detenuti (cinque uomini e una donna), condannati a morte e a fronte della promessa di essere graziati, si fecero inoculare con il vaiolo umano nella forma detta Alastrim (Variola minor), meno virulenta ma che conferisce immunità incrociata contro la forma più letale (Variola major). Lo scopo era controllare l’usanza mediorientale e cinese della variolazione, di cui si parlava sin dal 1700 in diverse corrispondenze della Royal Society, e da alcuni mesi sponsorizzata presso l’alta società londinese dall’influente Lady Wortley Montague, appena tornata col marito da Costantinopoli.


"La Repubblica" -  6 agosto 2021
Ragazze, l’informatica è il vostro futuro
di Irene Finocchi

Cos’hanno in comune Grace Hopper, Carol Shaw e Shafi Goldwasser? Grace Hopper, militare statunitense, è considerata in modo unanime una pioniera del coding, la programmazione informatica. Prima donna, in assoluto, ad essere nominata Distinguished Fellow della British Computer Society, famosa anche per aver diffuso l’utilizzo del termine “bug”, dopo aver estratto una falena responsabile del malfunzionamento del computer Mark II ad Harvard. Carol Shaw, informatica californiana laureatasi a Berkeley, ha incentrato la sua carriera sulla programmazione di videogiochi. Prima donna in questo campo. È l’autrice, tra gli altri, di River Raid , considerato uno dei giochi di guerra più fruibili e divertenti degli anni ’80. Shafi Goldwasser, origini israeliane, ha dato contributi fondamentali alla crittografia, progettando tecniche alla base dei moderni
sistemi per la sicurezza informatica. Contributi che le sono valsi, nel 2012, il Premio Turing, assegnato dalla Association for Computing Machinery e da molti ritenuto una sorta di Nobel dell’informatica.


“La Stampa” -   6 agosto 2021
"L'università ha bisogno di merito e talento non siamo neoliberisti, in gioco c'è il futuro"
di Luigi Ambrosio
La risposta del rettore di Pisa alla provocazione e alle critiche di tre diplomate della scuola normale

Il discorso letto da tre studentesse della Scuola Normale di Pisa durante la cerimonia di consegna dei diplomi ha avuto una vasta eco. È da anni tradizione che i nostri allievi, sia della Classe di Scienze che della Classe di Lettere, esprimano in quella occasione le loro considerazioni anche
critiche, che poi sono oggetto di discussione interna. Sarà così anche questa volta. Vedo questo come un segno dello spirito critico e non conformista che da sempre anima la vita della Normale, al quale educhiamo i nostri allievi.
La nostra è una piccola comunità, di circa 1000 componenti tra studenti, ricercatori, docenti, personale tecnico-amministrativo, all'interno della quale si animano confronti e si possono riverberare difficoltà e tensioni, riflesso di contesti più ampi. Dopo qualche giorno di riflessione mi sembra opportuno riprendere alcuni dei temi sollevati, magari illustrandoli sotto una luce diversa e in uno spirito costruttivo.


“Corriere della Sera” -   5 agosto 2021
Tecnologia «di tutti e per tutti»
di Elena Cattaneo

Spesso, in Italia, nell’impostare le politiche pubbliche è mancata la comprensione del potenziale degli investimenti in ricerca scientifica per migliorare il capitale economico, sociale e culturale del Paese. Spesso si è pensato che investire in ricerca fosse assegnare risorse senza concorrenza, senza considerazione per le idee di tutti, giovani inclusi. Altre volte la politica ha creato nuovi centri senza poterne documentare la necessità, da finanziare a cascata per sempre, per fare le stesse cose che già si fanno «fuori», dove invece si è senza fondi e in perenne attesa di un bando pubblico cui concorrere con il proprio progetto.
In questo contesto, l’impegno formulato in Senato dal presidente Draghi a ripensare l’ordinario oltre allo straordinario, a partire dalla prossima legge di Bilancio, fa confidare in un Paese finalmente deciso a innescare una marcia diversa, rendendo l’investimento in ricerca (in ambito umanistico quanto scientifico) una voce non periferica del bilancio dello Stato.


“La Stampa” -  4 agosto 2021
Scienza e politica, attenti a quelle due - L'eugenetica
di Giorgio Agamben
Le leggi razziali di Mussolini furono "scientificamente" confermate da alcuni tra i più noti scienziati del tempo

Si parla spesso, per giustificare i decreti emessi dal governo sul green pass, ma anche tutto il modo in cui la pandemia è stata politicamente governata, delle ragioni scientifiche su cui questi decreti si fondano. E' bene fare qualche riflessione sul nesso fra scienza e politica che in questo modo si viene incautamente a stabilire, senza valutare se le conseguenze che esso implica siano o meno accettabili.
Quando Mussolini decise di introdurre le leggi razziali in Italia si preoccupò innanzitutto di dare ad esse una legittimazione e un fondamento scientifico. Per questo, un mese prima della pubblicazione del primo decreto-legge del 5 settembre 1938, apparve sul Giornale d'Italia del 14 luglio una dichiarazione firmata da dieci illustri scienziati, tutti docenti nelle principali università italiane (il cui elenco vorrei che i virologi e i medici che si pronunciano oggi con tanta sicurezza su ciò che la scienza infallibilmente dimostra leggessero) in cui si affermava su basi «puramente biologiche» che le razze esistono e che gli ebrei non appartengono alla «pura razza italiana».


"La Repubblica" -  4 agosto 2021
La faccia buona della Dad
di Michela Marzano

Ci sono idee che, a forza di rimbalzare sui social o essere ripetute sui giornali e in televisione, pian piano diventano certezze: entrano a far parte del patrimonio culturale condiviso e soffocano ogni voce fuori dal coro. Una di queste idee è che la didattica a distanza sarebbe un disastro. È un’idea talmente diffusa che praticamente chiunque, ormai, designa la Dad come l’unica e vera responsabile del fallimento educativo di questi ultimi anni. Intendiamoci. Sono la prima a essere convinta che la scuola e l’università siano luoghi di incontro e di socializzazione, e che è sui banchi di scuola che i nostri ragazzi e le nostre ragazze non solo acquisiscono gli strumenti necessari per orientarsi nel mondo, ma imparano anche a vivere insieme agli altri, condividendo con loro esperienze, sogni, paure e fragilità.


“Corriere della Sera” -  4 agosto 2021
Atenei, come salire nelle graduatorie
di Michele Bugliesi e Giuseppe Lauria Pinter

Alcune settimane fa è stata pubblicata la nuova graduatoria che definisce la posizione delle università nel mondo, dalle migliori in giù. Accade ogni anno e per qualche giorno tutti ne parlano e ne scrivono. Poi passa. Proviamo a riproporre l’argomento con il distacco che una riflessione pacata richiede, e nella prospettiva di alcuni quesiti che emergono interrogandosi sul significato di queste graduatorie. Cosa significa essere migliore? Serve esserlo? C’è differenza rispetto ad altri contesti in cui le graduatorie sono naturali, lo sport ad esempio? Cosa comporta essere tra i primi 10 o non essere tra i primi 100? Sono socialmente accettabili e sostenibili i criteri di valutazione?


"Il Fatto Quotidiano" -  2 agosto 2021
Pisa, 5 ragazze contro i baroni della Normale
di Tomaso Montanari
3 studentesse accusano le università: precari sfruttati, donne emarginate, profitto unico dio. Per invertire la rotta, i ragazzi e i prof non devono tacere ma disobbedire

“Ex ore parvulorum veritas ”: è dalla bocca dei piccoli che viene la verità. Dato il paternalismo gerontocratico dell’università italiana, l’adagio calza al discorso che gli allievi e le allieve della classe di Lettere della Scuola Normale Superiore di Pisa (punta di diamante delle università pubbliche italiane) hanno scritto, e che tre di loro – tre giovani donne – hanno letto durante la cerimonia della consegna dei diplomi. Il discorso – visibile su youtube, leggibile sul sito della rivista Il Mulino – è una profonda critica allo stato dell’università italiana, al ruolo della stessa Normale, allo statuto del sapere umanistico. Per l’irritualità, per la grazia con cui è stato proclamato, per la risposta nervosa della Scuola, il discorso ha suscitato moltissime reazioni: dalle strumentali adesioni di potenti professori dimentichi delle loro responsabilità (“si sa che la gente dà buoni consigli … se non può più dare cattivo esempio”), alle trombonaggini di chi ritiene che dalle bocche più giovani escano solo superficiali corbellerie, alle accuse di sputare nel piatto dell’eccellenza.


"Il Sole 24 Ore" -  1 agosto 2021
Gli infiniti giochi della memoria
di Giorgio Vallortigara
Controversie. L’ipotesi finora più accreditata era che forme di apprendimento risiedessero nelle connessioni tra cellule. Ora il dubbio: e se fosse un evento molecolare nel loro nucleo?

C’è un’età della vita durante la quale certe storie ti rimangono appiccicate addosso, indelebili come, dopo l’imprinting, la memoria degli stivali di Konrad Lorenz per l’ochetta Martina.
Avevo vent’anni - e non venitemi a dire che quella non sia un’età meravigliosa per leggere libri - quando appresi la storia delle planarie cannibali. Le planarie sono vermi piatti che appartengono al phylum dei platelminti, nel quale fa la sua apparizione la simmetria bilaterale del corpo e la trasmissione sinaptica dell’impulso nervoso. Nel volume che tenevo tra le mani ci si interrogava sulla storia naturale della memoria:
quand’è che le forme più semplici di apprendimento, come il condizionamento classico (o pavloviano), fanno la loro comparsa?


“Corriere della Sera” -  1 agosto 2021
PNRR, capacità progettuale ma povertà attuativa
di Giuseppe De Rita
Hanno retto bene le filiere produttive che fanno export, i servizi e l’economia sommersa. Il piano garantisce i fondi, l’incognita è la capacità di spesa delle amministrazioni

Sa di strano interludio l’attuale intreccio giornalistico di buone notizie da un lato (la spontanea ripresa della nostra economia) e dall’altro sulla faticosa applicazione dell’acclamato PNRR, nei suoi grandi obiettivi (la digitalizzazione, la riconversione energetica, la crescita della sostenibilità).  Viene spontaneo domandarci chi siano i soggetti di questa duplice dinamica. Sarà una fissazione professionale, ma è innegabile che ogni sviluppo cammina con le gambe dei suoi soggetti concreti, piccoli o grandi che siano. Ed in questa prospettiva viene naturale segnalare che mentre la più o meno vigorosa ripresa spontanea ha tanto protagonismo soggettuale, meno vitale sembra essere tale protagonismo nel processo attuativo del PNRR.


"Il Sole 24 Ore" -  1 agosto 2021
In cerca di lavoro 22 milioni di europei, mancano competenze digitali e green
di Cristina Casadei
Il confronto. In Francia l’88% delle imprese non trova le competenze di cui ha bisogno, in Italia l’85%, in Germania l’82% In Cina e Usa la carenza esiste ma è ridotta al 28% e al 32%. L’evoluzione tecnologica allontana l’incontro fra domanda e offerta

Vicino alla città di Crolles, a quasi 20 chilometri da Grenoble, nel sud est della Francia, c’è una fabbrica che produce microscopici manufatti, considerati l’oro dei nostri giorni: sono quelle piastrine di silicio, i chip, che troviamo nei sensori delle auto, negli oggetti quotidiani dell’internet of things e negli smartphone. Fa parte del gruppo ST, leader nel mondo nella produzione di componenti elettronici. Dopo gli ampliamenti del passato, oggi ci lavorano 2.400 tecnici e 2mila ingegneri. Anche loro considerati l’oro del nostro tempo. Molto ricercati, ma introvabili e contesi. In un paese, dove, «secondo la Banca di Francia, quasi un’impresa su due non trova risposta alle sue offerte di lavoro», ha sottolineato il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, nel suo discorso alla nazione del 12 luglio.