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Marc Hauser e la ricerca dell’organo morale

 

I primati non umani sembrano in grado di comprendere solo le strutture grammaticali di base

Marc Hauser e la ricerca dell’organo morale

 

Fabio Fantini    

 

Nei primi anni del secolo destò notevole interesse un programma di ricerca sviluppato dal Cognitive Evolution Laboratory della Università di Harvard, diretto da Marc Hauser. Già professore a Harvard non ancora quarantenne, Hauser aveva sviluppato, tra i suoi molteplici interessi, un fecondo terreno di ricerca interdisciplinare a cavallo tra biologia evolutiva, neuroscienze, psicologia e filosofia. Con una invasione di campo senza precedenti, ma non per questo priva di forti stimoli euristici, Hauser si era interessato della casistica studiata dai filosofi morali, con l’intento di chiarire le basi biologiche delle scelte morali e la loro evoluzione. La filosofia morale si interessa dei principi e delle norme che regolano la condotta umana e della distinzione tra comportamenti, categorizzabili come: i) buoni e giusti; ii) leciti e ammissibili; iii) cattivi e moralmente inappropriati. Con la ricerca di Hauser i biologi evoluzionisti, che non intendono rubare il lavoro a nessuno, iniziarono a interessarsi non dei giudizi morali in sé, ma di come i giudizi sono elaborati.

Il progetto di ricerca promossa da Hauser prendeva dichiaratamente spunto dalla nota teoria proposta da Noam Chomsky che tutti gli uomini nascano con una facoltà innata per il linguaggio, un grammatica generativa capace di governare la gestione delle parti del discorso e che poi si svilupperebbe nella specificità della lingua o delle lingue apprese. In modo analogo, Hauser e i suoi collaboratori ipotizzarono che la nostra specie abbia evoluto, nel corso di milioni di anni, una facoltà morale capace di generare intuizioni circa ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. 

 

Per valutare le diverse opzioni morali e discutere su che cosa è lecito fare o non fare in determinateDilemma dei 5 pazienti occasioni, in filosofia morale si elaborano tipicamente interrogativi sotto forma di dilemmi. Un  esempio di dilemma morale è fornito nella vignetta a lato. Leggete quanto l’infermiera comunica al medico (la vignetta risale a un’epoca antecedente la ricerca del politicamente corretto, come si può intuire) e provate a rispondere al seguente interrogativo: asportare gli organi al giovane sano è lecito, oppure obbligatorio, oppure proibito?

Il gruppo di ricerca di Hauser rielaborò una serie di dilemmi morali simili quello illustrato nella vignetta per predisporre il Moral Sense Test (MST). Nei dilemmi si proponeva la scelta tra azione e inazione, entrambe capaci di causare vantaggi e svantaggi costituiti da salvataggio o perdita di vite umane. Tutti i dilemmi implicavano un particolare principio morale, il principio del doppio effetto, per cui si può prevedere che a una data azione conseguano alcuni effetti dannosi inscindibili da quelli vantaggiosi.

Per sottoporre il testo a un gruppo di volontari quanto più vasto ed eterogeneo, il gruppo del Cognitive Evolution Laboratory di Harvard pensò, con discreta originalità per i tempi, di proporre on line il MST, con accesso libero, ma non ripetibile, a chiunque fosse interessato. I dilemmi erano organizzati per coppie di scenari, simili per molti aspetti ma diversi per una caratteristica potenzialmente rilevante dal punto di vista del giudizio morale. Quando si riscontrava un numero statisticamente significativo di valutazioni differenti tra i due scenari, si inferiva che la differenza fosse dovuta alla caratteristica che variava tra i due scenari. Hauser discusse i dati raccolti anche in un testo divulgativo, che ebbe un buon successo di vendite e suscitò accese discussioni dentro e fuori la comunità accademica [i].

 

I due dilemmi riportati di seguito sono tratti dal MST

 

Il primo è il Dilemma di Denise

 

Primo dilemma di Denise  

Denise si trova su un treno il cui conducente ha avvertito i passeggeri che i freni non funzionano più ed è poi svenuto per l’emozione. Sulla ferrovia davanti al treno sono visibili 5 escursionisti, che non hanno modo di allontanarsi dal binario. C’è uno scambio che potrebbe deviare il treno su un binario laterale e Denise può azionarlo da bordo. Sul binario laterale cammina un escursionista solitario.

Denise può:

- deviare il treno e travolgere l’escursionista solitario;

- mantenere la corsa del treno sul binario principale e travolgere i 5 escursionisti.

È moralmente consentito a Denise deviare il treno sul binario laterale?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccoci ora al secondo dilemma, il Dilemma di Frank

 

secondo dilemma di Frank  

Frank si trova su un ponte pedonale sopra la ferrovia. Frank è esperto di treni e capisce che quello che si sta avvicinando al ponte è sfrenato. Sulle rotaie sotto il ponte camminano 5 escursionisti, che non hanno modo di allontanarsi dal binario. Frank sa che l’unico mezzo per arrestare un treno sfrenato consiste nel buttargli davanti  un corpo dal peso consistente. Accanto a Frank, un uomo obeso sta osservando i treni dal ponte. Frank capisce che quell’uomo è l’unico corpo disponibile sufficientemente  pesante da arrestare il treno.

Frank può:

- spingere l’uomo obeso giù dal ponte davanti al treno;

- non fare nulla e lasciare che il treno  travolga i 5 escursionisti.

È moralmente consentito a Frank spingere l’uomo obeso giù dal ponte?

 

È difficile che qualcosa sia capace di catturare la nostra attenzione più di un dilemma morale. Che siamo appassionati spettatori di telenovelle seriali oppure no, ci è difficile evitare di mettere il naso negli affari degli altri e astenerci dal comunicare il nostro punto di vista su che cosa sarebbe giusto o sbagliato fare in una certa situazione. I lettori che abbiano provato a mettersi nei panni di Denise prima e di Frank poi avranno probabilmente notato che la differenza tra i due scenari consiste nel fatto che nel primo caso le conseguenze comunque dannose dell’azione ne sono un effetto collaterale, mentre nel secondo le conseguenze dannose sono pienamente intenzionali.

La distinzione tra conseguenza collaterale e conseguenza intenzionale rappresenta un principio morale. L’indagine condotta on line attraverso il MST, cui presero parte circa 5000 visitatori volontari del sito nell’arco di tempo tra settembre 2003 e gennaio 2004 rivelò in modo statisticamente significativo l’esistenza di principi morali ampiamente condivisi, tra i quali quello appena presentato, senza differenze sostanziali tra gruppi nazionali ed etnici né tra diverse appartenenze religiose né per livello di istruzione.

Il punto centrale per i biologi evoluzionisti è se forniamo i nostri giudizi morali in conseguenza di un ragionamento consapevole che porta a un verdetto morale influenzato dalla cultura e dall’esperienza, oppure i nostri giudizi morali sono il prodotto di processi psicologici inconsapevoli e intuitivi. Nel campione studiato, un’ampia maggioranza dei soggetti non fu capace di giustificare il proprio giudizio morale, compresa una maggioranza di coloro che avevano cognizioni di filosofia morale. Anche se i giudizi morali sono emessi sulla base di principi accessibili alla coscienza consapevole, spesso si è incapaci di giustificare i giudizi emessi.

I dati raccolti attraverso il MST convergono a indicare che le valutazioni morali sono indipendenti da fattori culturali come l’apprendimento o l’educazione e che sono invece generate da scelte operate in modo spontaneo e istintuale. Si è portati a ipotizzare che noi umani siamo dotati di una facoltà morale che genera giudizi sulle azioni, lecite o proibite, in anticipo rispetto al coinvolgimento delle emozioni e del ragionamento consapevole.

Sulla scia di queste considerazioni, Hauser suppose l’esistenza di specifiche strutture neurali coinvolte nella generazione dei giudizi morali, una sorta di «organo morale» in cui «alloggiano» le nostre intuizioni morali. Alcuni individui affetti da uno stesso danno organico in una precisa area cerebrale furono sottoposti al MST e mostrarono uguali anomalie nella emissione dei giudizi di liceità morale. In particolare, furono studiati sei pazienti con danno bilaterale alla corteccia ventromediale prefrontale. Questi pazienti mostrarono un comportamento anormalmente utilitaristico nell’affrontare i dilemmi morali, privo di esitazione nel sacrificare una vita umana se la conseguenza è il salvataggio di più vite. Essi cioè non facevano distinzione tra danno intenzionale e danno collaterale e si limitavano a una schematica valutazione aritmetica delle vite umane in gioco.

Si tratta di considerazioni molto suggestive, ma occorre sottolineare che il campione di individui con danno bilaterale alla corteccia ventromediale prefrontale sottoposti al test era numericamente troppo esiguo per consentire conclusioni statisticamente significative. Hauser enfatizzò probabilmente oltre il dovuto le proprie intuizioni. Questo fatto, unito a una certa dose di risentimento accademico per le invasioni di campo, scatenò una raffica di critiche verso il lavoro condotto dal gruppo del Cognitive Evolution Laboratory. Occorre ammettere, inoltre, che alcune scelte metodologiche erano effettivamente disinvolte.

In ogni caso, i lavori condotti dal gruppo di Hauser ottennero grande risonanza nei primissimi anni del nuovo secolo, fino a che la carriera del ricercatore subì un brusco ridimensionamento a causa di un’accusa di frode scientifica. Sottoposto a un’inchiesta durata tre anni, dal 2007 al 2010, Hauser fu riconosciuto colpevole e dovette ritrattare un articolo riguardante la capacità del tamarino edipo (Saguinus oedipus, una scimmia del Nuovo Mondo) di riconoscersi nella propria immagine allo specchio. Successivamente, nel 2011, Hauser rassegnò le dimissioni dalla carica di professore a Harvard, ufficialmente per dedicarsi ad alcune invitanti opportunità emerse nel settore privato. Da allora il suo ruolo di  ricercatore di primo piano a livello mondiale andò rapidamente svanendo, trascinando nell’imbarazzato e forse immeritato oblio la ricerca sull’organo morale.

Il sito del Cognitive Evolution Laboratory dedicato al MST (http://moral.wjh.harvard.edu) da tempo non è più accessibile, cancellato dal cataclisma accademico abbattutosi su Hauser. Progetti simili, anche se con intenzioni decisamente più modeste, sono ancora presenti in rete, per esempio all’indirizzo https://www.moralsensetest.com.

 

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  [1] Hauser, M D, Moral minds: how nature designed our universal sense of right and wrong, New York, HarperCollins, 2006 (traduzione italiana Menti morali. Le origini naturali del bene e del male, Milano, Il Saggiatore, 2007).