Il nocciòlo tra cibo e divinazione
Luciano Luciani
I Romani, oltre a un utilizzo alimentare – il frutto veniva cotto sotto la cenere come ancora adesso si usa in Campania e in talune zone della Calabria – facevano dono della pianta di nocciolo per un augurio di pace, prosperità e riconciliazione: un uso propiziatorio che si ritrova nella cultura magica di tutta l’Europa precristiana, dall’area mediterranea alla Germania. Non a caso, nella prima egloga delle Bucoliche, Virgilio fa nascere proprio “tra i folti noccioli… due agnellini, speranza del gregge” (inter densas corylos… gemellos, spem gregis).
Un rametto proteggeva contro i serpenti, teneva lontane le folgori e le fattucchiere, propiziava le virtù oracolari. In Normandia, alla fine del Trecento, il nocciolo è considerato un frutto raro con cui si è soliti omaggiare le persone importanti. In tutta la Francia, prima della rivoluzione, in occasione delle nozze erano proprio le nocciole e le noci a essere distribuite per augurare fecondità agli sposi: infatti come tutti i frutti racchiusi all’interno di una scorza più dura, e per questo assimilabili all’uovo simbolo della forza creatrice, la nocciola e l’albero che la produceva erano interpretate come metafore della fecondità e della rinascita. Fin dai tempi remoti dei druidi, il legno di nocciolo ricorreva in tutti quei rituali, in genere notturni, con cui si cercava di garantire fertilità alle donne.
Ancora nella prima metà dell’Ottocento, Gaetano Savi, illustre professore di botanica presso l’ateneo pisano, autore del celebre Trattato degli alberi della Toscana ci ricorda che il legno del nocciolo era adoperato “a far le famose bacchette divinatorie” dei rabdomanti. Le verghe di nocciolo sono sempre state preferite dalle streghe e dai viandanti: ora si comprende meglio il significato profondo dei famosi versi dell’Alcyone dannunziano
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri…
Leggenda vuole che questo albero da frutto sia intangibile dai fulmini: un dono riconoscente di Maria, la mamma di Gesù, che, proprio sotto le fronde di un nocciolo, avrebbe trovato riparo durante un forte temporale fitto di lampi. La devozione mariana spiega anche un’altra caratteristica leggendaria attribuita al Corylus avellana: quella per cui, avendo dato ospitalità alla Madonna e al suo bambino insidiati da una vipera mentre coglievano fragole nel bosco, un bastone di nocciolo ucciderebbe qualsiasi animale velenoso, serpente o scorpione. Una favola, certo, ma confermata dall’autorità di Aezio di Amida, medico e scrittore bizantino vissuto tra il V e il VI secolo, secondo il quale una cintura ornata di nocciole proteggerebbe da ogni genere di morso al veleno.
Nella fantasmatica lingua dei sogni le nocciole indicano potere e mangiarne l’ambizione a esercitarlo. Sognare di raccoglierle, invece, sta a significare un avvenire denso di ansie e preoccupazioni: se poi le nocciole sono secche sarà il caso di prepararsi ad affrontare serie difficoltà economiche.
Per farvi fronte, allora, sarà buona cosa dedicarsi a quel modesto gioco d’azzardo che è il lotto: allora, la nocciola è 83 e romperne il guscio 81.
Lettori, tenetelo a mente!