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Bastardi senza speranza

Bastardi senza speranza

di Anna Maria Rossi

Chi sono i nostri antenati? Discendiamo dall’uomo anatomicamente arcaico, l’uomo di Neandertal, oppure dall’uomo anatomicamente moderno, l’uomo di Cro Magnon, o da entrambi?

 

Dall’analisi dei reperti fossili si ritiene che l’uomo di Neandertal si trovasse in Europa e in Asia in un arco di tempo che va dai 300.000 ai 30.000 anni fa, dopo di che si sarebbe estinto. A partire da circa 45mila anni fa, i Cromagnoidi si sarebbero diffusi in Europa provenendo dall’Africa attraverso il Medio Oriente e l’Asia minore. Quindi per qualche millennio il territorio europeo sarebbe stato popolato da entrambe le popolazioni.

Anche se in un primo tempo si era ritenuto che i Neandertaliani fossero i nostri diretti antenati, le differenze morfologiche tra i reperti delle due stirpi suggeriscono che si tratti di due diverse linee evolutive, forse due specie diverse, e che la seconda avrebbe rimpiazzato la prima. Attualmente è prevalsa l’idea che gli europei moderni siano discendenti solo dai Cromagnoidi, ai quali risultano morfologicamente più affini. Il fatto che non siano state trovate forme di transizione ha sostenuto l’ipotesi che le due popolazioni abbiano condiviso il territorio senza incrociarsi, e che quindi i Neandertaliani si siano estinti senza lasciare traccia dei loro geni.

Tuttavia, per chiarire meglio le vicende delle nostre origini e le nostre parentele sono stati condotti diversi studi sul DNA antico per rispondere alla domanda se i Cromagnoidi si siano mescolati o meno con i Neandertaliani dando origine all’essere umano geneticamente moderno.

Il genetista antropologo Svante Paabo direttore del dipartimento di Antropologia evoluzionistica del Max Planck Institute di Lipsia si può considerare il fondatore dello studio del DNA antico e da anni lavora per cercare una prova consistente della presenza o dell’assenza di tracce dei Neandertaliani nel nostro DNA. La principale difficoltà di questo genere di studi è che il DNA antico estratto dai reperti fossili, oltre ad essere in cattivo stato di conservazione, come è comprensibile per effetto della vetustà, è contaminato con l’onnipresente DNA di origine microbica e con quello appartenente alle persone che hanno ritrovato ed esaminato il reperto dopo il suo rinvenimento nei siti paleolitici.

Proprio a causa di queste difficoltà, i primi studi sul DNA antico si sono concentrati soprattutto sul DNA mitocondriale (mtDNA), un piccolo DNA presente in molteplici copie in ciascuna cellula. Dai dati ottenuti sul mtDNA ricavato dai campioni fossili sembravano trovare sostegno le argomentazioni in favore del modello dell’avvicendamento senza rimescolamento. Infatti, le sequenze del mtDNA dei reperti di Neandertaliani risultano molto diverse sia da quelle dei Cromagnoidi che degli europei contemporanei, confermando quindi la nostra discendenza solo dai Cromagnoidi.

Ma non tutti i ricercatori sono convinti che le differenze riscontrate tra le sequenze mitocondriali siano sufficienti ad escludere un rimescolamento anche parziale. Un folto gruppo di ricercatori guidato proprio da Svante Paabo è riuscito ad raggiungere quello che solo pochi anni fa sembrava una meta irraggiungibile: una prima bozza della sequenza del DNA nucleare da reperti fossili dei Neandertaliani rinvenuti in una grotta della Croazia, datati tra 38.300 e 44.400 anni fa, cioè proprio il periodo in cui i Neandertaliani e i Cromagnoidi coesistevano. Iricercatori del Max Planck hanno confrontato le sequenze finora ottenute da questi campioni con quelle di cinque rappresentanti dell’uomo moderno, un francese, un cinese Han, un Papua della Nuova Guinea (Micronesia), uno Yoruba dell’Africa Occidentale e un San del Sudafrica e sono giunti alla conclusione che alcune sequenze nucleari dei Neandertaliani siano presenti nell’europeo, nell’asiatico e nel Papua, ma assenti nei due africani. La comparazione ha anche permesso di arguire che il “fattaccio” con i Cromagnoidi sarebbe avvenuto tra i 45.000 e 80.000 anni fa. Questi risultati sono solo preliminari e andranno convalidati analizzando campioni più numerosi. Tuttavia, se confermati, suggeriscono che gli africani sarebbero “puri”, mentre i non africani si porterebbero dietro dall’1 e il 4% del genoma dei Neandertaliani.

 

Belle EM, Benazzo A, Ghirotto S, Colonna V, Barbujani G. Comparing models on the genealogical relationships among Neandertal, Cro-Magnoid and modern Europeans by serial coalescent simulations. Heredity. 2009 Mar;102(3):218-25.

Caramelli D, Milani L, Vai S, Modi A, Pecchioli E, Girardi M, Pilli E, Lari M, Lippi B, Ronchitelli A, Mallegni F, Casoli A, Bertorelle G, Barbujani G. A 28,000 years old Cro-Magnon mtDNA sequence differs from all potentially contaminating modern sequences. PLoS One. 2008 Jul 16;3(7):e2700.

Green RE, Krause J, Briggs AW, Maricic T, Stenzel U, Kircher M, Patterson N, Li H, Zhai W, Fritz MH, Hansen NF, Durand EY, Malaspinas AS, Jensen JD, Marques-Bonet T, Alkan C, Prüfer K, Meyer M, Burbano HA, Good JM, Schultz R, Aximu-Petri A, Butthof A, Höber B, Höffner B, Siegemund M, Weihmann A, Nusbaum C, Lander ES, Russ C, Novod N, Affourtit J, Egholm M, Verna C, Rudan P, Brajkovic D, Kucan Z, Gusic I, Doronichev VB, Golovanova LV, Lalueza-Fox C, de la Rasilla M, Fortea J, Rosas A, Schmitz RW, Johnson PL, Eichler EE, Falush D, Birney E, Mullikin JC, Slatkin M, Nielsen R, Kelso J, Lachmann M, Reich D, Pääbo S. A draft sequence of the Neandertal genome. Science. 2010 May 7;328(5979):710-22.

 

Anna Maria Rossi Genetica, epidemiologia e mutagenesi ambientale Dip. Biologia - Università di Pisa Via Derna 1 56126 Pisa