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“Di meno è di più”, ossia “Poco ma bene”

 

Indagine OCSE-PISA

Diffuso in Italia dalla associazione ADI – inserito nella piattaforma Indire per

il Piano ISS dalla Prof.ssa Irene Gatti M.P.I.

Sono passati alcuni anni, ma pensiamo che siano ragionamenti ancora molto attuali

 

“Di meno è di più”, ossia “Poco ma bene”

 

Il caso della revisione degli standard di scienze e matematica in USA

 

1.  Negli USA si moltiplicano i richiami a ridurre gli standard

 

Due importanti organizzazioni degli Stati Uniti, il NRC (National Research Council, il Consiglio Nazionale della Ricerca) e il NCTM (National Council of Teachers of Mathematics, Il Consiglio Nazionale degli Insegnanti di Matematica) hanno recentemente lanciato lo slogan “less is more”, “di meno è di più” o “poco ma bene”: un invito a ridurre il numero degli argomenti trattati nelle varie discipline a favore dell'approfondimento dei nodi fondanti.  Il NRC (National Research Council) ha sostenuto che è necessario individuare un numero limitato di argomenti fondanti per ciascuna disciplina.  Il NCTM (National Council of Teachers of Mathematics, www.nctm.org/) ha presentato un rapporto sui curricoli di matematica dalla scuola dell'infanzia fino alla terza media, in cui ha tentato di definire un numero limitato ma significativo di punti focali, “focal points”, che tutti gli allievi di tutte le classi devono padroneggiare.

Questo richiamo a una grande parsimonia nella trattazione delle varie materie non è nuovo, tuttavia molti osservatori hanno sottolineato come sia questo il momento giusto di riproporlo. 

 

Le pressioni esercitate dalla riforma “No Child Left Behind” (“Non uno di meno ”, 2002) costringono infatti i vari Stati a rivedere i propri standard. Contemporaneamente le scienze cognitive stanno facendo luce sui processi d'apprendimento, sulla progressione con cui si costruisce la comprensione dei vari argomenti. La ricerca sulla progressione nell'apprendimento risulta particolarmente importante per la messa a punto di un insegnamento che sia strutturato in modo coerente e vada in profondità.

A questo proposito il Prof. Richard A. Duschel, della Rutgers University di New Brunswick, ha affermato:  “Come si può costruire un insegnamento valido quando si impartiscono tante nozioni fluttuanti nel nulla? L'unica cosa importante è fare in modo che i ragazzi costruiscano una solida rete cognitiva alla quale poter “agganciare” nuove conoscenze, e sviluppare un insieme logico e coerente di nozioni”.   Il Rapporto del NRC riprende questo tema, dichiarando che la maggior parte dei curricoli contengono argomenti totalmente scollegati gli uni dagli altri e a cui viene data uguale priorità, mentre pochissima attenzione è prestata all'effettiva comprensione degli studenti.

 

2.  Standard bulimici e poco chiari

 

Senta A. Raizen, direttrice del Centro nazionale per il miglioramento dell'insegnamento delle scienze, già docente di chimica nelle scuole superiori, sostiene che molti insegnanti si sono resi conto che ci sono troppi argomenti negli standard educativi nazionali e che, stando così le cose, non riescono a liberarsi di libri di testo pesantissimi. E mentre Stati e distretti reclamano sistemi educativi più efficaci e rigorosi, gli insegnanti si trovano a dover ancora fronteggiare curricoli con elenchi lunghissimi di conoscenze e competenze che gli alunni dovrebbero acquisire al termine di ogni classe. Molti argomenti vengono ripetuti negli anni, ma in maniera del tutto inefficace, senza cioè che si costruiscano quelle fondazioni su cui solo può crescere la conoscenza.

Lo Stato del Wyoming ha cercato di identificare un set di standard a "elevata priorità". A questo fine ha descritto in modo nuovo competenze e sotto-competenze, ma questo è avvenuto senza modificare i programmi in vigore, senza ridurre gli argomenti da trattare. Alla fine tutto si è risolto in un'altra "scheda burocratica" da compilare, senza nessun miglioramento degli apprendimenti.

Secondo Robert J Marzano, del Centro di ricerca in educazione di Denver, sostiene che l'estrema difficoltà a diminuire il numero di standard risiede nel fatto che nelle varie commissioni statali e federali i rappresentati delle discipline sono assolutamente restii ad operare tagli e impediscono costantemente la riduzione degli argomenti da trattare!

Diane Ravitch, storica dell'educazione, intervenendo in questo coro di critiche, ha invitato a guardare al di là dei confini degli Stati Uniti, per esempio al Giappone. E' sorprendente, ha dichiarato, come gli standard giapponesi siano chiari, comprensibili e non ridondanti. Un'insegnante giapponese dopo averli letti sa esattamente cosa ci si aspetta da lei. Al contrario, per un'insegnante americana la lettura degli standard crea solo sconcerto: sono verbosi, vaghi, e tutt'altro che chiari.

 

3.  NRC: fondare l'insegnamento sulla "progressione cognitiva"

 

In un recente studio il National Research Council ha riaffermato che le scuole dovrebbero concentrarsi maggiormente sullo sviluppo di poche fondamentali idee scientifiche, piuttosto che insegnare una massa di nozioni tra loro scollegate. Questo significa fondare l'insegnamento sulla "progressione cognitiva". Viene fornito un esempio di come utilizzare la progressione cognitiva, dalla 2a elementare alla 3a media, per spiegare la teoria atomica della materia. Si individua l'idea principale e si costruisce la progressione dell'apprendimento (learning progression) nella successione degli anni scolastici.

Idea principale

”Gli oggetti sono costituiti di materia, la materia può essere di tipo diverso a seconda del materiale che la costituisce. Gli oggetti hanno proprietà (peso, aerea, volume) che possono essere misurate in maniera dipendente dal materiale che li costituisce”.

Progressione temporale

Classe 2a primaria: gli oggetti hanno proprietà (peso, aerea, volume) che possono essere descritte, paragonate e misurate.

Classi 3a - 4a - 5a primaria: peso e volume sono proprietà additive; il peso di un oggetto dipende dal suo volume e dal materiale di cui è costituito.

Classi 1a -2a -3a secondaria 1° grado: la massa è una misura della quantità di materia, la sua misura è indipendente dalla posizione sulla Terra. Il peso è invece una forza proporzionale alla massa e varia con il campo gravitazionale. Solidi liquidi e gas hanno proprietà differenti.

Una progressione di apprendimento è composta di "pezzi di conoscenza" che identificano il modo in cui si dà la comprensione progressiva di un argomento. Tali progressioni devono essere guidate da una profonda conoscenza di come i ragazzi apprendono e delle loro conoscenze pregresse.

Nonostante il grande lavoro prodotto in questo campo, questi concetti sono ancora sconosciuti a moltissime scuole negli USA. La grande maggioranza, infatti, organizza i propri corsi sulla base degli standard ufficiali e dei test obbligatori.

 

4.  NRC: consigli per l'insegnamento scientifico fino alla 3a media

 

“An illustration of a possible virtual reality scene.  A student is inside a molecule in an artists representation of special virtual reality clothing.  The student is able to move parts of the molecule around and observe the effects”. Secondo il NRC le competenze dei bambini di oggi sono notevolmente diverse da quelle di un tempo e rendono obsoleti i vecchi programmi che non sono in grado di sfruttare tali competenze.

I consigli del NRC: cosa, dove, quando e come insegnare scienze

•  Individuare i modi e le strategie per sfruttare al meglio le competenze che i ragazzi già possiedono

•  Identificare pochi concetti chiave da sviluppare in dettaglio

•  Sviluppare nei curricoli percorsi per la costruzione di teorie scientifiche, organizzarli in modo logico e validarli con esperimenti in laboratorio. Il metodo scientifico non deve essere trattato come un insieme di regole fisse ma introdotto applicandolo a casi specifici.

•  L'educazione scientifica ai livelli più bassi della scolarizzazione deve fornire agli studenti gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare l'apprendimento scientifico a i livelli superiori.

•  All'interno delle classi è indispensabile promuovere l'interazione e la cooperazione tra gli studenti tramite l'osservazione, lo studio critico dei fenomeni e tecniche di problem solving. Bisogna incoraggiare le discussioni volte a testare le conoscenze scientifiche che stanno acquisendo.

• Lo stato e i sistemi scolastici locali dovrebbero garantire un'adeguata professionalità docente, incoraggiando studi e aggiornamenti non solo sulla disciplina insegnata, ma anche sui metodi di apprendimento dei giovani e sulle metodologie di insegnamento.

 

5.  Procedere per passi progressivi tra loro collegati

 

I primi studi relativi alla progressione dell'apprendimento (learning progression) risalgono almeno agli anni '80. I ricercatori hanno indagato i benefici del metodo progressivo in diversi campi, in particolare in quello dell'educazione linguistica. Altre discipline alle quali tale approccio è stato applicato sono: la biologia , in particolare per il concetto di evoluzione, e la chimica per la teoria atomico-molecolare.

Un esempio di mappa di apprendimento progressivo applicata all'educazione linguistica può prevedere cinque livelli progressivi:

• al livello più elementare i bambini devono essere in grado di esprimere concetti semplici anche sconnessi tra loro;

• al secondo livello devono essere in grado di raccontare una storia con una trama e di esprimere proprie opinioni anche se in modo scorretto;

• al terzo livello devono essere in grado non solo di organizzare il proprio discorso, ma anche di giustificare le proprie opinioni. Inoltre, devono essere in grado di individuare le idee principali attorno alle quali si organizza la storia, le caratteristiche salienti dei protagonisti e i fatti principali di cui è costituita la storia;

• il quarto livello presuppone la capacità di avere un proprio punto di vista ben definito e giustificabile riguardo alla storia e la capacità di presentare i fatti secondo tale punto di vista;

• il quinto livello presuppone la capacità di associare all'uso appropriato della lingua l'organizzazione logica di un discorso e la presentazione di idee personali.

 

6.  Quanto devono essere dettagliate le mappe cognitive?

 

La sfida consiste nel farle il meno dettagliate possibile, le prime mappe erano estremamente laboriose e dettagliate tanto da diventare inutilizzabili. Fondamentale resta la conoscenza del metodo utilizzato dai ragazzi per apprendere. Molti insegnanti pensano che i ragazzi non possano raggiungere certi livelli, mentre il più delle volte le difficoltà dei ragazzi sono dovute al fatto che l'insegnamento non è stato progressivo, non sono stati fatti cioè i passi intermedi necessari per raggiungere un certo livello. Non è corretto dire che il cervello umano non può raggiungere determinati livelli, per quanto alti essi siano, il problema è quanto corretta sia stata la sequenza degli apprendimenti che dovrebbero portare a quel livello.

 

7.  NCTM: "I punti focali" della matematica

 

Dopo aver riferito del lavoro del NRC, National Research Council, per l'insegnamento scientifico, vediamo cosa propone l'altra associazione che si è fatta interprete dell'appello "Less is More", il NCTM, National Council of Teachers of Mathematics, il Consiglio Nazionale degli Insegnanti di Matematica degli USA.

 

8.  Il "Curriculum Focal Points"

 

Il 12 settembre 2006 il NCTM ha pubblicato il "Curriculum Focal Points", i punti focali del curricolo di matematica dalla scuola dell'infanzia fino alla terza media. Per sviluppare questi punti focali sono stati necessari più di due anni di lavoro, durante i quali sono stati analizzati gli standard e i curricoli in vigore in tutti i 49 Stati americani (non c'è ancora un curricolo unico negli USA), oltre a quelli utilizzati a Singapore, in Cina, in Giappone e in Corea. Si è trattato quindi di un grosso lavoro di analisi e comparazione, e non della semplice compilazione di una lista di punti. Vediamo sinteticamente, attraverso domande e risposte, il significato, i contenuti e le finalità di questo lavoro del NCTM

 

Cosa sono i punti focali del curricolo?

Sono gli argomenti considerati più importanti per ogni classe. Essi rappresentano le conoscenze basilari sulle quali si dovrebbe fondare lo sviluppo del curricolo.

 

Cosa è esattamente un punto focale?

E' un insieme di conoscenze, abilità e concetti collegati tra loro. E' molto di più di un obiettivo, di uno standard o di un indicatore. Un punto focale individua un argomento matematico che uno studente deve conoscere in profondità e che è indispensabile perché possa procedere nell'apprendimento.

P

erché è necessario identificare i punti focali del curricolo?

Perché il curricolo deve essere molto di più di una lunga lista di concetti e abilità, deve essere focalizzato sui punti nodali della disciplina e organizzato in modo coerente con il progredire delle classi. Deve inoltre indicare con quale approfondimento deve essere trattato ciascun argomento e quando certe competenze devono essere raggiunte dagli alunni.

Quali sono i punti focali della matematica?

I punti focali della matematica sono innanzitutto quelli che permettono di sviluppare le conoscenze e le competenze che la società richiede ai suoi cittadini, quelli inoltre che permettono lo sviluppo progressivo delle competenze matematiche.

In particolare:

• devono essere necessari sia per il futuro apprendimento della matematica sia per un loro utilizzo e applicazione all'interno e all'esterno del mondo scolastico;

• devono essere cruciali dal punto di vista del processo di apprendimento della matematica da parte degli alunni;

• devono essere connessi logicamente con gli argomenti che vengono trattati prima e con quelli che verranno trattati dopo.

Sono intrinseci ai processi matematici di risoluzione dei problemi, di applicazione di ragionamenti logici per giustificare procedure e soluzioni, di connessioni e rappresentazioni. Se non si pone l'accento su queste abilità indispensabili, le conoscenze matematiche risulteranno fragili e limitate nel loro utilizzo.

 

Come vanno utilizzati i punti focali del curricolo?

Servono per dare una chiara organizzazione al curricolo, identificando per ogni classe i contenuti più importanti, dalla scuola dell'infanzia fino alla terza media, ma non dicono in quale maniera tali argomenti vadano trattati e non forniscono suggerimenti di tipo pedagogico o didattico. I punti focali non possono dunque essere insegnati senza che i docenti padroneggino adeguate strategie didattiche, senza che abbiano una profonda conoscenza non solo della matematica ma anche dei processi di apprendimento. Per questo è determinante una solida e approfondita formazione dei docenti.

  

 

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In quale maniera i punti focali si collegano agli standard?

Il testo Curriculum Focal Points si collega alla precedente pubblicazione del NCTM "Principles and Standards for School Mathematics (2000)". Il testo "Principi e Standard della Matematica", per quanto criticato, aveva avuto il pregio di individuare gli argomenti necessari e indispensabili nell'insegnamento della matematica in:

•  numeri e operazioni,

•  geometria,

•  misure,

•  algebra,

•  analisi dei dati, probabilità e statistica.

All'interno di questi argomenti basilari il "Curriculum Focal Points" ha identificato tre punti focali per ogni classe. La presentazione dei punti focali [(qui allegati)] è accompagnata da una colonna sulla destra dove vengono messi in evidenza i legami logici tra i vari punti focali. Queste connessioni logiche sono molto utili per due motivi:

•  viene riconosciuta la necessità di continuare l'esperienza dei punti focali anche nelle classi successive alla terza media,

•  si evidenzia in quale modo un certo punto focale sarà utile all'insegnamento di temi che non vengono direttamente trattati in quello specifico punto

In sostanza vengono messi in evidenza i legami esistenti tra i vari temi principali individuati in "Principi e Standard". Ad esempio un punto focale per la 2a classe elementare all'interno del tema "misure" è il seguente: comprensione delle misure lineari e capacità di misurare la lunghezza". Lo sviluppo di questo punto focale presuppone abilità connesse con un punto focale della 1a classe elementare, all'interno del tema "geometria", e cioè "capacità di comporre e scomporre figure geometriche". Nello stesso modo vengono messe in luce le connessioni logiche esistenti con gli apprendimenti futuri, ad esempio tra la 2a e la 3a classe elementare.

Ogni punto focale si colloca all'interno di un tema principale proposto in "Principi e Standard" ma molti fanno riferimento a più argomenti principali, mettendo in luce la natura dei collegamenti fra gli stessi punti focali.

 

Il curricolo può sintonizzarsi con la definizione dei punti focali?

Nessun curricolo o libro di testo è attualmente "allineato" o "collegato" ai punti focali. I punti focali del curricolo sono appena stati pubblicati e chi si occupa di costruire curricoli ha bisogno di tempo per studiarli, valutarli e poi attivare la revisione dei curricoli.

 

Chi dovrebbe utilizzare i punti focali ?

•  Chi si occupa di costruire i curricoli per i distretti e per gli Stati

•  Le case editrici, perché dovrebbero rivedere la sequenza di presentazione dei vari argomenti e l'organizzazione generale dei libri di testo

•  Chi si occupa di formazione degli insegnanti, poiché i punti focali possono essere utilizzati per organizzare i corsi e attivare nuove strategie di formazione

•  Gli insegnanti in quanto possono utilizzare i punti focali per stabilire le priorità nella trattazione degli argomenti tra quelli oggi presenti nei curricoli.