raccolte cd
timberland euro, timberland uomo 6 inch stivali, timberland uomo barca stivali, timberland uomo earthkeepers, timberland uomo euro hiker stivali, timberland uomo nellie chukka, timberland uomo rotolo top stivali, timberland uomo scarpe da spiaggia, timberland donna 6 inch stivali
Meritocrazia non fa rima con democrazia

 

 

Il merito

Meritocrazia non fa rima con democrazia

 

di Luciano Luciani

 

 

 

Che palle! Perdonate il linguaggio, come dire?, alquanto espressivo in antico cinese mandarino, ma davvero non se ne può più. Di cosa? Della ricorrente, insistente, battente esaltazione, acritica e indiscriminata, della cosiddetta meritocrazia. Un’infatuazione che unisce tutti: conduttori televisivi, uomini e donne della politica corrente, sedicenti intellettuali, orrendi protagonisti della televisione-spazzatura, tuttologi profumatamente retribuiti, renzisti e berluscastri. E, purtroppo bisogna ammetterlo, tanti, tanti insegnanti… Tutti, indistintamente, arrapati dell’ultima trovata dell’ideologia liberista, il merito: per cui, quando su qualsivoglia problema non hai più argomenti sensati, allora è il caso di sbattere giù un po’ di meritocrazia e sei sicuro di aver fatto la tua bella figura. E, invece, è una cazzata; o, per dirla colta, una tautologia, ovvero un’affermazione che non contiene in sé nessun carattere informativo. Solo una parola di uso e abuso comune e recente, recuperata per giustificare i privilegi di alcuni, sempre i soliti, alle spalle di altri, anche quelli sempre i soliti, ribadendo ad libitum una sorta di differenziazione razziale tra esseri inferiori e superiori.

Avete mai notato la spiccata tendenza, più che altro una vocazione, dei presunti, autonominatisi meritevoli alla ereditarietà delle cariche? Provate a dare un’occhiata alle nomenklature: quella universitaria in primis, poi la giornalistica, la televisiva, la politica, quella dei Consigli d’amministrazione delle grandi aziende pubbliche, semipubbliche e private… Troverete mogli e figli, fratelli e sorelle, cognati e nipoti dei Potenti in una commovente riscoperta della famiglia allargata e patriarcale. E poi gli amici e gli amici degli amici e i congiunti dei primi e dei secondi. Tutti meritevoli? Certo che no, però sono loro ad aver stabilito i criteri, le classifiche e l’ordine di arrivo. Capacissimi di strologare, spesso e volentieri, di merito e meritocrazia: un territorio popolato per lo più di arroganti e competitivi, boriosi e aggressivi. Un luogo dove sono messi al bando i gentili e i tolleranti, gli affabili e i sensibili… Un paese orrendo che programmaticamente sceglie il valore zero per quanti restano indietro, per quelli che non riescono, per i meno fortunati.

No, davvero, meritocrazia non fa rima con democrazia e lo aveva già compreso il grandissimo Giuseppe Gioachino Belli cento e ottanta anni fa:

 

 

Er merito

 

Merito dite? Eh ppoveri merlotti!

Li quadrini, ecco er merito, fratelli.

Li ricchi soli sò bboni, sò bbelli,

sò ggrazziosi, sò ggioveni e ssò ddotti.

 

A l’incontro noantri poverelli

tutti schifenze, tutti galeotti,

tutti ddegni de sputi e de cazzotti,

tutti cucuzze in càmmio de scervelli.

 

Fa ccomparì un pezzente immezzo ar monno:

fussi magàra una perla orientale, 

Presto cacciate via sto vagabonno.

 

Tristo chi sse presenta a li cristiani

scarzo e ccencioso. Inzino pe le scale

lo vanno a mozzicà ppuro li cani.

 

Giuseppe Gioachino Belli