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Saline di Portoferraio

 

 

Saline di Portoferraio

Saline di Portoferraio

 

Isola d'Elba

 

di Joachim Langenek

 

I campionamenti sono relativi al detrito da rete a strascico, raccolto a circa 170 m di profondità, e ad un ambiente salmastro piuttosto interessante, le Saline di Portoferraio, caratterizzate da un'escursione di marea piuttosto rilevante (oltre 50 cm) che determinano in molti casi una secca quasi completa.

 

 


 

 

Cirriformia tentaculata Marphysa bellii Prionospio sp.

Cirriformia tentaculata: questo cirratulide è

molto comune principalmente in ambienti

caratterizzati da arricchimento organico,

sia su fondi molli che su fondi duri, ed

arriva a misurare qualche centimetro di

lunghezza. L'esemplare in questione è un

giovanile, ma ne abbiamo trovati anche

molti adulti nel campione delle Saline.

Marphysa bellii: un predatore

di fondi mobili in genere tra

40 e 200 m di profondità,

raccolto alla base di un

giglio di mare da detrito

dello strascico preso nei

pressi della Gorgona.

Prionospio sp.:  a questo genere appartengono numerose

specie, distinte principalmente da numero e forma delle

branchie, che sono caduche, soprattutto in esemplari stressati

come questi, per cui non ho idea di quale Prionospio sia.

Non molto comune alle Saline.

 

 

 

Carcinus aestuarii Munida intermedia Aporrhais serresianus

Carcinus aestuarii: è il granchio tipico degli

ambienti salmastri mediterranei ed è

molto comune alle Saline, con esemplari

spesso grandi (l'adulto in foto misura circa

40 mm di larghezza del carapace). Nei

campioni di detrito abbiamo trovato sia

giovanili, sia fasi postlarvali come la

 megalopa della seconda foto, l''ultimo

stadio larvale prima della metamorfosi

a giovanile.

Munida intermedia: le Munida sono

numerose e non sempre semplici

da distinguere, per cui avevo

chiamato M. rugosa questa specie,

ora sono convinto sia M. intermedia.

Si tratta di crostacei di fondo mobile

simili ad aragostine corte, e

caratterizzate da lunghissimi chelipedi

che spesso nella cattura si spezzano.

Nel detrito dello strascico ce n'erano

veramente tante. In posizione di vita

l'addome è tenuto ripiegato sotto il

carapace, sono in grado di saltare

ma non nuotano.

Aporrhais serresianus: questo stretto parente

del comune piede di pellicano si trova su fondi

mobili ad elevate profondità ed è per questo

un po' meno frequente; la conchiglia si

distingue per essere più leggera e slanciata

e per avere una prominenza labiale in più

(cinque compreso il canale sifonale in

A. serresianus, quattro in A. pespelecani).

Anche il mollusco è un po' differente,

non tanto nella forma che è quasi identica,

quanto nella colorazione, sull'arancio screziato

in A. pespelecani, bianco con le sole macchie 

rosse sul capo in A. serresianus.

Ovviamente proviene dallo strascico.

 

 

 

Bathyarca pectunculoides Hydrobia acuta Venerupis decussata

Bathyarca pectunculoides: La foto è oscena

(anche perché il bivalve misura circa

3,5 mm), ma la specie è molto interes-

sante. Si tratta di una piccola arca di

profondità, frequente come valve singole,

ma meno comune da viva, inconfondibile

per la forma particolare e per la

scultura a coste radiali appena accennate.

Anche lei dallo strascico.

Hydrobia acuta: gli Hydrobiidae sono piccoli

prosobranchi tipici di acque interne e

salmastre, infrequenti in mare, almeno

nel Mediterraneo. Mentre le conchiglie

sono bene o male identiche e molto

difficili da attribuire ad una specie

o all'altra, principalmente a causa della

sovrapposizione delle variabilità delle

singole specie, gli animali vivi possono

essere diagnostici. Tra le due specie 

frequenti in ambienti salmastri mediterranei,

attribuisco questi esemplari a H. acuta per le

fasce grigie sui tentacoli, assenti in H. ventrosa.

Dalle Saline.

Venerupis decussata: un bell'esemplare di

vongola verace mediterranea campionato

nelle Saline di Portoferraio. I sifoni sono

estesi e risultano nettamente separati,

il che permette una sicura distinzione dalla

vongola verace del Pacifico V. philippinarum,

allevata e ormai acclimatata in gran parte

del Mediterraneo, dove compete con la

vongola verace nostrana. Le vongole

veraci delle Saline di Portoferraio sono

apparentemente tutte nostrane, e la specie

alloctona non sembra essere presente.

 

 

 

Lepidorhombus boscii Hormathia cf. coronata: Janthina pallida

Lepidorhombus boscii: un primo piano di

una comune ma poco conosciuta specie

di profondità, nota (si fa per dire)

come "rombo quattrocchi", ma comunemente

confusa con suacie e linguattole. Rispetto

alla linguattola ha muso più breve, rispetto

alle suacie ha dimensioni maggiori ed priva

di raggi sviluppati alla dorsale, inoltre

ha quattro macchie nere sulla parte

posteriore di pinna dorsale e pinna anale,

che sono diagnostiche. Il rombo quattrocchi

è molto comune tra 100 e 900 m di profon-

dità su fondi molli, ed è molto abbondante

nelle reti da strascico.

Hormathia cf. coronata: non sono sicuro della

determinazione di questa attinia, anche

se probabilmente il genere è giusto.

Analogamente a molti Hormathiidae è un sim-

bionte non obbligato di gasteropodi vivi

(altri Hormathiidae sono invece legati a gaste-

ropodi pagurati) e si trova con frequenza su A.

serresianus. Questa predilezione è condivisa

da H. digitata, una specie atlantica che non mi

risulta presente nel Mediterraneo, dove dovreb-

be esserci la sola H. coronata, che non

le somiglia molto.

Janthina pallida: in occasione di un breve

viaggio in Sicilia ho avuto l'occasione di

trovare un grande spiaggiamento di Velella

velellasu cui con un po' di ricerca sono

riuscito a trovare delle Janthina. Questo

buffo gasteropode ha conchiglia molto

fragile e leggera, lilla pallido, ed è pela-

gico; la posizione in superficie è mante-

nuta attraverso la produzione di una zat-

tera di bolle o attraverso l'adesione a

Velella velella, di cui è un parassita,

pur non nutrendosi dell'idrozoo.

Dovrebbe essere una specie planctofaga

ed è la più comune delle Janthina,

anche se non è poi così frequente,

dato che ne ho trovate solo quindici su

migliaia di Velella.