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Educazione sanitaria: risorse in rete sulla prevenzione del Cancro

in--curabileEducazione sanitaria: risorse in rete sulla prevenzione del Cancro

 

di Aldo T. Marrocco

 

Introduzione

Su scala globale, nel 2008, ci sono stati 12,7 milioni di casi di tumore (1). Più di metà dei decessi per cancro (C), possono essere evitati mantenendo un giusto peso corporeo, facendo attività fisica, mangiando correttamente, evitando di fumare e facendo le visite di controllo consigliate (2>Stay Healthy).

Questo fatto ci ha motivato a cercare in rete risorse informative ed educative sulla prevenzione del C per presentarle e renderle disponibili, tramite la sitografia di questo articolo, a chi desideri utilizzarle in classe.

L’argomento è molto vasto e questo manoscritto è solo una introduzione ad uno studio più vasto ed approfondito.


Obiettivi dell’Unità Didattica

Lo studio si propone di far conoscere agli studenti i fattori di rischio (R), nonché i comportamenti utili a ridurre la possibilità di contrarre il C.

Chiaramente alcuni fattori di R, ad esempio sesso ed età, non sono modificabili. Conoscerli permette di capire quali sono le persone più esposte e che possono beneficiare maggiormente di una prevenzione incentrata sui fattori di R modificabili.

La lettura dei documenti citati può far riflettere su quanto è delicato il corpo umano, ma anche sulle possibilità di ridurre il R di contrarre il C, dedicando alcune attenzioni al nostro organismo.

Vari documenti citati nell’articolo fanno comprendere che, certe attenzioni utili nella prevenzione dei tumori spesso portano anche altri benefici.


Materiali e Metodi

Il materiale presentato tramite questo articolo consiste principalmente in testi, con grafici e tabelle, atlanti interattivi, tests ed immagini. Si tratta di documenti scaricati gratuitamente da internet, utilizzabili dall’insegnante con il metodo che ritiene più opportuno, eventualmente in collaborazione con i colleghi. Alcuni dei documenti presentati sono in italiano, altri in inglese; talvolta è disponibile l’opzione per altre lingue, eventualmente utilizzabile quando in classe sono presenti alunni stranieri. Ad es. in taluni siti americani è anche disponibile l’opzione per la lingua spagnola.

Tutto ciò che è scritto nella discussione è ricavato esclusivamente dai documenti citati, a meno che non sia specificato diversamente.


Discussione

Può essere interessante iniziare l’unità didattica con l’osservazione dei grafici sulla diffusione del C nel mondo (1 dalla figura 4 alla 9). Da qui gli studenti notano come l’incidenza e la mortalità per C, differiscono enormemente nelle diverse aree geografiche del nostro pianeta.

Ad es., dalla fig. 7 si può vedere che l’incidenza del C alla prostata ogni 100.000 uomini, è 104,2 in Australia e 4,1 in Asia centro meridionale.

Dalla fig. 12 si può vedere che, l’incidenza del C all’esofago ogni 100.000 donne, è 11,7 in Africa meridionale e 0,7 in Europa meridionale.

Il testo, scritto da studiosi della IARC e della American Cancer Society, fornisce interpretazioni di queste differenze in base alla diversa esposizione ai fattori di R. Sono menzionate differenze di ambiente e stile di vita; è anche fatto qualche riferimento alle diversità su funzionamento e possibilità di accesso alle strutture sanitarie nei vari paesi.

Un atlante interattivo permette di visualizzare i tassi d’incidenza e di mortalità, nelle varie aree del pianeta e sempre considerando il C nelle diverse parti del corpo (3).

 

Una tabella fornisce i tassi di incidenza e mortalità per le varie razze e minoranze etniche viventi negli USA. Alle differenze che si possono notare, in questo paese vasto e multietnico, si attribuiscono varie spiegazioni tra cui disparità sociali e diversità genetiche (2>Explore Research>Cancer Facts & Statistics>All Cancer Facts & Figures>Cancer Facts & Figures 2006 pag. 32-33).

Può essere interessante ad es., tramite un atlante interattivo, confrontare i diversi tassi d’incidenza di ispanici, bianchi e neri riguardo al melanoma della pelle (4).

 

Da molti studi fatti sugli emigranti emerge che questi ultimi, dopo essersi trasferitisi nel nuovo paese, vanno incontro ad un diverso R di contrarre il C; ciò è causato soprattutto da cambiamenti nello stile di vita (5>Final Version Free /6).

Ad esempio, il tasso di incidenza del C al seno tra le donne ispaniche che vivono negli USA da varie generazioni, è 4-6 volte più alto rispetto alle ispaniche di recente immigrazione (5). Secondo questo studio, l’emigrazione verso un’area geografica dove almeno per questo tipo di C il R è assai più alto, ha comportato maggiore R di contrarre il tumore al seno. Il R cresce con la durata del periodo di residenza e con il grado di acculturazione delle donne immigrate nel paese ospitante.

Uno altro studio compara i tassi di incidenza del C in varie parti del corpo nei coreani e nei coreani-americani (6 pag. 80). Ad es., il tasso d’incidenza del C allo stomaco nelle donne coreane è compreso, secondo le zone, tra 19,5 e 30,4 su 100.000 persone. Questo valore scende a 15,25 nelle coreane-americane, avvicinandosi al tasso tipico degli USA che, almeno per questo tipo di C è basso ( 6 tab.2).

In questo ed altri casi, menzionati alla pagina 80 del documento, i cambiamenti di ambiente e stile di vita conseguenti all’emigrazione modificano il R, che tende ad uniformarsi a quello del paese ospitante (6).

 

I cambiamenti osservati sugli emigranti possono essere un esempio di cosa può accadere, anche all’interno di paesi a basso e medio reddito, come conseguenza dell’assimilazione allo stile di vita occidentale (7>Free Final Text).

 

Tre documenti analizzano il R di C associato alle diverse attività professionali (8>Access Full Text / 9>Scand. J. Work Environ.  Health / 10>PDF). Questi articoli forniscono il tasso di R rilevato per varie categorie professionali e per ogni singola parte del corpo. I risultati sono poi commentati dagli autori.

La mobilità nel mondo del lavoro, con conseguente variabilità nella lunghezza dei periodi di esposizione a determinate situazioni professionali non ha facilitato questi studi. Inoltre, tali ricerche sono state condotte su un arco di tempo molto lungo ed in paesi diversi dal nostro.

A causa di ciò, questi risultati potrebbero non essere sempre confrontabili con la situazione attuale nel nostro paese (N.d.A.).

 

Le occupazioni che comportano molto lavoro all’aperto, ad esempio agricoltura e pesca elevano il R di C alle labbra. Ad es. il tasso di R dei pescatori è 2,27 volte più elevato rispetto all’intera popolazione studiata. Sembra che ciò sia dovuto all’interazione tra fumo ed esposizione al sole (8).

Il C al naso è fortunatamente poco diffuso in Europa (9); tuttavia i lavoratori dediti alle lavorazioni di legno e pelli, esposti alle polveri di questi materiali, presentano un tasso di R rispettivamente di 1,88 e 2,94 (8).

I parrucchieri sono tra le categorie di lavoratori che vanno incontro ad un aumentato R di C della vescica, attribuito al contatto con i prodotti normalmente usati nell’adempimento della loro professione (8 / 9).

Secondo una review che ha analizzato 53 studi, il personale dedito alla macellazione di animali ha un aumentato R di C, soprattutto ai polmoni. Le cause di ciò non si conoscono ancora con esattezza, ma si ritiene che il R sia associato all’esposizione del personale al materiale biologico tipico di questo ambiente di lavoro (11>Scand. J. Work Environ. Health).

 

L’esposizione, anche prenatale, ad ambienti dove si utilizzano pesticidi per usi sia agricoli che residenziali, aumenta il R per vari tipi di C (10 / 12>PDF).

 

Secondo un documento del Ministero della Salute italiano, l’esposizione all’amianto moltiplica il R di C polmonare per 5 nei non fumatori e per 50 nelle persone dedite al fumo (13). Il documento fornisce anche spiegazioni sul mesotelioma pleurico-peritoneale.

Secondo un documento dell’INAIL, oggi, gli addetti agli interventi di bonifica dall’amianto si salvaguardano con sistemi di protezione individuale particolarmente restrittivi. Un problema attuale di salute pubblica è però costituito dalla presenza di amianto in edifici, mezzi di trasporto e nell’ambiente (14). Un documento dell’ARPA Valle d’Aosta è dedicato alla presenza di materiali contenenti amianto negli edifici ed al loro risanamento (15).

 

Secondo l’OMS, a livello globale, l’esposizione al radon è la prima causa di C al polmone per i non fumatori. In Italia è stato stimato che, annualmente, questo gas radioattivo provoca tra 1.500 e 5.500 casi di C al polmone. Il radon esala dal suolo, accumulandosi negli edifici in quantità molto variabili secondo le caratteristiche costruttive, le zone e le stagioni (16 figure da 5.1 a 5.6 / 14 da pag. 21 a pag. 25). Una guida per il cittadino fornisce informazioni sul problema del radon nelle abitazioni italiane, sulla sua misurazione, nonché sul risanamento degli edifici dove questo gas raggiunge alte concentrazioni. La tab. 4.1 fornisce risultati inerenti ad interventi di bonifica negli edifici, ottenuti con diverse tecniche (16).

Si segnalano altre due guide sull’argomento, una dell’OMS ed una della Provincia di Bolzano (17 / 18).

 

Un documento è dedicato al R conseguente alla clorazione, sia delle acque per uso domestico che quelle delle piscine (19). Tra le varie sostanze prodotte dalla reazione tra cloro e sostanze organiche presenti nell’acqua, lo studio ha considerato in particolare i trialometani, alla cui presenza è associato un aumento di R per la vescica.

Leggendo le “Linee Guida per Ambienti Acquatici Salubri per uso Ricreativo” dell’OMS, si evince che nelle piscine esiste una correlazione lineare tra la concentrazione di trialometani e numero di frequentatori (20 da pag. 108). L’assunzione di trialometani da parte dei nuotatori avviene principalmente per inalazione e solo per un terzo attraverso la cute. La concentrazione di trialometani negli alveoli polmonari e nel plasma scende rapidamente appena la persona si allontana dalla vasca.

 

Il C può essere particolarmente frequente in certe famiglie. Ciò è associato a fattori ambientali o a stili di vita comuni in un certo ambito familiare, ma esistono anche geni che passano di generazione in generazione e che sono responsabili del 5-10% dei casi di C (2>Learn about Cancer>What causes Cancer?>Genetics and Cancer).

Generalmente però, si parla di familiarità più che di ereditarietà del C. Quando c’è la familiarità, non si eredita questa malattia ma la predisposizione a svilupparla (21>Cos’è il cancro>Le cause del cancro).

Per chi ha un parente di primo grado, cui è stato diagnosticato il C del colon retto, il tasso di R è 2,3 e sale a 3,9 se la suddetta diagnosi è stata fatta ad un’età inferiore a 45 anni. Il tasso di R è 4,3 se, la suddetta diagnosi, riguarda più di un parente di primo grado (22>Find a Cancer Type C>Colorectal Cancer>Colorectal Cancer Prevention [Patient]>Genetics of Colorectal Cancer>Family History as a Risk Factor for CRC tab. 1). Il tipo di percorso appena suggerito può essere fatto anche selezionando altri tipi di C, per i quali si possa parlare di familiarità.

 

Le monografie della International Agency for Research on Cancer identificano i fattori ambientali che possono aumentare il R di C per gli esseri umani (23>IARC Publications>IARC Monographs).

Il sito della Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori, informa sui tipi di C più frequenti nel nostro paese, dedicando spazio alla loro prevenzione (24>La prevenzione dei tumori / 24>Le guide LILT>Opuscoli per la prevenzione).

L’American Cancer Society fornisce, tra altre cose, molte informazioni sulla prevenzione. Segnaliamo tre modi per accedervi; il primo in particolare, permette di raggiungere le guide dettagliate su molti tipi di C (2>Learn about Cancer>Show All Cancer Types / 2>Stay Healthy>Eat Healthy and Get Active>ACS Guidelines on Nutrition and Physical Activity for Cancer Prevention / 25).

Dal sito dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro si apre una pagina che risponde a domande frequenti (21>Fai prevenzione>l’alimentazione>prevenzione per tutti>La prevenzione dei tumori: il dottore risponde).

 

Il sito del National Cancer Institute, tra molte altre cose, dedica spazio alla prevenzione (22). Suggeriamo alcuni percorsi per accedere ai relativi links (22>Cancer Topics>Prevention / 22>Cancer Topics>What You Need to Know ).

Il sito fornisce anche alcune informazioni su come cambia il R di C a seguito di interventi chirurgici o assunzione di prodotti farmaceutici. A titolo di esempio segnaliamo un tipo di percorso, che può essere compiuto anche selezionando altri tipi di C e che porta ai links relativi all’argomento appena menzionato (22>Find a Cancer Type O>Ovarian Cancer>Ovarian Cancer Prevention [patient]>Key Points for this Section). Talvolta, per informazioni più approfondite si può selezionare [Health Professional Version].

 

La LILT ha prodotto delle guide sul fumo (24>Le guide LILT>Lotta al tabagismo). L’AIRC tratta il problema del fumo sul proprio sito (21>Consigli sulla Prevenzione>Il Fumo).

Un grafico riguardante gli USA mostra quanti decessi per C, nelle varie parti del corpo, sono attribuiti al fumo (2>Explore Research>Cancer Facts & statistics>All Cancer Facts & Figures>Cancer Facts & Figures 2006, pag. 36). Questo grafico ed il testo, aiutano a far capire agli studenti quanto influisca il tabacco nella diffusione del C e non solo ai polmoni (n.d.a.).

 

Secondo la IARC l’alcol è carcinogeno per gli esseri umani; il R è legato all’alcol e non al tipo di bevanda che lo contiene. Il R aumenta con la quantità di alcol consumata. Un consumo giornaliero di 18 g di alcol è già sufficiente a portare un piccolo, ma statisticamente significativo, aumento di R per il seno.

L’alcol può influenzare il livello di estrogeni nel corpo e questo fatto può spiegare l’aumento di R per il C al seno delle donne, specialmente se carenti di vitamina B (2>Learn about Cancer>What causes Cancer?>Diet and Physical Activity>Alcohol and Cancer).

In certe popolazioni dell’Asia orientale, la carenza di un enzima coinvolto nel metabolismo dell’etanolo, comporta determinate reazioni fisiche come l’arrossamento del viso ed espone ad un R di C ancora più elevato (26). 

 

Gli effetti negativi di alcol e fumo non si sommano, ma pare che adirittura si moltiplichino. (27 / 23>IARC Publications>IARC Monographs>Vol. 96).

E’ stato svolto uno studio a Cuba sul R di C nella cavità orale e nell’orofaringe (28>PDF). Lo studio ha considerato vari fattori, tra cui uso di tabacco ed alcolici, alimentazione e condizioni della bocca.

Tra le persone che fumavano 30 o più sigarette al giorno, il tasso di R era 20,8 rispetto a chi non aveva mai fumato.

Tra le persone che bevevano settimanalmente l’equivalente di almeno 70 bicchieri di vino, il tasso di R era 5,7 rispetto agli astemi.

Tra le persone che consumavano almeno 30 sigarette al giorno e settimanalmente l’equivalente di almeno 21 bicchieri di vino, il tasso di R saliva a 111 rispetto agli astemi che non avevano mai fumato (28 tab. 4). Questo valore così alto è in relazione all’effetto moltiplicativo, o più che moltiplicativo, portato dall’uso contemporaneo di tabacco ed alcolici.

Dallo stesso studio si è anche visto che, nel caso di fumatori che cessavano di fumare, 10 anni dopo la cessazione il tasso di R scendeva a 0,37 rispetto a chi non aveva smesso (28 tab. 2).

Nel caso invece dei forti bevitori che cessavano di bere, dopo 10 anni il R scendeva a 0,28 rispetto a chi non aveva smesso (28 tab. 3).

Dallo stesso studio emerge anche, ad es., un effetto protettivo per chi consumava ortaggi e frutta in abbondanza, come pure per chi aveva bocca e denti in buone condizioni igienico-sanitarie (28).

Una guida della LILT è dedicata al C della cavità orale (24>Il tumore della cavità orale).

 

Secondo un documento del National Cancer Institute, alcol e tabacco insieme innalzano il R di C per bocca, gola, laringe ed esofago molto di più di quanto lo facciano separatamente. E’ ipotizzato che le sostanze cancerogene del tabacco penetrano nelle cellule che rivestono il canale digerente, grazie al potere solvente dell’alcool (22). E’ possibile che quest’ultimo riduca la capacità delle cellule nel riparare i danni al DNA causati dal tabacco.

L’abuso prolungato di alcol può anche causare infiammazione del fegato e formazione di tessuto cicatriziale; mentre il fegato ripara i tessuti così danneggiati, si possono avere errori nel DNA e quindi un aumentato R di C (22).

 

Per completezza di informazione, ricordiamo i benefici portati dalla ingestione di modeste quantità di alcol nella prevenzione dell’ictus, il cui R notoriamente è comunque basso nei giovani, ma si eleva con l’età (27). Secondo questo documento, il tasso di R per ictus in chi beve modeste quantità di alcol, è 0,72 rispetto agli astemi. Consumi alcolici più elevati possono invece innalzare molto il R di C ed anche di ictus. Il documento precisa anche che l’alcool produce dipendenza ed è un importante problema di salute pubblica (27).

 

Si ritiene che, negli USA, soprappeso ed obesità contribuiscono nella misura del 14-20% alla mortalità per C (25).

Un importante fattore di R per C in varie parti del corpo è l’obesità. In particolare, l’obesità addominale è associata ad un R particolarmente alto per il colon e specialmente negli uomini.

I meccanismi delle relazioni tra obesità e C non sono ancora molto chiari. L’obesità spesso comporta alti livelli di insulina nel sangue, inoltre i tessuti grassi producono quantità di estrogeni elevate; sia l’una che l’altra condizione espongono ad un aumentato R di C.

L’obesità espone anche ad un maggior R di diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari ed ictus. (22>Cancer Topics>NCI Fact Sheets>Risk Factors and Possibile Causes>Obesity and Cancer Risk).

Il Ministero della Salute e la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori trattano il problema dell’obesità; il primo fornisce, tra l’altro, dati sulla diffusione di questa condizione medica (22>Che cosa è l’obesità infantile / 24>La prevenzione dei tumori>Prevenzione primaria>Lotta all’obesità).

Due documenti del Ministero della Salute sono dedicati all’obesità, con particolare riferimento alla situazione riguardante i giovani ed il mondo scolastico (29 / 30).

 

In un sito governativo del Wisconsin, un documento focalizza le tematiche relative ad alimentazione, attività fisica, riduzione dell’obesità e benessere complessivo dei giovani (31>Food System>Gardening). Il documento, che consta di 7 capitoli, mostra con diapositive, video e spiegazioni scritte la realizzazione di un orto scolastico; sono trattati in particolare gli aspetti didattici.

Dallo stesso sito è anche disponibile una guida tecnica sulla coltivazione dell’orto (31>Food System>Gardening>Got Dirt?>Got Dirt? Garden Toolkit).

Il cibo spesso è conosciuto dai ragazzi come qualcosa che viene servito loro a tavola. Lo scopo di quest’attività sta anche nel far conoscere il cibo attraverso la semina, la cura delle piante, la raccolta dei prodotti e la preparazione. Si crea così nei ragazzi una consapevolezza diversa di ciò che mangiano, promovendo allo stesso tempo attività fisica e consumo di ortaggi.        

 

L’attività fisica può ridurre il R di C al colon negli uomini del 30-40%, indipendemente dall’indice di massa corporea; le maggiori riduzioni di R sono state osservate tra le persone più intensamente attive.

Nel caso del C al seno, si è osservato tra le donne una riduzione di R compresa tra 20 ed 80%. L’attività fisica svolta durante l’adolescenza si è rivelata particolarmente protettiva, ma è benefica anche se praticata successivamente. Secondo vari studi, l’effetto protettivo dell’attività fisica è maggiore nelle donne che hanno un peso ed un indice di massa corporea regolare.

Tra le donne che praticano l’attività fisica c’è un R diminuito del 20-40% di C all’endometrio; le maggiori riduzioni di R sono state osservate tra coloro le quali vi si dedicavano più intensamente.

Il documento cita anche i benefici di un minor R di C per polmoni e prostata conseguenti all’attività fisica.

L’attività fisica, tra molte altre cose, porta benefici a ossa, muscoli ed articolazioni, aiuta a tenere sotto controllo peso, pressione arteriosa e glicemia, procura benessere psicologico (22>Cancer Topics>NCI Fact Sheets>Prevention>Physical Activity and Cancer).

Un fumetto è dedicato all’attività fisica (32).

 

Un’occasione per svolgere attività fisica, secondo l’OMS, sono gli spostamenti a piedi o in bicicletta tra casa e scuola, che comunità ed istituzioni scolastiche devono impegnarsi a rendere sicuri (33 pag. 24).

Un’esperienza favorita dalla collaborazione tra scuole e famiglie, che si sta gradualmente diffondendo in tutto il territorio nazionale, è quella del “Piedibus” (34). In varie scuole italiane c’è stata la scelta di compiere gli spostamenti tra casa e scuola, non più con l’auto, ma a piedi. Durante tali spostamenti gli alunni sono accompagnati da alcuni genitori volontari secondo orari e percorsi stabiliti. Gli alunni che scelgono questa modalità di spostamento compiono attività fisica, socializzano ed imparano a circolare correttamente sulle strade.

Secondo un documento governativo del Regno Unito, camminare da casa a scuola migliora l’attenzione degli alunni (35).

 

Una review, che ha analizzato 11 studi sulla relazione tra quantità di sale abitualmente ingerito dalle persone e C allo stomaco, ha trovato mediamente un tasso di R di 2,05 associato ai consumi più elevati, rispetto ai più bassi (36>PDF). Nella discussione della review è dedicato spazio alle ipotesi su possibili meccanismi di questo maggior R. Si ritiene che il sale danneggi la mucosa gastrica con conseguente infiammazione, accelerato tasso di replicazione cellulare ed aumentato R di mutazioni. I danni alla mucosa gastrica possono esporre le cellule a sostanze carcinogene contenute nel cibo, ad es. l’azoto nitroso. Pare inoltre che una elevata concentrazione di sale nello stomaco favorisca l’infezione da Helicobacter pylori; questo batterio è un importante fattore di R per il C gastrico riconosciuto dalla IARC.

Un documento è dedicato alle varie conseguenze di questa infezione (21>Fai prevenzione>l’alimentazione>prevenzione per tutti>L’helicobacter pylori è nemico o alleato?).

Un documento del Ministero della Salute fornisce informazioni e consigli per un ridotto uso di sale; il nostro consumo medio è 2-3 volte più elevato di quello consigliato dall’OMS. Il documento attribuisce ad un ridotto consumo di sale benefici per l’apparato cardiovascolare e per le ossa (37>Poco sale per guadagnare salute).

Una pagina di MedlinePlus, il sito dei National Institutes of Health americani, fornisce consigli per una dieta iposodica, benefica anche per i normotesi oltre che per gli ipertesi (38).

 

Molti studi hanno dimostrato una modesta ma significativa associazione tra elevati consumi di carni rosse o carni conservate e mortalità per varie cause, incluso il C (25).

Le carni, specialmente quelle conservate e quelle cucinate ad alta temperatura, contengono sostanze che potrebbero innalzare il R per alcuni tipi di C, ad es. colon e prostata. Evitare la frittura o la cottura alla griglia, può ridurre la formazione di sostanze carcinogene; è comunque buona norma cuocere abbastanza la carne per eliminare batteri e parassiti (25).

 

Notoriamente, la cultura popolare attribuisce all’aglio molte virtù salutari. Secondo vari studi su gruppi di popolazione, chi consuma più aglio, ha un minor R di C, in particolare di stomaco e colon-retto (22>Cancer Topics>NCI Factsheet>Diet and Nutrition>Garlic and Cancer Prevention).

Un recente studio associa un elevato consumo di frutta e ortaggi, aglio in particolare, ad un effetto protettivo nei confronti dell’osteoartrite dell’anca. Dallo stesso studio emerge il fatto che il solfuro di diallile, contenuto in piante del genere Allium, contrasta l’azione di enzimi che degradano la cartilagine (39).

Un documento del National Cancer Institute è dedicato ai benefici portati dal vino rosso consumato in quantità dell’ordine di un bicchiere al giorno. Anche se l’alcol in generale è carcinogenico, i benefici anzidetti riguardano il R di C alla prostata e sono attribuiti ai componenti non alcolici del vino rosso (22>Cancer Topics>NCI Factsheet>Diet and Nutrition>Red Wine and Cancer Prevention:Fact Sheet).

 

Un documento della National Academy of Sciences riassume alcune associazioni trovate tra fattori dietetici e C, in varie parti del corpo umano (40 da pag. 594).

Il Portale dell’Epidemiologia Oncologica parla di alimentazione nella prevenzione del C (41>Come prevenire>Fattori di rischio>Alimentazione).

 

Dal sito dell’AIRC si aprono vari links sull’alimentazione, la cui importanza è basilare nella prevenzione del C (21>Fai prevenzione>l’alimentazione>Gli ingredienti della salute). Dalla pagina appena citata si possono aprire i links relativi ad alimenti, prevalentemente vegetali, particolarmente benefici.

Alcune sostanze naturali hanno la proprietà di rallentare la crescita delle cellule tumorali. Altre facilitano l’apoptosi, ovvero la morte naturale delle cellule; questo è un sistema di protezione per l’organismo, cui sfuggono però le cellule tumorali. Altre sostanze naturali sono capaci di bloccare l’angiogenesi, ovvero lo sviluppo di vasi sanguigni che alimentano i tumori.

Dal sito dell’AIRC si può anche accedere ad un test sull’alimentazione (21>Fai prevenzione>l’alimentazione>TEST: un carrello di salute).

 

Talune infezioni aumentano il R di C; tra queste ricordiamo il virus dell’epatite B, dell’HIV e del papilloma umano; alcune pagine sono dedicate alla relativa prevenzione (42 / 43 / 44). 

 

Il Portale dell’Epidemiologia Oncologica fornisce, tra altre informazioni, dati statistici relativi alla diffusione di 6 diversi tipi di C, suddivisi per regione, età e sesso (41>Stime regionali: accedi alla banca dati). Tali statistiche, che coprono il periodo compreso tra il 1970 ed il 2010, permettono anche di rilevare cambiamenti e tendenze in corso.

 

Uno strumento interattivo valuta il nostro R personale di C tramite un questionario, fornisce anche consigli per ridurlo (45).

Citiamo anche una serie di “Interactive Tutorials”, con immagini e brevi testi, su alcuni tipi di C ed altre malattie (46).

 

Può essere interessante, anche dal punto di vista didattico, cercare in rete altri documenti.

PMC è l’archivio della U.S. National Institutes of Health's National Library of Medicine dove, come si può vedere in sitografia, abbiamo trovato vari documenti di carattere medico. Per usufruire di questo archivio si inseriscono direttamente le parole chiave nell’apposito spazio; a sinistra compariranno i risultati della ricerca ed a destra le citazioni affini, talvolta molto utili (47). 

L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e MedlinePlus forniscono alcuni consigli per selezionare dalla rete informazioni qualificate in campo medico (21>Consigli sulla prevenzione>Facciamo chiarezza>Istruzioni per una navigazione sicura / 48).  

 

Sitografia

1)  A. Jemal et al.; (2011). Global cancer statistics. http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.3322/caac.20107/full

2)  American Cancer Society; http://www.cancer.org/healthy/index

3)  Pulitzer Center/Globocan; Cancer’s New Battleground – The Developing World. http://www.theworld.org/cancer-new-battleground/

4)  Centers for Diseases Control and Prevention; US cancer Statistics: An Interactive Atlas. http://apps.nccd.cdc.gov/DCPC_INCA/DCPC_INCA.aspx

5)  John Em et al.; (2005). Migration history, acculturation, and breast cancer risk in Hispanic women.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16365008  

6)  J. Lee MPH et al.; (2007). Cancer Incidence Among Korean-American Immigrants in the United States and Native Koreans in South Korea. http://www.moffittcancercenter.org/CCJRoot/v14n1/pdf/78.pdf

7)  V. McCormac, P. Boffetta; (2011). Today's lifestyles, tomorrow's cancers: trends in lifestyle risk factors for cancer in low- and middle-income countries. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21378201 

8)  E. Pukkala et al.; (2009). Occupation and cancer-follow-up of 15 million people in five Nordic countries. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19925375 

9)  C. Bouchardy et al.; (2002). Cancer risk by occupation and socioeconomic group among men--a study by the Association of Swiss Cancer Registries.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11871426

10)  R. W. Clapp et al.; (2008). Environmental and Occupational Causes of Cancer New Evidence, 2005–2007. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2791455/  

11)  D. McLean, N Pearce; (2004). Cancer among meat industry workers.  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15633593

12)  M.C. Turner et al.; (2010). Residential Pesticides and Childhood Leukemia: A Systematic Review and Meta-Analysis. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2831964/

13)  Ministero della Salute; I rischi dell’amianto.      http://www.salute.gov.it/dettaglio/pdPrimoPiano.jsp?sub=2&id=111&area=ministero&colore=2&lang=it

14)  INAIL; Patologie associate all’esposizione ad amianto. http://www.ispesl.it/amianto/amianto/caratter/1_2.htm

15)  ARPA Valle d’Aosta; Presenza di Materiali Contenenti Amianto negli Edifici Pubblici e Privati. http://www.unito.it/unitoWAR/ShowBinary/FSRepo/Area_Portale_Pubblico/Documenti/R/rls_rimozioneAmiantoEdifici.pdf

16)  ISPESL; Il radon in Italia: guida per il cittadino.

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_160_allegato.pdf

17)  World Health Organisation; (2009). WHO Handbook On Indoor Radon.

http://whqlibdoc.who.int/publications/2009/9789241547673_eng.pdf

18)  Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige; (2013). Le contromisure. http://www.provincia.bz.it/agenzia-ambiente/radiazioni/contromisure.asp

19)  C. M. Villanueva et al.; (2006). Bladder Cancer and Exposure to Water Disinfection By-Products through Ingestion, Bathing, Showering, and Swimming in Pools. http://ecleareu.com/PDF/DBPs_Bladder_cancer_Villanueva_2007.pdf

20)  OMS; (2006). Linee Guida per Ambienti Acquatici Salubri per uso Ricreativo. http://whqlibdoc.who.int/publications/2006/9241546808_ita.pdf

21)  Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. http://www.airc.it/

22)  National Cancer Institute;  http://www.cancer.gov/

23)  International Agency for Research on Cancer. http://www.iarc.fr/

24)   Lega Italiana per la Lotta ai Tumori; http://www.lilt.it/

25)  L.H. Kushi et al.; (2012). American Cancer Society guidelines on nutrition and physical activity for cancer prevention. http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.3322/caac.20140/full

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