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Una piccola storia evolutiva

 

Lago di Pilato
Lago di Pilato

Una piccola storia evolutiva

 

di Luciana Bussotti

 

All’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, un territorio di circa 70000 ettari compresi tra Marche e Umbria, nel gruppo del Monte Vettore, tra due dorsali le cui cime superano i 2000 metri, a est con Vettoretto e Vettore (2467) e a ovest con Cima del Lago, Cima del Redentore e Pizzo del Diavolo, si apre una valle glaciale sul cui fondo si raccolgono le acque di scioglimento delle nevi formando un piccolo e grazioso lago, il Lago di Pilato.

Tralasciando leggende più o meno fantasiose sul suo nome, il lago merita attenzione non solo perché è considerato l’unico specchio d’acqua naturale dei Sibillini, né solo per la sua estetica, ma soprattutto perché ospita un minuscolo ma significativo abitante: un crostaceo, il Chirocephalus marchesonii, scoperto nel 1954 da Vittorio Marchesoni, direttore dell’Istituto di Botanica dell’Università di Camerino.

 

 

C. marchesonii Chirocephalus marchesonii
Chirocephalus marchesonii Chirocephalus marchesonii

Questo piccolo artropode dal colore rosso vive esclusivamente nella acque di questo lago: è quindi un endemismo stretto, confinato in pochi metri quadrati (cubici) di acqua. Le dimensioni e la conformazione del laghetto risentono dell’andamento climatico, di quanta neve si è andata accumulando nel periodo invernale e quante piogge lo alimentano in primavera e nell’estate, di norma  assai siccitosa, se si escludono improvvisi temporali accompagnati da rovesci di pioggia. La forma tipica in estate è a “occhiali” con due piccoli specchi d’acqua uniti da uno stretto braccio; ma basta che manchi un po’ di pioggia o che la neve sia stata meno abbondante e il lago si frammenta nelle sue due parti che vanno restringendosi in anni particolarmente siccitosi. E così, qualche decennio fa, quando il lago è arrivato a prosciugarsi, si è temuto per la sopravvivenza del suo esclusivo abitante.

Fortunatamente (e adattativamente) questi crostacei depongono le uova sul fondo e lungo i bordi del lago, dentro cisti (uova di durata) capaci di mantenersi vitali anche per diversi anni e quindi anche all’asciutto. Così il pericolo di perdere una specie per sempre, almeno per ora, è stato scongiurato.

 

Chirocephalus Sibyllae
Chirocephalus Sibyllae

Non si sarebbe temuto il peggio se si fosse allora conosciuta la presenza di un “cugino” del chirocefalo del Marchesoni: il Chirocephalus Sibyllae, a quel momento ancora da scoprire. Allo scioglimento delle nevi, nella conca carsico-glaciale che si trova sotto Palazzo Borghese, si forma un laghetto temporaneo che scompare durante il periodo estivo; ma gli embrioni sopravvivono aspettando l’invernata all’interno delle proprie cisti.

Le caratteristiche di questa specie sono del tutto identiche a quelle del parente prossimo: anche il Chirocefalo della Sibilla è molto resistente ai cambiamenti climatici repentini, soprattutto lo sono  le sue cisti, purché in tempi sufficientemente brevi si ripristino le condizioni adeguate.

 

Purtroppo a tanta resistenza “adattativa” fa riscontro una fragilità nei riguardi del comportamento di alcuni turisti, nonostante i cartelli di avvertimento: pediluvi, bagni integrali, in pochi metri cubi di acqua! I timori, quindi, tornano, stavolta per colpa dell’uomo.

 

 

Torniamo alla piccola storia evolutiva che i Chirocefali ci raccontano e che può essere riassunta così.

C’era una volta un lago in una conca tra i Monti Sibillini dove viveva una piccola specie di crostaceo. Con il mutare delle condizioni climatiche e orografiche, le acque di quell’antico bacino sono andate ritirandosi e frazionandosi, isolando così diverse popolazioni dell’“ancestrale chirocefalo”. Le popolazioni, non più in grado di scambiarsi i geni, hanno proseguito una propria evoluzione indipendente. Oggi abbiamo due laghetti residui e due specie diverse. Conoscendo dai geologi la data della separazione, sapremmo quanto tempo hanno avuto le due popolazioni per evolversi e produrre due specie distinte tra di loro - e dalla specie ancestrale -, magari confrontando i dati con i risultati di un’analisi comparativa del DNA.

 “Perché, ricordiamolo, è la popolazione che evolve.

 

Il monte Sibilla

Il monte Sibilla

Posizione sistematica

Crostacei Branchiopodi Anostraci Chirocefalidi

 

Altre specie congeneri italiane: C. kerkyrensisC. salinus,  C. diaphanus e C. ruffoi

 

Fisiologia riproduttiva

Le cisti deposte di stagione in stagione non schiudono tutte ma una parte rimane nel sedimento costituendo in questo modo un’ulteriore riserva e garanzia (oltre a quella stagionale) per il futuro della specie.


 

Ecologia 

Il Chirocephalus marchesonii è classificato come specie stenoterma di basse temperature.

È di vitale importanza quindi proteggere il biotopo in cui questa specie vive: mentre la vita della forma natante dura pochi mesi, le cisti da essa prodotte si mantengono vitali per diversi anni se non intervengono fattori diversi a perturbare il sedimento nel quale queste si sono andate depositando.

Il rischio più serio che ad oggi questa specie corre, oltre ai danni meccanici provocati da turisti incoscienti, è legato ai cambiamenti climatici in atto. Ecosistemi appenninici di alta quota risultano vulnerabili soprattutto nei confronti delle alte temperature.

Il Lago di Pilato può essere considerato un areale relitto che, per le sue particolari condizioni orografiche e climatiche, costituisce un vero e proprio habitat “rifugio”, che ha garantito, e garantisce tuttora, le necessarie condizioni ambientali per tutte le specie che lo popolano le quali, se le previsioni dell’IPCC sul riscaldamento globale saranno confermate, nel giro di poche decine di anni potrebbero estinguersi.

 

Avvertenza per i visitatori

È importantissimo, soprattutto nei mesi estivi quando le acque si ritirano, rispettare la distanza di sicurezza dal lago segnalata; oltrepassarla vorrebbe dire calpestare le cisti deposte sotto i sassi provocandone inevitabilmente la rottura.

La presenza delle guardie forestali, che controllano i comportamenti dei turisti, purtroppo non è garantita quotidianamente.

 

Altre rarità zoologiche dei Sibillini

Altre rarità interessanti che il parco annovera:
i coleotteri Duvalius ruffoi (tipico del Monte Vettore) e Chrysocloa sibilla

Paraleptophlebia ruffoli, un’efemera che vive esclusivamente in un laghetto del Pian Piccolo.