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Il gatto e la volpe

Il gatto e la volpe

di Luciana Bussotti


Questo è un incontro raccontato, ma siccome me lo ha raccontato mia madre due ore dopo, non ci sono dubbi.

Quando trascorrevamo buona parte dell’estate nella casa in campagna di Suvereto, mia madre è sempre stata la prima ad alzarsi e scendere giù in cucina alle prime luci dell’alba. Bioritmo da “allodola”, più cervicale. 

Ma le è sempre piaciuto farsi il primo caffé nel silenzio dell’ora, nel sonno di tutti gli altri; berlo guardando il cielo cambiare colore, ascoltando i suoni della vita diurna della natura cominciare il turno, che ci raccontava al nostro comparire, e poi sedersi a fare le parole crociate (quelle senza schema) aspettando la discesa alla spicciolata del resto della famiglia.

La casa è un po’ alla rovescia, nel senso che il portone d’ingresso guarda verso una straducola sterrata che porta a una frazione minima del paese, mentre il “retro” dà sull’aia, con la sua memoria  di vecchie trebbiature; poi la vista spazia sul “Collo d’oca”  (il tornante a bracci paralleli) della strada che viene da  Suvereto (la capitale!),  più oltre abbraccia il discendere delle colline coltivate a ulivi verso il “Piano” (la piana di Venturina” ndr) e in fondo, il mare, chiuso a destra dal Promontorio di Piombino, con vista di un po’ di Elba, a sinistra dai monti di Scarlino sul golfo di Follonica; in mezzo l’isolotto di Cerboli. Lontano, nelle giornate terse, si vede Montecristo.

Mi sono dilungata un po’ troppo, ma per dire che dalle finestre di cucina è un bell’affacciarsi.

 

Resa, spero, l’atmosfera, passiamo all’incontro.

Tazzina in mano, mia madre sta guardando l’aia quando scorge un movimento veloce: un animale corre, un altro lo insegue. Li riconosce, sono una giovane volpe e uno dei nostri gatti; dimensioni quasi uguali. Fin qui, niente di particolare. Ma a metà dell’arco lungo dell’aia, l’inseguito si gira di scatto verso l’inseguitore; i due si guardano, fanno entrambi un salto in aria, poi dietrofront e ciascuno percorre di gran carriera il suo semicerchio (semiellisse) per ripetere incontro-salto-dietrofront sull’altro lato, e poi …ancora una volta!

Non sono un’etologa, ma credo di poter affermare che non si tratta di preda che sfugge al predatore, o di padrone di casa che caccia l’intruso, ma piuttosto di GIOCO! Gioco interspecifico, tra un animale domestico ed uno selvatico, ancorché cucciolo!

 

Fine

L’incontro termina qui, col mio rimpianto di aver dormito mentre il fatto avveniva; con il desiderio retroattivo di avere una cinepresa per filmarlo; con il senso di inadeguatezza scientifica per non sapere se magari non è un evento così speciale, o invece lo è al punto di far dubitare che sia avvenuto.

Mi pronuncio sull’ultima parte: è avvenuto, è avvenuto; sull’aia di casa nostra.

 

gatto e volpe